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Francesco: se la Chiesa ingabbia nella legge produce schiavi

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Il Papa a Santa Marta: i cristiani non devono chiudersi in un sistema di regole e «casistica», ma avere «memoria» dei doni di Dio, fidarsi delle parole dei profeti e puntare sulla forza della «speranza» fonte: http://www.lastampa.it/2016/05/30/vaticaninsider 30/05/2016 - di domenico agasso jr

La Chiesa non si chiuda in un sistema – una gabbia – di regole, ma lasci spazio alla «memoria» dei doni ricevuti da Dio, alla forza della «profezia» e della «speranza».

È l’esortazione espressa da papa Francesco nell’omelia di questa mattina a Casa Santa Marta, come riporta Radio Vaticana. 

Nel cammino della fede l’eccesso di importanza della norma può soffocare il valore della memoria e il dinamismo dello Spirito, ammonisce il Pontefice.

Nel passo del Vangelo della liturgia odierna, Cristo lo dimostra a scribi e farisei – che vorrebbero silenziarLo – con la parabola dei vignaioli omicidi: contro il padrone che per loro ha piantato, affidandogliela, una vigna organizzata, i contadini affittuari scelgono di ribellarsi, picchiando e uccidendo i servi che quel padrone manda a reclamare il raccolto che gli spetta; si arriva all’assassinio dell’unico figlio del padrone, azione che potrebbe, pensano a torto i contadini, dare loro l’intera eredità. 

Questa vicenda mostra l’immagine di «un popolo chiuso in se stesso, che non si apre alle promesse di Dio, che non aspetta le promesse di Dio. Un popolo senza memoria, senza profezia e senza speranza».

E ai capi del popolo interessa solo innalzare un muro di leggi, «un sistema giuridico chiuso».  Invece «la memoria non interessa. La profezia: meglio che non vengano i profeti. E la speranza? Ma ognuno la vedrà.

Questo è il sistema attraverso il quale loro legittimano – denuncia il Vescovo di Roma - dottori della legge, teologi che sempre vanno sulla via della casistica e non permettono la libertà dello Spirito Santo; non riconoscono il dono di Dio, il dono dello Spirito e ingabbiano lo Spirito, perché non permettono la profezia nella speranza». 

Eccolo, il sistema religioso al quale Gesù si rivolge: «”Un sistema – come dice la Prima Lettura – di corruzione, di mondanità e di concupiscenza”, così San Pietro dice». 

Francesco osserva che Gesù Stesso «è stato tentato di perdere la memoria della sua missione, di non dare posto alla profezia e di preferire la sicurezza al posto della speranza», riferendosi alle tre tentazioni subite nel deserto. 

A queste persone il Figlio di Dio, «perché conosceva in se stesso la tentazione, rimprovera: “Voi girate mezzo mondo per avere un proselito e quando lo trovate, lo fate schiavo”.

Questo popolo così organizzato, questa Chiesa così organizzata fa schiavi!

E così si capisce come reagisce Paolo quando parla della schiavitù della legge e della libertà che ti dà la grazia.

Un popolo è libero – esclama il Papa - una Chiesa è libera quando ha memoria, quando lascia posto ai profeti, quando non perde la speranza».

  La vigna strutturata bene richiama «il popolo di Dio», è «l’immagine della Chiesa e anche l’immagine della nostra anima», che il Signore cura sempre con «tanto amore e tanta tenerezza».

Dunque, rivoltarsi contro di Lui significa «perdere la memoria del dono» ricevuto da Dio, mentre «per ricordare e non sbagliare nel cammino» bisogna «tornare sempre alle radici»

«Io ho memoria delle meraviglie che il Signore ha fatto nella mia vita? – domanda il Pontefice - Ho memoria dei doni del Signore? Io sono capace di aprire il cuore ai profeti, cioè a quello che mi dice “questo non va, devi andare di là; vai avanti, rischia”?

Questo fanno i profeti… Io sono aperto a quello o sono timoroso e preferisco chiudermi nella gabbia della legge?


E alla fine – conclude - io ho speranza nelle promesse di Dio, come ha avuto nostro padre Abramo, che uscì dalla sua terra senza sapere dove andasse, soltanto perché sperava in Dio?

Ci farà bene farci queste tre domande
». 

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