SOMMARIO RASSEGNA STAMPA
Lo scontro fra islam e Occidente non avverrà: ecco perché 

di Roberto Zichittella -famiglia cristiana n. 13/2009

INCONTRI DI CIVILTÀ
LA DEMOGRAFIA CI SALVERÀtodd

Lo scontro di civiltà non ci sarà. Anzi, il mondo occidentale e quello islamico sono destinati a incontrarsi e le differenze sono assai minori di quel che pensiamo. Il perché in un libro a firma di Youssef Courbage e dello storico, antropologo e demografo francese Emmanuel Todd: L'incontro delle civiltà (Marco Tropea Editore).

Signor Todd, la tesi del libro è che l'incontro delle civiltà sarà reso inevitabile dalle tendenze demografiche nel mondo islamico. È un fattore trascurato nelle analisi geopolitiche?

«La demografia non è dimenticata, ma ancora non si prende coscienza della sua utilità come rivelatrice di evoluzioni mentali, sociologiche, psicologiche. Non ci si rende conto che un indicatore di fecondità dice cose profonde sul cambio di mentalità di una popolazione. È una specie di psicoanalisi de società. Ma bisogna saper attendere: la demografia forza a pensare tempi medio lunghi, i contrario della Tv».

Le rivoluzioni demografiche sono silenziose, senza prese della Bastiglia...

«Vero, ma la demografia spiega molte cose .Un'analisi dell'aumento dei tassi di alfabetizzazione del bacino parigino nel Settecento, del calo della pratica religiosa e degli indici di fecondita avrebbe indicato un cambio di mentalità e l'arrivo della Rivoluzione. La demografia si muove prima della caduta della Bastiglia».

Quindi l'islam si muove?

«Sì. Dobbiamo smontare l'idea di un mondo omogeneo, refrattario alla modernità. In Mali e in Niger nascono sette bambini per donna, in Iran e in Tunisia due».

Da tali dati lei e Courbage concludete che l'Iran è meno pericoloso di quanto sembra, nonostante le minacce del presidente Ahmadinejad. Come mai?

«Ahmadinejad non è l'Iran, lo pensano pure molti iraniani. Se guardiamo dietro la facciata, scopriamo una società meno islamizzata di quanto si creda. Se in questi anni non fosse stato così sotto pressione, l'Iran oggi avrebbe una democrazia più avanzata, senza l'influenza di nazionalisti aggressivi. Lo sviluppo della società civile è stato frenato. Se Obama sarà più ragionevole di Bush, le cose in Iran muteranno verso la modernità».

Il vero pericolo, invece, è il Pakistan?

«Sì, è all'inizio della crisi ed è ad altissimo rischio, anche perché possiede l'arma nucleare. Politici responsabili dovrebbero cercare un accordo con l'Iran e concentrare le energie sul Pakistan, prima che cada nel precipizio».

E in Europa? Molti temono che l'immigrazione porterà a un'islamizzazione del Vecchio Continente...

«In realtà, gli immigrati assimilano i nostri modelli e nel Maghreb i tassi di fecondità si abbassano. Non dobbiamo avere timori. L'Italia evolverà alla francese, ci sarà una graduale assimilazione. Vedo più problemi nel Nord Europa, dove cresce l'islamofobia. Nell'Europa latina, l'universalismo romano e della tradizione cattolica ci rendono più attrezzati».

OLTRE LO SCONTRO
Nel 1993, il politologo statunitense Samuel P. Huntington pubblicò un articolo che segnò un'epoca: Scontro di civiltà. Molti testi di recente pubblicazione si oppongono a tale tesi. Oltre a quello di Courbage e Todd, segnaliamo Lo scontro dentro le civiltà dell'indiana Martha C. Nussbaum (il Mulino) e La paura dei barbari di Tzvetan Todorov (Garzanti).

           SOMMARIO RASSEGNA STAMPA