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La Francia in pericolo di islamizzazione ?




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Lo spettro dell’islamizzazione (e di Houellebecq) si aggira davvero per la Francia?

source : corriere.it Rassegna stampa Giovedì 20 agosto 2020 di Luca Angelini


Per il momento si tratterebbe di poca cosa, «da dieci a quindici liste presenti alle ultime amministrative, di alcuni individui isolati in liste “classiche” e, più di frequente, di pressioni elettorali e clientelari».

Ma tanto basta a Le Figaro per parlare, in prima pagina, di "derive separatiste" e "libanizzazione". Insomma, secondo il quotidiano conservatore (e vicino ai valori del cattolicesimo in campo sociale), uno spettro si aggira per la Francia: quello dell'islamizzazione.

O del «communitarismo» che vorrebbe dar vita ad enclavi in cui prevalgano i valori della Sharia su quelli della République.

Yves Thréard, nel suo editoriale, parte addirittura da  Sottomissione , il romanzo di Michel Houellebecq in cui si parla dell'elezione di un presidente francese musulmano (nel 2022) con conseguente islamizzazione della società e tanti saluti alla laicità e a liberté, egalité, fraternité.

«Se la Francia non ci è ancora arrivata - scrive Thréard - farebbe comunque meglio a stare in guardia» perché, grazie alla complicità della «gauche niqab», l'estrema sinistra filo islamica, «una e indivisibile sulla carta, la République è in realtà incancrenita da una deriva comunitarista sempre più visibile».

E, riferendosi alla recente visita di Macron a Beirut, Thréard conclude che il presidente ha potuto vedere da vicino «gli effetti perversi del confessionalismo sulla vita del Libano. Possa il capo di Stato rendersene conto anche in casa propria. È il momento di agire se vuole evitare la libanizzazione della Francia».

L'allarme suona un tantino esagerato (e certo non è condiviso da un giornale di sinistra come Libération). Resta però il fatto che, come raccontano i servizi nelle pagine interne di Le Figaro, il nuovo ministro degli Interni, Gérald Darmanin, con un passato al fianco di Sarkozy, sta prendendo sul serio la questione e, dopo il monitoraggio su liste e candidati alle recenti amministrative, ha dato mandato ai prefetti di vigilare su sindaci e consigli municipali, per segnalare eventuali casi di decisioni in contrasto con i valori repubblicani, in particolare sulla parità fra uomini e donne.

Del resto, in un'intervista di fine luglio al quotidiano, Darmanin aveva detto: «Bisogna essere ciechi per non vedere cosa sta succedendo. C'è un progetto politico messo in piedi da chi vuole mettere fine alla nostra nazione come la conosciamo. Dobbiamo dunque combattere quella che il presidente della Repubblica ha definito “volontà di separatismo”».

Pur prendendo cum grano salis l'allarme di Le Figaro, considerato che, dietro liste e candidati islamici ci sono spesso il Qatar, gli Emirati o la Turchia, non va forse sottovalutato il punto sollevato da un amministratore locale eletto nell'area parigina: «La questione essenziale è quella delle sovvenzioni pubbliche distribuite in città spesso in difficoltà: lo Stato avrà il coraggio di sorvegliare le associazioni che ne beneficiano e i loro eventuali legami con il separatismo?».



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