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Giornata contro la pena di morte . Mobilitazione per l'abolizione in Bielorussia |
avvenire.it 10 ottobre 2011 RICORRENZA Oggi, in occasione della nona Giornata mondiale contro la pena di morte, le attiviste e gli attivisti di Amnesty International di ogni parte del mondo si mobiliteranno per chiedere la fine delle esecuzioni in Bielorussia, l'unico paese europeo e dell'ex Unione sovietica che applica la pena capitale. "È il solo paese" del Vecchio Continente "che continua a pretendere di uccidere in nome della giustizia", sottolinea Roseann Rife, esperta di Amnesty International sulla pena di morte. "Si ritiene che almeno 400 prigionieri siano stati messi a morte in Bielorussia dal 1991, ma il numero effettivo delle esecuzioni resta sconosciuto a causa della segretezza che circonda l'uso della pena di morte nel paese. I prigionieri vengono informati solo pochi minuti prima dell'esecuzione, che avviene mediante colpo di proiettile alla nuca", sottolinea l'associazione. "La crudeltà della pena capitale in Bielorussia va ben oltre la fase dell'esecuzione - sottolinea Rife - Le famiglie vengono informate solo settimane o persino mesi dopo, i corpi dei prigionieri messi a morte non vengono consegnati e neanche viene reso noto dove siano stati sepolti". Nel 2010, Amnesty International ha registrato migliaia di esecuzioni in 23 Paesi. Alla fine dello scorso anno, i condannati a morte in attesa d'esecuzione erano almeno 17.800. La pena di morte, spiega Amnesty, è "la più estrema delle punizioni crudeli, disumane e degradanti. La disumanità della sua applicazione emerge da ogni parte del mondo. I prigionieri raccontano delle devastanti condizioni di vita nei bracci della morte, della loro angoscia nell'attesa di un'esecuzione che spesso avverrà solo grazie alla "confessione, sotto tortura, di un crimine che sostengono di non aver commesso". |
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