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Uganda: testimonianza di fede cristiana audace e di intolleranza violenta della cultura islamica.

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Una 11enne si aggrappa a Cristo nonostante minacce, percosse e abbandono.Nata in una famiglia musulmana in una piccola città ugandese di pescatori sulle coste nord-orientali del Lago Vittoria, Hadija ha una straordinaria testimonianza di fede per una 11enne (nella foto con Mellina, la donna che l'ha salvata).source: https://www.porteaperteitalia.org 04-07-2017

Toccata dal canto e dall'insegnamento sentito in una chiesa vicina a casa, Hadija ha iniziato segretamente a frequentare i servizi sin da piccina.

Quando suo padre l’ha scoperta, le ha intimato di smettere, promettendole di picchiarla se avesse disobbedito. Lei, però, non ha smesso e così sono arrivate le botte…

Poi la madre di Hadija è morta, quando lei aveva solo 7 anni. Poco dopo, il padre poligamo, si è trasferito in una città in Uganda occidentale, per vivere con la sua nuova moglie. Coraggiosamente Hadija ha subito cercato un'altra chiesa e ha continuato a frequentare la scuola domenicale.

"Ho trovato la salvezza nella chiesa", ha condiviso. "Il giorno in cui ho ricevuto Gesù ero piena di gioia. Ero molto felice e provavo pace nel mio cuore".

Dopo aver scoperto dove andava Hadija la domenica, la matrigna l’ha rimproverata e l’ha avvertita di non farlo più, ma Hadija persisteva. Il padre l’ha minacciata di darle 10 bastonate e di lasciarla senza cibo ogni volta che andava in chiesa, ma Hadija ha sopportato i puntuali abusi e la fame, piuttosto che rinunciare alla gioia che aveva trovato in chiesa.

Le richieste di Hadija di cibo al pastore, dopo le funzioni domenicali, ha portato la sua situazione all'attenzione dei membri della chiesa. Mellina (33 anni), un membro della chiesa l’ha aiutata. "Ero incuriosita, ho fatto amicizia con la bambina e le ho dato da mangiare", ha condiviso Mellina. "Ho subito capito il pericolo che la bambina stava affrontando. Avevo intuito che Hadija veniva picchiata quando tornava a casa, così ho iniziato a seguirla. Mi ha spezzato il cuore sentire le urla e il pianto della bambina mentre veniva bastonata".

Una domenica di dicembre, quando le urla di terrore di Hadija tradivano l'escalation di violenza, Mellina è intervenuta. Consumato dalla rabbia, la minacciava con un coltello e gridava di incendiare la chiesa: “Mi sono precipitata in casa, l'ho presa, e siamo corse via", ricorda Mellina. "L'ho nascosta per qualche giorno. Ho pensato che il padre ci avrebbe uccise entrambe se avesse scoperto dove eravamo; invece è venuto e ha dichiarato che, per lui, lei era morta: 'D'ora in poi non sei più la mia bambina!'. E ha sputato per terra per confermare la sua maledizione".

Mellina ha segnalato il fatto alla polizia. Non hanno intrapreso un'azione legale contro il padre di Hadija, ma hanno concesso a Mellina di diventare la tutrice di Hadija. Il padre di Hadija è un alcolizzato, ormai malato e costretto a letto. Dopo diversi mesi, Mellina e Hadija l’hanno visitato. La sua rabbia era diminuita; ha riconosciuto il suo cattivo stato di salute e ha chiesto a Mellina di continuare a prendersi cura di Hadija.

"Quando ripenso a come mi ha maltrattato, mi sento ancora male, ma quando racconto a Gesù tutto il dolore che c’è nel mio cuore, inizio a sentirmi meglio", racconta Hadija. "Per favore pregate che mio padre smetta di bere e si ricordi che sono sua figlia".

Melina ora sta cercando di regolarizzare l’adozione, ma non è facile, poiché ha un reddito basso, con cui è difficile mantenere se stessa e le tasse scolastiche per Hadija. La ragazzina vuole diventare una levatrice: "Voglio aiutare le donne a partorire bambini in modo sicuro. Voglio far sapere alle giovani donne che poiché Gesù è così buono, dobbiamo piacergli e condividere il Vangelo con le altre persone".

Ha un messaggio per coloro che vengono maltrattati o sono stati abbandonati perché credono in Gesù: "Credete in Gesù e non mollate! Prego che troviate qualcuno come Mellina che mi incoraggia a seguire Gesù”.



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