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La Nuova «Carta degli Operatori sanitari»

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«La vita e la salute fisica – sono le parole dette da Giovanni Paolo II in occasione della visita al «Mercy Maternity Hospital» di Melbourne, il 28 novembre 1986 – sono beni preziosi donati da Dio. Dobbiamo averne ragionevolmente cura, tenendo conto delle necessità altrui e del bene comune». source: http://www.bioeticanews.it 

Nuova Carta degli operatori sanitari.

--Pontificio Consiglio Per gli Operatori Sanitari (Per la Pastorale della Salute), Nuova Carta degli Operatori sanitari, Lev, Città del Vaticano 2016, pp. 152, € 10)








di Giorgio Palestro pubblicato il 12 aprile 2017

" La prima edizione della «Carta degli Operatori sanitari» nasce nel 1994 per volere del Cardinale Fiorenzo Angelini, nell’ambito del «Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari per la Pastorale della Salute», istituito da Papa Giovanni Paolo II nel 1985.

L’iniziativa del Pontefice volle esprimere il segno dell’impegno profondamente umano e cristiano che la Chiesa intende rivolgere alla tutela della vita fisica, in quanto bene primario e fondamentale della vita umana, come espressione di fede e amore verso il prossimo.

L’obiettivo della «Carta», fin dall’inizio, è stato quello di creare uno strumento finalizzato alla formazione permanente delle diverse figure professionali che operano nel mondo della salute come servizio alla vita.

***

La grande evoluzione delle conoscenze scientifiche e il progressivo affinamento della tecnologia in campo biologico, fattisi più evidenti in particolare negli ultimi tempi, ha determinato grandi trasformazioni della Medicina e delle possibilità di intervento sulla salute e, dunque, sulla vita dell’uomo.

Pertanto, proprio per mantenere immutato l’orientamento del documento nei confronti del composito mondo degli operatori sanitari, si è reso necessario un suo aggiornamento attraverso un’attenta revisione dei contenuti che tenesse conto dei nuovi profili scientifici e applicativi, anche in ambito giuridico.

La nuova edizione della «Carta» esprime un carattere culturale moderno rivolgendosi a un ambito di operatori molto ampio che, oltre alle figure tradizionali che caratterizzano i classici organici dell’ospedale, come i medici, gli infermieri, il personale ausiliario e i cappellani, include anche ulteriori figure che agiscono in ruoli diversi nel mondo della salute, come biologi, farmacisti, amministratori e organizzatori delle attività sanitarie sia all’interno degli ospedali sia in ambito territoriale, nonché l’ampio ambito del volontariato.

La presenza e l’azione di chi opera in modo volontario nell’ambito della salute umana è estremamente preziosa perché si inserisce negli interstizi di un mondo, come quello socio-sanitario, che l’organizzazione sanitaria, nonostante la sua sempre maggiore completezza di ruoli, non può, istituzionalmente, coprire.

Il riferimento sostanziale del documento, vuole coinvolgere il senso di responsabilità di chi opera in ambito sanitario, di fronte alla consapevolezza della propria fragilità. Condizione che consente all’uomo di percepire la misura di se stesso, la propria e altrui finitezza.

È la condizione essenziale della coscienza umana per comprendere i limiti propri e degli altri e per acuire la sensibilità di percezione delle fragilità di tutti e, dunque, la capacità di comprensione, di sostegno e di “pietas”.
E la visione cristiana del Trascendente è la vera cultura che indica la via per accogliere la propria fragilità e quella di ogni creatura."


Presentazione di Fabrizio Fracchia -Professore Ordinario Emerito - Anatomia e Istologia Patologica Università degli Studi di Torino Presidente del Centro Cattolico di Bioetica - Arcidiocesi di Torino pubblicato il 14 aprile 2017


" In Vaticano nel febbraio 2017 è stata presentata la «Nuova Carta degli Operatori sanitari» (Lev, 2016).

La «Nuova Carta » è stata aggiornata dopo 22 anni per volontà di Papa Francesco; questo nuovo testo rivede e aggiorna la prima Carta degli Operatori Sanitari, pubblicata nel 1995 dall’allora Pontificio Consiglio per gli Operatori sanitari.

La «Nuova Carta» si propone di apportare, sempre in riferimento al Magistero, nuovi elementi che tengano conto della ricerca in campo biomedico, farmacologico e bioetico.

La struttura della «Nuova Carta» si sviluppa attraverso tre grandi sezioni: "generare", "vivere" e "morire", le tre fasi dell’esistenza umana in cui si sviluppa la vocazione degli operatori sanitari «ministri della vita».

Questa nuova edizione ci si rivolge non solo a medici, infermieri e ausiliari ma anche ad altre figure del mondo della salute nei settori pubblici e privati, come biologi, farmacisti, operatori territoriali, amministratori e legislatori.

 In questa nuova edizione, però, come afferma il prof. Antonio G. Spagnolo dell’Università Cattolica di Roma, l’attenzione è stata rivolta ad uno spettro più ampio delle persone coinvolte in ambito sanitario. Accanto ai classici operatori sanitari  (medici, infermieri e ausiliari) sono state considerate anche altre figure che a vario titolo operano nel mondo della salute nei settori pubblici e privati, come biologi, farmacisti, operatori territoriali, amministratori e legislatori.

L’alleanza terapeutica

Tutti questi operatori svolgono la loro pratica quotidiana in una relazione interpersonale, che, come ricorda il prof. Spagnolo, è contraddistinta dall’alleanza terapeutica: la fiducia di una persona segnata dalla sofferenza e dalla malattia, che ricorre alla scienza e alla coscienza di un operatore sanitario che le va incontro per assisterla e curarla.

Il medico non è «un mero esecutore» delle richieste del paziente Riguardo poi ad alcuni temi particolari la Nuova Carta mette in evidenza che il medico non è «un mero esecutore» delle richieste del paziente e conserva «il diritto e il dovere di sottrarsi a volontà diverse dalla propria coscienza».

Un esempio fra tutti: se l’eutanasia è richiesta «in piena coscienza» dal soggetto interessato, «nessun operatore sanitario» può farsi «tutore esecutivo di un diritto inesistente». Ed eventuali legalizzazioni dell’eutanasia «cessano di essere una vera legge civile, moralmente obbligante per la coscienza», suscitando invece «un grave e preciso obbligo di opporsi ad esse mediante l’obiezione di coscienza».

La Nuova Carta ricorda ancora che «tutelare la dignità di morire» significa «rispettare il malato nella fase terminale della vita», escludendo sia di «anticipare la morte» con l’eutanasia, sia di «dilazionarla con il cosiddetto “accanimento terapeutico”».

Agli operatori sanitari e alle loro Associazioni professionali viene chiesto poi di farsi promotori di una sensibilizzazione delle istituzioni a tutela della salute di tutta la popolazione affinché si arrivi ad una giustizia sanitaria, salvaguardando la sostenibilità sia della ricerca che dei sistemi sanitari.

Ruolo della consulenza di etica clinica Infine, si evidenzia il ruolo della consulenza di etica clinica che può aiutare singoli operatori sanitari, pazienti e familiari durante l’iter diagnostico-terapeutico della malattia, in modo tale che le scelte cliniche siano contenute nella cornice valoriale propria della deontologia e dell’etica.

Possiamo concludere questa breve presentazione con le parole del compianto arcivescovo Zygmunt Zimowski che scrive  nella prefazione: «La presente Carta non può certamente risultare esaustiva rispetto a tutti i problemi e alle questioni che si impongono nell’ambito della salute e della malattia, ma è stata realizzata al fine di offrire linee-guida il più possibile chiare per i problemi etici che si devono affrontare nel mondo della salute in genere in armonia con gli insegnamenti di Cristo, e con il Magistero della Chiesa»."



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