Piccolo Corso Biblico




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Il profetismo classico.Il messaggio profeticoLa profezia è un annuncio dei piani divini per Israele e per le genti ( i non ebrei ) che il profeta conosce attraverso la partecipazione al " consiglio divino" ( Gb 2) e traduce in termini di esistenza storica. I profeti si immergono nella rivelazione divina ( la bibbia ) e si fanno rapire dallo " Spirito" che orienta l'azione divina in questa storia ; guardano all'"oggi" di Israele anche in relazione con le altre nazioni e fanno precipitare un giudizio divino sull'"oggi" secondo questo " spirito" . Al giudizio segue una sentenza .

Am 7, 17 Ebbene, dice il Signore: Tua moglie si prostituirà nella città, i tuoi figli e le tue figlie cadranno di spada, la tua terra sarà spartita con la corda, tu morirai in terra immonda e Israele sarà deportato in esilio lontano dalla sua terra».

B

La parola divina ha creato il cosmo e così anche la parola profetica agisce nella storia come parola creatrice ovvero come parola di salvezza, ma si rivolge alla libertà umana , al cuore (= coscienza ) . Rispetto ad essa sorgono alleati che collaborano ed oppositori che la contrastano : se la risposta umana è oppositiva la stessa parola può avere effetto di decreazione coinvolgendo nella storia anche il cosmo .

Se il disastro diventa inevitabile allora sarà la sofferenza per il castigo a stimolare il popolo alla conversione al disegno divino di salvezza. Il giudizio divino cade sull' "oggi" ma la sentenza può essere anche eseguita in futuro ( coinvolgendo tutti ed anche il cosmo) :
1- se c'è conversione all'alleanza secondo l'interpretazione del profeta , la sentenza può essere rinviata o annullata.Il criterio per il giudizio è sempre l'alleanza tra Jhwh e Israele e la sentenza , l'oracolo di Jhwh per Israele e per le nazioni", può essere evitato con la conversione all'alleanza ; da qui l'indicazione per l'azione storica ( conversione ) dei re e dei popoli.
2- la sentenza verrà eseguita ma il castigo muoverà alla conversione
3- la sentenza viene eseguita ed il castigo è devastante ma non distrugge il popolo, un " resto" viene salvato e  l'alleanza rimane in piedi . Questo resto di Israele viene interpretato come l'Israele fedele all'alleanza per il quale Dio , in virtù dell'alleanza, deve intervenire ancora in modo salvifico.
4- la sentenza viene eseguita e dopo il castigo Dio " consola" il popolo, rinnovando la vita in Israele.

Tra la " parola divina" ( = giudizio divino , sentenza divina ) ed il suo " compimento (= esecuzione , attuazione ) c'è sempre uno " scarto" : l'attuazione non corrisponde esattamente alla sentenza annunciata dal profeta così che la storia rimane sempre aperta ad un compimento aggiuntivo, futuro. La teologia storica delle scuole profetiche e sapienziali annuncia che la storia non ha ancora rivelato pienamente in suo senso : c'è sempre in atto uno sviluppo ulteriore legato allo "scarto" tra promesse e compimento della parola-promessa divina.
Il profeta "vede" nella storia un progetto divino che si compie progessivamente ( una finalità , un eschaton) ma in modo non perfettamente comprensibile e deducibile dai fatti salvifici . Egli scruta l'orizzonte , intravede lo svolgersi della salvezza verso un compimento definitivo e dice : vedo un futuro di salvezza per tutti i popoli , un compimento definitivo, collaborate, convertitevi all'alleanza; ci sono sentenze divine di castigo ma qualunque ne sia lo sviluppo, confidate, credete in Jhwh , credete alla sua parola.
La profezia è sempre una parola di speranza e di salvezza .L'annuncio profetico non ha credenziali di verità , si può convalidare solo ex-post ; esso ha come unica forza quella interna al messaggio stesso, lo "spirito" della promessa divina, del disegno salvifico. Per questo gli oracoli profetici e le riflessioni delle scuole profetiche vengono riattualizzati continuamente nella storia di Isarele.

La profezia parla allo spirito umano ( il cuore-coscienza ) e ricorda l'alleanza: il peccato richiama la punizione divina ( calamità, guerra, esilio ) ma se il popolo si muove alla conversione allora ci sarà una nuova salvezza divina ( benedizione, liberazione , consolazione, etc.) . Il cammino verso una salvezza definitiva, un compimento del disegno divino , procederà sempre .

Fu sempre un problema in Israele riconoscere il vero dal falso profeta :
- non tutti gli oracoli sono stati compiuti
- anche il profeta può incorrere nel peccato
- anche il profeta è determinato culturalmente

Si erano dati delle regole :
- avveramento della profezia (Ger 28,8ss Dt 18,21ss)
- fedeltà alla tradizione ( Dt 13,6 )
- qualità di integrità personale
- annuncio che conduce alla conversione ( i falsi profeti tranquillizzano e dicono ciò che il re ed il popolo si aspetta    ; Ger 6,14 14,15 Ez 3,10 Mi 3,5ss )

Giona Contro il giudaismo radicalmente nazionalista postesilico (forse (IV sec. a. C. ) che minaccia la comunità, un profeta reagisce riaffermando la libertà della misericordia divina di perdonare persino i nemici giurati di Israele, i Niniviti.
Chiamata del profeta Gion 1,1 Fu rivolta a Giona figlio di Amittai questa parola del Signore: 2 «Alzati, va' a Ninive la grande città e in essa proclama che la loro malizia è salita fino a me».

Giona, il profeta del popolo eletto di Dio, all'udire la parola divina, fugge lontano dove pensa di non poterla sentire, si rifiuta di rispondere alla chiamata divina.

3 Giona però si mise in cammino per fuggire a Tarsis, lontano dal Signore Sordo al soffio divino, esso richiama su di sé il giudizio e una sentenza : la tempesta-ira divina coinvolge tutti coloro che gli stanno intorno. 4 Ma il Signore scatenò sul mare un forte vento e ne venne in mare una tempesta tale che la nave stava per sfasciarsi. 5 I marinai impauriti invocavano ciascuno il proprio dio e gettarono a mare quanto avevano sulla nave per alleggerirla.

Mentre i popoli non eletti temono Dio e in qualche modo lottano per salvarsi dalla ira divina e lo invocano, Giona, l'eletto si nasconde alla parola ancora di più'. Intanto Giona, sceso nel luogo più riposto della nave, si era coricato e dormiva profondamente.

6 Gli si avvicinò il capo dell'equipaggio e gli disse: «Che cos'hai così addormentato? Alzati, invoca il tuo Dio! Forse Dio si darà pensiero di noi e non periremo». 7 Quindi dissero fra di loro: «Venite, gettiamo le sorti per sapere per colpa di chi ci è capitata questa sciagura». Tirarono a sorte e la sorte cadde su Giona. 8 Gli domandarono: «Spiegaci dunque per causa di chi abbiamo questa sciagura. Qual è il tuo mestiere? Da dove vieni? Qual è il tuo paese? A quale popolo appartieni?». 9 Egli rispose: «Sono Ebreo e venero il Signore Dio del cielo, il quale ha fatto il mare e la terra». 10 Quegli uomini furono presi da grande timore e gli domandarono: «Che cosa hai fatto?». Quegli uomini infatti erano venuti a sapere che egli fuggiva il Signore, perché lo aveva loro raccontato.

Sono gli altri popoli ad invitare l'eletto a rispondere alla chiamata divina ma egli si chiude in un mutismo assoluto. Anzi invoca la morte piuttosto. Il torpore nazionalistico di Giona, l'«Ebreo» ,come si confessa ai popoli, è tale che preferisce morire piuttosto che rispondere a Dio, alla sua chiamata, a «profetarlo». Vuole morire poichè nello Sheol non udrà più' la parola-chiamata di Dio.

11 Essi gli dissero: «Che cosa dobbiamo fare di te perché si calmi il mare, che è contro di noi?». Infatti il mare infuriava sempre più. 12 Egli disse loro: «Prendetemi e gettatemi in mare e si calmerà il mare che ora è contro di voi, perché io so che questa grande tempesta vi ha colto per causa mia».

I popoli cercano di remare per raggiungere la salvezza, una terraferma, lo fanno e invocano Dio, ma «remano contro Dio» che è il vero dominatore della storia, perciò' remano inutilmente.

13 Quegli uomini cercavano a forza di remi di raggiungere la spiaggia, ma non ci riuscivano perché il mare andava sempre più crescendo contro di loro. 14 Allora implorarono il Signore e dissero: «Signore, fa' che noi non periamo a causa della vita di questo uomo e non imputarci il sangue innocente poiché tu, Signore, agisci secondo il tuo volere». Gettano in mare Giona- quello che ha attirato la tempesta divina -e la tempesta si placa. 15 Presero Giona e lo gettarono in mare e il mare placò la sua furia. 16 Quegli uomini ebbero un grande timore del Signore, offrirono sacrifici al Signore e fecero voti.

I popoli riconoscono Jhwh e gli offrono sacrifici. E l'Ebreo? I giudei sono presi dalla loro ricerca di perfezione, meticolosa, giuridista e spiritualista. Sono lontani da Dio perché fuggono dalla storia, dove Dio parla ed agisce. Non ascoltano la sua parola,non vogliono ascoltarla, vogliono costruirsi una loro religione, perfetta, garantita , elettiva, retributiva : faccio le pratiche prescritte dai precetti e Dio, che è giudice retributivo, deve salvarmi. Così la loro storia diventa mortale : un mostro li inghiotte.

Gion 2,1 Ma il Signore dispose che un grosso pesce inghiottisse Giona


Li' nell'abisso, preda dei mostri, l'ebreo Giona soffre l'anticamera della morte e così si ricorda di Dio e si muove a Lui attraverso la preghiera-meditazione .


Gion 2,1bGiona restò nel ventre del pesce tre giorni e tre notti. 2 Dal ventre del pesce Giona pregò il Signore suo Dio 3 e disse:«Nella mia angoscia ho invocato il Signore ed egli mi ha esaudito; dal profondo degli inferi ho gridato e tu hai ascoltato la mia voce. 4 Mi hai gettato nell'abisso, nel cuore del mare e le correnti mi hanno circondato; tutti i tuoi flutti e le tue onde sono passati sopra di me. 5 Io dicevo: Sono scacciato lontano dai tuoi occhi; eppure tornerò a guardare il tuo santo tempio. 6 Le acque mi hanno sommerso fino alla gola, l'abisso mi ha avvolto, l'alga si è avvinta al mio capo. 7 Sono sceso alle radici dei monti, la terra ha chiuso le sue spranghe dietro a me per sempre. Ma tu hai fatto risalire dalla fossa la mia vita, Signore mio Dio. 8 Quando in me sentivo venir meno la vita, ho ricordato il Signore. La mia preghiera è giunta fino a te, fino alla tua santa dimora. ... 11 E il Signore comandò al pesce ed esso rigettò Giona sull'asciutto.

Dio salva l'ebreo Giona e ricomincia un percorso, un cammino di avvicinamento, di risalita. Il mostro lo vomita e Giona si ritrova in gioco nella storia . Si ritrova però al punto di partenza : è inutile fuggire dal Signore che chiama perchè le conseguenze sono terribili per tutti, eletti e non eletti. Ora pero' Giona è in gioco nella storia insieme al suo Dio di cui è profeta.

Gion 3,1 Fu rivolta a Giona una seconda volta questa parola del Signore:
2 «Alzati, va' a Ninive la grande città e annunzia loro quanto ti dirò». 3 Giona si alzò e andò a Ninive secondo la parola del Signore. C è un giudizio divino sulla storia. ll male compiuto dai Niniviti è tale da ' chiamare in giudizio il popolo ' davanti a Dio . Ninive era una città molto grande, di tre giornate di cammino. 4 Giona cominciò a percorrere la città, per un giorno di cammino e predicava: «Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta». La risposta umana dei niniviti alla Parola divina è collaborativa: 5 I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo... Poi fu proclamato in Ninive questo decreto, per ordine del re e dei suoi grandi: «Uomini e animali, grandi e piccoli, non gustino nulla, non pascolino, non bevano acqua. 8Uomini e bestie si coprano di sacco e si invochi Dio con tutte le forze; ognuno si converta dalla sua condotta malvagia e dalla violenza che è nelle sue mani. 9 Chi sa che Dio non cambi, si impietosisca, deponga il suo ardente sdegno sì che noi non moriamo?».

Dio allora guarda la storia e muta il suo giudizio , la sentenza viene annullata 10 Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si impietosì riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece.

Ma l'ebreo Giona è invidioso : Dio, alleato di Israele, invece di annientare i popoli idolatri li salva ! Gion 4,1 Ma Giona ne provò grande dispiacere e ne fu indispettito...2... 3 Or dunque, Signore, toglimi la vita, perché meglio è per me morire che vivere!». 4 Ma il Signore gli rispose: «Ti sembra giusto essere sdegnato così?». Giona non accetta che Dio si dia pena delle genti (o gentili = i nonebrei ) che sono idolatre.6 Allora il Signore Dio fece crescere una pianta di ricino al di sopra di Giona per fare ombra sulla sua testa e liberarlo dal suo male. Giona provò una grande gioia per quel ricino. 7 Ma il giorno dopo, allo spuntar dell'alba, Dio mandò un verme a rodere il ricino e questo si seccò. 8 Quando il sole si fu alzato, Dio fece soffiare un vento d'oriente, afoso. Il sole colpì la testa di Giona, che si sentì venir meno e chiese di morire, dicendo: «Meglio per me morire che vivere».
9 Dio disse a Giona: «Ti sembra giusto essere così sdegnato per una pianta di ricino?». Egli rispose: «Sì, è giusto; ne sono sdegnato al punto da invocare la morte!».

Meglio morire che essere considerati alla stregua di coloro che non sono eletti a vivere il alleanza con Dio!

Cosa ci si guadagna a seguire i precetti dell'alleanza se poi Dio salva gratuitamente tutti ?
10 Ma il Signore gli rispose: «Tu ti dai pena per quella pianta di ricino per cui non hai fatto nessuna fatica e che tu non hai fatto spuntare, che in una notte è cresciuta e in una notte è perita: 11 e io non dovrei aver pietà di Ninive, quella grande città, nella quale sono più di centoventimila persone, che non sanno distinguere fra la mano destra e la sinistra, e una grande quantità di animali?»
La salvezza che Dio manifesta nella storia di Israele rivela che il disegno salvifico di Dio è rivolto a tutti i popoli indistintamente .

Lo svolgersi di questo disegno coinvolge tutto, cielo e terra, animali e popoli , tutto il cosmo e tutta l'umanità ! Dunque credete in Jhwh , il dio fedele, sperate in lui e vivete da fratelli .

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