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Se il teorema darwiniano non fosse materialista . |
di Luigi Dell'Aglio-http://www.avvenire.it-5/11/2008 Stanley L. Jaki, fisico e benedettino, ha parlato alla Pontificia Accademia delle Scienze, durante la sessione sull’evoluzione che si è conclusa ieri . E ci sono anche altri dubbi sollevati dal professore benedettino, che ha parlato alla Pontificia Accademia delle Scienze, durante la sessione sull’evoluzione, conclusasi ieri. Rivolgendosi a genetisti ed evoluzionisti, ha chiesto chiarimenti con la seguente osservazione: «La mappa dei cromosomi delle grandi scimmie rivela leggerissime differenze genetiche rispetto all’uomo. Potete aiutarci a spiegare la gigantesca differenza sotto il profilo dell’intelligenza e della parola?». L’uomo può provare simpatia e anche affetto per questi primati, le cui qualità ci sono state descritte dai più famosi etologi. «Ma non mi convince la risposta del genetista che, in un convegno a Londra, mi ha detto: bisogna mettere sulla bilancia la 'spiritualità' delle grandi scimmie». La teoria dell’evoluzione è chiamata a chiarire alcuni punti oscuri. Jaki ritiene che, nei casi dubbi, a tagliare la testa al toro basterebbero i numeri e le misure. E cita Albert Einstein: «Se - sulla base delle misure - la mia teoria generale della relatività risultasse errata anche in un solo punto, andrebbe scartata tutta intera». La teoria dell’evoluzione, dice il fisico benedettino, deve eliminare lo squilibrio che ancora sussiste «tra ciò che è stato dimostrato e ciò che si spera possa essere dimostrato ». Jaki non ha dunque cambiato il suo atteggiamento di sfiducia nei confronti della teoria di Darwin? «Non sono un oppositore di questa teoria, che resta il solo meccanismo con una genuina promessa scientifica». |
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