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Le conclusioni del sinodo dell’Amazzonia? Erano nella mente dal papa già cinque anni fa




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Alla vigilia della votazione sul documento finale del sinodo dell’Amazzonia, le domande su quali saranno le innovazioni chiave affidate alla decisione del papa hanno una risposta scontata.

source : http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it 25 ott 2019


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Infatti, sia l’ideazione di questo sinodo, sia le sua finalità – ordinazione di preti sposati e nuovi ministeri alla donne – erano già tutte “in nuce” nell’udienza del 4 aprile 2014 tra papa Francesco e il vescovo austriaco emigrato in Brasile Erwin Kräutler.

Di quell’udienza ora conosciamo il dettagliato svolgimento, con i successivi sviluppi, grazie a un libro che lo stesso Kräutler ha pubblicato in occasione di questo sinodo.

Per capire come la storia e gli esiti del sinodo dell’Amazzonia fossero già scritti fin d’allora, basta ripercorrere le pagine di questo libro, come ha fatto Maike Hickson su “ LifeSite News ” del 22 ottobre, nella recensione riprodotta qui di seguito.

L’architetto del sinodo dell’Amazzonia rivela come papa Francesco potrebbe "aprire una porta" all'ordinazione delle donne di Maike Hickson

Erwin Kräutler, vescovo emerito della diocesi di Xingu, in Brasile, […] ha pubblicato un nuovo libro dedicato al sinodo amazzonico e ai suoi risultati. Il titolo del libro è “Rinnovamento ora. Stimoli dall'Amazzonia per la riforma della Chiesa ".

In questa sua pubblicazione, il vescovo Kräutler rilancia la sua richiesta di preti sposati e di donne diacono, come pure di donne sacerdote. È su questo sfondo che egli parla dell'ampio ruolo che le donne già svolgono nella Chiesa della sua regione, il Brasile. Quando denuncia che le donne hanno troppo poco spazio di parola nella Chiesa cattolica, scrive:

“Spesso mi riferisco al fatto che da parte nostra, nella diocesi di Xingu, le cose stanno in modo molto diverso. Lì le donne guidano le liturgie della Parola e così facendo tengono anche l’omelia. Ma questa esperienza, in Brasile e forse anche altrove, è tutt’al più un esile lampo di luce, ma è ben lungi dall'essere un sicuro annuncio dell'alba che aspettiamo da così tanto tempo”.

Kräutler è "convinto che una pari dignità della donna per quanto riguarda l'ammissione ai ministeri ordinati arriverà”. "E spero – continua il vescovo – che il sinodo dell'Amazzonia aprirà nuovi cammini a questo, o almeno farà alcuni passi nella giusta direzione".
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Kräutler ricorda il suo incontro del 4 aprile 2014 con papa Francesco, che ha finito con l’essere un evento cruciale nella storia dell'attuale sinodo panamazzonico. E mostra come tutti i punti che egli aveva sollevato in quel colloquio con papa Francesco sono stati ora inclusi nel sinodo dell’Amazzonia.

Parlando della sua udienza privata con papa Francesco, il vescovo austriaco ricorda anzitutto che era stato proprio il teologo suo consulente, padre Paulo Suess , poco prima dell’udienza, a parlare a papa Francesco della mancanza di sacerdoti in Amazzonia. Fu allora che il papa disse "che si aspettava che i vescovi gli portassero proposte concrete e coraggiose".

E con una risata papa Francesco chiese a Kräutler se si ricordava che lui stesso aveva già usato la stessa parola “corajudos“ (che Kräutler traduce con “coraggioso”, “audace”) quando aveva parlato alla giornata mondiale della gioventù di Rio de Janeiro, il 27 luglio 2013.

Il vescovo austriaco racconta anche di aver presentato al papa tre punti: "la situazione e i diritti delle popolazioni indigene in Amazzonia"; “l’Amazzonia e l'ecologia"; e "le parrocchie senza eucaristia", cioè la mancanza di sacerdoti.

È stato qui, a proposito di questo terzo punto, che il papa ha chiesto a Kräutler se avesse una proposta specifica da fare. Dopo che Kräutler aveva semplicemente detto che doveva esserci un modo per evitare che le sue parrocchie fossero escluse dall’eucaristia, il papa fece riferimento a “un vescovo in Messico; il vescovo Samuel Ruiz di San Cristóbal de las Casas, che era deceduto da poco” e che Kräutler conosceva bene. Ruiz aveva ordinato diaconi permanenti centinaia di indigeni, che erano sposati e che semplicemente guidavano le loro parrocchie. Questa pratica era stata interrotta dal Vaticano nel 2000.

Papa Francesco chiese quindi a Kräutler perché questi diaconi non potessero celebrare anche la santa eucaristia, e il vescovo rispose: “Perché sono sposati". Fu qui che lo stesso papa Francesco tirò fuori le idee di un altro vescovo, Fritz Lobinger , il quale vagheggiava una "squadra di anziani”alla guida di una parrocchia, ordinati preti e quindi col potere di celebrare la messa. Questi “anziani”, secondo le idee di Lobinger, potevano essere sposati ed essere indifferentemente uomini o donne.

È significativo che papa Francesco abbia tirato fuori le idee di un personaggio che optava esplicitamente per l'ordinazione di donne al sacerdozio. Ma è anche significativo che dopo aver discusso delle idee di Lobinger nel 2014, abbia poi detto nel 2019, in una conferenza stampa in aereo, che ”non dico che si debba fare [così], perché non ho riflettuto, non ho pregato sufficientemente su questo”.
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Si potrebbe forse dire che questo sinodo dell'Amazzonia sia il sinodo di Kräutler.

Kräutler infatti afferma: "Per il nostro popolo indigeno in Brasile, è assolutamente meraviglioso che papa Francesco abbia ripreso tutte le istanze che ho avuto modo di presentargli nella mia udienza privata del 2014 a Roma".

Kräutler riserva anche alcune parole sprezzanti a “quelli di Roma”, quando riferisce del consiglio pre-sinodale che preparò il sinodo dell'Amazzonia, composto di diciotto membri, molti dei quali provenienti dall'America Latina, più alcuni della curia romana.

Era un gruppo di esperti latinoamericani quello che aveva preparato una bozza per i "Lineamenta”, il documento preparatorio del sinodo dell'Amazzonia, le cui idee avevano incontrato una certa resistenza. Descrivendo come la squadra pre-sinodale elaborò quel testo nell'aprile del 2018, il vescovo Kräutler registra che “a volte c'erano differenze di opinione, specialmente con ‘quelli di Roma’”.

Il vescovo austriaco torna poi su questo stesso contrasto quando descrive la riunione del consiglio pre-sinodale del maggio 2019, che doveva discutere la bozza dell”Instrumentum laboris”, il documento base per i lavori del sinodo.

"Le discussioni non sono state sempre facili", scrive il prelato austriaco. "A volte abbiamo sentito soffiare un vento gelido." E spiega: "Il problema è sempre lo stesso: opinioni basate su un'esperienza pastorale di anni e sul contatto diretto con il Popolo di Dio, che si scontrano con fredde norme, con canoni e paragrafi sbandierati da membri della curia romana che conoscono l'America Latina solo dal punto di vista di un turista e che molto probabilmente non hanno mai lavorato direttamente sul terreno della cura pastorale di una parrocchia”.

Kräutler insiste sul fatto che il suo gruppo "ha combattuto coraggiosamente" e ha potuto così ultimare con successo il documento di lavoro del sinodo. Ma dice di essere rimasto ancor più soddisfatto già quando, dal 14 al 15 novembre 2018, si era tenuta a Manaus una riunione del consiglio pre-sinodale, assieme ai presidenti di tutte le conferenze regionali dell'Amazzonia brasiliana.

Anche il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del sinodo dei vescovi, era arrivato da Roma. "Questo incontro – spiega Kräutler – accrebbe in me la speranza che ci potesse essere finalmente un po’ di movimento sulla questione delle parrocchie senza eucaristia e delle condizioni per l'ammissione ai ministeri ordinati".

"Perché all'improvviso – prosegue – anche vescovi che fino ad allora non avevano parlato molto di questo argomento inaspettatamente alzarono la voce. Come prevedibile, il cardinale Baldisseri aveva sollevato alcune obiezioni e fatto riferimento a dichiarazioni di diversi papi. Ma a quel punto due vescovi – dom Edson di São Gabriel da Cachoeira (Amazzonia) e dom Filipe di Miracema do Norte (Tocantins) – replicarono e opposero resistenza ‘a viso aperto’ al cardinale, proprio come fece Paolo con Pietro ad Antiochia (Gal 2, 11 )".

Dom Filipe, stando a quanto scrive il vescovo austriaco, si era preparato e aveva scritto un appunto e "dichiarò deciso: ‘Le condizioni odierne per l'ammissione ai ministeri ordinati devono essere riviste!"

Per questo prelato, la "tradizione" aveva un cattivo gusto. Egli propose di sbarazzarsi della “zavorra che è stata accumulata nel corso dei secoli, che noi nella nostra Chiesa sopportiamo con molta sofferenza e che alcuni nei circoli di destra fanaticamente difendono come ‘tradizione’”. E oranel sinodo dell'Amazzonia si è tornati a proporre con fiducia di rimuovere tutto ciò che è "superfluo".

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Su tale sfondo, il vescovo Kräutler rivela nel suo ultimo libro che, durante le riunioni del consiglio pre-sinodale, "alla presenza del papa, ho insistito perché fosse inclusa l'ordinazione di donne diacono nel documento finale". Tuttavia, il cardinale Baldisseri insisteva sul fatto che era "meglio lasciare che il ‘popolo’ in Amazzonia rispondesse prima alle domande che venivano loro fatte, invece di anticiparle".

Per Kräutler, il diaconato femminile è ciò su cui il sinodo amazzonico non può sorvolare, dal momento che "realisticamente non faremo sostanziali passi avanti riguardo al sacerdozio femminile. Mi dispiace per papa Francesco, perché papa Giovanni Paolo II ha dichiarato inequivocabilmente che la Chiesa non ha l'autorità di ordinare donne al sacerdozio”, così che adesso papa Francesco “si trova sottoposto a questo verdetto per quanto riguarda il sacerdozio femminile”. Ma lui stesso – aggiunge il vescovo – pensa sempre che questo verdetto “non è un dogma”.

Quanto alla questione del rimanere fedeli alla Rivelazione, il vescovo Kräutler ha le sue idee. Tale questione, scrive, "in realtà non significa che tutti i riti e le normative della Chiesa primitiva siano ancora per noi vincolanti nel significato di quei tempi". Su questo punto, egli rigetta esplicitamente il monito di san Paolo secondo cui "le donne tacciano nelle assemblee” (1 Cor 14, 33-34).

“Se questa regola fosse ancora valida – dice – che cosa succederebbe nelle parrocchie dell'Amazzonia e di altre regioni che sono guidate da donne nei due terzi dei casi?"

Kräutler sostiene addirittura che questa frase di san Paolo sia stata introdotta solo più tardi, mettendo così in dubbio la sua autenticità. Il prelato austriaco fa notare inoltre che ci sono stati molti insegnamenti, ad esempio del XIX secolo, che la Chiesa nel XX secolo ha abbandonato, ad esempio la posizione della Chiesa nei confronti della democrazia (papa San Pio X), della libertà religiosa ("Dignitatis humanae”) e anche di altre novità introdotte nel Concilio Vaticano II “che sarebbero state considerate eretiche al tempo del primo concilio ”.
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Nella sua sfrontatezza, il vescovo Kräutler arriva anche a dare ragione alle "paure dei circoli conservatori" nella Chiesa cattolica – esplicitamente citando alcuni scritti di Sandro Magister e di Giuseppe Nardi di  Katholisches.info – e in particolare al timore che il "laboratorio amazzonico” abbia in animo di attaccare il sacramento dell’ordine.

"Ciò che da loro viene presentato qui come un grande motivo di paura – scrive Kräutler – lo guardo con un atteggiamento di speranza. Il sinodo dell'Amazzonia può essere il motore di un passo avanti epocale nella Chiesa universale ”.

Qui, egli finalizza le proprie speranze su ciò che probabilmente papa Francesco farà. In primo luogo, spera che il papa ascolterà i partecipanti al sinodo. “Quando presentiamo le nostre istanze in modo risoluto, il papa potrebbe, come ha fatto col sinodo sulla famiglia, aprire una porta dicendo: 'Ora voi vescovi avete la possibilità di fare ciò che ritenete necessario’”.

Sarebbe quindi "compito delle conferenze episcopali regionali dire: Sì, la situazione da noi è tale per cui è bene che utilizziamo la possibilità che il papa ci ha dato di ordinare ‘viri probati' e donne diacono”.

Qui, il vescovo Kräutler stabilisce un collegamento con l'esortazione post-sinodale "Amoris laetitia", in cui papa Francesco ha permesso che conferenze episcopali regionali – come la conferenza episcopale tedesca – consentano ad alcune coppie divorziate e risposate di ricevere la santa comunione, nonostante vivano oggettivamente in stato di adulterio.

Insomma, alla luce del fatto che il vescovo Kräutler ha avuto un tale successo nel convincere papa Francesco a organizzare un sinodo sulla base dei tre punti da lui presentati al papa nel 2014, possiamo aspettarci di leggere una conclusione e una proposta come quella qui descritte dal vescovo, sia nel rapporto finale del sinodo dell'Amazzonia, sia nella successiva esortazione post-sinodale di papa Francesco, che sicuramente non tarderà a lungo.




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