Evoluzione e disegno intelligente

Hans Kung : L'inizio di tutte le cose -Rizzoli :La creazione comprende l'intera evoluzione
Josef Ratzinger : In principio Dio creò il cielo e la terra - Lindau - Creazione ed evoluzione si integrano, non si escludono a vicenda.Dagli stessi dati scientifici si deduce che l'uomo è un progetto di Dio.

ll gesuita-paleontologo Pierre Teilhard de Chardin morì a New York cinquantanni fa, il 10 aprile (giorno di Pasqua) del 1955. Due anni dopo, il 6 dicembre 1957 (e poi nel 1962, durante il pontificato «progressista» di Giovanni XXIII), il Sant'Uffizio condannò la sua visione che coniugava darwinismo e creazionismo. «La storia della sofferenza di questo pensatore teologico rimane una vergognosa testimonianza della povertà dello spirito della persecuzione dei dissidenti del sistema romano», ma nessuno ha ricordato «a Joseph Ratzinger, allora alla guida della Congregazione per la dottrina della fede, questo fenomeno profondamente anticristiano».
Ad asserirlo è il teologo Hans Kùng nel suo nuovo libro L'inizio di tutte le cose (Rizzoli), un saggio di linguaggio accessibile sul tema che fu centrale in Teilhard e che in settembre è stato dibattuto a Castel Gandolfo da 40 studiosi in un seminario convocato dal Papa e, di contro, a Venezia dagli scienziati riuniti da Umberto Veronesi: il rapporto tra evoluzione della specie e creazione divina. Ovvero tra Darwin e Dio.
Ancora nel 2003, quando pubblicò Fede, Verità, Tolleranza, per Joseph Ratzinger creazione ed evoluzionismo biologico restavano incompatibili. «La teoria evoluzionistica si è andata cristallizzando come la strada per rendere superflua l'ipotesi di Dio" (Laplace) e formulare una spiegazione rigorosamente "scientifica"».
Nel luglio del 2005, sul New York Times, l'arcivescovo di Vienna Christoph Schònborn (che ha aperto il convegno di Castel Gandolfo) ha ribadito che l'«ortodossia evoluzionistica» si pone come spiegazione «alternativa alla creazione». Una crociata antidarwiniana, che trova sponda nei sostenitori del «disegno intelligente».

In questo quadro di incompatibilità, si sta sviluppando un'ipotesi di convergenze parallele, che trova riscontro nel filosofo cattolico Robert Spaemann: «Se non vogliamo — afferma — tradire la scienza e la comprensione di noi stessi, dobbiamo rimanere fedeli sia alla visione del mondo proposta dai ricercatori, sia a quella che proviene dallo spirito». Ma in che modo?

Ripartendo da Teilhard, come aveva già tentato di fare nel maggio del 1981 il cardinale Agostino Casaroli, quando, prima di essere rintuzzato dall'Osservatore Romano (11 luglio 1981) disse che Teilhard aveva avuto «l'acuta percezione del dinamismo della creazione» , così Kung: Teilhard comprese che Dio potrebbe non aver agito in prima persona, ma fatto in modo «che le Cose si realizzino da sole attraverso gli sviluppi della Natura». Ovvero, la creazione divina comprenderebbe al suo interno l'intero processo evoluzionistico. In questo modo, creazionismo ed evoluzionismo convergerebbero in un unico disegno finale.
Tuttavia, recenti posizioni assunte da creazionisti ed evoluzionisti lasciano poco margine di speranza al rilancio di questo disegno. I dati del seminario (a porte chiuse) voluto da Benedetto XVI verranno presto pubblicati.

Intanto il Vaticano ha allontanato il darwinista padre George Coyne, già consigliere scientifico di Papa Wojtyla, dalla carica di direttore della Specola vaticana. Dall'altra parte, con Margherita Hack e altri «materialisti», si risponde con Comte e Hu-me e persino con Kant, quando scriveva che per far posto alla fede aveva dovuto eliminare il sapere.
Se motivo di scontro sono le ipotesi sull'origine, pure la fine, accenna Kùng, è motivo di separazione. Per gli scienziati una delle ipotesi più plausibili della fine è lo scontro, tra cinque miliardi di anni, tra la galassia Andromeda e la Via Lattea: una fine nella luce. Proprio quanto, altri sostengono, è già compreso nel disegno escatologico di San Giovanni (Apocalisse 22, 5): «Non vi sarà più notte e non avranno più bisogno di luce e lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà».

Corriere della Sera 25-10-2006