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Mons. Olivero: serve una Chiesa che va verso tutti


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Su numero di agosto/settembre del mensile Vita Pastorale viene pubblicata unaintervista a mons. Derio Olivero, vescovo di Pinerolo, a cura di Chiara Genisio. L'intervista si intitola "La Chiesa che sogno. Dopo la tempesta della pandemia la riscoperta delle relazioni e di parole essenziali come fiducia e comunità"

source : adista.it redazione 26/07/2020, 18:21


Olivero racconta l'esperienza di quasi cinquanta giorni d’ospedale per Covid-19, la morte sfiorata e il ritorno alla vita.

«Quand’ero prossimo alla morte e tutto evaporava - racconta - molti volti mi sono apparsi nella mente. E rimanevano parte di me con la fiducia in Dio, che è un’altra relazione. Relazione è la capacità di fare spazio a qualcun altro e saper promettere qualcosa ad altri e saperne essere fedeli. Una vera relazione ha queste due grandi dimensioni, vale per gli amori che per le amicizie. L’ho scoperto vivendo questa esperienza. L’ho sempre detto, ma forse in modo un po’ teorico. Ora l’ho riscoperto: le relazioni sono la parte più vera di noi».



Olivero ripete che non dobbiamo tornare come prima, anche nella Chiesa. E spiega:

 «La cosa essenziale l’ha detta il teologo don Giuliano Zanchi: “Le parole della Chiesa sono logore”. Cioè non incidono nella vita e non aprono alla speranza. Questa è una delle fragilità della nostra Chiesa.

In un’epoca di cambio radicale di paradigma non abbiamo ancora ritrovato parole per dire, in modo nuovo, il cristianesimo. La Chiesa, troppo spesso, è una buona macchina organizzativa, ma non una comunità di relazioni. Come afferma il teologo don Ivo Seghedoni: “Abbiamo bisogno non di una Chiesa che va in chiesa, ma di una Chiesa che va a tutti”.

Mi piace molto. Il rischio è di non prendere in considerazione i credenti non praticanti. Ci siamo trovati in una situazione in cui tutti non potevamo praticare, e s’è visto che ci sono anche altre dimensioni che curano la nostra fede e spiritualità. Il valore della messa è centrale, ma non basta».

«Sogno una Chiesa come quella che ci indica Francesco: in uscita. Che sappia donare voce alla vivacità del cristianesimo e alla trasparenza del Vangelo; che aiuti a pensare con libertà e punti molto sulle relazioni».


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