Piccolo Corso Biblico

Apocalisse di Gesù.
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LA SIGNORA DI TUTTI I POPOLI
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Filosofie della storia e teologie della storia. Mentre la scienza investiga i fenomeni naturali secondo una visione meccanicistica di causa-effetto, la teleologia( filosofia della finalità) ricerca la possibile esistenza di un principio organizzativo  trascendente  o  immanente nell' ordine naturale e nella storia . Essa si chiede se esista un disegno, un principio guida nel processo della storia umana.

Il ritornello ricorrente nei dibattiti sul destino della filosofia della storia dopo la destrutturazione ( o dissoluzione ) della filosofia della storia stessa in seguito ai diversi attacchi critici ( soprattutto quelli scatenati dalla caduta del muro di Berlino) recita :

"Senza una idea della storia come unità di senso - senza una nuova filosofia della storia l'umanità non può contrapporsi a ciò che ritiene ingiusto ; ci si può tutt'al più contrapporre episodicamente a quanto non si accetta, provocando crisi locali e ponendo ostacoli contingenti ma non si può mettere in moto alcun processo di trasformazione, nel quale occorre sapere da dove si viene e dove - e perché - si intende andare: e, soprattutto, chi si è e che cosa si vuole" ( filosofia.it )

Ma la ragione (che è plurale) è in grado di elaborare una "logica dello sviluppo storico" che disveli "il" senso unitario della storia?

Sono ben presenti a chiunque le ideologie disatrose che le grandi visioni filosofiche della storia hanno prodotto nei secoli passati come i vari imperialismi e in quelli recenti le ideologie totalitarie come il comunismo, il nazifascismo , et c.

Il crollo delle ideologie dominanti nel XX secolo di cui tutti parlano non ha certo portato con sé la morte dell'ideologia come tale; a ben guardare si aggirano ancora tante ideologie che vengono seminate in diverse parti del pianeta.

Quali bestie  stanno ingannando il mondo oggi?
Chi ne conosce il nome?

Quali compromessi hanno fatto (e fanno) i cristiani con le ideologie dominanti ? Quanti hanno scelto l'apostasia e l'adorazione della bestia ?

" Faccio nuove tutte le cose ". 1Gv 5, 4Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede." ...Con Gesù si aprono i tempi nuovi in cui la creazione arriva a compimento e la storia dell’umanità entra nel suo stadio definitivo. Ciò avviene nell’ambito di uno spazio che progressivamente si trasforma fino ad essere pienamente trasfigurato e contemplato come “un nuovo cielo e una nuova terra” (Ap 21,1). L’indicazione è quella di un cielo e di una terra che tutti possono riconoscere, ma dove non esiste alcuna ombra di male, e proprio in questo radica la loro novità. Il progetto di Dio viene formulato come una proposta di salvezza per tutti (cf Gv 3,17; 6,39; 10,28), per questo il suo piano non si realizza attraverso opere di distruzione, ma mediante il rinnovamento di tutto il creato.
(***)
Il senso della storia è la creazione divina che giunge a perfezione. Il processo creativo di Dio rallenta e viene sconvolto dalle azioni oppositive di angeli e uomini; più peccati , più rallentamenti e sconvolgimenti saranno necessari perchè la creazione giunga a perfezione; più collaborazione, meno sconvolgimenti , più rapidità.
La storia non va verso una fine ma verso un mondo nuovo , compiuto nella perfezione, definitivo, eterno. " ... L’Apocalisse presenta un superamento progressivo delle barriere tra il cielo, ambito del divino ( e l'aria , ambito degli angeli) e la terra, luogo delle vicende umane. Il mondo nuovo sarà la comunione di vita tra "cielo e terra" , tra Dio e gli uomini che lo accolgono.

L’azione creatrice di Dio non si limita a un semplice miglioramento delle condizioni dell'umanità, ma porta a una trasformazione totale del creato e ciò che poteva essere causa di dolore o sofferenza viene completamente eliminato.

Giovanni invita a dirigere l’attenzione sul tempo del nuovo eone la cui caratteristica finale sarà il totale rinnovamento del cosmo con l’eliminazione d’ogni forma di male e di sofferenza. Nella misura in cui il progetto di Dio si realizza e la comunicazione con l’uomo diventa più nitida, scompaiono quei limiti che la religione stessa stabilisce tra il sacro e il profano, tra il cielo e la terra (cf Ap 4,1; 6,14; 11,19; 19,11). Il contrasto ancora evidente tra questi due ambiti è dovuto alla tentazione continua dell’uomo di “voler salire fino in cielo” (cf Is 13,13) per soddisfare la propria ambizione di potere e dominio.

Immagine del nuovo mondo eterno è la Gerusalemme celeste, dono di Dio poiché discende dal cielo, ma costruita da quanti hanno messo la propria vita al servizio del Regno (cf. Ap 19,8). La comunità cristiana deve scoprire in ogni epoca e tempo il senso che le vicende storiche possono assumere in rapporto all'instaurazione del Regno di Dio.

Giovanni ricorda l’imminenza continua di un kairos, un tempo adatto per rendere testimonianza a Gesù e al suo vangelo, momento opportuno per agire in sintonia con Dio, secondo il suo progetto di salvezza. Non si tratta di vivere un tempo di nuove rivelazioni divine , ma di cogliere il momento propizio per una profonda riflessione sulla rivelazione di Gesù Cristo  ( apocalisse ) e sull’attuazione nella storia della novità che essa contiene.

Chiunque collabora a questa trasformazione del mondo, liberando la creazione da ogni agente di morte, riceve “il sigillo di Dio” ed entra a far parte del gruppo di coloro che esperimentano la pienezza della salvezza (Ap 7,4.9).

Per l’autore dell’Apocalisse la vita eterna non è un premio da ricevere in un futuro lontano ma un bene che i credenti già vivono nel presente. Per questo, al posto del giudizio finale Giovanni presenta una visione dove si sottolinea ciò che è veramente importante: avere il proprio nome scritto nel libro della VITA (Ap 20,12).

Chi non viene iscritto in questo libro, ossia, chi non aderisce di persona al disegno di Dio, si esclude dalla VITA e finisce nello “stagno di fuoco”, immagine simbolica che indica l’annientamento totale (Ap 20,15).

Dio non interviene nella storia determinando ogni singolo evento, o decidendo già in anticipo in che modo dovrà accadere (come in un copione già prestabilito), ma potenziando con il suo Spirito l’uomo, affinché questi faccia delle scelte sempre più in sintonia con il suo Progetto divino di vita eterna  per gli uomini, il Regno di Dio definitivo.  (cf. Ap 4,1-11; 21,5).

L’Apocalisse dichiara che nella sfera di Dio non c’è posto per i potenti della terra. Dal cielo scende la radicale denuncia dei sistemi di potere: “è caduta, è caduta Babilonia la grande!” (Ap 18,2), dove Babilonia rappresenta ogni umana convivenza guidata dall’interesse egoistico e dalla violenza. L’annuncio di liberazione da ogni sistema basato sullo sfruttamento e oppressione dei deboli, illumina la terra di splendore e invita la comunità dei credenti ad abbandonare ogni forma di complicità con l’ideologia del potere (cf Ap 18,1.4). 

L’autore dell'Apocalisse
- non evade dalla storia che lo circonda
- ma è fortemente interessato a quanto accade, presentando gli eventi che la caratterizzano in funzione di un «cielo» e di una «terra» completamente trasformati, senza alcuna traccia di male (cf. Ap 12,8)

L’Apocalisse è un testo profetico di “liberazione” che si contraddistingue per la sua apertura universalista; una buona notizia da annunziare a “ogni nazione, tribù, lingua e popolo” (Ap 14,6; cf 5,13), espressione con la quale l’autore indica tutta l’umanità (cf 7,9). Mentre gli altri scritti apocalittici di solito si rivolgono a una stretta cerchia di iniziati, l’Apocalisse evita chiusure e settarismi, presentando il tema della “salvezza universale” come una costante dell’opera che permette di apprezzare il traguardo finale della storia umana in modo positivo.

Il libro si discosta pertanto dallo schema tipico dell’apocalittica e propone, seppur conservando alcuni dei suoi elementi più comuni, una visione unica e originale di quello stile letterario; l’autore
- centra l’obiettivo sul messaggio da comunicare: la signoria universale di Dio e l’attuazione del suo disegno,per una pienezza di vita offerta a tutti gli uomini.
- il suo messaggio non si limita a un gruppo particolare (sètta), ma si rivolge a tutte le comunità cristiane (le sette lettere alle chiese indicano «universalismo»),
- con una delle più forti denunce contenute nelle Scritture riguardo alla concezione del potere e alla sua pretesa origine divina.

Poiché i cristiani in generale erano tentati di riconoscere l’ordine imposto da Roma, l’autore manifesta il suo dissenso, e scrive la sua opera come una sfida rivolta a quanti vogliono annunciare il Vangelo mediante le dinamiche del potere, ricordando che non si possono mescolare i valori del Regno (condivisione, uguaglianza, servizio) con i principi dei sistemi terrestri (denaro, prestigio, potere), che sono quelli offerti dal Satana.

Chi legge e ascolta le parole contenute nell’Apocalisse non può rimanere neutrale: o si accetta l’ideologia del potere, sottomettendosi alle sue dinamiche di morte, o si dà adesione alla proposta di Dio, accogliendo la vitalità del suo amore. ... Il potere, (nell’Apocalisse il drago e il demoniaco costituzionalmente deboli e perdenti, il 666), cercherà sempre di impossessarsi della condizione divina ( il 7). La preoccupazione del potere è sempre quella di voler essere considerato di condizione divina.

I poteri della storia tendono a stabilirsi in essa come istituzioni ( monarchiche, democratiche, oligarchiche, dittatoriali, tiranniche, liberali, etc.) . La stabilità delle istituzioni del potere dipende dal controllo che questi esercita sui popoli e questo controllo da sempre avviene tramite la legge, la violenza ,l'informazione-comunicazione e le religioni. I poteri che controllano  i popoli nelle società democraticamente organizzate come quelle occidentali, a ben vedere la storia , non sono solo all'interno delle istituzioni ma anche all'esterno e sono i cosiddetti poteri forti  (quelli legati al denaro, quelli legati alla comunicazione-informazione, quelli legati alle religioni ) .

ll Drago-potere non può impedire che il processo che porta la storia verso il suo compimento salvifico si realizzi, però può far sì che esso rallenti. In che modo ottiene il differimento della salvezza?

Con la violenza, la guerra, l'oppressione , l'ingiustizia, il saccheggio del pianeta, etc. ma sempre ingannando i popoli con le apparenze e le seduzioni del denaro, della comunicazione-informazione, della stessa religione.

Le comunità cristiane devono continuamente discernere nella storia queste seduzioni per non cadere nella trappola del potere e prestare ad esso la loro collaborazione invece che alla causa del Regno.


Il potere non inganna le persone invitandole a commettere peccati : più sottilmente , invita a lasciar perdere di fare il bene dell'uomo , che è inscindibilmente personale e comune , perché in fondo , se non si ha denaro, comunicazione e controllo religioso sufficienti , si combina ben poco. Meglio pensare a sopravvivere bene in questo mondo e lasciare che il potere organizzato risolva.

Nella storia si può osservare come la religione- anche quella cristiana e cattolica- abbia spesso soffocato la fede alleandosi al potere per avere vantaggi nella sua opera di bene. E’ una tentazione sempre presente nella vita umana : a che serve che uno si impegni a fare il bene se poi non trova il risultato? Tanti sforzi per cambiare poco : meglio avere i risultati che l'alleanza con il potere garantisce. In questo modo i poteri di questo mondo guadagnano spazio e tempo per i loro affari e rallentano il compimento del Progetto salvifico di Dio.

Una delle tentazioni più pericolose per la vita delle comunità è quella di rifugiarsi nelle sicurezze attinte dal passato. La novità che l'Apocalisse offre sul modo di concepire il tempo e lo spazio come elementi della nuova creazione viene formulata nell'invito a lasciar passare le "cose di prima": "...E la morte non sarà più, né gemito né fatica né grido sarà più, poiché le cose di prima passarono..." (Ap 21,4).

La fedele adesione alla Parola di Dio permette di vivere con fiduciosa apertura al futuro. Nella linea dei profeti, Giovanni richiama i credenti a vivere liberi da ogni sterile attaccamento alle tradizioni del passato, alle "cose di prima", così come enunciato dall'apostolo Paolo: “...Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove..." (2 Cor 5,17; Is 43,18). Tale atteggiamento era già percettibile poiché la comunità dei credenti non era più condizionata dalle esperienze negative del passato, ma viveva in piena sintonia con il Dio che fa nuove tutte le cose (Ap 21,5). (***)


Il paradigma della vittoria sul mondo
La bestia ha colpito Gesù con la morte, ingiusta e atroce : questa debolezza di Gesù di fronte alla forza della bestia ha prodotto la resurrezione . Nel momento in cui la bestia colpisce il corpo di Gesù e lo uccide, essa viene vinta e il corpo di Gesù risorge vincitore.

Gesù, colpito a morte, risorge in una condizione perfetta ed eterna in cui non può più essere colpito dalla bestia.

Le continue esposizioni al potere delle bestie della storia , del corpo storico di Gesù ( la comunità messianica ) sono eventi che aprono la storia all'azione creatrice-salvatrice della resurrezione di Gesù : Egli ha già vinto tutte le bestie e tutte le battaglie e dona una Vita che supera la morte.

"Dinanzi agli sconvolgimenti che scuotono qui e là i diversi Continenti, dinanzi al ritmo incalzante del sovvertimento di cose e di valori che insidiano le certezze e persino la vita delle nazioni, faccio mia la speranza di S. Agostino, dinanzi all'assalto dei Vandali alla città di Ippona, quando un gruppo allarmato di cristiani della sua chiesa lo cercò: "Non abbiate paura, cari figli! - li rassicurò il santo Vescovo - questo non è un mondo vecchio che si conclude, è un mondo nuovo che ha inizio". Una nuova aurora sembra sorgere nel cielo della storia, invitando i cristiani ad essere luce e sale di un mondo che ha enorme bisogno di Cristo, Redentore dell'uomo."

(B. Giovanni Paolo II, Lisbona 10 maggio 1991 - Osservatore Romano 12  maggio 1991)

Come vivevano il peirasmòs i padri nella fede?

2 Cor 12, 9b-10 Mi vanterò ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte.
Rm 8, 35.37 Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Ma
in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. Guardate, fratelli, che non si trovi in nessuno di voi un cuore perverso e // senza fede (Eb 3, 12).

2Tess1, 4C
osì noi possiamo gloriarci di voi nelle Chiese di Dio, per la vostra perseveranza e la vostra fede in tutte le vostre persecuzioni e tribolazioni che sopportate. 5 È questo un segno del giusto giudizio di Dio, perché siate fatti degni del regno di Dio, per il quale appunto soffrite. 6 È proprio della giustizia di Dio ricambiare con afflizioni coloro che vi affliggono 7 e a voi, che siete afflitti, dare sollievo insieme a noi, quando si manifesterà il Signore Gesù dal cielo, insieme agli angeli della sua potenza, con 8 fuoco ardente, per punire quelli che non riconoscono Dio e quelli che non obbediscono al vangelo del Signore nostro Gesù. 9 Essi saranno castigati con una rovina eterna, lontano dal volto del Signore e dalla sua gloriosa potenza. 10 In quel giorno, egli verrà per essere glorificato nei suoi santi ed essere riconosciuto mirabile da tutti quelli che avranno creduto, perché è stata accolta la nostra testimonianza in mezzo a voi. 11 Per questo preghiamo continuamente per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e, con la sua potenza, porti a compimento ogni proposito di bene e l'opera della vostra fede, 12perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo.

1Tess 3,12 Il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell'amore fra voi e verso tutti, come sovrabbonda il nostro per voi, 13per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi.

"Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove" (Lc 22,28)

Il ruolo di Maria nella storia della salvezza Può l'umanità chiedere di essere preservata da corruzione , calamità e guerre?

(P. Paul Maria Sigl, Die Frau aller Völker 'Miterlöserin Mittlerin Fürsprecherin' Amsterdam - Roma, 25 marzo 1998)


( *** ) testi scelti da 2 conferenze di Ricardo Pérez Márquez sul libro dell'Apocalisse- studibiblici.it


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