Corso di Religione

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Muri. Gli orchi che minano le comunità
" Da bambino credevo che due anziani vedovi che vivevano in case vicine alla mia fossero orchi. Uno di loro era un "buon orco" e l'altro era un "orco cattivo". ...source :http://www.cyberteologia.it Pubblicato in articolo da Antonio Spadaro SJ


" ... Ero libero di proiettare tutte le mie paure e gli infantili uomini neri sul cattivo orco. L'altro invece era il capitano dei miei titoli e ordine nel mio piccolo mondo. La paura del malvagio orco è diventata oggi una strategia per il successo e il consenso.

Il cittadino che ha paura è facile preda di chiunque si presenti come capitano dell'ordine. Non la "forza dell'ordine" ma l'ordine di forza, proposto come soluzione a tutti i problemi. Aumentano i toni del conflitto, esagerano il disordine, agitano gli spiriti delle persone con proiezioni di scenari inquietanti ... e questo è sufficiente per creare il caos, che richiede quindi un "buon orco" per domarlo.

È un po 'come l'aneddoto delle aziende antivirus che creano il virus per vendere le loro soluzioni. La riflessione politica, quindi, sarà irrilevante se non entrerà in contatto con le paure dei nostri contemporanei che sono attratti dal prodotto della cultura populista.

Chi sarà in grado di chiarire che la sicurezza è l'esatto opposto dell'ossessione per la sicurezza?
Chi riuscirà ad aprire gli occhi a quelli che si stanno davvero illudendo che solo conducendo i richiedenti asilo nel buco nero del sottosuolo le nostre strade saranno veramente sicure? Qual è il rischio di credere nell'uomo nero del cattivo orco?

La rabbia nel trovare oggetti (e persone) su cui proiettare istinti, impulsi e risentimenti è minore di quel significato di cittadinanza che si compone sempre e ovunque di ideali, valori e tradizioni che caratterizzano la nostra comune umanità. Siamo chiamati a riconoscerci come comunità. In effetti, la vera sicurezza si realizza, efficacemente, preservando e garantendo i valori positivi della convivenza.

Il disprezzo per coloro che sono stati costretti all'esilio - ha scritto anche il Papa nel suo Messaggio per la Giornata mondiale della pace - è uno di quei vizi della politica che "sono la vergogna della vita pubblica e mettono in pericolo la pace sociale".

Non sarà un "buon orco" per proteggerci dal male. La necessità di sentirci e di riconoscerci come comunità nazionale non ha nulla a che fare con il senso di un'identità basata su una presunta coesione etnica.

Questo senso di solidarietà e di convivenza è la base spirituale e culturale che preserva il nostro sentimento di umanità. L'appello che è clamoroso è quindi anche etico, oltre che politico, ma è anche un appello all'immaginazione. Perché - dobbiamo finalmente averlo chiaramente in mente - il buon orco e l'orco cattivo non esistono.



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