Cristo non s’è fermato al XXI secolo.
Per evitare una nuova epoca di crociate e di jihad i leaders politici
dovranno rivolgere alle religioni la stessa attenzione che hanno sempre
dedicato ai giacimenti petroliferi.
Corriere della Sera- 3-2-2005- di Philip Jenkins storico delle religioni.
Stiamo attualmente attraversando, in tutto il mondo, un momento di
trasformazione nella storia dellà religione. Negli ultimi cinque
secoli o giù di lì la storia del Cristianesimo si è
intrecciata in modo inestricabile con qu_lla dell'Europa e delle civilizzazioni
d'Oltreoceano di derivazione europea, soprattutto quelle del Nordamerica.
Fino a tempi recenti, la stragrande maggioranza dei cristiani si trovava
in nazioni di popolazione bianca e questo consentiva ai teorici di
parlare con compiacimento e arroganza di una civilizzazione «cristiana
europea».
D'altro canto, gli scrittori radicali consideravano il Cristianesimo
come il braccio secolare dell'imperialismo occidentale. Molti tra
noi condividono lo stereotipo del Cristianesimo quale religione dell'«Occidente»
o, per usare un'altra popolare metafora, del Nord del mondo. Si tratta
insomma di una religione che si dichiara apertamente come la religione
dei ricchi. Per adottare la frase che una volta veniva usata per iQdicare
l'elettorato americano sempre più conservatore degli anni Settanta,
lo stereotipo vuole che i cristiani siano non-neri, non-poveri e non-giovani.
Se questo è vero, allora la crescente secolarizzazione dell'Occidente
può solo significare che il Cristianesimo èalla fine
dei suoi giorni. A livello globale, la fede del futuro dovrà
essere l'Islam.
Nel secolo passato, tuttavia, il centro di gravità si è
inesorabilmente spostato verso Sud: in Africa, Asia e America Latina.
Già oggi le più grandi comunità cristiane del
pianeta si trovano in Africa e America Latina. Se vpgliamo raffigurarci
un tipico cristiano contemporaneo dobbiamo pensare ad una donna che
vive in un vollaggio della Nogeria o in una favela brasiliana. Qualsiasi
cosa possano credere gli europei e i nordamericani, il cristianesimo
gode di ottima salute nel Sud del mondo; non solo sopravvive, ma si
espande.
È il momento della «Terza Chiesa», dopo quella
occidentale e orientale.
L'Africa in un secolo è passata da l0 a 360 milioni di fedeli
Il cristianesimo dovrebbe godere di un boom mondiale nel nuovo secolo,
ma la grande maggioranza di credenti non sarà bianca, né
europea, né euroamericana. Secondo l'accreditata World Christian
Enciclopedia -Oggi ci sono circa due miliardi di cristiani, che costituiscono
circa un terzo della popolazione totale del pianeta. La maggior parte,
pari a circa 560 milioni di persone, si trova ancora in Europa. L'America
Latina; però, viene subito dopo, con 480 milioni. L'Africa
ha 360 milioni di cristiani, l'Asia 313 milioni. Nel Nordamerica ci
sono circa 260 milioni di credenti.
Se estrapoliamo queste cifre e compiliamo una proiezione per l'anno
2025 - supponendo che non vi siano grandi variazioni in più
o in meno a seguito delle conversioni - allora avremmo 2,6 miliardi
di cristiani: di questi, 633 milioni vivrebbero in Africa, 640 milioni
in America Latina e 460 milioni in Asia. L'Europa, con i suoi 555
milioni, finirebbe al terzo posto. Sarebbero Africa e America Latina
a contendersi il titolo di continente più cristiano. In quell'anno,
inoltre, si raggiungerebbe un'altra pietra miliare, perché
questi due continenti conterrebbero, messi insieme, metà dei
cristiani del pianeta. Nel 2050 solo circa un quinto dei tre miliardi
di cristiani del mondo sarebbero non-ispanici bianchi. Presto l'espressione
«un cristiano bianco» comincerebbe a suonare come un curioso
ossimoro, leggermente sorprendente, tipo «un buddhista svedese».
Persone così esistono, ma nel termine è implicito un
pizzico di eccentricità.
L'idea che il Cristianesimo stia letteralmente «andando' verso
Sud» non è poco familiare, almeno agli studiosi di religione.
Si tratta di un tema che viene affrontato spesso in Europa, dove gli
affari africani sono più seguiti che negli Stati Uniti. Già
negli anni Settanta, di questo cambiamento globale si discuteva nelle
ben note opere di studiosi europei come Andrew Walls, Edward Norman
e Walbert Buhlmann, e il tema veniva consacrato con la sua inclusione
nella «World Christian Encyclopedia», pubblicata per la
prima volta nel 1982.
Fu Buhlmann che coniò l'espressione «la Terza Chiesa»,
basata sull'analogia con «Terzo Mondo». L'espressione
suggerisce come il Sud rappresenti una nuova tradizione, paragonabile
per importanza alle Chiese occidentali e orientali del passato. Grazie
alla sola Africa, ad esempio, il numero di cristiani è aumentato
in modo stupefacente, passando dai l0 milioni del 1900 ai 360 milioni
del 2000.
Se il mondo religioso, il vecchio Cristianesimo, è così
sprezzante in merito a questi cambiamenti epocali, non è sorprendente
che i commentatori laici li ignorino ampiamente. Nessuno, per esempio,
ha posto la domanda essenziale, e cioè cosa veramente si intenda
parlando di «civiltà occidentale», quando quelli
che .un tempo erano i suoi crociali aspetti religiosi sono ora difesi
soprattutto al di fuori dell'Occidente. Una fondamentale eccezione
è il libro di Samuel P. Huntington, Lo scontro delle civiltà
e il nuovo ordine mondiale, una delle analisi più lette delle
attuali tendenze globali, che rivolge molta attenzione al cambiamento
dei modelli religiosi. Anche Huntington, tuttavia, sottovaluta la
forza crescente del Cristianesimo. Ritiene che la percentuale dei
cristiani in rapporto alla popolazione globale diminuirà in
modo rilevante nel nuovo secolo e che la loro religione sarà
soppiantata dall'lslam: «Alle lunghe (...) trionferà
Maometto». Ma è tutt'altro che probabile che nel 2020
o giù di lì l'Islam sia la religione più diffusa,
come suggerisce Huntington; Il Cristianesimo avrà ancora un
forte ruolo guida, e a quanto oggi possiamo prevedere nel futuro manterrà
la sua posizione.
Nel 2050 nel mondo ci dovrebbero essere circa tre cristiani ogni
due musulmani. Dunque, circa il34% della popolazione mondiale sarà
cristiana, grosso modo come al momento culminante dell'egemonia europea,
ne! 1900.
Ma come si presenterà la nuova sintesi cristiana?
Un fatto ovvio è che, almeno per il futuro prevedibile, i membri
di una Chiesa dominata dal Sud saranno probabilmente tra i più
poveri del pianeta, in marcato contrasto con il più antico
mondo dominato dall'Occidente. Per questa ragione, dagli anni Sessanta
alcuni cristiani occidentali hanno cominciato ad aspettarsi che la
religione dei loro fratelli del Terzo Mondo sarebbe stata ferventemente
liberale, attivista, e anche rivoluzionaria, secondo il modello costituito
dalla teologia della liberazione.
Secondo questa visione, il nuovo Cristianesimo penserà principalmente
a deporre i potenti dai loro troni, attraverso l'azione politica o
la lotta armata. Fin troppo spesso, tuttavia, queste speranze si sono
dimostrate illusorie. Frequentemente, le voci provenienti dal Terzo
Mondo che parlano di liberazione appartengono di fatto a ecclesiastici
istruiti in Europa nel Nordamerica, e le loro idee hanno esercitato
solo uno scarso richiamo a livello locale. I cristiani dell'emisfero
meridionale non evitano l'attivismo politico, ma preferiscono impegnarsi
solo in base ai loro criteri.
Al momento presente, la differenza immediatamente più evidente
tra le Chiese vecchie e quelle nuove è che i cristiani del
Sud sono molto più conservatori, per quanto concerne sia le
credenze che a dottrina morale. Le denominazioni che trionfano in
tutto il Sud del mondo sono fortemente tradizionaliste, o perfino
reazionarie, secondo gli standard delle nazioni economicamente avanzate.
Le Chiese che hanno avuto l'espansione più sensazionale nel
Sud del mondo erano cattoliche romane, del tipo tradizionalista e
fideistico, oppure erano sette del protestantesimo radicale, evangeliche
e pentecostali. In verità, questo atteggiamento conservatore
può ben spiegare perché il Cristianesimo del Sud trovi
cosi poca considerazione nel nordamerica e in Europa. Raramente gli
esperti occidentali apprezzano il carattere ideologico delle nuove
chiese.
In certi Paesi dominano profezie,esorcismi, visioni oniriche:una
sensibilità religiosa vicina a quella del Medioevo
I cristiani del Sud del mondo mantengono un fortissimo orientamento
verso il soprannaturale e sono molto più interessati alla salvazione
personale che alle politiche radicali. Queste Chiese più recenti
predicano una profonda fede personale e l'ortodossia, il misticismo
e il puritanesimo della comunità, tutti caratteri che si fondano
su chiare fonti scritturali. I loro messaggi sembrano, a un occidentale,
semplicisticamente carismatici, vìsionari e apocalittici. Secondo
questa concezione del mondo, la profezia è una realtà
quotidiana, mentre le guarigioni tramite la fede, gli esorcismi e
le visioni oniriche sono tutte componenti fondamentali della sensibilità
religiosa. Nel bene e nel male, le Chiese dominanti del futuro potrebbero
avere molto in comune con quelle del Medioevo o della prima epoca
moderna europea.
Se osserviamo le Chiese dell'Africa e dell'America Latina vediamo
che hanno moltissime esperienze in comune. Stanno infatti attraversando
fasi simili di crescita e sviluppando, indipendentemente l'una dall'altra,
visioni del mondo, sociali e teologiche, simili. Entrambe si trovano
inoltre ad affrontare problemi analoghi, di razza, di acculturazione,
di come fare i conti con le rispettive eredità coloniali. Tutte
queste sono questioni emisferiche comuni che separano in modo fondamentale
le esperienze delle Chiese del Nord e di quelle del Sud.
Data la vivace attività di studio e la fiorente spiritualità
che caratterizzano sia l'Africa che l'America Latina, inevitabilmente
ci sarà un periodo di reciproca scoperta. Quando questa inizierà
— quando, non se — l'interazione dovrebbe lanciare una
nuova epoca rivoluzionaria nella religione mondiale. Anche se molti
vedono il processo di
globalizzazione come un'altra forma dell'imperialismo americano, sarebbe
buffo se una prima conseguenza fosse un crescente senso di identità
tra i cristiani del Sud. Una volta che questo asse sarà stabilito,
cominceremo davvero a parlare di un nuovo Cristianesimo, che ha la
sua base nell'emisfero meridionale.
Il conflitto tra cristiani e musulmani può in realtà
costituire una delle più strette analogie tra il mondo cristiano
che esisteva un tempo e quello che deve ancora venire.
Non meno dei cristiani, anche i musulmani verranno trasformati dagli
epocali eventi demografici dei prossimi decenni, con il passaggio
del primato, per quantità di popolazione, ai due Terzi Mondi.
Le comunità musulmane e cristiane cresceranno entrambe all'interno
degli stessi Paesi. In base alle recenti esperienze fatte in giro
per il mondo — in Nigeria e in Indonesia, nel Sudan e nelle
Filippine — ci troviamo di fronte alla probabilità che
la crescita della popolazione sarà accompagnata da forti rivalità,
da lotte per le conversioni, da tentativi contrastanti dì rendere
operativi dei codici morali tramite le leggi secolari. Che si tratti
di musulmani o di cristiani, lo zelo religioso può facilmente
trasformarsi in fanatismo.
Alcune lotte possono ben provocare guerre civili, che potrebbero a
loro volta divenire conflitti internazionali, Un simile sviluppo è
molto probabile, quando una delle ideologie rivali è condivisa
appassionatamente da un Paese confinante, o da un'alleanza internazionale
di orientamento religioso. Attraverso il mondo musulmano, molti credenti
si sono mostrati desiderosi di combattere per la causa intemazionale
dell'Islam con molto più entusiasmo di quanto ne dimostrano
a favore di una singola nazione. Mettendo insieme queste diverse tendenze,
abbiamo una mescolanza cangiante, che potrebbe ben provocare guerre
e conflitti terribili.
In tutto il mondo, le tendenze religiose dispongono del potenziale
sufficiente a dare una diversa forma alle realtà politiche,
a un livello che non ha l'uguale dall'epoca del sorgere del moderno
nazionalismo. Anche se possiamo immaginare un certo numero di futuri
possibili, lo scenario peggiore comporterebbe un'ondata di conflitti
religiosi tale da ricordare il Medioevo, una nuova epoca di crociate
cristiane e di jihad islamici. Immaginate il mondo del XIII secolo
dotato di testate nucleari e di antrace. Nel prepararci a questa prospettiva,
è necessario per lo meno essere sicuri che i nostri leader
politici e i nostri diplomatici rivolgano alle religioni, e alle frontiere
tra le diverse religioni, almeno la stessa attenzione che hanno sempre
dedicato alla distribuzione dei giacimenti petroliferi.
Per quanto strano possa sembrare, forse la necessità più
pressante riguardo al futuro è quella di riconoscere, ancor
più che altre religioni enormemente diffuse, il mondo stranamente
poco familiare del nuovo Cristianesimo. Il Cristianesimo del Sud,
la «Terza Chiesa», non è solo una versione trapiantata
della familiare religione dei più antichi Stati cristiani:
il nuovo cristianesimo non è un'immagine speculare di quello
vecchio. E un'entità autenticamente nuova e in fase di sviluppo.
Quanto differente sia dai predecessori rimane da vedere.
I cristiani africani e latinoamericani sono persone per cui le benedizioni
del Sermone della Montagna del Nuovo Testamento hanno una rilevanza
diretta, inconcepibile per gran parte dei cristiani delle società
del Nord.
Quando Gesù diceva ai «poveri» che erano beati,
la parola che usava non indicava una condizione di relativa deprivazione,
ma una povertà totale, o una miseria estrema. La grande maggioranza
dei cristiani del Sud (e in misura maggiore, di tutti i cristiani)
sono davvero poveri, affamati, perseguitati, e perfino disumanizzati.
L'India ha una tradizione che si adatta perfettamente alla parola
di Gesù: il termine dalit, che letteralmente significa «schiacciati»
o «oppressi». E così che i cosiddetti intoccabili
di quel Paese ora hanno deciso di descriversi; il significato della
frase biblica potrebbe ben essere tradotto così: siano benedetti
gli intoccabili. Quando Ì cristiani americani vedono le immagini
della fame africana, come gli infernali scenari dell'Etiopia degli
anni Ottanta, sono davvero in pochi a rendersi conto del fatto che
le vittime non sono accomunate a loro solo da un senso di comune umanità,
ma in molti casi dalla stessa religione. Sono cristiani che muoiono
di fame.
Per il pubblico cristiano medio, i passaggi del Nuovo Testamento che
parlano della fermezza da adottare di fronte alle persecuzioni pagane
hanno scarsa rilevanza immediata, forse quanto le immagini di trebbiatura
o mietitura in un ambiente campestre. Alcuni fondamentalisti immaginano
che le persecuzioni descritte abbiano qualche probabilità di
verificarsi nel futuro, magari durante i giorni detta fine del mondo.
Ma per milioni di cristiani del Sud, non c'è questo bisogno
di scavare alla ricerca di arcani significati. Milioni di cristiani
nel mondo vivono di fatto in costante pericolo di persecuzione o conversione
forzata da parte dei governi o di qualche milizia locale.
Dove si vive nell'oppressione e nella miseria, le parole di Gesù
«beati i poveri» hanno un significato che noi abbiamo
perduto .
Considerare il Cristianesimo come un fenomeno planetario, non solo
Occidentale, rende impossibile leggere il Nuovo Testamento allo stesso
modo una seconda volta. Il Cristianesimo che vediamo se passiamo attraverso
questo esercizio sembra davvero una bestia molto esotica, intrigante,
eccitante, e un po' spaventosa.
Il Cristianesimo si sta insomma diffondendo in modo sorprendente tra
i poveri e Ì perseguitati, mentre si atrofizza tra i ricchi
e gli agiati. Usando la tradizionale visione marxista della religione
come oppio delle masse, si incorrerebbe nella tentazione di trarre
la conclusione che la religione ha veramente un collegamento con il
sottosviluppo e i sistemi culturali pre-moderni, e che scomparirà
con il progredire della società.
Questa conclusione sarebbe tuttavia superficiale, perché certi
tipi di Cristianesimo pieni di entusiasmo si stanno affermando tra
i professionisti e i gruppi che hanno un orientamento altamente tecnologico,
in particolare intorno all'area del Pacifico e negli Stati Uniti.
Però la distribuzione dei moderni cristiani potrebbe ben mostrare
che la religione ha una migliore affermazione quando prende con molta
serietà quel profondo pessimismo riguardo al mondo secolare
che caratterizza il Nuovo Testamento. Se non è proprio una
fede basata sull'esperienza della povertà e della persecuzione,
allora almeno considera queste cose degli elementi normali e prevedibili
della vita. Questa visione non è derivata da un complesso ragionamento
teologico, ma è piuttosto una lezione che viene dall'esperienza
vissuta. .
Senza dubbio il Cristianesimo può affermarsi attraverso questo
esercizio sembra davvero una bestia molto esotica, intrigante, eccitante,
e un po' spaventosa.
Il Cristianesimo si sta insomma diffondendo in modo sorprendente tra
i poveri e i perseguitati, mentre si atrofizza tra i ricchi e gli
agiati. Usando la tradizionale visione marxista della religione come
oppio delle masse, si incorrerebbe nella tentazione di trarre la conclusione
che la religione ha veramente un collegamento con il sottosviluppo
e i sistemi culturali pre-moderni, e che scomparirà con il
progredire della società. Questa conclusione sarebbe tuttavia
superficiale, perché certi tipi di Cristianesimo pieni di entusiasmo
si stanno affermando tra i professionisti e i gruppi che hanno un
orientamento altamente tecnologico, in particolare intorno all'area
del Pacifico e negli Stati Uniti.
Però la distribuzione dei moderni cristiani potrebbe ben mostrare
che la religione ha una migliore affermazione quando prende con molta
serietà quel profondo pessimismo riguardo al mondo secolare
che caratterizza il Nuovo Testamento. Se non è proprio una
fede basata sull'esperienza della povertà e della persecuzione,
allora almeno considera queste cose degli elementi normali e prevedibili
della vita. Questa visione non è derivata da un complesso ragionamento
teologico, ma è piuttosto una lezione che viene dall'esperienza
vissuta.
Senza dubbio il Cristianesimo può affermarsi anche in altri
contesti, anche dove c'è pace e prosperità, ma forse
lì la sua affermazione diventa più difficile, come difficile
è passare attraverso la cruna di un ago.