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Natale vietato in Brunei: “Cinque anni di carcere a chi festeggia”

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Il piccolo Brunei, la cui unica fortuna è di galleggiare su un mare di petrolio sull’isola del Borneo, è governato dal sultano Hassanal Bolkian. source: msn.com/it

Quest’ultimo, una volta uno degli uomini più ricchi del mondo, scivolato in graduatoria ma sempre tra gli «happey few», adora farsi vedere a Londra e apprezza molti lussi occidentali.

Ma a casa è un difensore dell’interpretazione più intransigente dell’Islam tanto da aver introdotto la Sharia (la severa legge coranica) nel 2014 e quest’anno ha deciso che chiunque festeggerà il Natale nel suo micro-Stato sarà condannato a 5 anni di carcere.

Per festeggiare, spiega il britannico Daily Telegraph, si intende l’ostentazione pubblica del Natale, come «indossare simboli religiosi come croci, accendere candele, addobbare alberi di natale e cantare inni religiosi o mandare auguri di Natale, montare decorazioni» in sintesi, tutto ciò che rappresenta il Natale.

I non musulmani nel Brunei possono santificare il Natale ma solo all’interno della loro comunità e solo dopo aver notificato alle autorità le loro intenzioni.

Circa il 65% dei 420.000 abitanti del Brunei sono musulmani e il ministro degli Affari Religiosi ha spiegato che il divieto di celebrare pubblicamente il Natale serve a preservare «il credo (aqidah) della comunità musulmana».

Un palese ammissione di come il Natale - in sé più ricorrenza occidentale festeggiata anche da molti agnostici, che cristiana - possa fare breccia tra i musulmani la cui fede non deve essere molto salda nel Brunei, se anche gli imam si sono detti preoccupati del Natale.

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