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ULTIME IPOTESI SULLA OMINAZIONE:
Saltammo giù dagli alberi rimanendo su due piedi

(5 giugno, 2007) Corriere della Sera

 

Nuova ipotesi: andatura bipede 15 milioni di anni fa

I nostri antenati impararono a camminare su due piedi quando ancora vivevano sugli alberi e non, come finora ritenuto, quando furono costretti ad abbandonare la vita arboricola e affrontare gli spazi aperti della savana.

Questa è l' ipotesi avanzata da tre zoologi britannici basata sull' osservazione del comportamento degli oranghi nelle foreste dell' isola indonesiana di Sumatra. Autori della ricerca, pubblicata sull' ultimo numero della rivista Science, sono Susannah Torpe e Roger Holder, dell' Università di Birmingham, e Robin Crompton, dell' Università di Liverpool, che hanno studiato gli orango nel loro ambiente naturale.

Questi primati, che oggi vivono solo nelle foreste di Sumatra e del Borneo, conducono una vita prevalentemente arboricola, hanno un sistema di locomozione basato principalmente sull' uso degli arti anteriori per sospendersi e spostarsi tra i rami (brachiazione) e scendono sul terreno solo per attraversare brevi tratti privi di alberi, per bere o per raccogliere qualche frutto caduto; poi tornano sugli alberi evitando così possibili incontri coi predatori. La loro struttura anatomica è quindi decisamente specializzata per vivere sugli alberi, ma i ricercatori si sono accorti che quando queste scimmie si spostano poggiandosi su rami robusti utilizzano tutte e quattro gli arti senza mai distendere completamente le articolazioni, come invece può fare chi - come l' uomo - ha un' andatura bipede. Quando invece si spostano su rami più piccoli e flessibili, che rendono la situazione più precaria, gli orango si alzano sulle zampe posteriori e utilizzano le braccia, allargandole, per mantenere l' equilibrio.

In questa particolare situazione gli orango si trovano molto spesso perché la frutta migliore è prevalentemente quella che cresce sui rami più alti, più soleggiati, ma più sottili e meno affidabili. Proprio in questi casi, hanno osservato i tre zoologi britannici, cioè quando devono arrivare a un frutto altrimenti irraggiungibile, gli orango distendono completamente le articolazioni delle anche e delle ginocchia, cosa che non fanno mai quando utilizzano tutti e quattro gli arti. Cioè assumono una posizione tipica solo di chi può camminare su due zampe, cioè noi e i nostri antenati australopiteci. Date queste osservazioni, i tre zoologi propongono l' ipotesi che l' andatura bipede sia apparsa quando il lontano progenitore di uomini e scimmie viveva ancora sugli alberi. Questo imporrebbe quindi di spostare la data della comparsa dell' andatura bipede almeno a 15 milioni di anni fa, momento in cui gli orango si separarono dal ramo evolutivo dal quale sarebbero successivamente emersi i gorilla (10 milioni di anni fa), gli scimpanzè (5-7 milioni di anni fa), gli australopiteci, la prima forma Homo (circa 2 milioni e 400 mila anni fa). Uno spostamento all' indietro nel tempo che difficilmente sarà accettato senza discussioni dagli antropologi poiché l' ipotesi è basata non su studi sulla morfologia degli orango - di cui non è mai stata messa in luce alcuna tendenza allo sviluppo del bipedismo - ma solo sull' osservazione del comportamento di animali attualmente viventi.

Proprio per questo, le prime critiche sono già emerse. Secondo l' antropologa Yvette Deloison, del Cnrs francese, «se l' antenato comune delle scimmie antropomorfe e degli ominidi avesse avuto un' anatomia che gli permetteva di fare tutto quello che fanno gli oranghi con mani e piedi, sarebbe stato già troppo specializzato per dar vita a quello che noi siamo oggi». In attesa che l' ipotesi dei tre zoologi britannici passi il vaglio degli antropologi non rimane che tenerci ben saldi alla teoria che collega la comparsa dell' andatura bipede alla drastica riduzione delle foreste africane, che avvenne oltre cinque milioni di anni fa e che costrinse i nostro antenato ad affrontare, su due piedi, gli spazi aperti della savana. Il momento esatto in cui questo avvenne non lo sapremo mai, ma conosciamo con precisione la data della prima passeggiata su due piedi di cui abbiamo testimonianza concreta: 3 milioni e settecentocinquantamila anni. A tanto risalgono le impronte di due australopiteci che camminarono su un terreno fangoso a Laetoli, in Tanzania, mentre scappavano da un vulcano in eruzione. 2,4 milioni di anni fa: compare il primo Homo

Domenici Viviano

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