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Pena di morte . Roma : incontro ministri giustizia.

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Pena di morte: Impagliazzo (Comunità S. Egidio), “non tiene lontana la cultura di morte ma normalizza la violenza” source :agensir.it 28 novembre 2017

“Abbiamo promosso quest’incontro allo scopo di esplorare ogni strada che conduca all’eliminazione della pena capitale. Ma non solo. Anche per esprimere la nostra preoccupazione per l’aumento delle esecuzioni extragiudiziali, per il persistere dei linciaggi, per l’incremento del numero delle armi in circolazione, per accendere l’attenzione sulle pessime condizioni carcerarie in tante parti del mondo”.

Esordisce così Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, nella relazione introduttiva al X Incontro internazionale dei ministri della Giustizia “Un mondo senza pena di morte”, promosso oggi a Roma, presso la Camera dei deputati, da Comunità Sant’Egidio, ministero degli Affari esteri e Confederazione svizzera.

” In un mondo in cui la paura diviene la cifra del quotidiano – osserva Impagliazzo – , la pena di morte sembra la risposta più sensata a tutto ciò che si teme e si rifiuta. Ma essa non tiene lontana da noi la cultura della morte, anzi finisce per introdurla nelle nostre proprie mura, nella nostra stessa casa”. “Con la pena capitale – avverte – il nemico ha vinto, perché è entrato dentro di noi. Se a una violenza che si manifesta in maniera preoccupante rispondessimo con una violenza analoga, per quanto di segno opposto, e per quanto legalizzata, non faremmo che banalizzare lo spargimento di sangue”; “non staremmo demonizzando la violenza; piuttosto finiremmo per normalizzarla”.

Pena di morte: Sagues (Iof), “no a dinamica di ritorno per timore terrorismo”. Nicola Renzi (Rep. S. Marino), “dissociarsi dalla catena di morte”
“L’abolizione della pena di morte ha un’eco importate nei Paesi francofoni, tre quarti dei quali la hanno già abolita. Tuttavia oggi c’è il rischio di assistere allo scatenarsi di una dinamica di ritorno della pena capitale, dovuto al timore del terrorismo”.

Lo ha detto Salvatore Sagues (Directorate of Political Affairs and Democratic Governance, International Organisation de la Francophonie, Iof), intervenendo questa mattina al X Incontro internazionale dei ministri della Giustizia per “Un mondo senza pena di morte”, promosso a Roma, presso la Camera dei deputati, da Comunità di Sant’Egidio, ministero degli Affari esteri e Confederazione svizzera.

Dal 2007 la Comunità di Sant’Egidio promuove ogni anno una Conferenza internazionale dei ministri della Giustizia come laboratorio di dialogo e un workshop internazionale in chiave abolizionista e coinvolge Paesi retenzionisti e abolizionisti in un lavoro comune. Nicola Renzi, segretario di Stato della Repubblica di San Marino, tra i primi Paesi al mondo ad abolire la pena capitale nella metà dell’Ottocento, ricorda che “la Repubblica di San Marino ha recepito i maggiori strumenti multilaterali al riguardo e ha appoggiato la risoluzione Onu del 2007 per una moratoria universale sulle esecuzioni. La pena di morte è la massima violazione del nostro bene più prezioso”.

Concorda con Sagues: “Sull’onda degli attentati di matrice terroristica assistiamo ad una recrudescenza delle ideologie che giustificano la pena capitale ma occorre dissociarsi da questa catena di morte”. Sara Ferrari, rappresentante della Provincia autonoma di Trento, sostiene: “La battaglia contro la pena di morte è globale. Abbiamo aderito con la città di Rovereto a ‘Città per la vita’ che si terrà il 30 novembre, accompagnando la giornata con i rintocchi di ‘Maria dolens’, la campana costruita con il bronzo fuso dei cannoni della prima guerra mondiale”.

Pena di morte: Gusmao (Timor Est), “società che condanna a morire identifica giustizia con vendetta”
“Dopo l’indipendenza abbiamo visto che i sacrifici del nostro popolo non sono stati invano. Abbiamo dovuto mettere da parte odio e desiderio di vendetta; non possiamo accettare che la vita venga minata alla base a causa di precetti religiosi, dottrine politiche o altre ragioni”.

A prendere la parola al X Incontro internazionale dei ministri della Giustizia per “Un mondo senza pena di morte”, promosso a Roma, presso la Camera dei deputati, da Comunità di Sant’Egidio, ministero degli Affari esteri e Confederazione svizzera, è Xanana Gusmao, presidente emerito di Timor Est, con un’appassionata testimonianza.

“Una società che condanna qualcuno a morire – afferma – crede che la giustizia sia una forma di vendetta, ma una società deve capire che a volte il male viene da dentro quando il concetto di giustizia e vendetta si sovrappongono”. Molti sistemi giudiziari, prosegue, “vedono un condannato a morte come ai margini della società, come se cessasse di essere un cittadino. Dobbiamo invece esercitare una forma di umanesimo e vedere il nostro volto in quello della persona condannata a morte che di fatto è uno di noi. Dopo un crimine, la decisione che riguarda la vittima e la società non può essere separata da un piano che cerchi di recuperare e se possibile reintegrare chi ha commesso il reato”.

Timor Est, sottolinea Gusmao, “è un Paese giovane ma fragile, con molte sfide da affrontare. Abbiamo prodotto un quadro giuridico che riconosca i diritti umani e un sistema giudiziario che garantisca equità”, tuttavia è innegabile la “fragilità del sistema giudiziario che può portare ad errori”. “Uniamoci alla Comunità di Sant’Egidio nel promuovere la moratoria universale della pena di morte”, il suo invito conclusivo.




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