Piccolo Corso Biblico

VANGELI

L' antropologia religiosa Sacro e anima Leggi : IL SACRO e la RELIGIOSITA'

Nelle jerofanie  ( manifestazioni del sacro) il sacro è sempre "mescolato" con il profano , infatti viene percepito dall'uomo in determinate cose profane . Studiando le jerofanìe M.Eliade coglie alcune evidenze:
Ogni cultura attesta come l'uomo abbia cercato il sacro e come abbia accolto una relazione stabile con esso mostrando di avere in sè una capacità affine al sacro che gli ebrei chiamavano nefesh, i greci psykè  ed i latini anima L' Anima è nell'essere umano è la capacità  (propria solo di questa specie) di "cogliere il sacro"  nelle sue manifestazioni storiche : jerofanìe, cratofanìe, teofanìe, epifanìe, etc. Il sacro  si manifesta storicamente come qualcosa di affine alla natura stessa dell'uomo : affine alla sua anima. L'antropologia religiosa chiama la mozione interiore dell'uomo verso il sacro ( mozione costitutiva dell'essere umano) : "sentimento religioso" o anche "mozione dell' anima ". .
L'anima dell'uomo indica la sua capacità costitutiva di orientare se stesso al sacro e fa da ponte per il sacro perchè fluisca nell'uomo. L'anima nella Bibbia ebraica L 'ANTROPOLOGIA BIBLICA « ..L’uomo scruta il cielo per carpirne i segreti e trarne presagi, percorre le strade del mondo nell’intento di scovare risorse per la sua vita e meraviglie da contemplare, indaga su ogni cosa, ponendo continue domande. Ma in questa ininterrotta ricerca l’interrogativo di fondo è sempre lo stesso: che cosa è l’uomo? La tradizione biblica considera generalmente l’uomo come un essere che esiste nel corpo, ed è impensabile al di fuori di esso " Anche se in alcuni testi – come nel racconto di Gen 2,4-7 – ’ādām (cioè l’essere umano) viene descritto mediante la giustapposizione di due elementi costitutivi (la polvere e il soffio), questi non possono essere considerati entità autonome e separabili. Nella Bibbia ebraica, per designare la persona (umana) vengono utilizzati dei termini che fanno riferimento al corpo, ai suoi organi e a diverse manifestazioni somatiche". È nella carne che l’essere umano vive quell’esperienza spirituale che lo caratterizza fra tutti gli altri viventi. " ... il racconto di Gen 2–3 (letto assieme a Gen 1) ha valore paradigmatico: questo testo condensa, in un certo senso, quanto è dettagliato nel resto dell’Antico Testamento, e viene ritenuto riferimento normativo da Gesù e dalla tradizione paolina. Tale racconto delle origini va letto come “figura” (typos), come attestazione cioè di un evento dal valore simbolico, che profeticamente annuncia il senso della storia fino al suo perfetto compimento.»
[ PONTIFICIA COMMISSIONE BIBLICA «Che cosa è l’uomo?» (Sal 8,5) Un itinerario di antropologia biblica]
Il racconto  biblico C'è una evidenza che viene da una osservazione empirica e la troviamo in tutti i racconti del mondo antico : "respira"? allora " è vivo". ; "non respira?" allora "è morto" . Il respiro, il respirare segna la nascita e la morte : il primo respiro del neonato e l'ultimo respiro del morente. La " vita" è tutta lì, nel "respiro".
 Gn 2, 7Allora il dio YHWH ( Elohim YHWH) formò l'uomo ( ha_dam) dalla polvere del suolo Elohim = DIO, i Divini
hadam
( "fatto di terra") = uomo
e in-sufflò ( way-y-pah ) nelle sue narici l'ansimare ( niš·mat ) della vita ( hay·yîm) nafach = soffiare
nishmat
=  ventilazione da nasham = ansimare
'hay (חי‎)= vita ( חַיִּים 'hay_yim = vita)
( חַיָּ֑ה
hay·yāh = vivo, vivente )
e l'uomo divenne un ( נֶ֣פֶשׁ חַיָּ֑ה- le·ne·p̄eš hay·yāh) respirante vivonefesh = l' "essere che respira " ( il respirante)
le·ne·p̄eš hay·yāh = vivo, vivente
Non si tratta di linguaggio scientifico ma di linguaggio sapienziale .
Eloah = dio o DIO a seconda del contesto

-Dn 11,37 Egli ( il Re) non si curerà neppure del DIO ( Eloheh) i dei suoi padri né del dio ( elowah) amato dalle donne ( il dio greco Adone, corrispondente alla divinità mesopotamica Tammuz; il suo culto era legato alla fertilità.) né di altro dio ( elowah), poiché egli si esalterà sopra tutti. 38Onorerà invece il dio ( Eloah) delle fortezze: onorerà, con oro e argento, con gemme e con cose preziose, un dio ( elowah) che i suoi padri non hanno mai conosciuto.
Elohim אֱלהִים, plurale di Eloah = I Divini .
Ricorre 2500 e più volte nella TANAK con significati che vanno da "dio" in senso generale (come in Esodo 12:12[23], dove descrive "gli dèi d'Egitto"), ad un dio specifico (per esempio in 1 Re 11:33[24], dove descrive Camos "dio dei Moabiti", o ai frequenti riferimenti a Yahweh quale "elohim" di Israele)

" ben_e ha_elohim", usualmente tradotto con "figli degli dèi", " figli di DIO", ha un parallelo esatto nei testi ugaritici e fenici per riferirsi al concilio degli dèi. A volte elohim è riferito a demoni, serafini e altri esseri soprannaturali :

Gn 6,2 : i figli di Dio (elohim) videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli a loro scelta.


Elohim sono chiamati anche gli spiriti dei morti fatti evocare da Re Shaul  in

1 Samuele 28, 13 rispose il re: "Non aver paura! Che cosa vedi?". La donna ( negromante) disse a Saul: "Vedo un essere divino (אֱלֹהִ֥ים elohim) che sale dalla terra". 14Le domandò: "Che aspetto ha?". Rispose: "È un uomo anziano che sale ed è avvolto in un mantello". Saul comprese che era veramente Samuele
(il profeta)

ed anche re e profeti come in:

Esodo 4, 16Parlerà lui al popolo per te: egli sarà la tua bocca e tu farai per lui come Dio ( lê·lō·hîm).

I giudici erano chiamati elohim  in quanto pertecipavano del potere divino di Giudice

Es 21,6 allora davanti ai i giudici ( elohim) lo condurrà il suo padrone , lo farà accostare al battente o allo stipite della porta e gli forerà l'orecchio con la lesina, e quello resterà suo schiavo per sempre .

Gesù ricorderà ai suoi discepoli di essere degli elohim perchè con la loro opera di evangelizzazione separavano ( giudizio) i credenti dai non-credenti:

Giovanni 10, 34 Disse loro Gesù: "Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dèi ?( greco: Theoi >> ebraico : Elohim)

Maimonide, rabbino e filosofo medievale afferma: "Devo premettere che ogni ebreo [ora] sa che il termine elohim è un omonimo e denota DIO , gli angeli, i giudici e i sovrani delle nazioni.
hā·’ā·dām è il "fatto-di-terra" il terroso , è tradotto nella lingua italiana con "uomo"
neshamah - nishmat L' aramaico neshamah corrisponde all'ebraico nishmat. Il termine niš·mat  deriva dal verbo nasham = ansimare
nishmat : nelle narici di hadam - statua fatta di terra , materia inerte, DIO soffia  la nishmat , il respiro che innesca la ventilazione polmonare ( ruah) così che la materia diventa respirante ( nefesh) viva, vivente, vitale. Is42,5 Così dice il Signore Dio, che crea i cieli e li dispiega, distende la terra con ciò che vi nasce, dà ( neshamah ) il respiro alla gente che la abita e ( ruah ) il soffio a quanti camminano su di essa Ruah e neshamah Ruach (רוח) Letteralmente significa "vento" o "respiro", ma in riferimento agli umani, rappresenta la forza animatrice o energia vitale e può essere influenzato da emozioni e desideri. . Neshamah (נשמה). Letteralmente significa "respiro", ma si riferisce specificamente al respiro donato da Dio che eleva gli umani al di sopra degli animali. Gli animali possiedono ruach, ma solo gli umani hanno neshamah : nell'ebraismo contemporaneo nishmat è intesa come quella scintilla divina che eleva l'essere a " uomo" ed è associata alle capacità intellettuali e morali che lo fanno ad immagine e somiglianza di LUI.
- neshamah , il respiro soffiato negli umani da Dio , è connessa con DIO e con una "bussola morale"  interna all'uomo.
- ruach , un vento  che può provenire dall'interno o dall'esterno dell'uomo è connessa  con emozioni e desideri
Giobbe 33:4  : "Lo Spirito (ruach) di Dio mi ha creato, e il respiro (neshamah) dell'Onnipotente mi ha dato la vita".
Pr 20, 27 Lampada del Signore è la nishmat dell'uomo : essa scruta dentro, // ( scende) fin nell'intimo
come una fiamma
Dn 5,23 Dio, nelle cui mani è la tua nishmat
DIO soffia la nishmat nella materia inerte che EGLI ha plasmato nella forma umana innescando in essa la ruah , il respiro, il movimento polmonare che mantiene il respirante  ( nefesh ) vivo e vitale ( hay·yāh ) Prima di creare l'uomo, DIO aveva già creato esseri viventi :

Gn 1, 20Dio disse: "Le acque brulichino di nefesh viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo". 21Dio creò i grandi mostri marini e tutti le nefesh viventi che guizzano e brulicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati, secondo la loro specie. Dio vide che era cosa buona. 22Dio li benedisse: "Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra". 23E fu sera e fu mattina: quinto giorno.

Fu quindi per DIO un gran lavoro FIATARE la vita in tutti gli esseri ed infine nell'uomo, per cui :

Esodo, 31:17 In sei giorni l’Eterno fece i cieli e la terra e il settimo giorno si fermo ( shabat) e si ristorava [way-yn-nafash : riprese FIATO ] .
L'uomo è "creatura in relazione con DIO" [ PONTIFICIA COMMISSIONE BIBLICA «Che cosa è l’uomo?» (Sal 8,5) Un itinerario di antropologia biblica]

« Nei testi poetici sono usati spesso termini congiuntamente e in parallelo per significare la persona stessa, , soprattutto nella sua valenza più alta, quella del rapporto con Dio. ... Il sostantivo nepeš, tradotto con “anima”, in realtà ha come primo significato “la gola”, organo del respiro e sede dell’esperienza della sete; è perciò il sostantivo deputato a essere espressione simbolica del desiderio (Sal 42,2) e della stessa “vita” (Gen 1,30; 9,5; 23 Sal 16,10).

Un altro termine antropologico, spesso associato a nepeš (1 Sam 1,15; Is 26,9; Gb 7,11; 12,10), è rûăh., che designa in primo luogo il “vento” e, in modo derivato, il “soffio vitale; quando è riferito all’essere umano, indica quel respiro che lo fa vivere , come è detto nel salmo:
(Sal 104,29) «Nascondi la tua faccia, sono terrorizzati, togli loro il respiro (rûăh), muoiono e ritornano alla loro polvere» .

Qualcosa di analogo vale per altri organi del corpo, come il cuore (lēb), i reni, le ossa, le viscere, che indicano il principio intimo e nascosto dei sentimenti, decisioni ed esperienze spirituali. Per questo l’orante afferma:
(Sal 84,3)«L’anima mia (nepeš) anela e desidera gli atri del Signore; il mio cuore (lēb) e la mia carne (bāśār) esultano nel Dio vivente» ;
(Sal 143,4);«in me viene meno il mio spirito (rûăh. ); dentro di me si raggela il mio cuore (lēb
(Is 26,9)«di notte anela a te l’anima mia (nepeš); al mattino il mio spirito (rûăh) dentro di me ti cerca» . » etc

נפש  [ " nefesh " ] La parola ebraica nefeš (נפש) è fondamentale per l'antropologia biblica. Essa ricorre nelle Scritture 755 volte. La forma accadica napashu significa “soffiare”, “sbuffare”, “respirare”. Ancora: in accadico la forma napishtu indica la “gola”, poi la “vita” e infine l’“essere vivente”. In ugaritico npsh (le stesse identiche consonanti usate nell’ebraico nefeš [la lettera pe/fe (פ) indica in ebraico sia la p che la f]) indica la “gola”, l’“appetito” e il “desiderio”. L’arabo nafsum può indicare il “fiato”, l’“appetito”, la “vita” e la “persona” intera. Già da ciò ci è possibile comprendere che anche i Settanta ( LVXX) che, secondo la tradizione, tradussero la Bibbia dall'ebraico al greco avevano riconosciuto una diversità di significati in alcuni passi biblici. La versione greca dei LXX la traduce per 600 volte con psyké [ψυχή] e le restanti 155 con altri termini.
Nella Bibbia ebraica nefeš (נפש)  fu adoperata sin dall'inizio in riferimento all’essere umano , in stretta relazione con la forma complessiva dell'essere e per questo non si può dire che la persona "ha" una nefeš, ma che " la persona umana è nefeš ". Indica l'uomo  intero : egli è nefsh perchè la nishmat  insufflata da DIO in lui lo fa un essere che respira , il respirante, il vivente che si manifesta come un essere vivace, vitale Analogia rabbinica Un rabbino racconta :
- immaginate una candela.: la cera è la forma fisica , MATERIA INERTE .
- ciò che accende la candela è fiamma di INNESCO ( nishmat ) . Questa fiamma fa della candela qualcosa di più di un cilindro di cera: essa non è più materia inerte ma è MATERIA VIVA ( nefesh )
- Ciò che mantiene la candela viva, accesa, è la COMBUSTIONE INTERNA  , una fiamma (ruah) che vive  all'interno della materia fino alla sua morte.

Analogia :
- hadam è una statua fatta di terra : MATERIA INERTE
- DIO alita ( SOFFIA) nella statua la nishmat  - FIAMMA ESTERNA- e la statua diventa MATERIA VIVA , materia respirante nefesh , vivente
-
La nefesh è mantenuta viva dalla ruah -FIAMMA INTERNA- una fiamma interiore di vita che continua fino alla morte :
nefeš chayàh [חַיָּה נֶפֶשׁ] L’espressione nefesh chayàh applicata ad Adamo in Gen 2,7 non introduce alcuna differenza tra l’uomo e gli animali che pure, prima di lui, erano stati chiamati nefeš chayàh : Genesi 1:20 ... esseri viventi (nefeš chayàh [חַיָּ֑ה נֶ֣פֶשׁ]) che brulicano nelle acque . La differenza sta nel fatto che l’essere umano è creato a immagine e somiglianza degli esseri divini ( Elohim)
Genesi 1, 26 I Divini ( Elohim) dissero: "Facciamo l'uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianzaImmagine e somiglianza « .. Facciamo notare, in primo luogo, che in Gen 1,26 non viene detto che Dio crea l’essere umano “a sua immagine e somiglianza”, come abitualmente ci si esprime, ma letteralmente: «a immagine secondo la somiglianza», il che potrebbe essere reso, con una traduzione dinamica, “a immagine somigliante”.

Per parlare del medesimo evento, in Gen 1,27 si usa solo il termine «immagine», mentre in Gen 5,1 solo «somiglianza». Il termine «immagine» (s.elem) fa riferimento al dipinto o alla statua (1 Sam 6,5.11; Ez 23,14), prodotti che hanno la funzione di rendere visibile ciò che è assente o addirittura invisibile (cfr. Sap 14,15-17). Tale sostantivo ha generalmente una connotazione negativa. Infatti, in diversi passi designa l’idolo (Nm 33,52; 2 Re 11,18; Ez 7,20; 16,17; Am 5,26), realtà che non sente, non parla, non sa agire (Sal 115,5-7), essendo qualcosa di “morto” (Sap 13,18; 15,5); e ciò fa risaltare, per contrasto, la qualità dell’essere umano, che – secondo l’affermazione di Gen 1,26 – è deputato a “rappresentare” Dio proprio perché è vivente e capace di relazione con altri soggetti spirituali.

Se è vero che nel Salterio il termine selem è applicato all’uomo nella sua condizione di creatura effimera (Sal 39,7; 78,20), questa sfumatura non contraddice quanto è adombrato dal libro della Genesi; la creatura umana infatti è “figura” di Dio proprio nella fragilità della carne e nella contingenza della storia. Il sostantivo astratto «somiglianza» (de mût) esplicita il rapporto di similitudine tra due realtà, come avviene appunto tra un determinato soggetto e le sue riproduzioni pittoriche o fittili (Ez 23,15).

Quando ricevettero da Dio il privilegio della percezione sensoriale di esseri o eventi sovrumani, gli autori biblici erano costretti a dire che ciò che vedevano era “somigliante” a una realtà terrena (Ez 1,5.26; 10,21-22; Dn 10,16). Ora, Dio è certamente “incomparabile”, niente può essere a Lui paragonato (2 Sam 7,22; Is 40,18; Ger 10,6-7; Sal 86,8); eppure – dice la Scrittura – l’uomo porta in sé i tratti del divino. Non pochi commentatori hanno suggerito che il termine «somiglianza» intendesse attenuare il valore dato al sostantivo «immagine», specificando che la copia (l’uomo) non può essere certo considerata identica all’originale (Dio).

Pare tuttavia più probabile che con tale termine l’autore di Gen 1 volesse invece sottolineare la privilegiata similitudine tra l’essere umano e il Creatore, che costituisce il fondamento originario del dialogo storico tra i due soggetti. Che Dio abbia voluto fare ’ādām a sua immagine, indicherebbe, in altre parole, che Egli ha inteso entrare in una personale relazione di alleanza con lui (Sir 17,12; 49,16; cfr. anche Sal 100,3).

Per quanto riguarda la Bibbia Ebraica, l’espressione «a immagine di Dio» è attestata solo in alcuni passi del libro della Genesi, dove vengono pure suggeriti degli aspetti significativi per il senso della locuzione...»
Sal 8, 5 che cosa è mai l'uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell'uomo, perché te ne curi? 6 Davvero l'hai fatto poco meno dei Divini ( Elohim) : di gloria e di onore lo hai coronato. 7 Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi... Guardando a Gesù ogni cosa si chiarisce Riflettendo su questo racconto e illuminadolo con la Luce di Gesù la Chiesa Cattolica così narra il modo con cui l'uomo ricevette dal Verbo la sua immagine e somiglianza con DIO:
CUCC 359 “In realtà solamente nel Mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell'uomo”: [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 22].. “Il primo uomo, Adamo, - dice ( Paolo- 1 Corinzi 15, 45) - divenne un essere vivente ( nefesh chayyah) , ma l'ultimo Adamo ( Gesù) divenne Ppirito datore di VITA ( eterna) ”. Quel primo ( hadam) fu creato da quest'ultimo, , dal quale ricevette l'anima ( nefesh) per vivere . Il secondo Adamo ( Gesù) plasmò il primo ( hadam) e gli impresse la propria immagine.

Il Verbo Creatore ha impresso la propria immagine nella materia inerte creata da DIO per fare l'uomo : hadam è stato creato da DIO e vivificato dal Verbo il quale gli ha impresso la Sua immagine per renderlo una nefesh vivente.
CUCC 440 ..Egli ( Gesù) è di “natura divina” ( Fil 2,6 ) Il Verbo è di natura divina e l'immagine di questa natura divina l'ha impressa nella materia facendone una nefesh vivente , un hadam .
CUCC 359 .. E così avvenne poi che Egli ( il Verbo, incarnadosi) ne prese la natura ( di nefesh vivente) e il nome ( hadam) , per non dover perdere ( lasciare andare alla perdizione) ciò che Egli aveva fatto a Sua immagine.
Il Verbo Creatore si incarna: prende il nome di uomo ( hadam) cioè ne prende la natura ( nefesh chayyah ) e la fonde con quella del Padre che è divina , lo Spirito Santo, divenendo uomoDIO chiamato Salvatore ( ital.: Gesù) .

Gesù
è la natura divina impressa nella materia " ( l'uomoDIO ).
Hadam è l' "immagine" della natura divina impressa nella materia
Hadam è immagine dell'uomoDIO
CUCC 54 “Dio, il quale crea e conserva tutte le cose per mezzo del Verbo, offre agli uomini nelle cose create una perenne testimonianza di sé. Inoltre, volendo aprire la via della salvezza celeste, fin dal principio manifestò se stesso ai progenitori” [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 3]. Li ha invitati ad una intima comunione con sé rivestendoli di uno splendore di grazia e di giustizia.

375 La Chiesa, interpretando autenticamente il simbolismo del linguaggio biblico alla luce del Nuovo Testamento e della Tradizione, insegna che i nostri progenitori Adamo ed Eva sono stati costituiti in uno stato “di santità e di giustizia originali” [Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1511]. La grazia della santità originale era una “partecipazione alla VITA divina” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 2].

376 Tutte le dimensioni della vita dell'uomo erano potenziate dall'irradiamento di questa grazia. Finché fosse rimasto nell'intimità divina, l'uomo non avrebbe dovuto né morire, [Cf Gen 2,17; Gen 3,19 ] né soffrire [Cf Gen 3,16 ]. L'armonia interiore della persona umana, l'armonia tra l'uomo e la donna, [Cf Gen 2,25 ] infine l'armonia tra la prima coppia e tutta la creazione costituiva la condizione detta “giustizia originale”.

377 Il “dominio” del mondo che Dio, fin dagli inizi, aveva concesso all'uomo, si realizzava innanzi tutto nell'uomo stesso come padronanza di sé. L'uomo era integro e ordinato in tutto il suo essere, perché libero dalla triplice concupiscenza [Cf 1Gv 2,16 ] che lo rende schiavo dei piaceri dei sensi, della cupidigia dei beni terreni e dell'affermazione di sé contro gli imperativi della ragione.
Nefeš come persona- Levitico, 17:10 In quanto a qualunque uomo della casa d’Israele o a qualche residente forestiero che risiede come forestiero in mezzo a voi il quale mangi qualsiasi sorta di sangue, certamente porrò la mia faccia contro la nefeš che mangia il sangue, e in realtà la stroncherò di fra il suo popolo.
- Levitico, 20:6 Se un uomo (nefeš [נֶפֶשׁ]) si rivolge ai negromanti e gli indovini, per darsi alle superstizioni dietro a loro, io volgerò il mio volto contro quella persona (nefeš [נֶפֶשׁ]) e la eliminerò dal suo popolo
Levitico, 22:3 Dì loro: «Nelle generazioni future ogni uomo della vostra discendenza che si accosterà in stato di impurità alle offerte sante, consacrate dagli Israeliti in onore del Signore, quello (nefeš [נֶפֶשׁ]) sarà eliminato dalla mia presenza. Io sono il Signore.
- Numeri, 5:5 – 6 Il Signore parlò a Mosè e disse: «Di' agli Israeliti: «Quando un uomo o una donna avrà fatto qualsiasi peccato contro qualcuno, commettendo un'infedeltà contro il Signore, questa persona (nefeš [נֶפֶשׁ]) sarà in condizione di colpa.

- Levitico, 18:29 Nel caso che qualcuno faccia una qualunque di tutte queste cose detestabili, le nefašot [נְּפָשֹׁות] che le fanno devono essere stroncate di fra il loro popolo

nefesh come vita. Fra i molteplici significati che nefeš può assumere vi è anche quello di vita. La vita, del resto, non è altro che un agglomerato di necessità, bisogni e desideri. Il significato di nefeš come vita è più che chiaro ed evidente in Deuteronomio 12:23 Il sangue è la nefeš Con ciò si compie l’identificazione sangue-vita : se perdi tutto il sangue , muori. Questo è alla base della prescrizione che ne vieta il consumo, enunciata in Levitico 17:10-11- la nefeš della carne è nel sangue Qui la nefeš non può essere nient’altro che la vita. A documentare ulteriormente il significato di nefeš come vita è un dei passi più noti del testo biblico : Esodo 21:24–25 occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede, scottatura per scottatura, ferita per ferita, contusione per contusione e Levitico 24:18 aggiunge : nefeš per nefeš che chiaramente sta a significare vita per vita .

In Salmi 30:3 sta scritto: Hai ritirato la mia nefeš dallo stesso Sheol ( regno dei morti) di cui il seguito chiarisce con il sinonimo: Mi hai mantenuto in vita il che rende manifesto che nefeš non è qui altro che la vita .
Anche in Proverbi 19:8 il significato che si adatta a nefeš è quello di vita: Chi acquista cuore ( sapienza) ama la sua nefeš
Così anche in Proverbi 7:23 , ove si legge: Proprio come un uccello si affretta nella trappola, ed egli non ha saputo che vi è implicata la sua medesima nefeš .
In Proverbi 8:35-36 la sapienza personificata dice: Chi mi trova certamente troverà la vita [(nefeš) נֶפֶשׁ]; ma chi mi perde fa violenza alla sua nefeš; tutti quelli he mi odiano intensamente sono quelli che davvero amano la morte e il contesto induce a tradurre nefeš  necessariamente con vita.
nefesh come gola Genesi 35:18 , mentre Rachele muore si dice che: la sua nefeš se ne usciva Qui non si tratta dello spirito o dell’anima che esala via dal corpo nel momento della morte o del parto, ma del respiro che, passando attraverso la gola, esce dalla bocca.

Il Salmo 107 al verso 9 così recita: Egli ha ristorato la nefeš assetata e ha colmato di beni la nefeš affamata. Qui si parla di nefeš affamata e assetata. E che non si tratti di una fame o sete spirituale ce lo dimostra il quarto verso : Essi andavano errando nel deserto per vie desolate; non trovavano città da abitare .

E, sempre per questo motivo: Affamati e assetati, la nefeš veniva meno in loro . Morivano di fame e sete. Qui dunque nefesh è la gola che ha bisogno di respirare ma anche di mangiare e bere. Abacuc 2:5 può definire l’uomo avido come: colui che ha reso la sua nefeš spaziosa aproprio come lo Sheol, e che è come la morte e non si può saziare.
nefesh come collo

Nel Salmo 105:18 si pensa esclusivamente alla parte esterna e visibile della gola, cioè il collo: "Afflissero con i ceppi i suoi piedi, la sua nefeš - collo- entrò nei ferri" . In Isaia 51:23"Dicevano alla tua nefeš-collo: 'Chinati affinché passiamo' e tu facevi del tuo dorso proprio come la terra, come una strada per i passanti." Ciò avveniva secondo l'uso dei vincitori di porre i propri piedi sulla nuca dei vinti in segno di sconfitta. E così via.

Purtroppo molte traduzioni tradiscono i significati ebraici di nefesh :

"La bocca dello stupido è la sua rovina, e le sue labbra sono il laccio per la sua nefeš" (Proverbi 18:7)
(letterale : è il collo)
CEI2008 " La bocca dello stolto è la sua rovina e le sue labbra sono una trappola per la sua vita".
NUOVA RIVEDUTA "La bocca dello stupido è la sua rovina, e le sue labbra sono un laccio per l'anima sua"
nefesh come desiderio Deuteronomio 4:29 "Ma di là cercherai l'Eterno, il tuo Dio; e lo troverai, se lo cercherai con tutto il tuo cuore e con tutta la nefeš (נפש )tua- " Il cuore, nel linguaggio antropologico biblico, a differenza di quello occidentale, indica l'intelligenza dell'uomo. Sostituendo le parti del corpo con le loro funzioni potremmo dunque tradurre: "Ma di là cercherai l'Eterno, il tuo Dio; e lo troverai, se lo cercherai con tutta la tua intelligenza e ( //) tutto il tuo desiderio" .

La gola essendo il canale attraverso cui passa il cibo, che è un bisogno, una vera e propria necessità dell'uomo, e, secondo la primitiva anatomia ebraica, anche del respiro, indica il bisogno e il desiderio dell'uomo. Esprime cioè la vita in quanto essa è fatta di bisogni, necessità e desideri.

Una gola affannata e stretta dai ceppi finisce col perdere il respiro e così anche la vita. Ricorrente nella bibbia è l'espressione "con tutto il tuo cuore (leb [לב]) e tutta la tua anima (nefeš [נפש]) e per questo possono esservi molteplici variazioni di significato e traduzione, fra cui:
... con tutta la tua intelligenza (leb [לב]; anche sapienza) e tutto il tuo desiderio (nefeš [נפש]) ( ebraico- letterale)
// con tutta la tua decisione (leb [לב]) e tutta la tua vitalità (nefeš [נפש] CEI2008
Ma di là cercherai il Signore tuo Dio e lo troverai, se lo cercherai con tutto il cuore e con tutta l`anima
.

nefeš nella totalità dei suoi significati indica sempre l’uomo bisognoso. Per l’ebreo biblico l’essere umano è principalmente composto dal suo desiderio e della sua vulnerabilità ed eccitabilità. Tutti questi aspetti sono ricondotti somaticamente alla gola , essendo costitutivi dell’intero essere umano.

Salmi 103:1: Benedici Dio, o nefeš mia, sì, ogni cosa che è dentro di me, ) il suo santo Nome
.

Questo passo è fondamentale per comprendere cosa davvero significhi ed indichi nel profondo per l’ebreo la parola nefeš. La traduzione letterale dall’ebraico che così recita: Nefeš di me benedici Dio / Ogni interiora di me [benedici] Nome della santità di LUI . Così è possibile comprendere che nefeš indica la totalità dell’essere umano, comprese le sue interiora.

E’ tutta la persona a lodare Dio. In termini più moderni, l’occidentale direbbe: “Loda, vita mia, YHWH”, anche se chiaramente ciò non tiene minimamente il confronto con l’originale nefeš che indica l’uomo completo, nel suo corpo, nelle sue interiora, nella sua esistenza e nel suo bramare la vita e Dio.

Sal 42,3
La mia medesima nefeš anela a te, o Dio. La mia nefeš in realtà ha sete di Dio, dell’Iddio vivente. Quando verrò e apparirò dinnanzi a Dio?
(originale ebraico )
Vado in cerca di te, di te, mio Dio. Di te ho sete, o Dio, Dio vivente: quando potrò venire e stare alla tua presenza?
(traduzione della bibbia "nuova riveduta")
La nefesh morta L’ebraico ha nefeš met [מֵ֖ת נֶ֥פֶשׁ]. Questa espressione ebraica non significa “anima morta” o “anima di un morto”. L’ebraico nefeš met indica la persona deceduta. Rende bene la traduzione greca della LXX: ψυχῇ τετελευτηκυίᾳ (psychê teteleutekuía), “persona deceduta”. Traduce bene anche la Vulgata: mortuum.

È interessante notare il fatto che anche se non accompagnata dall’aggettivo met, nefeš indica ugualmente il cadavere di una persona morta. Così accade in:

- Numeri, 5:2 Ordina agli Israeliti che espellano dall'accampamento ogni lebbroso, chiunque soffre di gonorrea e ogni impuro a causa di un morto.- Numeri, 6:11 Il sacerdote ne offrirà uno in sacrificio per il peccato e l'altro in olocausto e compirà il rito espiatorio per lui, per il peccato in cui è incorso a causa di quel morto.

La Nefesh di DIO Nefeš finisce col significare e con l’indicare la persona nella sua interezza e, ancor di più, ad essere usata come pronome. Per questo motivo in tutto il Pentateuco nefeš viene riferita a Dio soltanto pochissime volte ma nel Levitico è possibile leggere:

Levitico, 26:11 Stabilirò la mia dimora in mezzo a voi e la MIA nefeš ( il MIO IO) non vi respingerà
Levitico, 26:30 Devasterò le vostre alture, distruggerò i vostri altari per l'incenso, butterò i vostri cadaveri sui cadaveri dei vostri idoli e la MIA nefeš ( il MIO IO)vi detesterà


Davanti a Dio l’uomo è solito rivolgersi a LUI nella sua interezza, con la sua nefeš, cioè con tutto se stesso.
(רוח) ruah Is 57, 16 Poiché IO ( Jhwhw) non voglio contendere sempre né per sempre essere adirato; altrimenti davanti a me verrebbe meno il soffio ( ruah)
Ruach (רוח) è il "vento-soffio" dei polmoni innescato dalla nishmat che mantiene viventi ( chayyîm) i "respiranti" ( nefeshim )

ruah : parola onomatopeica che indica l'azione del l' inspirare ed espirare tipica dei polmoni.
E' il vento come movimento vivificante che mantiene il respirante " in vita" .
La vita dei viventi non può fare a meno di questo vento
CEI 2008 - Qo 3, 18 Poi, riguardo ai figli dell'uomo, mi sono detto che Dio vuole metterli alla prova e mostrare che essi di per sé sono bestie. 19Infatti la sorte degli uomini e quella delle bestie è la stessa: come muoiono queste, così muoiono quelli; c'è un solo vento interiore ( rûach ) per tutti.'uomo non ha alcun vantaggio sulle bestie, perché tutto è vanità. 20Tutti sono diretti verso il medesimo luogo: tutto è venuto dalla polvere e nella polvere tutto ritorna.
Il vento , la "rûach" ( raro il ruah) è per uomini e bestie . Uomini e bestie hanno la ruah ma quando questa vien meno essi tornano polvere che non respira. Qo 18,21 Chi sa se il soffio ( rûach) dell'uomo sale in alto, mentre quello della bestia scende in basso, nella terra? La ruah sale in cielo, sopravvive alla morte? Nessuno lo sa
'hay חַי - 'hay = vita
plurale 'ḥay·yîm
" Il sostantivo ebraico Hayyîm (ebr. חַיִּים) dal punto di vista morfologico è in realtà un plurale maschile “vite”, secondo la regola della lingua ebraica, che prevede che i plurali maschili terminino quasi sempre con il suffisso (ebr. ים ,îm). Tuttavia, come in tutte le lingue, le regole generali non sono assolute, ma ci sono sfumature ed eccezioni. Il plurale maschile ebraico espresso dal suffisso (ebr. ים ,îm) non è paragonabile al plurale italiano, perché in ebraico può esaltare solo la qualità, l’eccellenza, l’astrazione, l’intensità, l’indefinibilità, l’estensione e non il numero.

E’ consueto della lingua ebraica usare nomi plurali per indicare al singolare ciò che non può essere definito. Proprio per questo, il sostantivo Hayyìm (ebr. חַיִּים ,vita) nonostante sia morfologicamente plurale, in ebraico non è definibile in quanto è un plurale astratto di indefinibilità, ed è per questo che viene tradotto al singolare “VITA”. Ad esempio, quando si fa un brindisi si dice “le Hayyîm” (ebr. לְחַיִּים) cioè “ALLA VITA”. ( Maghen David )
חַי  - aggettivo indica sia la VITA di DIO
Gios 3. 10 tu devi sapere che il DIO VIVENTE -  אֵל 'חַ  ( ’êl  'hay )
sia la  vita  dell' uomo
Lam 3.39
 
אָדָם חַי l' adamo ( l'uomo)  vivente
חַי - 'hay ; = vita ;
ḥay·yîm = vita;
'hayyah= della vita
Riproduzione e alimentazione L'evidenza che gli antichi avevano ben presente : i viventi  o si riproducono o spariscono.
La vita è riproduzione e per questo DIO dà la fertilità ai viventi da LUI creati.
Genesi 1, 22 Dio li benedisse: "Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra".
Genesi 1, 28 Dio li ( Adamo ed Eva) benedisse e Dio disse loro: "Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra".
Genesi 9, 1 1 Dio benedisse Noè e i suoi figli e disse loro: "Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra


La demografia è ancora oggi importante per gli ebrei perchè è indice della permanenza su di loro dei questa benedizione divina.
Evidenza : i viventi devono alimentarsi altrimenti muoiono. Gen 1, 29Dio disse: "Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra, e ogni albero fruttifero che produce seme: saranno il vostro cibo. 30A tutti gli animali selvatici, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita (nefesh 'ayyah) , io do in cibo ogni erba verde". E così avvenne. 31Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno. Hadam alimenta la sua nefesh mangiando le nefesh vegetali .
Gn 2, 8Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato. 9 Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, "Eden" è un sostantivo ebraico che significa "piacere, delizie", perciò nella Bibbia latina Vulgata (di Girolamo) la locuzione Gan 'Eden (גן עדן) fu tradotta come "paradisus voluptatis ", ovvero "giardino/paradiso di delizie" ("paradisus" indicava un tipo di giardino comune nel mondo persiano, il pairidaeza). Gli studi dell'ultimo secolo hanno invece proposto di far derivare "Eden" dal termine sumerico (adottato anche nelle lingue semitiche) Edenu, che significa "steppa, deserto"; con ciò Gan 'Eden (גן עדן) verrebbe ad assumere il significato di "giardino/paradiso nel deserto, oasi".In Eden la sussitenza della nefesh di hadam era garantita dalla alimentazione e dalla riproduzione. Poi si parla di qualcosa di diverso.
L'albero della vita Gn 2,9... e l'albero di vita ( הַֽחַיִּים֙ - ha_'hayym) in mezzo al giardino e l'albero di conoscenza del bene e del male. Tutte le culture antiche testimoniano un interesse degli uomini per l'immortalità. L'idea di un rimedio vegetale miracoloso che assicuri l'immortalità risale alla cultura mesopotamica e in particolare all'epopea di Gilgamesh, secondo cui una pianta pungente come un rovo, posta nel mondo sotterraneo sarebbe stata in grado di restituire la giovinezza.

Il testo del Genesi risale alla riflessione sapienziale di Israele quando era schiavo a Babilonia dove certamente aveva conosciuto i miti mesopotamici , ma pensare che anche in Israele ci fosse l' idea dell'immortalità per l'uomo e che il mito biblico sarebbe una reinterpretazione del mito babilone sarebbe una mera congettura. L'albero della vita è l'albero di " lunga vita" per Adamo ed Eva contrapposto all' albero della autodeterminazione quanto al bene ed al male che produce frutti di morte. Il tema narrato è quello dell'essere umano di fronte alla scelta radicale tra vita e morte nelle proprie scelte comportamentali particolari e rimanda all'etica quindi alla Torah , l' "insegnamento divino" donato da DIO ad Israele.
L'umanità deve alimentarsi non solo di cibo terrestre ma anche di cibo spirituale : la Torah divina, l'insegnamento di DIO, la SUA Sapienza. E' un richiamo alla storia:

Dt 8, 2Ricòrdati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere in questi quarant'anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore, se tu avresti osservato o no i suoi comandi. 3Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per farti capire che
l'uomo non vive soltanto di pane, ma che l'uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore. Che cosa ha l'uomo in più degli animali che lo rende capace di relazionarsi a DIO ? E' l'unico essere che parla quindi comprende le Parole di DIO ed ha qualcosa dentro di sè , nella sua natura, che lo orienta a Dio .
La vita umana non è solo respirazione, alimentazione , riproduzione ma è soprattutto relazione con DIO per mezzo della SUA Parola che è Vita Spirituale .

Con l'avvento di Gesù, pienezza della rivelazione divina, questa Vita Spirituale viene chiamata VITA eterna: 
Gv6, 63 È lo Spirito ( Santo) che dà la VITA ( eterna) , la natura umana non giova a nulla; le Parole che Io ( Gesù) vi ho detto, sono Spirito e sono VITA ( eterna) .
Dotato per natura di anima vitale ( nefesh) e di anima spirituale ( ruah) si dice anche che l'uomo è anima ( nefesh) e ( ruah) spirito : ciò indica che il suo percorso storico non è quello degli animali poichè egli è stato destinato da DIO fin dalla creazione a diventare UOMO SPIRITUALE, Tempio dello Spirito Santo . leggi : CUCC 359-366 Isaia :

Is 61, 10 Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima ( nap̄·šî) esulta nel mio Dio, perché mi ha rivestito delle vesti della salvezza, mi ha avvolto con il mantello della giustizia

Il Cantico di Anna:
1Sam2,1 Allora Anna pregò così ì: "Il mio cuore ( לֵב ( leb) esulta nel Signore, (// Si apre la mia bocca contro i miei nemici ). la mia forza( קֶרֶן keren , lett. corno, potere, potenza, forza) s'innalza grazie al mio Dio // perché io gioisco per la tua salvezza. 2Non c'è santo come il Signore

Nel NT Maria madre di Gesù
Lc 1, 46 Allora Maria disse: "L'anima ( nefesh- psichè) mia magnifica il Signore
con la parola Maria dice che DIO è grande ( Santo è il SUO Nome)
1,47 e il mio spirito ( ruah- pneuma ) esulta in Dio, mio salvatore,
si eleva verso DIO con un sentimento forte di gioia (che nasce interiormente dalla sua ruah ) La ruah è la forza interiore , l' energia vitale nella nefesh che orienta ed eleva l'uomo a DIO. Ruah ha Qodesh La Ruah del Santo // di DIO Nella BibbiaTANAK l'espressione è presente nella forma possessiva רוּחַ קָדְשְׁךָ‎ ruach kadosh'a, "Tuo santo spirito" (Salmi 51,11ss ) senza l'articolo determinativo, e come רוּחַ קָדְשׁוֹ, ruach kadesho, "Suo spirito santo" (Isaia 63,10ss]).

Nella letteratura rabbinica si riferisce allo Spirito di Yahweh (in ebraico רוח יהוה‎?) come spirito di ispirazione, la rivelazione interiore della presenza divina tra il popolo ebraico, o Shekhinah.

E' anche la Potenza Divina , sull'universo e sulla storia.

Zc 4,6 "Questa è la Parola del Signore a Zorobabele: "Non con la potenza né con la forza, ma con la mia "Ruah", dice il Signore degli eserciti!

Nel linguaggio dell'Antico Testamento, Dio è spesso raffigurato con le qualità tipiche di un Re e il Re attraverso una parola di comando ottiene ciò che desidera . Il governo di DIO sul mondo e sulla storia è associato alla parola Ruah ( ha Qodesh )Gen1,1ss ...DIO disse " sia la luce" e la luce fu. ..etc
Salmo 32(33),6: «Dalla Parola del Signore furono fatti i cieli, // dalla Ruah) della sua bocca ogni loro schiera»
La Ruah di DIO è la SUA Parola Creatrice : con la SUA Ruah DIO ha fatto-plasmato tutto , a partire dai Cieli e dai suoi abitanti. Salmo 103(104), 30: «Mandi la TUA Ruah , sono creati, e rinnovi la faccia della terra» La Ruah di DIO continua a rinnovare tutto . Mentre i Cieli sono perfetti quindi immutabili, in terra tutto è mutevole e DIO invia la SUA Ruah per rinnovarla inserendosi nei i mutamenti. E ancora :
Gb 33,4 La Ruah di DIO mi ha fatto e la Nishmat dell'Onnipotente mi mantiene in vita La Ruah di DIO è la SUA Parola Creatrice che ha plasmato-creato il mondo e hadam e la SUA Nishmat è il SUO Soffio che gli dà vita , // e continuamente lo rinnova .

Alla Ruah di Dio è attribuita anche la funzione di guida del popolo di Israele . Nel periodo dell'esilio babilonese e in quello successivo, la storia d'Israele viene riletta come un lungo dialogo tra Dio e il popolo eletto
Zaccaria 7,12 « mediante il suo Soffio-Ruah, per mezzo dei profeti del passato »

Dio invia la SUA Ruah nella storia a favore del SUO popolo

Nel periodo dei giudici, Dio faceva scendere la SUA Ruah su uomini deboli e li trasformava in guide carismatiche : Gedeone, Iefte, Sansone, etc. Nel periodo del regno di Israele, il Soffio di Dio è spesso citato come causa prima della stabilità del regno.
1Samuele 16,13« Il Soffio del Signore si posò su Davide da quel giorno in poi »


Il Vento di DIO è sorgente di saggezza: Davide chiede di ottenere tale guida dal Vento di Dio:
Salmo 142(143), 10: «Insegnami a fare la tua volontà, poiché tu sei il mio Dio. Il TUO Vento è buono; mi conduca nel paese della rettitudine»


Nel Libro dell'Esodo sono riportate le vicende di Mosè e del popolo ebraico in fuga dall'Egitto e la presenza di Dio è identificata con la nube, attraverso la quale l'uomo può accedere alla divinità.

« Il Signore disse a Mosè: Ecco, io ti apparirò attraverso una densa nube affinché il popolo oda mentre ti parlo ed in tal modo avranno piena fiducia in te anche per l'avvenire » ( Esodo 19,9 ) « Mosè salì al monte e questo fu avviluppato dalla nube. La maestà divina si fissò sul monte Sinai che fu avvolto dalla nube per sei giorni, ed il settimo giorno il Signore chiamò Mosè dal denso della nube. » ( Esodo 24,15-16 ) « Ogni volta dunque che Mosè si ritirava verso la tenda, tutto il popolo si alzava in piedi, .... Una volta entrato Mosè nella tenda, la colonna di nube discendeva arrestandosi all'entrata della Tenda ed il Signore allora si intratteneva con Mosè. » ( Esodo 33,8-9 )

La nube è i simbolo della presenza Divina a cui l'uomo può accedere e grazie alla quale viene trasmesso il VENTO-RESPIRO di DIO

«e il Vento di Dio investì» «rugiada che riempie la presenza Divina di ciò che scaturisce da tutte le fonti superiori (Petikhàt Eliyàhu HaNavì»

Nel Libro di Ezechiele, il profeta riporta la promessa del dono all'uomo della Ruah di Dio: « Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi una Ruah nuova... Porrò la MIA Ruah dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei statuti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi » ( Ezechiele 36,26-27 // Ger 31,31-34) Nel Libro di Gioele le conseguenze di tale dono sono indicate e tale promessa non è più limitata al solo popolo ebraico: « Io effonderò la mia Ruah [ אֶת־רוּחִי֙] sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie. Anche sopra gli schiavi e sulle schiave, in quei giorni, effonderò la mia Ruah. » ( Gioele 3,1-2 ) La ruah come , il respiro che dà vita a uomini e animali è a termine, prima o poi finisce .
La Ruah di DIO è il RESPIRO-SPIRITO DIVINO che i profeti Ezechiele e Geremia hanno annunciato come Dono ( Grazia) che DIO farà all'essere umano, è eterno, immortale.

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