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“La Croce e la Svastica”. La Santa Sede tra silenzi e complicità.


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Le ambiguità del Vaticano ai tempi del Papa Pio XII

source : https://video.corriere.it/esteri/vicino-oriente/ambiguita-vaticano-tempi-papa-pio-xii/7b5e9f20-7c2e-11ec-8a2d-4c61d1a6b1fa  -16 GENNAIO 2022


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Esce oggi un libro da brividi: “La Croce e la Svastica”. La Santa Sede tra silenzi e complicità. I 28 vagoni del treno merci carico di 1023 ebrei rastrellati a Roma, si ferma a Padova per 3 giorni. Alla fine cambia destinazione: da Mauthausen ad Auschwitz

Tra poco è il giorno della Memoria e, come ogni anno, cerco scrupolosamente una storia simbolica per celebrarlo.

Ovviamente a modo mio, senza reticenze, bla bla, luoghi comuni, e senza alcuna paura dei tanti mascalzoni che ci circondano. La fortuna, spesso generosa, mi ha aiutato, perché proprio oggi, 24 gennaio 2022, esce un libro fondamentale, “La Croce e la Svastica”, scritto a quattro mani da Nico Pirozzi e Ottavio Di Grazia (D’Amico editore, collana Renzo De Felice).

Con Nico ci conosciamo da anni, e devo dire che ci somigliamo. Ha grinta, puntiglio e coraggio questo professore padovano che vive in Campania e che da sempre indaga soprattutto sulle storie scomode. Questa è scomodissima, come si legge già nel sottotitolo: “Il pontificato di Pio XII tra silenzi e complicità”.

Con un pontefice che non prende posizioni nette, ma si barcamena, come in tante vicende negli anni più bui dell’umanità: la seconda guerra mondiale e la Shoah. È una storia che non conoscevo e che mi riempie di disgusto.

I fatti non sono segreti. A Roma, dopo il bombardamento del 1943, vi è l’ordine di Ribbentrop, su istruzione di Adolf Hitler, di rastrellare tutti gli ebrei romani, e di caricarli su treni diretti al campo di concentramento di Mauthausen. Concentramento, non sterminio sistematico.

Una specie di passaggio per utilizzare poi i prigionieri come merce di scambio. Il Papa Pio XII è in seria difficoltà. Da una parte impartisce l’ordine di salvare tutte le vite umane, ma dall’altra accetta consigli ambigui, da chi pensa di saperne più di lui all’interno delle gerarchie ecclesiastiche. E soprattutto non vuole rompere le relazioni con la Germania.

Gli ebrei rastrellati subito a Roma sono 1023 e vengono stivati in 28 vagoni, di solito destinati a carri bestiame, diretti a Padova, in attesa di passare il Brennero e dirigersi sulla linea Salisburgo-Linz, dove appunto si trova il campo di Mauthausen, oggi quasi un museo-fortezza, che ho visitato tre o quattro volte.

Il treno ha un numero di codice, X70469, ma resta bloccato su un binario morto della città veneta per oltre 3 giorni, 72 ore di attesa e di sofferenza.

Gli ebrei reclusi hanno sete. Nei 28 vagoni c’è un odore insopportabile. Qualche benefattore volontario porta barili di acqua. Tra i prigionieri ci sono molti bambini, tra cui un piccino che ha soltanto 3 giorni.

Eppure gli ordini, sottoscritti dal Fuhrer, secondo quanto ricostruito nel libro, erano chiarissimi: Mauthausen. Invece, improvvisamente il treno partito da Roma-Tiburtina, non riparte per il Brennero, ma verso Tarvisio, per proseguire verso la Polonia, verso Cracovia, verso il campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau.

Quasi tutti finiscono nei forni, come la storia ci ha insegnato. Da merce di scambio a scarti. Pezzi da trasformare in fumo.

Molti storici stanno analizzando questo storico capitolo di complicità e vigliaccherie. Anche perché, come è stato ampiamente provato, molti gerarchi nazisti, alla fine della guerra, sono stati aiutati proprio dal Vaticano a raggiungere l’Argentina.

Sono stato nel Paese sudamericano quattro volte, e mentre intervistavo il criminale nazista Erich Priebke, boia delle Fosse Ardeatine, è arrivato l’Interpol ad arrestarlo. Bariloche sembrava, e forse sembra ancora, una cittadina della Baviera, non lontana dalle Ande. Ma a poco a poco, anche le verità più inconfessabili vengono alla luce.

Meno male che abbiamo Papa Francesco, che non ha certo paura di far pulizia nei palazzi della Santa Sede.

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