SOMMARIO RASSEGNA STAMPA |
L'Occidente spiegato in TV da sapienti dell'Islam. II Parte |
" L’Islam che prega va onorato. ( Luigi Accattoli, vaticanista del "Corriere della Sera", Giornata dell’Arcidiocesi di Bologna per gli insegnanti di religione - Seminario Arcivescovile - Lunedì 22 giugno 2009) (ATTENDERE CARICAMENTO DEI VIDEO) Come il partito palestinese Hamas vede l'Occidente Testo in italiano -( Khaled Mash'al , leader di Hamas)...Perciò , noi di Hamas e penso che sia così anche per la maggior parte delle altre forze , diciamo forte e chiaro che dopo il 19 dicembre 2008 la tandiah ( tregua) finirà e non verrà rinnovata. -( Yunis Al-Astal, membro di Hamas e del clero islamico)... Molto presto , lo voglia Allah, Roma sarà conquistata, così come lo fu Costantinopoli. Oggi Roma è la capitale dei cattolici , ovvero la capitale dei crociati, che ha dichiarato ostilità all'Islam per prevenire il suo risveglio. Questa loro capitale sarà un avamposto delle conquiste islamiche che penetreranno l'Europa intera. Poi sarà la volta delle due americhe e poi dell'Europa dell'Est. Predicazione dello sterminio degli ebrei di Palestina.
Il terrorismo suicida nella Palestina di oggidi Giuseppe De Rosa S.I. (La Civiltà Cattolica, quaderno 3668, 19 aprile 2003, pp. 134-141) .... Vogliamo qui parlare di Hamas, il più noto di tali gruppi terroristici, sul quale recentemente Massimo Introvigne ha scritto un breve ma denso e assai informato volume [1]. Hamas è un termine che significa «fervore», ma è anche l'abbreviazione di Harakat al–Muqawama al-Islamiyya (Movimento di Resistenza Islamico). Esso è nato nel dicembre 1981 al tempo della prima Intifada (Sollevazione) dei palestinesi contro gli israeliani, in seguito all'uccisione di un colono israeliano, pugnalato in un attentato del Jihad Islamico e alla successiva reazione ebraica, particolarmente dura. Per comprendere l'ideologia di Hamas bisogna rifarsi all'organizzazione dei Fratelli Musulmani, di cui Hamas è «una branca in Palestina» [2]. Quello dei Fratelli Musulmani è un movimento fondamentalista islamico, fondato in Egitto nel 1928 da un maestro di scuola, Hasan al-Banna, il cui spirito è ben espresso in queste parole del suo fondatore: «Allah è il nostro Capo. Il Corano è la nostra Costituzione. Il Jihad [la guerra santa] è la nostra via. La morte sul cammino di Allah è il nostro desiderio supremo». Hamas, nell'articolo 8 del suo Statuto, fa di queste parole il suo «motto». Il fondamentalismo islamico [3] – che è cosa diversa dal «fondamentalismo» americano, riguardante l'interpretazione della Sacra Scrittura – è una corrente di pensiero e di azione, interna al mondo islamico, che si propone tre obiettivi: l'applicazione della sharí'a (legge islamica desunta dal Corano e dalla Tradizione di Muhammad) in tutti i Paesi musulmani; l'unificazione di tutti i Paesi a maggioranza musulmana in una sola realtà politico-religiosa guidata da un califfo, quale rappresentante di Allah; l'islamizzazione del mondo intero. Perciò, il fondamentalismo islamico si oppone ad altre correnti presenti nel mondo musulmano: al nazionalismo, che propone l'istituzione di Stati-nazione, in contrasto con l'istituto del califfato; al conservatorismo, per il grande rispetto che i conservatori hanno per le autorità costituite a cui sono legati e di cui godono i favori; al modernismo, che propone l'adozione di modelli occidentali, sia con la costituzione di Stati laici, sia con l'applicazione del metodo storico-critico nell'interpretazione del Corano. Nei Paesi islamici i modernisti sono pochissimi e hanno uno scarso seguito; ce ne sono di più nei Paesi occidentali e in America, dove occupano spesso cattedre universitarie e compiono un lavoro che nei tempi lunghi potrebbe giovare alla modernizzazione dell'islàm, al quale tuttavia essi intendono restare fedeli. Hamas è un movimento fondamentalista islamico che si ispira al movimento dei Fratelli Musulmani, ma con caratteri e accentuazioni proprie, che talvolta lo hanno posto in contrasto con al-Fatah (Movimento Nazionale per la Liberazione della Palestina) e con l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), che oggi è diretta da Yassir Arafat e di cui al-Fatah è la maggiore componente. Infatti l'accusa più grave che Hamas muove all'OLP è di aver ceduto all'«invasione ideologica» dell'Occidente, iniziata con le Crociate e perseguita con l'«orientalismo, il lavoro dei missionari e l'imperialismo», fino ad accettare la prospettiva di uno «Stato laico». Infatti l'ideologia «laica» è radicalmente opposta al pensiero «religioso», e dunque alla natura «religiosa», propriamente «islamica», della questione palestinese, secondo Hamas. Quali sono infatti l'ideologia e la pratica di Hamas, secondo lo Statuto che esso si è dato il 18 agosto 1988? Questo inizia con riportare la frase coranica: «Voi siete la migliore comunità che sia stata suscitata tra gli uominï». La gente del Libro (ebrei e cristiani, che «per la maggior parte sono empi») «non potrà arrecarvi del male, se non debolmente: essi vi combatteranno, ma saranno avviliti dovunque si trovino», perché «hanno meritato la collera di Allah». Quanto a Israele si riporta un detto di Hasan al-Banna, l'imam martire, ucciso nel 1949: «Israele verrà stabilito, e rimarrà in esistenza, finché l'islàm non lo ponga nel nulla, così come ha posto nel nulla altri che furono prima di lui». È detto all'articolo 1: «La base del Movimento di Resistenza Islamico (Hamas) è l'islàm. Dall'islàm deriva le sue idee e i suoi precetti fondamentali, nonché la visione della vita, dell'universo e dell'umanità; e giudica tutte le sue azioni secondo l'islàm, ed è ispirato dall'íslàm a correggere i suoi errori». Gli articoli 20, 21 e 22 parlano degli ebrei – «un nemico mal–vagio e nazista nella sua condotta» –, che «rovinano la vita delle persone, rubano il loro denaro e minacciano il loro onore». Gli ebrei hanno accumulato un'immensa ricchezza, con cui hanno preso il controllo dei mezzi di comunicazione del mondo (agenzie di stampa, grandi giornali, catene radio-televisive), hanno fatto scoppiare tutte le rivoluzioni, dalla Rivoluzione francese alla Rivoluzione russa, hanno «organizzato la prima guerra mondiale per distruggere il Califfato islamico», hanno fondato la Società delle Nazioni per dominare il mondo, hanno organizzato la seconda guerra mondiale, «nella quale sono diventati favolosamente ricchi grazie al commercio delle armi e del materiale bellico», hanno ordinato che fosse formata l'ONU, per mezzo della quale dominano il mondo, hanno formato organizzazioni segrete (massoneria, Rotary Club, Lions Club, B'na B'rith) «per distruggere la società e promuovere gli interessi sionisti», sono appoggiati dai poteri imperialisti. Articolo 27: Hamas considera l'OLP «più vicina a sé di ogni altra organizzazione», ma deplora che, sotto la spinta dell'«invasione ideologica» occidentale, abbia «adottato l'idea di uno Stato laico», perché «l'ideologia laica è diametralmente opposta al pensiero religioso»: «Ci rifiutiamo di servirci del pensiero laico per il presente e per il futuro della Palestina, la cui natura è islamica. La natura islamica della questione palestinese è parte integrante della nostra religione, e chi trascura una parte integrante della sua religione certamente è perduto». Come appare dal suo Statuto, Hamas è un'organizzazione fondamentalista islamica, di natura religiosa, che ha come suo scopo la lotta armata per liberare la Palestina dall'occupazione israeliana, ritenendo che tutta la Palestina sia territorio islamico e quindi «sacro», e debba esserlo fino al giorno del giudizio: ciò comporta la cacciata degli israeliani dalla Palestina. Non accetta perciò la divisione della Palestina in due Stati, uno israeliano e l'altro palestinese, come invece fa l'OLP. È quindi contro ogni accordo di pace tra israeliani e palestinesi. Così ha rifiutato gli Accordi di Oslo, firmati da Israele e dall'OLP il 13 settembre 1993; e dal 1994, ad ogni tentativo di accordo tra Israele e l'OLP, Hamas risponde con attentati suicidi in territorio israeliano che provocano molte vittime e scatenano la reazione israeliana. Il 23 ottobre 1998 è ripresa, sotto gli auspici di Clinton, a Wye Plantation, la trattativa tra Israele e l'Autorità Nazionale Palestinese di Arafat, ma Hamas l'ha fatta fallire con la ripresa degli attentati suicidi. Nel 2001 se ne contarono 28, di cui 21 rivendicati da Hamas e sette dal Jihad islamico. In seguito alla visita di Ariel Sharon alla Spianata del Tempio, sede anche della moschea di al-Aqsa, compiuta il 28 ottobre 2000 e considerata dai palestinesi come una «provocazione», ha inizio la seconda Intifada, in cui Hamas ha una parte di rilievo. Per tutto il 2002 e per il 2003 gli attentati suicidi sono continuati. Ma chi sono gli autori di questi attentati suicidi? Sono i «nuovi martiri di Allah» [4], giovani cioè che scelgono la morte per motivi di natura essenzialmente religiosa. Nel mondo islamico attuale, il «martirio» viene dalla tradizione sciita, la cui teologia della «morte come significato dell'esistenza» si rifà all'uccisione di Husayn (626-680), terzo imam degli sciiti duodecimani, caduto a Karbala’ nella battaglia contro l'esercito sunnita [5]. Hamas appartiene alla tradizione sunnita; ma ha subito l'influsso degli Hezbullah libanesi, organizzati e finanziati dall'Iran sciita. Si tratta di giovani, appartenenti in massima parte non agli strati più miseri e disperati della popolazione palestinese ma alla classe media, istruiti e con un buon lavoro, che chiedono di compiere attentati suicidi per l'instaurazione di uno «Stato islamico», cioè a base religiosa e non laica, in Palestina, liberata dagli ebrei. Il loro reclutamento – o meglio, la scelta tra i molti giovani palestinesi che chiedono di essere inviati a compiere attentati suicidi – avviene secondo quattro criteri: la pratica religiosa, l'autorizzazione dei genitori (non si accettano figli unici), la capacità di compiere l'attentato; la probabilità che il suo martirio inciti altri giovani al martirio. Durante la settimana che precede l'attentato due assistenti vivono con il candidato, la cui attenzione è concentrata sul Paradiso, sul trovarsi alla presenza di Allah, sull'incontrare il profeta Muhammad, sulle huri [6] e sulla lotta contro l'occupazione della Palestina, che è «lascito islamico» per tutte le generazioni. Negli ultimi giorni, il candidato compie «gli esercizi spirituali», con lunghi digiuni, lettura di alcune sure del Corano, legate al tema del martirio e al Jihad, veglie di preghiera notturne, ascolto di lunghi sermoni. Nell'ultimo giorno, il candidato paga i suoi debiti, redige il suo testamento spirituale su carta, su audiocassetta e su videocassetta, si fa fotografare con un'arma e il Corano nelle mani, compie le abluzioni rituali, indossa abiti puliti, visita una moschea, recita l'antica preghiera delle armate musulmane prima della battaglia, mette il Corano nella sua tasca destra e indossa la cintura esplosiva. Il suo superiore lo saluta con le parole: «Allah sia con te, Allah ti conceda il successo perché tu possa conseguire il Paradiso». II candidato risponde: «Se Allah vuole, ci vedremo in Paradiso». Poi parte. Dopo alcune ore, preme il detonatore gridando Allahu akbar («Allah è grande - Ogni lode sia per lui»). Dopo l'attentato la famiglia organizza per il «martire» una festa simile a quella del matrimonio in cui si servono i piatti tipici delle nozze. Talora è la madre che intona il tradizionale grido di gioia del matrimonio. Immediatamente, sui muri dei Territori appaiono i manifesti che onorano il «martire». Le cassette audio e video da lui lasciate col suo testamento spirituale circolano nei Territori, incitando altri giovani a seguire il suo esempio [7]. L'orrore che desta questa forma di «martirio» è già grande per il fatto che esso comporta la morte di molte persone innocenti: si pensi che in due attentati, perpetrati a Gerusalemme il 25 febbraio e il 3 marzo 1996, furono uccisi 45 passeggeri di un autobus di linea. Ma lo è ancora di più per il fatto che i «martiri» pensino di agire in nome di Dio e attendano da lui il Paradiso proprio per la morte inflitta a se stessi e a molte altre persone. Non può esserci una distorsione più orrenda della religione. Perciò la condanna morale e religiosa del terrorismo suicida di Hamas, come di al-Qaeda, è totale, e nessun fine – sia esso religioso o politico – può in alcuna maniera giustificarlo. Purtroppo non in tutto il mondo islamico esso è condannato, come sarebbe necessario; anzi in Palestina i «martiri» di Hamas sono esaltati da una notevole parte della popolazione. La cosa è molto triste, perché il terrorismo suicida, da una parte, danneggia l'islàm come religione, facendolo apparire come una religione che incoraggia e giustifica l'assassinio di persone innocenti con la promessa del Paradiso; dall'altra nuoce alla popolazione palestinese, gettandola in una situazione tragica sotto il profilo politico ed economico, perché ad ogni attentato terroristico di Hamas tiene dietro la reazione israeliana, altrettanto spaventosa e crudele. Così Hamas è una pietra d'inciampo per la soluzione del problema palestinese, avendo la capacità di influire su ogni accordo che preveda la costituzione di due Stati in Palestina, e in tal modo rendendo molto difficile l'unica soluzione realistica di quel problema. Sta qui il dramma della Palestina di oggi e di domani. [1] Cfr M. INTROVIGNE, Hamas, Fondamentalismo islamico e terrorismo suicida in Palestina, Leumann (TO), Elledici, 2003, 128, euro 8,00. È merito dell'A. aver riportato, per la prima volta in traduzione italiana, lo «Statuto del Movimento di Resistenza Islamaco (Hamas)». Lo citiamo qui ampiamente. [2] Sui «Fratelli Musulmani», cfr A. PACINI (ed.), I Fratelli Musulmani e il dibattito sull'Islam politico. Torino, Fond. G. Agnelli, 1996. [3] Sul fondamentalismo, cfr J.-F. MAYER 1 Fondamentalismi, Leumann (TO), Elledici, 2001; M. INTROVIGNE, Osama bin Laden. Apocalisse sull'Occidente, ivi, 2001; R. GUOLO, Avanguardie della fede. L’islamismo tra ideologia e politica, Milano, Guerini e Associati, 1999. Si noti che tra Hamas e al-Qaeda di Bin Laden ci sono notevoli differenze: Hamas è un movimento fondamentalista «nazionale», cioè radicato in uno specifico territorio (la Palestina), mentre al-Oaeda è «transnazionale». Hamas ha come scopo immediato la cacciata degli ebrei dalla Palestina e l'instaurazione di uno «Stato islamico» che vada dal Mediterraneo al Giordano, mentre al-Qaeda sogna l'istituzione del califfato e l'islamizzazione dell'Occidente, il «nemico mortale» dell'islàm e il predatore delle sue ricchezze, costituite essenzialmente dal petrolio. Perciò, mentre il nemico contro cui si batte Hamas è Israele, il nemico di al-Qaeda è l'Occidente «ateo e corrotto», in primo luogo gli Stati Uniti: perciò predica la «rivoluzione islamica mondiale» e a tale scopo è in contatto con tutte le organizzazioni terroristiche dei vari Paesi, per la sconfitta e la distruzione dell'Occidente. Si deve poi notare che, in Palestina, Hamas è il più importante, ma non l'unico movimento terrorista. Oltre al Jihad Islamico, ci sono le Brigate dei Martiri di al-Aqsa, legate ad al-Fatah. [4] Cfr F. KHOSROKHAVAR, Les nouveaux Martyrs d’Allah, Paris, Flammarion, 2002. [5] I musulmani si dividono in sunniti che sono la grande maggioranza, e in sciiti, che vivono in massima parte nell'Iran e nel Sud dell'Iraq. La divisione risale ai primi tempi dell’islàm. Quando si trattò di eleggere il successore di Muhammad alla guida della «comunità del Profeta» (ummat al-Nabi), la maggioranza dei suoi compagni si pronunciò a favore di Abu Bakr e poi di ‘Omar e di ‘Uthman, mentre la minoranza si schierò dalla parte di Ali, marito di Fatima, figlia di Muhammad. Sorse così, la Shi' at 'Ali (o partito di Ali), secondo il quale il successore di Muhammad come Califfo doveva essere sempre un membro della sua famiglia. Ben presto la Shi'a si divise dalla Sunna (la maggioranza musulmana ortodossa), formando una branca particolare dell'islàm, con credenze proprie, la principale delle quali è che l’imam (capo supremo), sempre e solo della famiglia di Ali, ha in sé una particella di luce o di sostanza divina, per cui è dotato di una scienza sovrumana, è impeccabile e infallibile. Gli sciiti si chiamano «duodecimani» perché credono in 12 imam, l'ultimo dei quali, Muhammad ibn al-Hasan al-Askari, non sarebbe morto, ma si sarebbe nascosto, per fare la sua apparizione come Mahdi, cioè come Messia, che dovrà riportare sulla terra la bontà e la giustizia prima del giudizio. La morte in battaglia del terzo imam ha fatto nascere negli sciiti l'ideologia del «martirio». [6] Le huri sono le giovani «vergini, amanti, coetanee» dei beati del Paradiso, di cui parla con molta frequenza il Corano (s. 56, 35-36). [7] Abbiamo attinto queste notizie sul «rituale» del terrorista «martire» da M. INTROVIGNE, Hamas, cit., nota 1, 73-75. Rito per volontari bomber suicidi Testo in italiano Formate una processione per il martire secono la Sunna (= tradizione). Formate una processione per il martire verso la sua seconda casa in Paradiso. Il nome dei martiri è menzionato spesso in Paradiso. Intorno al martire danzano le vergini . Intorno al martire danzano le vergini . O madre del martire sii paziente . Bendetto sia il suo matrimonio. Tuo figlio è un martire che vive tra le vergini ed è pieno di gioia. Formate una processione per il martire verso la sua seconda casa in Paradiso. Intorno ad Aassim danzano le vergini ... Donne di Hamas si preparano al suicidio esplosivo per uccidere occidentali. Testo in italiano Queste anziana donna palestinese tale Fatima Al-Najjar guidava le manifestazioni delle donne all'entrata della città di Beit Hanoun nell'inverno del 2006 contro l'occupazione della Palestina da parte di Israele , per la liberzione della città e per la cessazione degli atti di distruzione e uccisione. Nonostante la sua avanzata età
ha poi deciso di intraprendere un cammino diverso. Quando l'obiettivo della lotta è la difesa della propria terra non c'è nell'Islam differenza tra uomini e donne . Qui vedete delle donne che si addestrano a fronteggiare il nemico che ha rapinato la terra e assediato il popolo. Decine di giovani donne palestinesi si sottopongono ogni anno a questo addestramento : studenti universitarie, madri e lavoratrici. Esse sanno che il loro ruolo nel conflitto non si riduce alla cura dei feriti e alla cura dei bambini e che quello che stanno facendo qui deve semplicemente cambiare la situazione. Questa donna , che si è chiamata " amante di Al-Quds" ha partecipato a più di una operazione di combattimento , qualcuna riuscita , altre meno. Ma è determinata a continuare. Le madri e le figlie di Palestina credono che morire per la causa della Palestina libera sia un prezzo che si paga perfino basso se si confronta con una vita di umiliazioni passata sotto lo stivale dell'occupante. Esse cono convinte che l'educazione dei figli maschi richieda delle madri che agiscano come gli uomini. Funerale-matrimonio di una bomber suicida libanese. Testo in Italiano Celebrazione in Libano del " matrimonio" della prima bomber suicida libanese Sana Mehaidli , detta " Il Ponte del Sud" . Tutto comincia nei dintorni di Beirut, a Sin Al-Fil. Sana è lì e i suoi commilitoni la salutano. Per l'ultima volta essa "respira" l'aria di Beirut lungo le sue strade fino a raggiungere il quartier generale del suo partito ( Partito Nazionale Sociale Siriano) dove incontra la gente che ha lasciato senza neppure un cenno di saluto. Il corteo della " sposa" si è composto sulla strada di Al-Ouzai per Khalde dove i membri del partito l'attendono per vederla. Da lì poi la pioniera dei bomber suicidi libanesi parte per il Sud scortata da centinaia di auto dalle quali spuntano bandiere del suo partito e del Fronte Nazionale della Resistenza. A Maghdouche, la città della martire Milad Saliba si " sposa" con una grandiosa cerimonia. Una banda suona in suo onore e la gente danza. La sposa , in abito nuziale alza sopra la testa il suo fucile . Sulla processione viene lanciato del riso e delle rose e viene spruzzata acqua di rosa. Le campane delle chiese suonano in suo onore. Ad Angoun viene accolta da una folla di gente che la inneggia dai balconi, dai tetti, nelle strade , nelle auto. Il seminario sciita è stracolmo di gente quando arriva lì. Il capo del partito non riesce neppure ad incominciare il suo discorso quando qualcuno decide di innalzare una bandiera Del parito avversario Amal sul podio dell'oratore. Così un gruppo di vandali incominciano a distruggere tutto . La bara di Sana viene protetta da un gruppo di militanti, mentre si odono colpi di fucile provenienti dall'esterno del seminario. Poi tutto finisce e la bara della martire viene accompagnata fino al cimitero del paese dove viene tumulata. I giovani del paese continuano a disturbare la processione poichè non hanno apprezzato l'onore di martire che Sana ha portato al suo paese. Videogioco per bambini musulmani
" Oh Allah resta al loro fianco e con loro. Dà loro vittoria trionfale e dona loro grande forza . Come si preparano al futuro alcuni ragazzi musulmani a Gaza.
Un adolescente con un fucile , un ragazzo con una cintura esplosiva, immagini consuete nella Palestina occidentale . - Sanabel cosa fari per la grazia della mosche adi Al-Aqsa ? Come scrificherai la tua anima per la grazia di Al-Aqsa ? Cosa farai? |
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