SOMMARIO RASSEGNA STAMPA
Quel che non fa l’Italia, lo facciamo noi italiani

Massimo Gramellini www.chetempochefa.rai.it

Quel che non fa l’Italia, lo facciamo noi italiani

" ...Su Gheddafi alzi la mano chi non ha fatto una pessima figura. Basta ricordare quando l’Onu ebbe la faccia tosta di assegnare alla Libia la presidenza della commissione sui diritti umani. A volte la Realpolitik ti costringe a stringere la mano anche ai tiranni più sanguinari. Ma non ti costringe a baciargliela. Ti costringe a fare affari coi dittatori, ma non a rivendicare nella conferenza stampa ufficiale di fine anno :  la mia amicizia vera con Mubarak, Gheddafi e Ben Alì.

A proposito: tre birilli in un colpo solo… Io credo che uno dei lasciti culturali del berlusconismo sia proprio questa ostentazione dell’inenarrabile, spacciata per sincerità e mancanza di ipocrisia. Invece la forma è sostanza. L’estetica fa parte dell’etica. Continua il ponte aereo Italia-Libia. Ma è vero che Berlusconi si è offerto di dare asilo politico alle 40 amazzoni di Gheddafi?

Va bene il pensiero cinico dominante, che si fa un punto d’onore di schernire qualsiasi passione ideale. Ma com’è possibile che non vengano i brividi nel vedere una fiumana di ragazzi che si riversa per le strade chiedendo libertà? Nell’ascoltare le voci che ci raccontano di un genocidio alle porte di casa, dove un dittatore pazzo sta facendo sparare addosso alla sua gente da un manipolo di mercenari?

Il petrolio, l’invasione, il califfato: preoccupazioni sensate, ma arrivano dopo. Prima c’è l’amore per la libertà.Non sarà, lo sto chiedendo anche a me stesso, che nel distacco titubante con cui seguiamo gli eventi libici si nasconde un velo di razzismo, che ci induce a considerare gli arabi degli immaturi, privi dei bollini necessari per iscriversi alla democrazia, quindi da tenere sotto il tallone di qualche babau, possibilmente amico nostro? Dopo la delusione seguita alla caduta del Muro, in noi si è fatto strada il pensiero tipico dei perdenti: che qualsiasi cambiamento altrui peggiorerà la nostra vita.Ma i cambiamenti sono la vita. E il modo migliore per scongiurare le invasioni e i califfati consiste nello schierarsi a fianco dei ragazzi arabi in lotta per la libertà. Per aiutarli a ottenerla dai tiranni, oggi. E a difenderla dai fanatici, domani.

Vorrei chiudere con una lettera pubblicata stamattina da Specchio dei Tempi, la posta dei lettori de La Stampa.Scrive la signora Chiara Rivetti: Il nostro governo è sì preoccupato, ma per chi potrebbe fuggire dalle bombe e rifugiarsi qui. Bene, io ho una stanza vuota a casa e due posti letto. Ospito volentieri chi scappa dalla carneficina perché ha protestato per la democrazia. Quel che non fa l’Italia, lo facciamo noi italiani.

Che fra l’altro sarebbe un bellissimo slogan per i 150 anni dell’Unità. "

           SOMMARIO RASSEGNA STAMPA