SOMMARIO RASSEGNA STAMPA
La controversia sull'aborto della madre-bambina è sempre più accesa.
L'arcidiocesi brasiliana minaccia una denuncia canonica
contro il presidente della pontifica accademia per la vita.  

di Sandro Magister -http://chiesa.espresso.repubblica.it -3 luglio 2009

l caso di Recife. Roma ha parlato, ma la causa non è finita La controversia sull'aborto della madre-bambina è sempre più accesa. L'arcidiocesi brasiliana minaccia una denuncia canonica contro il presidente della pontifica accademia per la vita. La requisitoria di Michel Schooyans, che termina con un appello al papa

La burrasca suscitata dall'articolo dell'arcivescovo Rino Fisichella, presidente della pontificia accademia per la vita, su "L'Osservatore Romano" dello scorso 15 marzo è lontana dall'essere placata.

L'ARTICOLO BOMBA

L'articolo di Fisichella aveva per titolo "Dalla parte della bambina brasiliana" e prendeva posizione sulla vicenda di una bambina brasiliana in età fertile già a nove anni, violentata dal giovane patrigno, rimasta incinta di due gemelli e fatta abortire al quarto mese di gestazione. Il suo caso, scriveva Fisichella, "ha guadagnato le pagine dei giornali solo perché l'arcivescovo di Olinda e Recife si è affrettato a dichiarare la scomunica per i medici che l'hanno aiutata a interrompere la gravidanza". Quando invece, "prima di pensare alla scomunica", la fanciulla "doveva essere in primo luogo difesa, abbracciata, accarezzata" con quella "umanità di cui noi uomini di Chiesa dovremmo essere esperti annunciatori e maestri".

Ma "così non è stato". E proseguiva: "A causa della giovanissima età e delle condizioni di salute precarie, la vita [della fanciulla] era in serio pericolo per la gravidanza in atto. Come agire in questi casi? Decisione ardua per il medico e per la stessa legge morale. Scelte come questa [...] si ripetono quotidianamente [...] e la coscienza del medico si ritrova sola con se stessa nell'atto di dovere decidere cosa sia meglio fare". Nel finale dell'articolo Fisichella si rivolgeva direttamente alla fanciulla: "Stiamo dalla tua parte. [...] Sono altri che meritano la scomunica e il nostro perdono, non quanti ti hanno permesso di vivere".

LA REPLICA DELL'ARCIVESCOVO DI RECIFE

L'articolo sollevò immediate reazioni di segno opposto: da un lato il plauso dei sostenitori della libertà d'aborto, dall'altro le contestazioni dei difensori della vita di ogni concepito, senza eccezioni. L'arcidiocesi di Olinda e Recife, direttamente chiamata in causa, reagì il 16 marzo con una nota di "Chiarificazioni" che così terminava, riferendosi a monsignor Fisichella: "L'autore si è arrogato il diritto di parlare di ciò che non conosceva, senza fare lo sforzo di conversare previamente in modo fraterno ed evangelico con l'arcivescovo, e per questo atto imprudente sta causando una grande confusione tra i fedeli cattolici del Brasile".

"L'Osservatore Romano" non pubblicò nulla né di questa replica dell'arcidiocesi brasiliana, nè di altre reazioni dello stesso tipo. Varie settimane dopo, in un'intervista a Jeanne Smits del giornale francese "Présent", l'arcivescovo di Olinda e Recife, José Cardoso Sobrinho, tornò invano a reclamare il suo diritto di replica: "Ritengo che L'Osservatore Romano abbia il dovere di pubblicare la mia risposta. È quello che abbiamo cercato di ottenere fin dall'inizio. Abbiamo inviato a Roma la replica dell'arcidiocesi all'articolo di monsignor Fisichella. È un diritto naturale consentire di rispondere se qualcuno pubblica delle false informazioni: i lettori dell'Osservatore dovrebbero essere messi in condizione di conoscere anche l'altro punto di vista".

Nella stessa intervista, monsignor Cardoso ricordò di aver ricevuto espressioni di solidarietà da un gran numero di vescovi brasiliani e di tutto il mondo. Ribadì che la fanciulla non era in pericolo di vita e che comunque la dottrina della Chiesa non ha mai ammesso l'aborto nemmeno in simili casì. Sottolineò che i medici che fecero abortire la fanciulla non mostrarono affatto d'esser combattuti da dubbi di coscienza: erano abortisti militanti e si dissero poi "fieri" di quello che avevano fatto.

FIOCCANO LE PROTESTE, MA IL VATICANO FA MURO

Oltre a quella dell'arcivescovo di Olinda e Recife, in Vaticano sono arrivate numerose altre proteste e richieste di correzione. Alcune sono state rese pubbliche dai rispettivi autori. Uno di questi è il professor Joseph Seifert, fondatore e rettore dell'Accademia Internazionale di Filosofia del Liechtenstein, membro della pontificia accademia per la vita, la stessa di cui Fisichella è presidente: "Sento che è mio dovere esprimere l'ardente speranza che le più alte autorità magisteriali della Chiesa definiscano presto e in modo chiaro l'autentico insegnamento della Chiesa sul male intrinseco di ogni aborto, e correggano pubblicamente e senza ambiguità le citate posizioni".

Altri hanno citato un passaggio inequivoco del famoso discorso del 1951 di Pio XII alle ostetriche: "salvare la vita della madre è un nobilissimo fine; tuttavia l'uccisione diretta del bambino come mezzo per questo fine non è lecita". Ma niente di tutto ciò è finora apparso su "L'Osservatore Romano". Il giornale della Santa Sede è tornato fuggevolmente sull'argomento una sola volta, il 4 aprile, nella cronaca di un incontro organizzato a Roma dall'unione cattolica della stampa italiana, sul tema: "La coscienza in prima pagina".

All'incontro prendevano parte monsignor Fisichella e una famosa giornalista laica, Lucia Annunziata, già presidente della televisione italiana di Stato. A un certo punto – ha riferito il cronista del giornale vaticano – Lucia Annunziata ha riconosciuto alla Chiesa "una trasparenza mai vista", a suo giudizio così provata: "Mi riferisco alla lettera del papa ai vescovi di tutto il mondo e, per esempio, all'intervento dello stesso monsignor Fisichella sulla vicenda della bambina brasiliana pubblicato da L'Osservatore Romano". Dopo di che, in Vaticano, sul caso è di nuovo calato il silenzio.

A Roma, l'unica voce levatasi a sostegno dell'arcivescovo di Olinda e Recife – ma prima che uscisse il contestato articolo – era stata quella del cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della congregazione per i vescovi. Nemmeno la congregazione per la dottrina della fede è stata chiamata a dare un parere sullo scritto di Fisichella, né prima né dopo la sua pubblicazione, sebbene in materie così delicate sia questa la prassi. La decisione di pubblicarlo, come poi quella di tacere sulle reazioni, è stata di dominio esclusivo della segreteria di Stato.

ENTRA IN CAMPO IL PROFESSOR SCHOOYANS

C'è però ora una presa di posizione pubblica contro l'articolo di Fisichella che difficilmente potrà essere elusa. Ne è autore monsignor Michel Schooyans, belga, professore emerito dell' Università Cattolica di Lovanio, rinomato specialista in antropologia, in filosofia politica, in bioetica. È membro di tre accademie pontificie: quella delle scienze sociali, quella di san Tommaso d'Aquino e – appunto – quella per la vita. In Italia l'ultima sua pubblicazione, edita da Cantagalli nel 2008, ha per titolo: "La profezia di Paolo VI" ed è una vigorosa difesa dell'enciclica "Humanae vitae". Lo scorso 1° maggio Schooyans ha tenuto la relazione introduttiva alla plenaria della pontificia accademia delle scienze sociali. Papa Joseph Ratzinger lo conosce e lo stima. Nel 1997, da cardinale prefetto della congregazione per la dottrina della fede, scrisse la prefazione a un suo libro: "L'Évangile face au désordre mondial". Ebbene, trovatosi in profondo disaccordo con l'articolo di Fisichella su "L'Osservatore Romano" e convinto che la questione in gioco non debba passare sotto silenzio, Schooyans ha messo per iscritto un'agguerrita requisitoria, che termina con la richiesta di una "dichiarazione forte" del papa in persona. E ha deciso di farla circolare. Più sotto ne è riportato un ampio estratto. Ma intanto s'è aggiunto un nuovo capitolo nella controversia tra monsignor Fisichella e l'arcidiocesi di Olinda e Recife.

ORA INCOMBE ANCHE UNA DENUNCIA CANONICA

Nella prima metà di giugno l'arcidiocesi brasiliana ha consegnato alle massime autorità vaticane – e in copia a un centinaio di dirigenti di curia – un memorandum ufficiale in lingua italiana, firmato in ciascuna delle sue sei pagine dall'avvocato dell'arcidiocesi Márcio Miranda. Il memorandum descrive con precisione che cosa la Chiesa del luogo ha fatto e continua a fare per aiutare la fanciulla e per proteggere la sua vita, così come aveva protetto fino all'ultimo anche la vita dei due figli che aveva in grembo. Conclusione: "Tenuto conto dei fatti che sono stati qui descritti, è doveroso che tutti coloro che hanno criticato l'arcivescovo riflettano e riconoscano che i loro affrettati giudizi erano senza fondamento e che devono riparare il male perpetrato, rendendo giustizia all'arcivescovo Cardoso Sobrinho".

Con questo memorandum, l'arcidiocesi di Olinda e Recife sollecita le autorità vaticane a una "soluzione amichevole" della controversia, in assenza della quale procederebbe a una denuncia canonica contro l'arcivescovo Fisichella. Ma torniamo alla requisitoria del professor Schooyans. Eccone un estratto.

"Se il papa tace, si ripeterà ciò che è avvenuto con la 'Humanae vitae'..." di Michel Schooyans

L'articolo di monsignor Rino Fisichella su "L'Osservatore Romano" del 15 marzo merita diversi commenti poiché contiene parecchi errori. Ne esamineremo qui alcuni. - Fisichella parte dall'asserzione, ripresa dai giornali, secondo la quale "Carmen" sarebbe morta se non avesse abortito i gemelli che portava in grembo. L'aborto dei gemelli è una conseguenza della decisione di intervenire per salvare la vita della fanciulla. Il fine giustifica i mezzi. [..] In questa logica, che ricorda quella che si trova nei documenti dell'International Planned Parenthood Federation, il doppio aborto non è voluto per se stesso; è voluto per salvare la madre.

Di consegunza – argomenta Fisichella – né la madre, Carmen, né gli autori dell'aborto cadono sotto il colpo della scomunica. L'arcivescovo di Olinda e Recife, si insiste, non avrebbe dovuto fare dichiarazioni drastiche; doveva piuttosto andare a consolare la fanciulla. Sfortunatamente per lui e per i suoi lettori, ci si può chiedere se Fisichella abbia fatto lo sforzo di informarsi convenientemente. [...] Egli ha preso per oro colato l'asserzione, non provata, secondo la quale, senza l'aborto, la fanciulla sarebbe morta. Tutto il ragionamento di Fisichella è basato su questa petizione di principio. Si dà per acquisito ciò che occorrerebbe provare, cioè che l'aborto fosse il solo mezzo per salvare la madre, ritenuta in pericolo di morte.

Per di più si aggiunge che monsignor Cardoso ha mancato di tenerezza e ha comminato scomuniche. Ma è mai venuto in mente a Fisichella di telefonare, almeno, all'arcivescovo di Olinda e Recife? - "La sua vita", scrive Fisichella, "era in serio pericolo". Evidentemente Fisichella non ha mai visto il dossier medico della fanciulla. Stando al dottor Sérgio Cabral, direttore sanitario dell'Instituto Materno Perinatal de Pernambuco, lo Stato del Brasile la cui capitale è Recife, la vita di Carmen non era affatto in pericolo. Non si poteva invocare nessuno stato di necessità. Si poteva ragionevolmente sperare di salvare la madre e i suoi due bambini. Questa dichiarazione è stata confermata da altri medici brasiliani che conoscevano il dossier, tra i quali il dottor Bernardo Graz, medico e sacerdote, e la dottoressa Elisabeth Kipman, ginecologa. - "Carmen portava dentro di sé altre vite innocenti come la sua", scrive ancora Fisichella, che aggiunge: "Nel suo caso si sono scontrate la vita e la morte".

Affermazioni teatrali ma inesatte. Carmen portava in sé due vite innocenti, e queste due vite - andava scritto nero su bianco - sono state soppresse. La morte è stata data volontariamente e ineluttabilmente, senza giustificazione alcuna, a due piccoli esseri totalmente innocenti. A motivo della determinazione a praticare l'aborto, in nessun momento la vita ha avuto la minima possibilità di prevalere. D'altra parte, gli esecutori dell'aborto si sarebbero anche vantati, non senza un certo cinismo, di essere assuefatti a praticare aborti e di essere fieri di farlo. Uno di essi, il dottor Rivaldo Mendes de Albuquerque, avrebbe persino dichiarato ironicamente di essere già stato scomunicato più volte.

Va anche precisato, contrariamente a quanto insinua l'articolo di Fisichella, che non c'è stata alcuna scomunica per la fanciulla. - Un ulteriore errore va messo in evidenza: non c'è stato pericolo di morte né per Carmen né per i gemelli. Fisichella invece insiste: "Una scelta come quella di dover salvare una vita, sapendo che ne mette a serio rischio una seconda, non viene mai vissuta con facilità". Applicata al nostro caso, questa considerazione è aberrante, poiché non vi era alcuna vita in pericolo, né quella della madre, né quella dei due bambini che portava in grembo. Il pericolo sorge dai medici che optano per l'aborto, così come dagli ideologi della "libera scelta" che incitano a commettere un attentato alla vita umana e conferiscono a chi lo pratica una pseudo-liceità morale.

Ciò che ora si è detto annulla la pertinenza dell'amalgama tra il caso di Carmen e quello dei pazienti in rianimazione. Risulta da questo amalgama che, non contento di dare il via libera all'aborto, Fisichella dia il via libera anche all'eutanasia se dei medici scegliessero di praticarla. Evidentemente Fisichella desidera andare incontro ai medici, dei quali dichiara di rispettare la professionalità. Riconosce ai medici la "libertà di scelta", senza ricordare a loro e a sé che, nel decidere, i medici sono anche tenuti a rispettare delle regole morali. Fisichella semina così incertezza nella coscienza di tutti i medici del mondo a proposito del rispetto della vita, nel suo inizio e nella sua fine, cioé a proposito dell'aborto e dell'eutanasia. - Fisichella ci riserva ancora una sorpresa quando si avventura in considerazioni relative alla morale fondamentale.

Ecco che cosa scrive: "Fare di tutta un'erba un fascio [cioé fare di un caso una generalità] oltre che scorretto sarebbe ingiusto. [...] Ogni caso singolo e concreto merita di essere analizzato nella sua peculiarità, senza generalizzazioni". Come nel punto precedente, Fisichella rivela qui la sua adesione alla morale della situazione, alla morale dell'opzione fondamentale, alla morale proporzionalista, tutte chiaramente criticate da Giovanni Paolo II nell'enciclica "Veritatis splendor" nei paragrafi 65-83 e 95-102. - Fisichella aggiunge: "La morale cattolica ha principi da cui non può prescindere, anche se lo volesse. La difesa della vita umana fin dal suo concepimento appartiene a uno di questi". Qui i motivi di stupore sono due: Fisichella afferma l'esistenza di principi morali proprio dopo aver detto di affidare ai medici di scegliere liberamente e che bisogna analizzare i casi nella loro particolarità! Inoltre, Fisichella dimentica che la difesa della vita umana è prima di tutto un principio di morale naturale. I cristiani non hanno il monopolio del rispetto della vita umana.

La condanna dell'aborto risale a molto prima di quelli che egli chiama "i primordi della Chiesa". - Non è esatto che le parole del Concilio Vaticano II, più precisamente di "Gaudium et spes" 27 e 51 utilizzino "in maniera inaspettata parole inequivocabili e durissime contro l'aborto diretto". Queste parole non sono né inaspettate né durissime; esse non fanno che riaffermare la tradizione morale, naturale e cristiana, che vuole proteggere gli individui umani più fragili e dissuadere gli altri dall'attentare alla loro vita. Ciò che è curioso è che Fisichella ricorda lui stesso la dottrina della Chiesa sull'aborto procurato! Non sembra avvertire che la dottrina da lui citata lo mette in contraddizione con le posizioni da lui esposte nell'articolo in questione. In altri termini, per lui bisogna conservare i principi a patto che sia rispettata prima di tutto la libertà di scelta di fronte alle situazioni concrete. Ecco come si dissolve la morale, tanto naturale che cristiana. [...]

DIVISIONI NELLA CHIESA

- Secondo Fisichella, l'attitudine dell'arcivescovo Cardoso fa torto alla credibilità della Chiesa. Ma la Chiesa e i suoi pastori meritano di essere credibili solo proclamando la verità. Il Vangelo non raccomanda di piacere agli uomini ma ci richiama ad essere fedeli al messaggio che abbiamo la missione di annunciare. Per quanto riguarda l'aborto, la dottrina della Chiesa è esposta in tutta chiarezza in importanti documenti quali la "Gaudium ert spes" del 1965 ai nn. 51 e 27, il Codice di Diritto Canonico del 1983 ai canoni 1398, 1314 e 1323s, la "Donum vitae" del 1987 al n. 3, la "Evangelium vitae" del 1995 al n. 62, il Catechismo della Chiesa Cattolica del 1997 ai nn. 2271 e 2322. L'articolo di Fisichella è stato pubblicato su "L'Osservatore Romano" del 15 marzo.

Stupisce che non vi sia eco alcuna delle dichiarazioni del cardinale Re, prefetto della congregazione per i vescovi, pubblicate da "La Stampa" del 7 marzo. Poteva Fisichella ignorare queste dichiarazioni nel momento di firmare il suo articolo? In queste dichiarazioni, il cardinale Re dice, a proposito del doppio aborto praticato a Recife: "È un crimine agli occhi di Dio. È giusta la scomunica di chi ha provocato l'aborto". Il 14 marzo monsignor Cardoso, arcivescovo di Olinda e Recife, riceveva una lettera di elogio da parte dello stesso cardinale. [...] - "L'Osservatore Romano" è l'organo ufficioso del Vaticano. Pubblica dei testi pontifici. Pubblica anche degli articoli su richiesta di alcuni dicasteri. Pubblica ugualmente dei testi proposti da autori che si ritiene conoscano e rispettino la dottrina della Chiesa. Questa pubblicazione prestigiosa è particolarmente necessaria in un'epoca in cui i media si pronunciano con disinvoltura su qualsiasi soggetto. [...]

Nel caso qui esaminato, i responsabili de "L'Osservatore Romano" hanno lasciato passare un testo costellato di inesattezze gravi, di omissioni, parziale nel pieno senso della parola. [...] L'organo del Vaticano coopera così seriamente alla confusione degli spiriti, nella misura in cui non rispetta il suo mandato di portaparola fedele, per rifilare ai suoi lettori dei prodotti dottrinalmente adulterati. [...]

- Negli ambienti vicini alla pontificia accademia per la vita e al pontificio consiglio per la famiglia si avvertono gravi motivi di preoccupazione:

a.
incomprensione e tristezza di un numero considerevole di cristiani impegnati da anni in molteplici programmi pro vita incoraggiati dalla Chiesa, col sentimento spesso fondato di essere stati lasciati soli dai loro pastori;

b.
perplessità e vergogna di molti membri della pontificia accademia per la vita, i quali si domandano come un simile passo falso abbia potuto prodursi, e che cosa ne seguirà;

c.
discredito che colpisce il presidente della pontificia accademia per la vita, il quale ha minato la propria autorità morale, teologica e scientifica; perdita di fiducia nel presidente, e disillusione; molti membri della pontificia accademia per la vita temono che le dichiarazioni di Fisichella li compromettano agli occhi dei loro sostenitori: questi rivedranno al ribasso gli aiuti di vario tipo destinati alle attività della pontificia accademia per la vita;

d.
timore di una disattivazione della pontificia accademia per la vita: i suoi membri saranno meno motivati e si divideranno tra loro. Si parla già di convocare i membri dell'accademia solo ogni due anni. Ma da dove viene questa decisione, se confermata? Prelude forse, come alcuni sussurrano, a un interramento della pontificia accademia per la vita proprio mentre gli attacchi contro la vita non cessano di moltiplicarsi? [...]

IMPATTO SULLA VITA POLITICA

- Secondo i movimenti "pro choice" e secondo altri movimenti simili, noi siamo in presenza, a Recife, del tipico caso della donna di cui si sostiene che la si debba far abortire per salvarle la vita. [...] L'aborto, si assicura, permette di salvare delle vite umane e diminuisce la mortalità materna. [...] Fisichella porta acqua al mulino di tutti i "pro choice" del Brasile, del mondo e della Chiesa. Indebolisce i movimenti pro vita che si battono, in Brasile e altrove, contro i progetti di legalizzazione dell'aborto. [...]

- A motivo della sua influenza negli ambienti politici e dell'udienza che le danno i media, è opportuno notare le reazioni del movimento Catholics for a Free Choice, a proposito di Fisichella. Ecco che cosa ha scritto il 23 marzo Frances Kissling, loro presidente onoraria, a proposito del caso di Recife: "Con uno stupefacente cambiamento di rotta nella strategia del Vaticano, la quale consiste nel non distaccarsi dalla posizione secondo la quale l'aborto non dovrebbe mai essere permesso, nemmeno per salvare la vita di una donna, il più alto responsabile in bioetica del Vaticano, l'arcivescovo Rino Fisichella, [...] ha tolto il catenaccio a una porta attraverso cui possono infilarsi delle donne, dei medici, dei decisori politici. Gli sono riconoscente per questo regalo". [...]

- Fisichella ha dato una notevole spinta a coloro che, in Brasile, in America Latina, in Africa e altrove vogliono liberalizzare l'aborto come mezzo di controllo della popolazione. [...] Ha indebolito la Chiesa del Brasile nel momento in cui in quel paese, con la Campagna della Fraternità, i cristiani hanno messo al primo posto la difesa della vita. Sconfessando monsignor Cardoso, Fisichella si è unito alla riprovazione espressa dal presidente brasiliano Lula contro l'arcivescovo di Olinda e Recife. [...]

- L'articolo di Fisichella cade in un momento in cui il presidente Obama moltiplica le iniziative miranti a intensificare, in America Latina e altrove, le campagne finanziate dal governo nordamericano a favore della salute riproduttiva e della maternità senza rischi. La sua azione in questo senso è amplificata dagli interventi di Hillary Clinton, da organizzazioni come l'International Planned Parenthood Federation, da agenzie dell'ONU, dall'Unione Europea. Questa campagna che ha base negli Stati Uniti è intensificata anche dall'azione di Tony Blair [...] e da sua moglie Cherie Blair, che non lesina le sue dichiarazioni femministe radicali. Come molti altri, questa coppia non esita a proclamarsi cattolica ma sempre smarcandosi pubblicamente dall'insegnamento della Chiesa riguardante la vita e la famiglia. I Blair sono cattolici "free choice".

Sotto l'influenza di questi due leader nazionali e dell'ONU, in cui il loro peso è preponderante, c'è da aspettarsi che l'America latina subisca pressioni perché adotti "nuovi diritti" dell'uomo tra i quali il "diritto" all'aborto. Presto il personale medico sarà privato del diritto all'obiezione di coscienza. Il presidente brasiliano Lula ha già manifestato chiaramente la sua spontanea simpatia per una simile riforma. D'altra parte, c'è da aspettarsi che le reti educative latinoamericane servano prossimamente da canale all'espansione dell'educazione sessuale dei giovani. Da anni una campagna è già in atto a questo fine. In un momento in cui i presidenti Obama e Lula intensificano i loro progetti di collaborazione in materia di controllo della popolazione, le posizioni di Fisichella non possono che danneggiare la causa delle popolazioni delle nazioni latinoamericane.

DOMANDE CHE RICHIEDONO RISPOSTE CHIARE

Al termine di questa analisi, diverse questioni si pongono. Eccone alcune.

- Come è d'uso nei dicasteri vaticani, dei testi "delicati" devono essere sottoposti alla congregazione per la dottrina della fede. Il testo di Fisichella ha ricevuto l'approvazione previa di questa congregazione? Questo episodio deplorevole non rivela quanto sia urgente ristabilire il primato della congregazione per la dottrina della fede nella curia?

- Il testo di Fisichella è stato pubblicato con l'appoggio di altre autorità vaticane? Quali? Chi ha commissionato, organizzato e coperto questa pubblicazione? In una lettera datata 14 maggio (Pontificia Accademia per la Vita, Prot. n. 4235/09) Fisichella scrive: "L'articolo è stato scritto su richiesta". Su richiesta di chi? Alcuni pensano che un "placet" sia stato dato a Fisichella [...] a livello di segreteria di Stato. Ecco una domanda cruciale sulla quale deve essere fatta luce. [...]

- Che cosa si sta studiando per procedere alle indispensabili rettifiche dottrinali, pastorali e canoniche richieste dal testo di Fisichella? Il tempo è venuto perché la congregazione per l'educazione cattolica valuti l'opportunità di una visita nelle università cattoliche, comprese quelle romane.

CONCLUSIONI

- Tutti sono d'accordo nel dire e ripetere che ciò che ha vissuto la fanciulla è particolarmente orribile: ripetute violenze seguite da una gravidanza gemellare. Ciò su cui si insiste meno è il fatto che una rete efficace si era costituita per venire in aiuto della fanciulla e di chi le era vicino. L'azione di questi "buoni samaritani" non è neppure accennata nell'articolo. Essi invece hanno fatto opera di tenerezza e di compassione per la giovanissima mamma. Assieme ad altre vicende di questo genere, l'episodio di Recife ha messo in luce profonde disfunzioni nel sistema romano di informazione e di comunicazione. [...]

- L'articolo di Fisichella riflette delle tesi che l'apparentano ai cattolici "pro choice". Compromette lo sforzo gigantesco che è stato realizzato sotto l'impulso dei papi del secolo scorso a favore della vita e della famiglia. Nel testo che abbiano analizzato, non si trova la minima eco dell'opera pastorale del cardinale Lopez Trujillo nel pontificio consiglio per la famiglia, ad esempio con il celebre "Lexicon". Neppure si trova un minimo riferimento alla prestigiosa scuola di bioetica personalista fondata da monsignor Sgreccia, che ha largamente modellato la pontificia accademia per la vita.

- Sarebbe disastroso che si soffochi questo caso o lo si tiri per le lunghe, perché lo sconcerto è grande tra i fedeli, e i movimenti laicisti sono evidentemente pronti a sfruttare la minima nuova falla nell'unità della Chiesa. Un anomalo silenzio farebbe intendere che la Santa Sede approva la sconfessione dell'arcivescovo Cardoso pronunciata implicitamente da Fisichella.

- È indispensabile misurare le reazioni che sono già sorte nella stampa internazionale e nei movimenti pro vita, così come nel clero e tra i fedeli, di fronte a ciò che molti qualificano, non senza ragione, come uno scandalo. Su tre punti essenziali c'è stato uno slittamento grave: slittamento nella morale del rispetto della vita; slittamento nella morale fondamentale, verso la morale della situazione; slittamento nell'ecclesiologia, poiché la dottrina più solidamente fondata non dovrebbe essere spazzata via con un tratto di penna o abolita con un colpo di forza. Inoltre, a livello disciplinare, non è sicuro che Fisichella abbia un mandato particolare per sconfessare un ordinario, arcivescovo come lui. Delle misure devono essere prese d'urgenza perché la situazione sia sbloccata. La pontifica accademia per la vita ha bisogno di un pilota. Bisogna ristabilire la verità e restaurare, con la fiducia, l'unità gravemente scossa.

- Dopo aver criticato recentemente la politica del presidente Obama in materia di aborto, Fisichella non ha avvertito l'impatto politico del suo articolo, in un momento in cui il Brasile, l'America Latina e l'Africa sono oggetto di un assedio in piena regola, intrapreso dai propagandisti della cultura della morte.

- Il dissenso è stato esposto all'osservazione di tutti. Forte del precedente venuto da un capo della curia romana, altri vescovi e teologi non mancheranno di prendere a loro volta qualche libertà rispetto alla dottrina e di rivendicare il diritto al dissenso, se non alla trasgressione. Inoltre, ciò che Fisichella ha detto a proposito dell'aborto potrebbe essere trasposto alla contraccezione, al "matrimonio" tra persone dello stesso sesso, eccetera.

- L'affaire di Recife mette in luce che l'unità della Chiesa non può essere ricondotta a una questione di convenienze politiche. [...] Alla verità, fondamento dell'unità, si preferisce sempre più l'unità di facciata, per piacere al mondo. Ci si accontenta di una verità nell'ambiguità. Ma questa ambiguità sfocia inevitabilmente in un relativismo dottrinale generalizzato. Dobbiamo alimentare questa deriva?

- Insomma, di fronte alle turbolenze provocate dall'articolo di Fisichella, non c'è, pare, che una sola soluzione vera: una dichiarazione forte del Santo Padre. L'articolo di Fisichella ha creato un dubbio generale a proposito della "liceità" dell'aborto. Non è tuttavia sicuro che la gravità della situazione creata sia percepita da Roma nella sua giusta misura. Ora il dubbio si ripercuote nella Chiesa universale, rafforzato da due fattori: la funzione affidata all'autore dell'articolo e il carattere ufficioso del giornale che l'ha pubblicato. [...] Se il papa non dice nulla, il dubbio persisterà e si avrà una ripetizione di ciò che è avvenuto sino ad oggi con la "Humanae vitae" del 1968.

           SOMMARIO RASSEGNA STAMPA