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Un secolo di storia per capire l’odio dell’Iran verso Israele e l'occidente

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Il sostegno dell'Iran a milizie di terroristi in tutto il Medio Oriente va visto nello scenario più ampio di una guerra santa contro gli infedeli e l’Occidente. Le cui radici sono da cercare nella storia persiana degli ultimi cento anni. source : corriere.it   Federico Rampini

Perché questo paese ha una posizione così antagonista verso Israele, l’America, l’Occidente? Non è sempre stato così, al contrario. Prima che a Teheran prendesse il potere il clero sciita con la rivoluzione khomeinista del 1979, questo paese era un alleato dell’Occidente e ne abbracciava molti valori, anche se non tutti. ***
Durante la 2.nda guerra mondiale gli strateghi nazisti nella fase dell’avanzata trionfale pensarono di poter conquistare la parte più vicina dell’impero britannico cioè il medioriente pieno di giacimenti petroliferi lasciando l’altra più orientale, India e Cina , agli alleati giapponesi.

Inglesi e sovietici avevano bisogno di bloccare l’accesso di Adolf Hitler agli idrocarburi : l’Iran era già allora uno dei paesi più ricchi di petrolio e i suoi porti controllavano rotte marittime cruciali per collegare altre nazioni petrolifere. Il vasto territorio persiano  era una via di transito tra l’Europa e l’India, la più vasta colonia britannica.
È a questo punto che scatta l’offensiva congiunta di Londra e Mosca per blindare il Golfo Persico con l’invasione a tenaglia dell’Iran.

Nell’agosto 1941 l’Iran subisce due invasioni militari in rapida sequenza: dalle truppe britanniche e da quelle sovietiche. È allora che le antichissime vie della seta si trasformano nelle moderne vie del petrolio, implicando l’Occidente nelle vicende politiche del mondo arabo-persiano, con comportamenti predatori e ingerenze golpiste.
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Per molti iraniani una simile interferenza esterna era intollerabile. Nel novembre 1941 ci furono manifestazioni al grido di «Lunga vita a Hitler!».
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Ci fu un duello tra l’Occidente e la Russia per il controllo dell’Iran poichè Londra aveva messo le mani sulle risorse energetiche del paese. La  multinazionale Anglo-Persian Oil Company, poi ribattezzata Anglo-Iranian è la madre dell’attuale Bp (British Petroleum).
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È in questo periodo che sulla scena politica iraniana si affaccia Mohammad Mossadeq: un nazionalista laico, il cui primo obiettivo è l’indipendenza economica, il controllo sulla ricchezza petrolifera.
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Il presidente Franklin Roosevelt entra nel il Grande Gioco per il controllo sulle vie della seta-petrolio, in parte come alleato-fiancheggiatore di Londra, in parte con un disegno autonomo: sostituire la Gran Bretagna nel ruolo di potenza globale.

In Iran i primi ventimila soldati americani arrivano nel dicembre 1942. A Teheran alla fine del 1942 s’insedia il quartier generale dell’intero comando Usa per il Golfo Persico. Arrivano poi i petrolieri americani.
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Sulla scena mondiale si affaccia infine l’Urss con un messaggio anti-imperialista. L’ideologia comunista sosteneva le aspirazioni dei popoli arabi e persiano all’indipendenza così  dopo la sconfitta dei nazifascismi l'entrata della Russia in Iran diventa la nuova priorità degli americani: arginare la marea comunista.
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Tra le varie iniziative politiche vi fu da parte americana quella di aizzare il clero locale iraniano contro i pericoli del marxismo ateo diffuso dalla Russia
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Nel 1951 Mossadeq diventa primo ministro e fa quello che aveva promesso: nazionalizza la compagnia petrolifera Anglo-Iranian e apre una strada maestra verso il controllo sulle ricchezze del sottosuolo: Nasser in Egitto, Gheddafi in Libia, e molti altri leader nazionalisti lo seguiranno.

Mossadeq trova inizialmente l’appoggio del clero musulmano: l’ayatollah Kashani per sostenerlo nel settembre 1951 proclama una « giornata nazionale di odio contro il governo britannico».

Le classi dirigenti autoritarie itraniane si prodigano per indottrinare i popoli racchiudendoli in una bolla ideologica in cui si ripete all’infinito la storia dei soprusi occidentali.
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Il governo di Sua Maestà è sull’orlo della bancarotta. Le spese militari della seconda guerra mondiale hanno dissanguato il Tesoro britannico. Quattro anni prima ha dovuto accettare la liquidazione della colonia più vasta, l’India. Se avesse perduto anche il petrolio persiano, la Gran Bretagna sarebbe rimasta senza la sua fonte più ricca di valuta pregiata. Questione di vita o di morte.
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Per bloccare Mossadeq bisognvaa coinvolgere gli americani e i servizi segreti britannici riescono a convincere la neonata Cia a farsi complice di questo disegno: bisognava dimostrare che dietro Mossadeq sarebbe spunato ben presto il demonio comunista dell’Urss. 

Mosca tesse le sue trame, il partito filo-sovietico Tudeh organizza manifestazioni popolari in Iran contro gli inglesi a partecipano soldati dell’Armata rossa. L’Urss soffia sul fuoco delle rivolte anti-occidentali sull'onda della vittoria di Mao Zedong in Cina nel 1949.
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Inglesi e Cia si procurano la complicità dello scià Reza Pahlavi l’appoggio dell’ayatollah Kashani, rapidamente convintosi che il pericolo maggiore è l’avanzata del comunismo ateo.

Il 19 agosto 1953 col nome in codice di Operazione Ajax va in porto il primo di una serie di golpe targati Cia.

Mossadeq viene arrestato, al suo posto lo scià nomina come primo ministro un generale ma il golpe si rivela una vittoria di Pirro. Washington infatti impone la fine del monopolio dell’Anglo-Iranian, sostituta da un consorzio di cui fanno parte ben cinque compagnie petrolifere Usa.

Ha inizio una nuova storia, quella dell’Iran come alleato di ferro degli Stati Uniti, piattaforma essenziale per l’influenza americana sulle vie della seta-petrolio.
Sotto lo scià ci furono riforme laiche all’avanguardia rispetto ad altri paesi islamici: la parità dei diritti delle donne, insieme con un notevole miglioramento del loro accesso all’istruzione, anche universitaria. Ma patriottismo e religiosità retrograda si alleano fino a confondersi : respingere l’imperialismo yankee e ripudiare l’emancipazione femminile, volere il riscatto nazionale e il ritorno ai tabù di una società patriarcale, per una parte degli iraniani diventano tutt’uno .

L’eredità di Mossadeq, cioè l’aspirazione all’indipendenza economica, viene raccolta da due forze in competizione tra loro e cioè la sinistra marxista del partito Tudeh legato a Mosca da un lato e dall’altro i capi politico-religiosi musulmani, i mullah.
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La borghesia medio-alta di antichissime tradizioni imprenditoriali- per due millenni tra i più attivi intermediari delle vie della seta e i mercanti, e i loro figli diplomati nelle università dello scià come medici o ingegneri, diventano la base sociale di una nuova predicazione sciita che risale a pensatori radicali come Ali Shariati .

Questi si era formato alla Sorbona, in quella Parigi dove l’ayatollah Khomeini viveva in esilio negli anni finali dello scià, preparando il terremoto che rovescerà il monarca.
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La rivoluzione islamica fu sconvolgente : nel 1978-79 le rivolte islamo-nazional-popolari portarono alla fine della monarchia. L’America perdva un alleato, anzi l’Iran le si ritorce contro e diventa un avversario indomabile. ***
Gli studenti militanti espugnano la sede diplomatica USA il 4 novembre 1979.  Negli archivi dell’ambasciata i militanti islamici speravano di trovare le prove che fu la Cia a organizzare il golpe contro Mossadeq. L’occupazione-sequestro durò 444 giorni.
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Fra le vittime della rivoluzione khomeinista ci furono tanti iraniani uccisi o imprigionati e torturati; più un milione di esuli. A cominciare dai comunisti iraniani filo-sovietici, tra i primi a finire in carcere o uccisi.
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L'islamismo sciita iraniano antioccidentale dal 1979 alimenta l’idea di uno “scontro di civiltà”. L’antiamericanismo diffuso anche in europa portò molti occidentali a simpatizzare per gli islamismi ( l'islam dei pensatori radicali) , senza prevedere le stragi di cui questi avrebbero disseminato il pianeta. L’obiettivo proclamato dalla teocrazia sciita di distruggere lo Stato d’Israele e il sostegno a milizie di terroristi in tutto il Medio Oriente, va visto in questo scenario più ampio, di una guerra santa contro gli infedeli e l’Occidente

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