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Biofotoni e vita : scienza o magia?

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Intorno ai biofotoni è nata e cresce una offerta terapeutica. Scienza o magia?


Biofotoni, quanti di vita neuroscienze.net by Paolo Manzelli in Malattia e Guarigione , Neuroscienze , Prima Pagina

Le cellule di ogni sistema vivente producono deboli quanti di luce ( bio-fotoni ) nell’intervallo di frequenze UVA ( ultravioletto) e Visibile (da 10−17 a 10−23 W/cm2 )

La maggiorparte dei biofotoni di origine metabolica probabilmente si disperdono a causa di fluttuazioni ambientali disordinate  e degradano pertanto la loro energia.

Diversamente i DNA emettono “Biofotoni Coerenti” cosi che circa il 90 % dei biofotoni che sono misurabili come emissione delle cellule sono quelli emessi dai DNA  poichè vengono stabilizzati in termini di temporanea coerenza quantistica
" Il DNA nella concezione meccanicistica della scienza è stato considerato come la struttura che contiene le informazioni genetiche necessarie per la sintesi delle proteine, ottenuta per copiatura per contatto dei “geni” che sono la base dell’identità degli organismi viventi. In vero sappiamo che il trasferimento della informazione genetica è svolto  solo da una piccola porzione funzionale del DNA a tale scopo ( circa il 5%) mentre il restante 95% è stato considerato  “DNA spazzatura”  poiche’ appariva come inattivo nell’ ambito del modello meccanicistico .

I nuovi studi e le ricerche di “biologia quantistica” hanno compreso il ruolo fondamentale della emissione di biofotoni del “DNA-Antenna” nel conferire vitalita’ ai  sistemi viventi, in quando è guida interattiva di segnali di informazione sia genetici che epigenetici , organizzati al fine di guidare tutti i processi cellulari fisiologici e neurologici.

In tale contesto di innovazione quantistica della biologia, va notato che ciascun DNA  agendo in un sistema acquoso mentre irradia biofotoni  amplia il proprio dominio di coerenza quantistica , per tramite la capacita dell’ accoppiamento sincronico di ponti ad H dell’ acqua, mediante il quale si attivano le naturali proprieta’ di trasferimento e memorizzazione dei segnali di informazione dell’ acqua , che divengono recepite da vari ricettori molecolari , risonanti proprio al fine di attuare ordinate funzionalita’ enzimatiche e metaboliche.

I biofotoni  sono pertanto una “nuova forma di “Energia Biologica”  strutturata come coerenza quantistica” ed attiva in un sistema acquoso associato al DNA –Antenna ."

" Il DNA cosi come ogni cellula nel suo metabolismo emette segnali biofotonici caratteristici della vitalita’ del sistema biologico a cui appartengono, la cui informazione puo’ essere riprogrammata agendo sul rapporto tra genetica ed epigenetica .

In particolare è necessario comprendere come I biofotoni costituiscano una evoluzione biologica dei Fotoni della luce solare.

I Biofotoni sono una evoluzione biologica dei fotoni emessi dal campo elettromagnetico solare in quanto sono una forma innovativa di “Energia Strutturata come Coerente” emessa  da parte dei tessuti viventi ed in particolare dai DNA.

Infatti per comprendere il loro ruolo come energia ed informazione per la vita e’ necessario partire dalla attivita’ quantistica della “fotosintesi clorofilliana” dove i fotoni di luce visibile ed UV vengono assorbiti dalle membrane tiliacoidi del cloroplasto, che contengono clorofilla ed altri cromofori e che nel loro insieme  funzionano come un “complesso antenna (LHC)” per il trasferimento delle transizioni di energia strutturata come quanti di luce provenienti dal diagramma dei livelli elettronici della clorofilla , tali quanti di energia detti “eccitoni” vengono trasmessi al  DNA del Cloroplasto che  li riceve ed ingloba nella sua struttura di informazione genetica .

La doppia elica del DNA puo’ essere considerata una antenna nanometrica ricetrasmittente capace da un lato di acquisire quanti di luce dalle transizioni di livelli energetici “eccitoni” , mentre dall’ altra elica polarizzata in modo opposto funziona come una emittente  di biofotoni amplificati e coerenti . Questa possibilita’ è stata sperimentata tecnologicamente includendo una sezione di DNA tra due particelle di oro

Il DNA del cloroplasto , come qualunque altro  DNA agisce inoltre anche come un laser (light, amplification by stimulated emission) producendo l’ entanglement degli eccitoni nella sua doppia elica che si comporta come una cavita’ risonante bidimensionale, a dimensione nanometrica (2.5 nm di diametro), e come guida d’onda tridimensionale della lunghezza di circa un metro, generando in tal modo la coerenza quantistica dei segnali di informazione che vengono irradiati a distanza dal DNA come Biofotoni , i quali  pertanto assumono la capacita di guidare con precisione il complesso processo di sintesi che tramite la conversione ATP/ADP// NADPH/NADP+ ( tra i 260 nm e i 340 nm), trasforma CO2+Acqua in Zuccheri rilasciando ossigeno nell’ aria " ,

 
Tutti gli organismi viventi irradiano un debole ma permanente flusso di luce, la cui intensità dipende dai biofotoni presenti in essa. lifegate.it

"I biofotoni sono delle particelle di luce, portatrici d’informazioni, con le stesse caratteristiche di quelle della luce laser.

Secondo il maggior esperto mondiale il biofisico Prof.Fritz Albert Popp, regolano la crescita e la rigenerazione delle cellule e controllano tutti i processi biochimici.




I biofotoni, sono ancora oggi, però, un grande mistero per la scienza, infatti, vengono interpretati da due teorie piuttosto diverse e complementari: la teoria ondulatoria (con le leggi delle onde) e la teoria corpuscolare (in base alle leggi della fisica delle particelle).

Il primo a teorizzare la presenza di fotoni che venivano prodotti da organismi viventi (biofotoni) fu, nel 1922, il biologo russo Gurwitsch, che concluse che dovevano appartenere alla banda di lunghezza d’onda dei raggi ultravioletti. In Italia il biologo Protti fece studi importanti e originali soprattutto sul sangue e sui tessuti cancerosi, riscontrando che l’emissione di biofotoni era direttamente proporzionale alla vitalità del soggetto, che in presenza di leucemie il sangue aveva emissioni bassissime di biofotoni e che il potere oncolitico (cioè di combattere le cellule cancerose) del sangue era proporzionale al numero di fotoni emessi.

L’introduzione nella fisica nucleare di un nuovo rivelatore molto sensibile di luce, il tubofotomoltiplicatore, permise la prima conferma rigorosa e sperimentale da parte di un fisico: il professor Facchini dell’Università di Milano.

In questa direzione si inserisce la ricerca originale di tesi di Morpurgo dove, grazie al luminometro, costruito dal dr. Motolese, si dimostrava che anche gli organismi più semplici esistenti, i batteri, emettono biofotoni, e che vi era una stretta relazione fra duplicazione cellulare ed emissione di biofotoni, confermando un ruolo chiave del DNA in questo fenomeno emissivo.

Oggi i biofotoni sono oggetto di diverse ricerche in tutto il mondo. Negli Stati Uniti è stato dimostrato che i punti cutanei corrispondenti ai punti di agopuntura emettono più biofotoni del resto della cute.

I possibili impieghi delle misure di biofotoni sono molti, dalla verifica della qualità dei generi alimentari al controllo del potere germinativo di semi, ad analisi farmacologiche e tossicologiche, alla diagnosi precoce di stati patologici.

Tra gli argomenti indagati, di particolare interesse la proprietà dei tumori (in quanto sede di una aumentata riproduzione cellulare) di emettere un gran numero di biofotoni e quindi la possibilità di diagnosticare un tumore con grande anticipo rispetto ai sistemi tradizionali, con un sistema che è, oltretutto, assolutamente non invasivo".


Che cosa sono i biofotoni (e quanta pseudoscienza c’è dietro)Gianluca Dotti Giornalista scientifico wired.it

"Dai debolissimi (e reali) fenomeni luminosi legati ai biofotoni si scomodano la fisica quantistica e l’entanglement per parlare di agricoltura e diagnosi per il cancro. Così la scienza sconfina nella magia .

Può una sola teoria includere e spiegare tutto ciò che va dalla telepatia alla pranoterapia, dall’aura all‘omeopatia, dalla diagnosi del cancro all’agricoltura biologica, dal controllo di qualità degli alimenti alla medicina quantistica?

Secondo i sostenitori di una tesi ben poco scientifica sì, e si tratta dei biofotoni. Il filone, nato nel 1923 dalle idee dello scienziato russo Alexander Gavrilovich Gurwitsch, ha come idea di base che ogni sistema biologico emetta spontaneamente quanti di luce. Fin qui nulla di folle, dal momento che è stato verificato come sia possibile l’emissione di fotoni da parte di tessuti biologici per un effetto noto come bioluminescenza, che non ha origini termiche.

Si tratta di una luce molto debole, non visibile a occhio nudo, che generalmente si trova al confine tra gli ultravioletti e lo spettro del visibile. Già dal nome arriva però la prima possibilità di fraintendimento, perché i biofotoni – definiti in questo modo – non hanno a che fare con la biofotonica, che invece è la disciplina scientifica che si occupa di studiare l’interazione della luce con gli esseri viventi.

Il sito web Il Cambiamento ha proposto un articolo dal titolo I biofotoni: la salute viene dalla luce, in cui si enunciano una serie di principi e applicazioni che si basano proprio su questo particolare fenomeno.

Nell’articolo è riportata una lunga intervista a un ricercatore, presentato come professore ordinario di chimica fisica presso l’università di Firenze ma che in realtà – come ha confermato a Wired l’ufficio stampa dell’università – aveva un ruolo da assistente universitario ed è in pensione dal 2004."



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