SOMMARIO RASSEGNA STAMPA
Economia ed etica : cristiani, ebrei e musulmani. 

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«I soldi svaniscono, la parola di Dio è solida»

Il Papa e la crisi finanziaria: lo vediamo nel crollo delle grandi banche La meditazione di Benedetto XVI: sulla sabbia costruisce chi costruisce solo sulle cose visibili e tangibili, sul successo, sulla carriera, sui soldi. Apparentemente queste sono le

CITTÀ DEL VATICANO - La Scrittura ebraico-cristiana è piena di moniti sulle ricchezze che «vanno in fumo» per un «cattivo affare» e ben se ne è ricordato il Papa che ha scelto di introdurre ieri mattina la prima seduta del Sinodo sulla «Parola di Dio» con un richiamo alle banche che «crollano» e ai soldi che «svaniscono», mentre l' unica realtà che «resta in eterno» è Dio e la sua Parola. Il papa svolgeva una «meditazione» dopo la recita dell' «Ora terza» (una delle «preghiere delle ore» della liturgia cattolica) e commentava un versetto del Salmo 118 che era stato appena letto e che dice: «La tua parola, Signore, è stabile come il cielo».

Vi ha aggiunto un riferimento al detto evangelico in cui Gesù invita a costruire sulla roccia e non sulla sabbia e ha continuato così: «Sulla sabbia costruisce chi costruisce solo sulle cose visibili e tangibili, sul successo, sulla carriera, sui soldi. Apparentemente queste sono le vere realtà. Ma tutto questo un giorno passerà. Lo vediamo adesso nel crollo delle grandi banche: questi soldi scompaiono, sono niente. E così tutte queste cose, che sembrano la vera realtà sulla quale contare, sono realtà di secondo ordine. Chi costruisce la sua vita su queste realtà, sulla materia, sul successo, su tutto quello che appare, costruisce sulla sabbia». «Solo la Parola di Dio - ha detto ancora il Papa - è fondamento di tutta la realtà, è stabile come il cielo e più che il cielo, è la realtà. Quindi dobbiamo cambiare il nostro concetto di realismo. Realista è chi riconosce nella Parola di Dio, in questa realtà apparentemente così debole, il fondamento di tutto».

Era capitato un' altra volta che una battuta del Papa raccordasse la sua «catechesi» alla bruciante realtà. Fu durante un' udienza del settembre dell' anno scorso: stava parlando di Giovanni Crisostomo che ebbe a che fare con una rivolta popolare contro le tasse ad Antiochia e staccando gli occhi dal foglio aggiunse a braccio: «Si vede che alcuni corsi della storia non cambiano». In quei giorni la Lega Nord minacciava lo «sciopero fiscale». Papa Ratzinger mantiene il gusto del docente universitario che allude - nelle sue lezioni - a quanto capita nel mondo. Della crisi finanziaria aveva parlato già il febbraio scorso l' osservatore della Santa Sede all' Onu, arcivescovo Celestino Migliore, intervenendo alla 46ma sessione dell' Ecosoc (Consiglio economico sociale): aveva invitato la comunità internazionale a «proteggere le basse entrate delle famiglie e dei lavoratori dal collasso finanziario».

Anche l' «Osservatore Romano» ha trattato più volte della questione. «È probabile - scriveva in settembre in prima pagina - che siamo di fronte alla fine di un certo capitalismo finanziario e speculativo, cresciuto troppo e male negli ultimi due decenni: una crisi le cui cause hanno radici profonde, nel sistema finanziario ma anche negli stili di vita e di consumo». Il Sinodo - che terminerà domenica 26 ottobre - è alle prime battute. In esso sono risuonate ieri parole antiche e nuove. Il presidente di turno dell' assemblea, il cardinale statunitense William Levada, ha parlato dei rischi connessi all' «interpretazioni soggettive della Sacra Scrittura» e ha ricordato che «l' interpretazione è compito dei vescovi».

Il relatore che ha introdotto il dibattito, il cardinale canadese Marc Oullet, ha detto che il Sinodo potrebbe proporre al Papa la pubblicazione di «un' enciclica sull' interpretazione della Scrittura» ed ha osservato che il libro di Benedetto XVI su Gesù è utile per contrastare opere che diffondono «confusione» come «Il Codice da Vinci» di Dan Brown. Palando ai giornalisti l' arcivescovo Claudio Celli, presidente del Consiglio per le comunicazioni sociali, ha ricordato che «siamo nell' era di Internet» e il Sinodo «deve ascoltare, discernere e incoraggiare i progetti di trasmissione e di trasposizione delle Sacre Scritture in questi nuovi linguaggi».

NOTE. Il Salmo 118 «La legge della tua bocca più preziosa di mille pezzi d' oro» La tua parola, Signore, è stabile come il cielo. La tua fedeltà dura per ogni generazione; hai fondato la terra ed essa è salda (...) Dirigimi sul sentiero dei tuoi comandi, perché in esso è la mia gioia. Piega il mio cuore verso i tuoi insegnamenti e non verso la sete di guadagno (...) La legge della tua bocca mi è preziosa più di mille pezzi d' oro e d' argento (...) Io sono tuo servo, fammi comprendere e conoscerò i tuoi insegnamenti. È tempo che tu agisca, Signore; hanno violato la tua legge. Perciò amo i tuoi comandamenti più dell' oro, più dell' oro fino

Accattoli Luigi- (7 ottobre 2008) - Corriere della Sera

Mazzotta: giusto altolà all' avidità del mercato

Il banchiere cattolico: non c' è economia libera senza etica Le regole non bastano: l' economia è nelle mani delle singole persone

Allora, non resta che il Padreterno? «

Senta questa: "Il problema economico non è, se guardiamo al futuro, il problema permanente della razza umana...Vedo quindi gli uomini liberi tornare ad alcuni dei principi più solidi e autentici della religione e delle virtù tradizionali".... Chi l' ha scritto?». Un altro Papa? «No: John Maynard Keynes in Esortazioni e profezie», sorride Roberto Mazzotta, presidente della Banca Popolare di Milano. «Per dire che queste cose non le pensa solo chi ha fede o una concezione etico-religiosa, ma tutti coloro che non considerano la persona uno strumento».

A lei, banchiere cattolico, che effetto fa sentirsi dire dal Papa che «il denaro è niente»?

«È un errore pensare che il Papa faccia l' economista. Il Papa fa il Papa, ha espresso considerazioni ontologiche ed etiche. Ma il punto è questo: sarebbe sbagliato ritenere che le considerazioni del Santo Padre siano di parte o esprimano solo una delle concezioni possibili. Se le diceva pure Keynes...».

Che significa?

«Che non riguardano solo i cattolici. Qui c' è un' autorità morale del mondo che parla al mondo. E dice a tutti qualcosa di essenziale sulla crisi».

E cioè?

«Non esiste un' economia libera senza un' etica. Quando l' etica non c' è, l' economia cessa di essere libera e probabilmente cessa pure d' essere un' economia. Si può essere credenti o atei, non importa. Magari un ateo farà più fatica, ma se è per questo un cattolico ipocrita può pure imbrogliare più facilmente».

La radice della crisi sta nell' assenza di etica?

«Vede, ci troviamo in una crisi finanziaria mondiale, probabilmente all' inizio di una recessione. Se nella ricerca delle cause ci fermiamo ai dettagli tecnici dimentichiamo la cosa più importante: l' economia è nelle mani dell' uomo e della sua autonomia».

Quindi?

«Oggi tutti dicono: occorrono regole più stringenti, maggiore attenzione delle autorità di vigilanza e presenza dello Stato, un livello di istituzioni adeguate alla dimensione dei mercati. Tutto vero, d' accordo, ma basterà questa architettura disabitata? Si dimentica che la regola principale cui si è derogato, soprattutto negli Usa, è stata l' etica professionale: una smodata avidità ha usato la finanza come strumento di arricchimento senza misura. Non è che un banchiere debba fare il francescano, però noi abbiamo conosciuto un' epoca senza autocontrollo».

Ma non c' è una vacuità essenziale del mondo finanziario?

«La finanza è uno strumento importantissimo al servizio dell' economia, non va demonizzata. Di per sé non è un veleno, ma un fertilizzante. Una buona finanza sviluppa produzione, lavoro, scambi. Si avvelena quando diventa creazione di moneta attraverso la moneta, fine a se stessa».

Le parole del Papa ricordano il Qoèlet, «tutto è vanità». Lei avverte mai la precarietà di ciò che fa?

«Certo, ma ogni cosa è precaria! L' errore del positivismo e del marxismo è stato cercare la certezza nelle strutture. E invece le soluzioni vanno cercate negli uomini. Ciò che è successo è la dimostrazione che senza etica professionale il sistema capitalistico e l' economia di mercato non possono sopravvivere. E allora il panico crescente, la mancanza di fiducia che è la vera bomba della crisi, richiederà l' intervento della forza del sovrano».

Il rischio del Leviatano?

«Sì. Ci sono state le economie pianificate, i Leviatani come nazionalsocialismo e comunismo. E c' è l' economia colbertista che cerca di trovare il bene comune fuori dal mercato ed è al servizio di un sovrano: può essere uno Stato apparentemente democratico, ma in realtà oligarchico o aristocratico. Noi vogliamo mantenere un' economia di mercato che consente una società libera».

Gli operatori dovranno darsi una regolata.

«Sì, ma c' è anche un elemento sociale speculare: la reputazione. Se la cultura diffusa è: hai guadagnato 50 milioni in tre mesi, quindi sei un genio, beh, allora si costruisce un meccanismo suicida. Quando il Papa dice che il denaro non è niente, non si riferisce alla gente comune che deve mantenere la famiglia. A chi perde se stesso per accumulare inutilmente, a chi tradisce la professione per avidità e inganna il mercato arraffando tutto ciò che può: a loro il Papa ricorda che si troveranno in mano un mucchio di polvere. Niente».

Gian Guido Vecchi- (7 ottobre 2008) - Corriere della Sera

Le altre religioni .
Il rabbino Di Segni: simbolica l' astensione del sabato.
Il teologo islamico: errore il mercato come fine

Dallo shabbat al no agli interessi, le «regole» di ebrei e Islam.

ROMA - Il rispetto del «sabato» e l' esempio della manna nel deserto per gli ebrei. Il caso del vecchio Ford (il fondatore della casa automobilistica americana), per gli evangelici. Il comportamento delle banche islamiche per i musulmani. Insomma l' eterna dialettica tra la parola di Dio e lo «sterco del Demonio», mette d' accordo, intorno alle parole forti di Papa Benedetto XVI, le altre confessioni religiose, e in particolare le altre due grandi religioni monoteiste (Ebraismo e Islam).

Domenico Maselli presidente della Federazione delle Chiese evangeliche italiane, professore emerito di Storia del Cristianesimo a Firenze ed ex deputato dell' Ulivo, non ha dubbi: «Non molto spesso sono d' accordo con il Papa, con questo Papa, ma le sue affermazioni di ieri sono veramente il centro di una posizione umana religiosa. Gesù lo dice chiaramente: "Non potete servire a due padroni" e ancora: "E' più facile che un cammello possa entrare nella cruna di un ago che un ricco..."».

Ma come la mettono i protestanti con le tesi di Calvino, e quell' etica protestante che, ormai un secolo fa, Max Weber riteneva la radice stessa dello spirito del capitalismo? Maselli: «Il successo anche nei beni economici è considerato un segno dell' amore di Dio, ma si tratta di beni che dobbiamo usare come usufruttuari, non possederli come proprietà esclusiva, ma mettendoli al servizio degli altri». E qui il professore ricorda quanto fece Ford che reinvestì tutto il suo patrimonio per salvare la sua azienda.

Per il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, la visione espressa dal Papa fa parte «del bagaglio di tutte le religioni abramitiche», «anche se nel mondo cristiano i movimenti calvinisti in qualche caso l' hanno offuscata». Si tratta di una concezione del denaro e dei soldi ben radicata invece tra gli ebrei dove l' osservanza del riposo completo il sabato «impone all' attività umana una netta scansione: il lavoro è necessario, ma il sabato deve dare la possibilità di ricreare la dimensione spirituale dell' uomo». «La storia di Israele - continua Di Segni - è segnata da quanto avvenne durante la traversata nel deserto, gli ebrei venivano sfamati dalla manna che cadeva nella quantità necessaria e sufficiente per un solo giorno: un insegnamento a non essere angosciati del domani».

Adnane Mokrani, tunisino, sposato con una donna iraniana, insegna teologia islamica alla Sapienza di Roma e all' Università Gregoriana, sostiene che anche per i musulmani «il mercato non può essere un fine di per sé, la responsabilità etica, la dimensione morale devono prevalere quando sono in gioco i destini di tanti altri uomini». E spiega come funziona il sistema delle banche islamiche «che non praticano interessi e in cui il cliente diventa socio e ne condivide benefici e rischi». La religione di Maometto non consente «salti finanziari, la speculazione che vende ciò che non ha creando castelli di carte destinati a crollare».

Sua Eminenza il Metropolita ortodosso d' Italia, Gennadios, non vuole commentare quanto detto dal Papa per rispetto a quanto dirà tra pochi giorni (il 18 ottobre prossimo) sua Santità il Patriarca ecumenico Bartolomeo I chiamato da Benedetto XVI a parlare al sinodo dei vescovi. Dal momento che - annuncia - «il Patriarca manifesterà a Roma quella che è la dottrina ortodossa anche su questi temi».

Calabro' Maria Antonietta- (7 ottobre 2008) - Corriere della Sera.

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