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Vescovi vietnamiti: per la pace in Asia e nel mondo, la Cina si converta alla Vergine di Fatima

03/10/2014 www.asianews.it

VIETNAM - CINA
La commissione episcopale Giustizia e Pace denuncia la politica imperialista di Pechino, intensificata “in maniera inquietante”. Nel suo progetto egemonico, essa mette “in grave pericolo la pace” nella regione e nel mondo. Il richiamo al messaggio di Fatima, perché “la Cina si converta” e in Vietnam prendano piede “pace e giustizia”.

Hanoi (AsiaNews/EdA) - La politica imperialista di Pechino nel mar Cinese meridionale non è affatto rientrata dopo la rimozione della piattaforma petrolifera anzi, si è "intensificata secondo una modalità inquietante".

I cinesi stanno trasformando "in un gigantesco cantiere" un tratto della costa delle isole Paracels, violando "in modo gravissimo" la "sovranità del Vietnam" e "mettendo in grave pericolo la pace" nella regione Asia-Pacifico. È quanto denunciano i vertici della Commissione episcopale Giustizia e Pace della Chiesa cattolica in Vietnam, in una lunga lettera inviata "al popolo di Dio dentro e fuori al Paese" e rilanciata da Eglise d'Asie (EdA). Nella missiva i leader cattolici ricordano i molti - e gravi - focolai di violenza e tensione nel mondo, richiamando il messaggio della Madonna di Fatima, attuale ancora oggi perché esalta "le virtù della penitenza, della preghiera e del sacrificio per la trasformazione del mondo". 

"Il nostro mondo e il nostro Paese, il Vietnam - scrivono - attraversano oggi un periodo di cambiamenti radicali, pieno di sfide e rischi". Sul fronte internazionale, essi ricordano i conflitti a Gaza fra Palestina e Israele, in Ucraina con i separatisi russi, le violenze dello Stato islamico in Iraq e Siria e una nuova edizione della guerra fredda fra Russia da un lato, Stati Uniti e Unione europea dall'altro. 

Tuttavia, quello che più preoccupa sono le tensioni fra "Cina e diversi Paesi Asean" (associazione che riunisce 10 nazioni del Sud-est asiatico) nel mar Orientale (o mar Cinese meridionale). Il Vietnam, scrivono, non deve solo fronteggiare "il pericolo di una guerra", ma deve anche "sostenere una situazione economica in recessione", unita alla "decadenza dei valori morali e ai rovesciamenti sociali". Di contro, la dignità umana e la giustizia e i diritti umani "non sono ancora rispettati a fondo" e, aggiungono, "continuiamo a favore 'favori' alla Cina, senza tenere in conto il grido d'allarme lanciato da personalità e intellettuali nostri compatrioti". 

In un quadro difficile, la Chiesa vietnamita si chiede "come è possibile vivere e annunciare il Vangelo", perché "i cattolici non possono restare indifferenti davanti a questo stato delle cose", ma "devono dare prova di grande patriottismo, lucidità e coraggio". In una "prospettiva di fede", avverte Giustizia e Pace, la risposta alle domande "è contenuta nel messaggio di Fatima del 1917", che esorta a convertirsi, fare penitenza, cambiare vita recitando il Rosario.

E come un tempo la Russia, oggi è la Cina a dover compiere un cammino di "conversione", abbandonando la sua ideologia. "Noi dobbiamo continuare a mettere in pratica il messaggio della Vergine, pregare per la pace nel mondo - affermano i vertici della commissione episcopale - affinché la Cina si converta e perché in Vietnam possano prendere piede una pace e una giustizia durature". Infine, i vescovi auspicano che "i dirigenti del nostro Paese sappiano condurre una politica conforme alla morale tradizionale del nostro popolo" e "i detentori del potere in Cina imparino a rispettare la giustizia e la pace". Pechino deve "sbarazzarsi dell'ideologia della 'Grande Cina' e mettere subito fine ai tentativi di invasione, rispettando le convenzioni internazionali". 

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