L'Islam spiegato dal grande teologo Hans Kung


Hans Kung

TEOLOGIA DEL DIALOGO
Hans Kung è uno dei più grandi teologi viventi. Maestro, amico e collega di Joseph Ratzinger ai tempi del Concilio Vaticano II, i due si allontanarono quando il futuro Papa intraprese la sua lunga carriera di uomo dell'ortodossia per poi riavvicinarsi di recente in un incontro in cui hanno cercato di non parlare delle antiche divergenze. Ma basta questa sua ennesima opera, Islam- Passato, presente e futuro , che chiude la trilogia sulle religioni monoteistiche alle quali il pensatore ha dedicato l'intera vita, per ricavare i motivi profondi che hanno spinto Kung fuori dagli schemi di una certa visione della Chiesa. Primo fra tutti una ricerca continua del mutare dei paradigmi che una religione (in questo caso l'Islam ma sono continui i richiami anche a ebraismo e cristianesimo) storicamente attraversa nel suo divenire e l'analisi delle forze spirituali che invece rimangono intatte anche nel presente e sulle quali è possibile stabilire contatti critici.

Siamo abituati a pensare che la teologia sia questione non alla nostra portata. Con questo libro Kung dimostra che non è così. Primo, perché il libro è scritto in un modo così chiaro che non ci si accorge delle oltre 700 pagine da cui è composto. Secondo, perché la religione e la sua grande forza dinamica smuove e unisce popoli ed è una delle istanze più importanti del divenire storico e per questo è bene conoscerne il più possibile. Terzo, perché solo un teologo con le immense conoscenze storiche e culturali come Kung può spiegare a noi occidentali tutto quello che non sappiamo dell'Islam, di come, dove e perché è nato, di quanto c'entri un certo cristianesimo con Maometto, di come si sia evoluto e attraverso quali passaggi politici, dei suoi punti di splendore e delle forze che ne hanno impedito una riforma critica e perché.

Quarto perché è l'occasione per ripercorrere 1.400 anni di storia per una volta inquadrati da un'altra prospettiva e con altri personaggi al centro della scena. Chiudiamo con il quinto, ma sicuramente ce ne saranno altri: Kung dice di aver scritto questo libro per contribuire al dialogo tra le religioni e quindi tra le nazioni. Questo è il suo contributo. Il nostro, con la garanzia che è molto piacevole, è leggerlo. (Ci sono voluti cinque traduttori per affrontare questa fatica, eccoli: S. De Maria, G. Giri, S. Gualdi, V. Rossi, L. Santini).

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(24 novembre 2005)