INDAGINE EURES 2004 -Insegnamento della Religione cattolica

Religione cattolica: ok all’insegnamento
La richiesta di gestire la cosa pubblica con spirito laico, emersa nei temi precedenti, non significa tuttavia un rifiuto né un allontanamento dal riferimento culturale verso la religione cattolica; al contrario, gli italiani che affermano di voler mantenere l’insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica sono il 61,6%, contro appena il 19,3% di contrari. La capacità di trasferire valori positivi e riferimenti validi per le nuove generazioni viene pertanto trasversalmente riconosciuta da tutto il campione, tanto più in una fase caratterizzata proprio dalla perdita di valori. In relazione al fattore anagrafico l’adesione all’insegnamento della religione cattolica prevale soprattutto tra gli over 54 anni (65,3%), seguiti dai giovani della fascia 15-34 anni (60,7%) e dal campione della fascia 35-54 anni (59,2%). La percentuale dei favorevoli diminuisce all’aumentare del grado di istruzione: più dei due terzi del campione con un titolo di studio non superiore alla licenza media è favorevole (73,5%); seguono, con uno scarto di 8 punti percentuali i diplomati (65,7%) e, con uno scarto ulteriore di 13 punti i laureati (52,1%). In base all’orientamento politico, i favorevoli aumentano tra gli intervistati di centro-destra e di centro, con il 77,8% tra i primi ed il 76,4% tra i secondi; più articolata la posizione espressa dagli elettori di centro-sinistra, dove i favorevoli, pur non rappresentando la maggioranza assoluta (47,8%), prevalgono comunque sui contrari (30,5%). Anche il dato geografico appare a tale riguardo significativo, con il 68,5% dei favorevoli all’insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica al Sud, seguiti con oltre 10 punti di scarto da quelli del Centro (56,2%) e del Nord (58,2%).