Piccolo Corso Biblico

VANGELI

La BIBBIA LVXX ( Septuaginta ) « ... Con la traduzione in greco della Bibbia Ebraica (la LXX) e soprattutto con la letteratura neotestamentaria, si riscontrano novità nella terminologia e qualche slittamento semantico, il tutto dovuto a un diverso sistema linguistico, oltre che a prestiti lessicali e concettuali dalle correnti filosofiche coeve. - Innanzi tutto troviamo il termine “corpo” (sōma), in qualche caso identificato con “carne” (sarx) (2 Cor 4,10-11); quest’ultimo sostantivo può equivalere a “essere umano” (Gal 2,16), e spesso viene utilizzato per suggerirne le componenti di fragilità (Rm 6,19; 2 Cor 4,11; Gal 4,13; Ef 2,14), talvolta anche nel versante delle attrattive pulsionali contrarie allo spirito (Gv 6,63; Rm 8,5-8; Gal 3,3; 5,16-19; 6,8; Ef 2,3). - Il termine psychē non indica tanto l’elemento immateriale della persona (“anima”) , come nella filosofia greca, quanto piuttosto la dimensione vitale dell’uomo (Mt 10,28; 1 Cor 15,44). - Il sostantivo pneuma, d’altra parte, è applicato, tanto in Paolo come negli altri scritti del Nuovo Testamento, sia allo Spirito divino, sia allo spirito umano in quanto capace di relazione con il Trascendente (Mt 5,3; 1 Cor 6,17).

- Accanto ai termini più marcatamente intellettuali, come “mente” (nous) e “coscienza” (syneidēsis) (1 Cor 1,10; Rm 7,23; 1 Cor 8,7-13), troviamo il termine “cuore” (kardia), che, in continuità con la concezione ebraica, designa il centro della persona quale sede dei sentimenti (Rm 9,2; 10,1; 2 Cor 2,4; 6,11; Fil 1,7), dei pensieri più reconditi (Rm 8,27; 1 Cor 4,5; 14,25; 1 Ts 2,4) e delle decisioni religiose e morali (Mc 7,21; Rm 10,9; 1 Cor 7,37; 2 Cor 9,7). ..»
Il tradimento I traduttori dall'ebraico al greco presero i termini greci che nelle filosofie e nella cultura popolare avevano determinati significati e li utilizzarono per i racconti biblici introducendo inevitabilmente con il nuovo lessico anche i concetti , le categorie delle scuole filosofiche più conosciute e popolari che li utilizzavano in quell'epoca.

Le parole si consolidano nei contesti culturali in cui nascono e in quel contesto estendono il loro campo semantico . Quando si cerca di tradurle in altre lingue ( quindi culture) necessariamente bisogna trovare termini che richiamino un'area semantica simile ma questo non è sempre possibile: tradurre è sempre in qualche modo " tradire".

Lo studio linguistico rivela che la traduzione della Bibbia ebraica in greco venne fatta intorno al III° sec. a.C. per andare incontro alle esigenze delle comunità ebraiche d'Egitto che parlavano greco già da un secolo almeno. La Bibbia ebraica in greco chiamata LVXX, o Septuaginta contiene anche libri ( scritti in greco) che non fanno parte dellla bibbia ebraica TANAK .
TANAK- Gn 2, 7 wayyiyẕer yəhwāh ʾĕlōhiym ʾet-hāʾādām ʿāpār min-hāʾădāmāh wayyippah bəʾappāyw nišəmat hayyim wayəhiy hāʾādām lənepeš hayyāh :
LVXX- Gen2,7καὶ ἔπλασεν o θεὸς τὸν ἄνθρωπον χοῦν ἀπὸ τῆς γῆς καὶ ἐνεφύσησεν εἰς τὸ πρόσωπον αὐτοῦ πνοὴν ζωῆς καὶ ἐγένετο o ἄνθρωπος εἰς ψυχὴν ζῶσαν


niš·mat hay·yîm diventa
--------> in greco πνοὴν ζωῆς ( pnoen Zoes)
ne·p̄eš hay·yāh diventa
--------> in greco ψυχὴν ζῶσαν ( psychen Zosan)
ruach diventa
--------> in greco pneuma
'hay - hayyah diventa
--------> in greco ζωῆ ( Zoè)
.
I filosofi della Grecia antica I fantasmi nell'antichità "Non v’era per i popoli dell’antichità dubbio che una parte dell’individuo sopravvivesse alla morte corporale...... quali che fossero le opinioni personali a riguardo, si era infatti indistintamente soliti pervenire a maturità in un contesto culturale che dava a intendere che i defunti seguitassero ad esistere sotto altra forma e necessitassero di qualche sorta di sostentamento in un aldilà fortemente approntato da determinati fattori: il tipo di vita che si era condotto nell’al di qua, il trattamento riservato ai resti mortali, se la memoria del trapassato persistesse tra i vivi e se fosse onorevole etc.
I dettagli delle narrazioni inerenti l’aldilà variavano ovviamente per le diverse culture, ma ci pervengono come costanti trasversali : la sua esistenza, il suo essere governato da leggi immutabili, e il risiedervi perpetuo delle ombre dei morti " [Joshua J. Mark, World History Encyclopedia, ]
L'aria Nella Grecia antica i filosofi avevano iniziato a conoscere il mondo indipendentemente dalle religioni e dalle credenze popolari : attraverso l'osservazione empirica e la ragione il mondo poteva essere conosciuto e compreso .

Alcune parole della lingua greca erano entrate nelle proprosizioni delle filosofie sull'" essere viventi " e in particolare sul "fenomeno umano". Questi termini greci diventati categorie filosofiche entreranno anche nella traduzione della Bibbia ebraica TANAK in greco e nei testi ebraici scritti in greco nei territori fuori dalla Palestina ( la Bibbia LVXX).

A partire dal VI sec. a.C. e fino alla venuta di Gesù la filosofia greca ha tematizzato molti aspetti della realtà del mondo ed in particolare del " vivente umano"

Come nell'universo ebraico e nelle altre culture antiche anche i Greci avevano una rappresentazione materialistica della "vita" negli esseri viventi : c'era in loro la convinzione che la vita fosse essenzialmente connessa con il sangue ( chi perde il sangue perde la vita, muore) e con la respirazione ( chi respira è vivo, chi è morto non respira più ) .

Ci sono alcune parole chiave delle filosofie intorno al mistero dell'uomo e della vita che si ritroveranno nella BIbbia dei giudei che vivevano nel mondo ellenistico fuori della Palestina. pnoè πνοὴ ( pnoè) è una di quelle parole usate dai filosofi greci per spiegare vari fenomeni legati all'aria, alla vita e al cosmo. Si riferisce all'azione meccanica della respirazione , il movimento fisico dell'aria come l'inspirazione e l'espirazione. Nella Bibbia LVXX traduce l'ebraico nishmat - neshamah : "ciò che DIO ha soffiato nelle narici di hadam ".
psykè ψυχή (psykè ) - "ciò che sale" è connesso con ψύχω (psikò) che equivale a fiatare, alitare, soffiare ed anche rinfrescare, raffreddare, agghiacciare , raffreddarsi  e asciugare. Nella Bibbia LVXX traduce l'ebraico nefesh. In latino ed italiano viene tradotto con anima. Le filosofie classiche della psykè che influenzarono maggiormente il pensiero occidentale sono quelle di Platone (prima nel Fedone, poi in Repubblica), Aristotele (nel testo Sull' Anima ), Epicuro e gli Stoici.

Nella Politica Aristotele scrive: «Tutti hanno le varie parti della psykè, ma in misura differente, perché lo schiavo non ha affatto la facoltà deliberativa, la femmina ce l'ha, ma incapace e il fanciullo ce l'ha, ma imperfetta» ( ipse dixit).

La psykè avrebbe in sè un principio di eternità ma Aristotele non chiarisce i rapporti tra questa psykè intellettiva e le altre funzioni, né se l'eternità della psykè intellettiva sia individuale. I passi che parlano delle funzioni intellettive della psykè sono però in Aristotele assai concisi ed oscuri, e i commentatori ne hanno date differenti interpretazioni.

Nella psykè c'è un intelletto agente o poetico ( forma )che analogamente alla luce può "formare" , cioè mettere "in atto""ogni cosa; ed un intelletto possibile ( materia) che può divenire ogni cosa . "L'intelletto agente (e solo questa facoltà della psykè) che forma, //mette " in atto" - come intelleggibile- ciò che lo è solo " in potenza" , è puro (ἀμιγές), impassibile, separato (χωριστόν), trascendente, immortale ed eterno. L'intelletto possibile invece è materia, // è passivo e perciò perituro (Aristotele, Sull'anima. I. III, c. 5).

Gli sviluppi teorici successivi – ad esempio negli scritti di Plotino e nei filosofi platonici, così come dei Padri della Chiesa – si comprendono meglio sullo sfondo di queste filosofie classiche, da cui, in gran parte, derivano. - Il termine psychē non indica tanto l’elemento immateriale della persona (“anima”) , come nella filosofia greca, quanto piuttosto la dimensione vitale dell’uomo (Mt 10,28; 1 Cor 15,44). pneuma Il termine pneuma ( tradotto in italiano con " spirito") attraverso i secoli venne declinato con significati diversi in base alla dottrina filosofica che lo utilizzava . Il termine indicava genericamente nei filosofi Presocratici  "il principio originario e universale o archè (ἀρχή) di cui tutte le cose sono fatte" .

Venne connesso a psykè , l' aria in movimento. Pneuma è il Principio immateriale ( spirito) che mette in movimento negli esseri viventi la vita come vitalità ( psykè) Il Pneuma è Principio vivificatore da cui originano tutte le cose, Principio di ogni animazione dell' essere , Principio della vita negli esseri viventi, etc.
Pneuma è il "λόγος ( Logos)" : il Principio razionale dell' ordine cosmico, materia sottilissima affine al fuoco , elemento eterico purissimo, causa di moto e di vita di tutto. Nella Bibbia LVXX traduce l'ebraico ruach.
pneumatikòs - aggettivo, significa " spirituale " logos In greco è connesso con légο (λέγω), che significa scegliere, raccontare, enumerare, parlare, pensare.
Corrisponde all'ebraico דבר dabar  e al latino verbum . E' tradotto con «parola», «discorso», «ragione»
Logos è la "legge universale" che regola secondo ragione e necessità tutte le cose: «Nessuna cosa avviene per caso ma tutto secondo logos e necessità(Leucippo, fr.2) I veri saggi i sono quelli che riconoscono in loro il Logos e ad esso s'ispirano Lo stoico Cleante, richiamandosi ad Eraclito, afferma la dottrina del Logos spermatikòs
La "Ragione seminale" - logos spermatikòs - è un principio vivente ed attivo (poioun) che si diffonde nella materia inerte animandola e portando alla vita i diversi enti. Il logos è presente in tutte le cose, dalle più grandi alle più piccole, dalle cose terrene sino alle stelle garantendo così l'unità razionale dell'intero cosmo. Nella letteratura giudaica (in particolare Filone di Alessandria ) ha assunto il significato di Sapienza (biblica, divina) e nelle scritture cristiane il significato di Parola Divina incarnata in Gesù di Nazareth.
«[il logos] attraversa tutte le cose mescolandosi al grande come ai piccoli astri luminosi» . Esiste dunque un comune sentire, ovvero una συμπάθεια (sympatheia) o "simpatia" universale, una legge naturale seguendo la quale lo stoicismo insegna a «vivere conformemente alla natura».

Dal punto di vista fisico il logos è identificato col fuoco, che contiene in sé le diverse "ragioni seminali" individuali. Alla fine dei tempi avverrà una conflagrazione che consumerà l'intero universo, in cui però si salveranno le "ragioni seminali", per garantire la generazione del nuovo mondo che sarà nuovamente arso secondo un andamento ciclico.

Il giudaismo alessandrino, con Filone Alessandrino come esponente, riprende il logos della tradizione stoica incorporandolo nella sua teologia e connettendolo al tema biblico della "parola di Dio", acquisendo la fisionomia di un agente quasi personale, cosciente, della volontà creatrice e provvidente di Dio : la Parola a cui si unisce o sostituisce, con valore di sinonimo, la Sapienza. Per Filone, che si rifà anche al Timeo di Platone, Dio è trascendente rispetto al mondo, e il Logos fa da mediatore tra il primo e il secondo .

Il Logos è fonte degli archetipi sulla cui base il mondo viene modellato, costituendo da cornice e, in un certo senso, da sintesi a tutte le realtà intermedie: le Idee, la Sapienza, gli angeli, lo Spirito e le potenze; il Logos, infatti è lo strumento con il quale Dio ha fatto tutte le cose ed è la Luce divina offerta agli uomini. Nella dottrina di Filone si riconoscono temi e concetti che poi torneranno nel Cristianesimo .
[Wikipedia]
Zoè Una definizione della filosofia contemporanea:
"ζωή (zoé) è il principio, l'essenza della vita che appartiene in comune, indistintamente, all'universalità di tutti gli esseri viventi e che ha come concetto contrario la non-vita e non, come si potrebbe pensare, la morte poiché questa riguarda il singolo essere che cessa, lui e soltanto lui .( Martin Heidegger. Concetti fondamentali della filosofia aristotelica, Milano 2017)
Il periodo ellenistico

L'età ellenistica si fa convenzionalmente iniziare con il 323 a.C., anno della morte di Alessandro Magno, e terminare con la morte dell'ultima sovrana ellenistica, Cleopatra d'Egitto, e con la conquista romana del Regno tolemaico d'Egitto (battaglia di Azio del 31 a.C.)
Le teorie fisolofiche della psykè del periodo ellenistico si interessano più strettamente ad essa come qualcosa che è specificamente responsabile delle funzioni mentali o psicologiche interrompendo così la connessione del linguaggio ordinario tra psykè e vita in tutte le sue funzioni e aspetti. Antropologia filosofica e antropologia biblica [ PONTIFICIA COMMISSIONE BIBLICA «Che cosa è l’uomo?» (Sal 8,5) Un itinerario di antropologia biblica]

« ...In Gen 2 Dio è il soggetto di due gesti creativi nei confronti di ’ādām: il «plasmare» (v. 7a) e il «soffiare» (v. 7b). Due aspetti costitutivi dell’uomo: da un lato, la sua origine «dalla polvere del suolo», e dall’altro il suo «essere vivente» per il «soffio» divino

cIl primo motivo, quello della precarietà dell’essere umano, è stato vissuto nella moderna società occidentale con sentimenti di angoscia e di rivolta, talvolta anche con cinismo o disperazione; in altre culture ha sviluppato un senso di fatalità e rassegnazione.

Il secondo motivo, che suggerisce quale sia la specifica qualità della creatura umana, ha ricevuto nella filosofia uno sviluppo speculativo mediante il concetto di anima e di spirito; oggi, con i progressi delle neuro-scienze, si rischia di ridurre la persona a un semplice organismo funzionale, spiegato in termini di chimica e biologia.

La tradizione biblica ha un messaggio importante da comunicare, sia per quanto riguarda l’umana finitudine, sia per quanto concerne il valore spirituale dell’uomo; ..... è necessario al proposito tenere comunque sempre presente il riferimento al Creatore, perché senza questa relazione originaria non è possibile rendere conto del mistero della creatura umana...»
NOTA
La vita, la vita e la VITA In filosofia la definizione del concetto di vita è diversa e più complessa a causa della scarsità lessicale presente nella lingua italiana : l'italiano usa un unico termine , " vita" per una diversità di significati per indicare:
- la vita animale,
- quella umana, corporea
- quella psichica
- quella spirituale
- quella oltreumana ( angelica o altro ) , immortale
- quella divina , eterna

Per leggere la Bibbia si può ritenere questo :

Il concetto di vita nel senso della sua tipologia e qualità è nel termine greco bios
Il concetto di vita nel senso dinamico di vitalità , attività , è nel termine greco psykè
Il concetto di vita come principio universale di tutti i viventi è nel termine greco - Zoè.

Nel NT, che è giunto a noi in greco, vengono usati 4 termini per "vita" :
βίος   (bíos)
ψυχή   (psyché)
ζωή   (Zoé)
πνεῦμα (pneuma )
Le traduzioni in italiano del NT traducono i 4 termini con " vita" senza differenziarli.

In questo corso sono differenziati in questo modo :
βίος  (bíos)  ................. vita - biologica ( poco usato nel NT )
ψυχή   (psyché).........   vita - vitalità , la vita attiva
ζωή   (Zoé)..................  VITA (o Vita) - immortale , perenne, eterna
πνεῦμα (pneuma) ....a volte significa "vita" se riferito all'uomo, "VITA" se riferito a DIO . 1 - βίος (bíos) La vita come βίος ( bíos ) indica la vita che viviamo le condizioni, le modalità in cui viviamo : la vita contemplativa, la vita politica , la vita sportiva, etc.

Lc 8,14 ( 21,34 ) Quello caduto in mezzo ai rovi sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano soffocare da preoccupazioni, ricchezze e piaceri della vita e non giungono a maturazione.
Lc 21,34 State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita [ βιωτικαῖς] e che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso;

2- ψυχή (psykè ) Nella Bibbia ebraica in Genesi 1, l' essere umano creato da Dio è nefeš 'hayyah : un respirante vivo , vivace, attivo
Morire , spirare , è perdere il respiro, il venir meno di essere respirante, vivace, attivo.
Sal 107,4 Affamati e assetati, la   vita (nefeš ) veniva meno in loro
Genesi 35:18,  (Rachele muore) stava per esalare l'ultimo nefeš .

La Bibbia ebraica nella versione greca detta LXX traduce nèfeš con psykè e così sarà nelle scritture cristiane.
psykè nella LVXX e nel NT indica la persona attiva- Il termine psychē non indica tanto l’elemento immateriale della persona (“anima”) , come nella filosofia greca, quanto piuttosto la dimensione vitale dell’uomo (Mt 10,28; 1 Cor 15,44).

Mt 10,39 ( Mc 8,35ss) Chi avrà tenuto per sé la propria vita
chi avrà speso la sua vitalità , la vita attiva, per colmare i propri desideri
la perderà,
e chi avrà perduto la propria vita per causa mia,
chi invece avrà speso la propria vita attiva, la vitalità, per l'evangelizzazione del mondo
la ritroverà
nella risurrezione da morte .

Mt 16,25 (Lc 9,2 Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. 26 Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita ?
Lc 14,26 «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.
Mt 6,25 ( Lc 12,22ss) Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita , di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?
Mt 6,27 E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita ?

Mt 20,28 ( Mc 10,45 ) il Figlio dell'UOMO, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita ( attiva) in riscatto ( per liberare dalla morte) per molti».
Lc 6,9 Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?».
Lc 12,20 Ma Dio gli disse: «Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta
( da Dio) la tua vita // morirai) . E quello che hai preparato, di chi sarà?».
Lc 21,16 Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; 17sarete odiati da tutti a causa del mio nome. 18Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita

Gv 15,13 Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.
Gv 10, 11 Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore.
Gv 10,17 Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo .  18 Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».
Gv 13,37 Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». 38 Rispose Gesù: « Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte.
Mt 11,29 Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita


3-ζωή (Zoè) La parola ebraica per VITA è 'hay (חי‎) e viene tradotta in greco nella LVXX con ζωή (Zoé). Zoé indica il  Principio Vitale Universale,  "la VITA in virtù della quale l'essere Vive" che si manifesta nella storia come - bios, modalità di vita ( vita animale, vita umana, vita misera, vita piena, etc. ) - e come psyké , vita attiva cioè vitalità. L'opposto di VITA ( Zoè) non è la morte ma la non-VITA , la "mancanza di VITA " , l'incompiutezza dell'essere. Essendo Zoè un Principio immateriale, pneumatikos, spirituale, la non-VITA è la MORTE SPIRITUALE dell'essere.
Zoè è usato anche per indicare la "VITA che verrà " , la "VITA perenne" Nel libro AT Daniele :
Dn 12,1“Molti di quanti dormono nella polvere si desteranno: gli uni alla vita ( חַי -'hay ) a venire ( עוֹלָ֔ם - olam ) gli altri alla vergogna ed al disprezzo perenne .
Il termine olam si proietta nel futuro , ha significato di " a venire", " che verrà"

Quando verrà il Regno di DIO definitivo? E' la domanda cui cerca di rispondere il libro e la risposta teologica è : quando DIO dirà " basta", allora i morti risorgeranno e ci sarà il giudizio universale , i giusti Israeliti regneranno insieme a DIO sulla terra, in Palestina, su tutti gli altri popoli, per sempre.Si tratta di una vita definitiva insieme a DIO, una vita "che verrà" , ma che verrà in questo mondo e precisamente in Palestina . Questa era l'aspettativa : il mondo che verrà : olam_ha_ba" .
Nella LVXX la traduzione in greco, l'ebraico hay_olam ( la vita che verrà ) diventa ζωή  αιώνιον - Zoè aionion , la VITA senza età, la VITA perenne. E' l'aspettativa del giusto nel libro Sapienza .
Nel NT Zoè indica la "VITA eterna" che è in Gesù di Nazareth e che Lui dona aisuoi discepoli.
DIO nella Nuova Alleanza pro messa ed annunciata da Ezechiele e Geremia ( Ezechiele 36, 27 Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo le mie leggi e vi farò osservare e mettere in pratica le mie norme ) darà l'immortalità all'uomo quando EGLI infonderà in lui il SUO Santo Spirito .
Gesù : Io sono la VITA eterna
TILC -1 Giovanni 2, 25 E questa è la PROMESSA che Egli ci ha fatto: la VITA ETERNA
Lc 12,15E disse loro: "Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell'abbondanza, la sua VITA non dipende da ciò che egli possiede"
Gv 17, 1 Gesù guardò in alto verso il cielo e disse: «Padre, l’ora è venuta. Manifesta la gloria del Figlio, perché il Figlio manifesti la tua gloria. 2Tu gli hai dato potere sopra tutti gli uomini, perché tutti quelli che gli hai affidato ricevano VITA ETERNA. 3 VITA ETERNA è questo: conoscere te, l’unico vero Dio, e conoscere colui che tu hai mandato, Gesù Cristo.

Gv 6,63 È lo Spirito che dà la VITA, la carne non giova a nulla; le PAROLE che io vi ho detto sono Spirito e sono VITA.
Gv 5,26 Come infatti il Padre ha la VITA in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la VITA in se stesso
Romani 5, 10 Se infatti, quand'eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più, ora che siamo riconciliati, saremo salvati ( // portati a pienezza, COMPIMENTO) mediante la sua VITA ( ζωῇ αὐτοῦ).


Quando Pietro si rese conto di cosa offriva Gesù disse:

TILC- Gv 6, 68 Signore, da chi andremo? Tu solo hai PAROLE CHE DANNO VITA ETERNA ζωή αἰώνιον !. 69E ora noi CREDIAMO e SAPPIAMO che tu sei quello che Dio ha mandato.
At 3,15 Avete ucciso l'autore della VITA, ma Dio l'ha risuscitato dai morti: noi ne siamo testimoni.
Gv 3,16 Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non vada perduto, ma abbia la VITA eterna .
Gv 6,40 Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la VITA eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno»
Gv 12,50 E io so che il suo comandamento è VITA eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».

Gv 5,21 Come il Padre risuscita i morti e dà la VITA , così anche il Figlio dà la VITA a chi egli vuole.
1 Giovanni 5, 11 E la testimonianza è questa: Dio ci ha donato la VITA ETERNA e questa VITA è nel suo Figlio.
Gv 1,4 In lui ( Gesù) era la VITA e la VITA era la LUCE degli uomini; 5la LUCE splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta.
Gv 5,39 Voi ( giudei) scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la VITA eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me ( che sono la VITA eterna).
Gv 4,14 chi berrà dell'Acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l'Acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d' Acqua che zampilla per la VITA eterna ».

Gv 17,2 Tu (PADRE) gli( al FIGLIO) hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la VITA eterna a tutti coloro che gli hai dato
Gv 14,6 disse Gesù: «Io sono la Via, la Verità e la VITA . Nessuno viene al Padre ( Il Regno della VITA ETERNA) se non per mezzo di me.
Gv 10,10 io sono venuto perché (le pecore del Padre) abbiano la VITA e l'abbiano in abbondanza.

Gv 8,12 Di nuovo Gesù parlò loro e disse: «Io sono la LUCE del mondo; chi segue me, ( il discepolo credente ) non camminerà nelle tenebre, ma avrà laLUCE della VITA».
Gv 3,36 Chi crede nel Figlio ha la VITA eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la VITA, ma l'ira di Dio rimane su di lui.
Gv 6,47 In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la VITA eterna.
Gv 5,24 In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la VITA eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla VITA.
Gv 11,25 Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la VITA; chi crede in me, anche se muore, Vivrà
Gv 5,40 Ma voi non volete venire a me per avere VITA
.
Gv 20,31 questi (TESTI) sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio , e perché, credendo , abbiate la VITA nel suo Nome
Gv 6,27 Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per ilCIBO che rimane per la VITA eterna e che il Figlio dell'UOMO vi darà.
Gv 6,33 il PANE di Dio è colui che discende dal cielo e dà la VITA al mondo ».
Gv 6,35 Gesù rispose loro: «Io sono il pane della VITA; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!
Gv 6,48 Io sono il pane della VITA. ..51 Io sono il pane VIVO, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane VIVRA' in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la VITA del mondo ( //l'umanità tutta) ».
Gv 6,53 Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la Carne del Figlio dell'UOMO e non bevete il suo Sangue, non avete in voi la VITA .
Gv 6,54 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la VITA eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.
Gv 6,57 Come il Padre, che ha la VITA, ha mandato me e io VIVO per ( mezzo de ) il Padre, così anche colui che mangia me VIVRA' per ( mezzo di ) me.
Gv 10,28 Io do loro la VITA eterna e//non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.

1Gv 5,12 Chi ha il Figlio, ha la VITA; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la VITA.
Mt 7,14 (Lc 10,25) Quanto stretta è la porta e angusta la Via che conduce alla VITA, e pochi sono quelli che la trovano!

Gv 4,36 Chi ( i discepoli evangelizzatori ) miete ( la messe degli evangelizzati) riceve il salario e raccoglie frutto per la VITA eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete.
Gv 5,29 ( i morti) usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di VITA e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna.

etc.

Gesù ribadisce: Gv 6,63 È lo Spirito che dà la VITA, la carne non giova a nulla; le PAROLE che io vi ho detto sono Spirito e // sono VITA. L'uomo che ha lo Spirito di DIO // ha la VITA eterna di DIO : è un UOMO SPIRITUALE ( pneumaticos) , "mosso", animato dallo Spirito Santo . Gv 3,5 «In verità , in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito ( Pneuma) , non può entrare nel regno di Dio. 6 Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito Πνεύματος  è spirito πνεῦμά ( è l' UOMO SSPIRITUALE) Paolo : Gal 6,8 Chi semina nella sua carne [ la natura umana],
dalla carne raccoglierà corruzione;
chi semina nello spirito ( pneuma) ,
dallo Spirito raccoglierà VITA eterna
4- Πνεῦμα (Pneuma) Il termine greco pneuma nella Bibbia viene ad indicare sia il principio del respiro che è nella psykè sia la VITA-Zoe   .
Lc 8,52 Gesù disse: "Non piangete. Non è morta, ma dorme". 53Essi lo deridevano, sapendo bene che era morta; 54ma egli le prese la mano e disse ad alta voce: "Fanciulla, àlzati!".La vita ( pneuma) ritornò in lei e si alzò all'istante. Egli ordinò di darle da mangiare.
Πνεῦμα τὸ Ἅγιον Pneuma to aghyion : equivale a τὸν ἅγιον τοῦ Ισραηλ cioè lo Spirito del Santo di Israele Pneuma applicato a DIO è lo Spirito di DIO o Spirito Santo , cioè la VITA di DIO che è eterna.
Nel NT equivae a Zoè aionion (VITA eterna) .

Giovanni 6, 63 È lo Spirito ( Pneuma) che dà la VITA ( Zoè), la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono Spirito ( Pneuma) e sono VITA ( Zoè), .
La redenzione del corpo DIO ha creato l'uomo per l'immortalità Nella Bibbia ebraica si dice che con la morte ogni uomo esala la sua nishmat ( il respiro-pnoè dato ad hadam ) // e così il ruah- pneuma ( ciò che psykè la psykè ) svanisce , poichè.. " queste cose non hanno immortalità" .
Nel libro Sapienza , scritto in greco e presente solo nella Bibbia LVXX si dice :

Sap 2, 1 Dicono fra loro sragionando: "La nostra vita ( βίος ) è breve e triste; non c'è rimedio quando l'uomo muore , e non si conosce nessuno che liberi dal regno dei morti. 2Siamo nati per caso e dopo saremo come se non fossimo stati: è un fumo il soffio (πνοὴἐν ) delle nostre narici svanisce alla morte come il fumo , il pensiero è una scintilla nel palpito del nostro cuore, 3 spenta la quale, il corpo ( soma) diventerà cenere e lo spirito ( pneuma) svanirà come aria sottile." // la nostra vita ( βίος ) passerà come traccia di nuvola e si dissolverà come nebbia messa in fuga dai raggi del sole e abbattuta dal suo calore 5 Passaggio di un'ombra ( σκιᾶς) è infatti la nostra esistenza e non c'è ritorno quando viene la nostra fine, poiché il sigillo è posto ( sulla tomba) e nessuno torna indietro.
In realtà quelli che dicono così, sbagliano :
22Non conoscono i misteriosi segreti di Dio, non sperano ricompensa per la rettitudine né credono a un premio per una vita irreprensibile. 23 Sì, Dio ha creato l'uomo per l'incorruttibilità, lo ha fatto immagine della propria natura
( che è divina, immortale, eterna) Le attese Salmi 42, 2 Come la cerva anela ai corsi d'acqua, così la psykè mia anela a te, o Dio.
Salmi 62, 2 2 Solo in Dio riposa la psykè mia: da lui la mia salvezza. 3 la psykè mia ha sete di Dio, del Dio vivente: quando verrò e vedrò il volto di Dio?
Salmi 84, 3 la psykè mia anela e desidera gli atri del Signore.
Isaia 26, 9 Di notte anela a te ( o DIO) la psykè mia, al mattino dentro di me il mio spirito ti cerca
Salmi 63, 2 O Dio, tu sei il mio Dio, dall'aurora io ti cerco, ha sete di te la psykè mia, desidera te la mia carne in terra arida, assetata, senz'acqua.
Salmi 62, 2 Solo in Dio riposa la psykè mia: da lui la mia salvezza... 6 Solo in Dio riposa la psykè mia: da lui la mia speranza.
Tobia 13, 9 Io esalto il mio Dio, la psykè mia celebra il re del cielo ed esulta per la sua grandezza.
Salmi 86, 4 Rallegra la vita del tuo servo, perché a te, Signore, rivolgo la psykè mia.
Salmi 130, 5 Io spero, Signore. Spera la psykè mia, attendo la sua parola.
Salmi 131, 2 resto quieto e sereno: come un bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è in me la psykè mia. Salmi 139, 14 Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda; meravigliose sono le tue opere, le riconosce pienamente la psykè mia.
Salmi 143, 8 Al mattino fammi sentire il tuo amore, perché in te confido. Fammi conoscere la strada da percorrere, perché a te s'innalza la psykè mia.


Con la ragione tutti possono cogliere l'evidenza dell'universalità del bisogno di rivelazione// salvezza//compimento che ogni essere umano sperimenta e che queste preghiere bibliche attestano lungo i secoli.
Davide :

Sal 16,8 Io pongo sempre davanti a me il Signore, sta alla mia destra, non potrò vacillare. 9 Per questo gioisce il mio cuore ed esulta la mia psykè; anche il mio corpo ( basar) riposa al sicuro, 10 perché non abbandonerai la mia vita ( nefesh ) negli inferi, né lascerai che il tuo fedele veda la fossa. 11 Mi indicherai il sentiero della vita (hay·yîm), gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra. Il Re sapiente cerca l'immortalità "alla destra di DIO" ovvero al primo posto vicino a LUI come SUO preferito .
Ogni nefesh umana cerca la il SENTIERO della vita, la SALVEZZA in DIO , che è la PERFEZIONE, il COMPIMENTO dell' essere . Questo avviene quando l'essere ha preso coscienza che la sua perfezione è la sua DEFINITIVITA' , la sua IMMORTALITA' , così che " anche la sua carne riposa al sicuro" perchè l'essere è " uno "(è basar ed è nefesh).
La Sapienza che viene da DIO Sapienza 8, 13 Grazie a lei ( la Sapienza ) avrò l'immortalità e lascerò un ricordo eterno a quelli che verranno dopo di me.
Siracide 19, 19 La conoscenza dei comandamenti del Signore è educazione alla vita, chi fa ciò che GLI è gradito raccoglie i frutti dell'albero dell'immortalità.
Nella linea della tradizione biblica giudaica, anche nella LVXX l'immortalità è connessa con DIO e non con la natura immortale della psykè come sostenevano i filosofi greci. La sapienza filosofica ellenistica riconosce nell'uomo l'immortalità della psykè ma si sbaglia: solo il DIO di Israele - che dona la SUA Sapienza a chi LA cerca , a chi LA chiede assiduamente - dona immortalità a chi la mette in pratica . L'immortalità che il giusto giudeo si aspetta da DIO è per l'essere intero, soma ( corpo) e psykè (vita-vitalità) Sir 51, 13Quand'ero ancora giovane, prima di andare errando, ricercai assiduamente la sapienza nella mia preghiera. 14Davanti al tempio ho pregato per essa, e sino alla fine la ricercherò. 15Del suo fiorire, come uva vicina a maturare, il mio cuore si rallegrò. Il mio piede s'incamminò per la via retta, fin da giovane ho seguìto la sua traccia... 18Ho deciso infatti di metterla in pratica, sono stato zelante nel bene e non me ne vergogno. 19La mia psykè si è allenata in essa, sono stato diligente nel praticare la legge.
La Sapienza del giusto viene da DIO ed è vivere la SUA Legge , quella che ha rivelato ad Israele : la SUA Torah .
La virtù della giustizia , cioè l' osservanza della Torah , conduce all'immortalità.
Sapienza e immortalità dell'uomo [ Bellia-Passaro, Il libro della Sapienza, 2004]

" Il Libro è scritto ad Alessandria d'Egitto durante la persecuzione dei giudei nell'era dei Tolomei e vuole rinvigorire la fedeltà a DIO delle comunità giudaiche che sono oltretutto immerse nell'ellenismo con le sue seduzioni filosofiche e pagane...
Sapienza 3, 4 Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi, la loro speranza resta piena d'immortalità.
Sapienza 4, 1 Meglio essere senza figli ( i figli sono la vita che riproducendosi , continua : ssere senza figli significa sparire) e possedere la virtù, perché nel ricordo di questa c'è immortalità ( non nella riproduzione continua) : essa ( la virtù) è riconosciuta da Dio e dagli uomini.

" Il concetto di immortalità ( Athanasìa) è chiaramente riallacciato al dato biblico dal momento che è presentato come privilegio dei giusti che hanno vissuto secondo le esigenze divine e fa parte dei misteri di DIO rivelati [ ad Israele ]( Sap.2,2) " Per l'apocattica giudaica il corso della storia era rilevante : la storia è continuamente sotto il giudizio divino e ci sarà una svolta con l'avvento del Regno di DIO definitivo. Nella scia di Proverbi, Quolet e Siracide , il corso della storia è irrilevante : DIO controlla le dinamiche dell'universo e concede la Sapienza a chi la chiede.
Sir 51,13 Quand'ero ancora giovane, prima di andare errando, ricercai assiduamente la Sapienza nella mia preghiera. 14Davanti al tempio ho pregato per essa, e sino alla fine la ricercherò.

Nel Libro " Sapienza" essa è personificata in uno pseudo Re Salomone :
Sap 7,16Nelle sue mani siamo noi e le nostre parole, ogni sorta di conoscenza e ogni capacità operativa. 17Egli stesso mi ha concesso la conoscenza autentica delle cose, per comprendere la struttura del mondo e la forza dei suoi elementi, 18il principio, la fine e il mezzo dei tempi, l'alternarsi dei solstizi e il susseguirsi delle stagioni, 19i cicli dell'anno e la posizione degli astri, 20la natura degli psykèli e l'istinto delle bestie selvatiche, la forza dei venti e i ragionamenti degli uomini, la varietà delle piante e le proprietà delle radici. 21Ho conosciuto tutte le cose nascoste e quelle manifeste, perché mi ha istruito la sapienza, artefice di tutte le cose.

C'è il riferimento alle discipline che costituivano oggetto di insegnamento nell’epoca ellenistica, dalla cosmologia all’astronomia, dalla zoologia alla botanica, dalla medicina alla filosofia e alla teologia. Mentre nell'apocalittica la sapienza si è ritirata in Cielo e vi si può accedere solo per rivelazione personale e con la guida di un angelo interprete o di un patriarca ( Enoc, Mosè, etc.) , qui, in accordo con la tradizione ebraica, la sapienza è tutta nella creazione ( Sap 9,1ss) .
Sap 7,25È effluvio della potenza di Dio, emanazione genuina della gloria dell'Onnipotente; per questo nulla di contaminato penetra in essa. 26È riflesso della luce perenne, uno specchio senza macchia dell'attività di Dio e immagine della sua bontà. 27Sebbene unica, può tutto; pur rimanendo in se stessa, tutto rinnova e attraverso i secoli, passando nelle anime sante, prepara amici di Dio e profeti.

" Ispirandosi alla cultura dell’epoca, che vede l’espandersi e l’imporsi del pensiero filosofico dei Greci, il sapiente, identificato idealmente con il re Salomone, enumera una ventina di attributi della sapienza ma non manca l’ancoramento alla tradizione biblica, che applica alla sapienza, come già alla legge, il ricco simbolismo della luce: è più radiosa del sole…, paragonata alla luce risulta più luminosa (v. 29). Anche il NT si ispirerà a questa celebrazione della sapienza, applicandola alla persona di Gesù (Gv 1,9; Col 1,15; Eb 1,3). Sap 8, 17 Riflettendo su queste cose dentro di me e pensando in cuor mio che nella parentela con la sapienza c'è l'immortalità ... la Sapienza divina è il BENE SUPREMO , fonte di Verità e di felicità ora e nel " mondo che verrà" ... poichè essa  (Sap 7, 25) È effluvio della potenza di Dio, emanazione genuina della gloria dell'Onnipotente; per questo nulla di contaminato penetra in essa. 26È riflesso della luce perenne, uno specchio senza macchia dell'attività di Dio e immagine della sua bontà : vive presso DIO e promana da LUI. Essa è il medium dell'azione di DIO nel mondo, medium grazie al quale l'uomo può raggiungere l'immortalità. "   Siracide 51, 19 La mia psykè si è allenata in essa, // sono stato diligente nel praticare la Legge. La Sapienza non è un sapere preconfezionato che viene infuso nella mente del giusto ma è il dono divino della capacità di comprendere tutte le cose" .. l'appropriazione di questa Sapienza conduce all'immortalità . L'immortalità non viene dalla sapienza greca e dalle virtù che essa proclama ( l'autore di Sapienza è un giudeo che vive ad Alessandria d'Egitto centro della filosofia ellenistica e crocevia di culture e religioni ) nè è nella natura della psykè ma viene solo da DIO che con la SUA Sapienza presente nella creazione ( Sap 12, 1 Poiché il TUO spirito incorruttibile è in tutte le cose) e nella Torah rivelata ad Israele - illumina guida e sostiene il giusto fino alla sua salvezza. "Contrariamente alla concezione greca , la punizione o il premio (definitivo per la pratica della Legge) sono posti in connessione con il giudizio delle anime (psykes) al momento della Visita ( kairò epyscopès) ( di DIO) la quale sarà un giudizio collettivo , corrispondente esattamente alla "Visita della risurrezione dei morti" in altri libri e collocata su una medesima linea interpretativa. I giusti vedranno allora la SALVEZZA ( 5,2) , il riposo (4,7) risplenderanno ( 3,7) giudicheranno i popoli ( 3,8) riceveranno la corona di gloria e il bel diadema ( 5,16) partecipando così al regno dei santi ( 5,5) L'ammissione del giusto presso DIO nell'irraggiamento della SUA Gloria finisce per assimilarlo agli angeli. almenno in parte, giacchè la sua nuova condizione lo avvicina alle nature angeliche Il peccatore invece vedrà l'oscurità e le sofferenze dell'Ade [ lo sheol, il regno dei morti ]Sap 1, 12Non affannatevi a cercare la morte con gli errori della vostra vita, non attiratevi la rovina con le opere delle vostre mani, 13perché Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi. 14Egli infatti ha creato tutte le cose perché esistano; le creature del mondo sono portatrici di salvezza, in esse non c'è veleno di morte, né il regno dei morti è sulla terra. 15La giustizia infatti è immortale. 16Ma gli empi invocano su di sé la morte con le opere e con le parole; ritenendola amica, si struggono per lei e con essa stringono un patto, perché sono degni di appartenerle.
"L'antropologia dell'autore come la sua escatologia restano più semitiche che greche . L'immortalità del giusto non è direttamente legata alla natura della psykè ed alla sua peesistenza come in Platone, si tratta piuttosto di un dono gratuito di DIO quale ricompensa per una buona condotta come se la conseguenza del peccato di Adamo venisse annullata ( 2,22-24; 4,1ss; 5,15ss) Per il giusto la morte non è la fine ma un passaggio una continuazione della VITA con DIO sotto altra forma( 3,1-9) per entrare un giorno nella compagnia dei santi(5,5) così come per l'empio la morte ha già iniziato la sua opera quaggiù e la proseguirà oltre la morte fisica con la punizione dei crimini commessi ( 3,1ss ; 4,19) fin nell'atto stesso del giudizio (5,13) .La morte " spirituale" degli empi ha per contrasto speculare l'immortalità dei giusti così come il loro dolore contrasta con la pace ed il riposo dei giusti. Il riscatto dalla morte del corpo . Lo pseudo-Salomone riflette :

Sap 9,13Quale uomo può conoscere il volere di Dio? Chi può immaginare che cosa vuole il Signore? 14I ragionamenti dei mortali sono timidi e incerte le nostre riflessioni, 15perché
un corpo corruttibile appesantisce la psykè( psykè) e // la tenda d'argilla appesantisce la mente ( nous) piena di premure La mente umana, l'intelletto-psykè è immersa nella materia del corpo e il corpo corruttibile la opprime , la assilla suscitando continue preoccupazioni [ Matteo 6, 25 non preoccupatevi per la vostra vita , di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Marco 4, 19 sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto. ]
Durante la vita terrena la psykè è sotto la dipendenza opprimente del corpo : se DIO dà immortalità all psykè del giusto come dono per la sua giustizia è lecito attendersi anche..«un corpo che le sia confacente ossia incorruttivile, immortale e glorioso per potervivere in compagnia dei santi come doveva essere in principio , prima della caduta , perchè " Dio non ha creato la morte " » Il sapiente ebreo nel mondo ellenistico attende da DIO che il giusto venga trasfigurato, come una nuova creazione , un corpo-psykè perfetto ed immortale. L'osservanza della Torah, la Sapienza, è piena di speranza e di immortalità : ai giudei della diaspora oppressi e tentati all'apostasia il sapiente ricorda che a questo sono chiamati da DIO e in questo devono perseverare. Attraverso Sap 16-19, un midrash sull'Esodo egli pone in essere un ritorno all'inizio della creazione quando gli esseri viventi escono dalla terra e dall'acqua ..una ri-creazione fisica del cosmo in cui i corpi sono rinnovati in modo che la morte non abbia alcuna presa.
[ Dn 12,1 Ora, in quel tempo, sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo. Sarà un tempo di angoscia, come non c'era stata mai dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro.
12,2Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l'infamia eterna. 3I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre. Is 25,8 ( DIO) Eliminerà la morte per sempre Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto, l'ignominia del suo popolo farà scomparire da tutta la terra, poiché il Signore ha parlato. 9E si dirà in quel giorno: "Ecco il nostro Dio; in lui abbiamo sperato perché ci salvasse. Questi è il Signore in cui abbiamo sperato; rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza]
«La ricompensa dei giusti è di essere con DIO mentre il malvagio muore senza speranza ( Sap 3,18) perchè ha stretto un patto con la morte ( Sap 1,16) » Is 26 1 In quel giorno si canterà questo canto nella terra di Giuda: "Abbiamo una città forte; mura e bastioni egli ha posto a salvezza. 2Aprite le porte: entri una nazione giusta, che si mantiene fedele. 3La sua volontà è salda; tu le assicurerai la pace, pace perché in te confida.... 6I piedi la calpestano: sono i piedi degli oppressi, i passi dei poveri". 7Il sentiero del giusto è diritto, il cammino del giusto tu rendi piano. 8Sì, sul sentiero dei tuoi giudizi, Signore, noi speriamo in te; al tuo nome e al tuo ricordo si volge tutto il nostro desiderio 26, 19 di nuovo vivranno i tuoi morti. I miei cadaveri risorgeranno! Svegliatevi ed esultate voi che giacete nella polvere. ( per questo) 9Di notte anela a te la psykè mia, al mattino dentro di me il mio pneuma ti cerca, perché quando eserciti i tuoi giudizi sulla terra, imparano la giustizia gli abitanti del mondo.

Sap 5, 51 Allora il giusto starà con grande fiducia di fronte a coloro che lo hanno perseguitato e a quelli che hanno disprezzato le sue sofferenze. 2Alla sua vista saranno presi da terribile spavento, stupiti per la sua sorprendente salvezza. 3Pentiti, diranno tra loro, gemendo con animo angosciato: 4"Questi è colui che noi una volta abbiamo deriso e, stolti, abbiamo preso a bersaglio del nostro scherno; abbiamo considerato una pazzia la sua vita e la sua morte disonorevole. 5Come mai è stato annoverato tra i figli di Dio e la sua eredità è ora tra i santi?

«In definitiva l'autore di Sapienza intende porre in evidenza la speranza di una redenzione del giusto sia della psykè che del corpo conforme a utta la tradizione biblica » .... «non fa uso del termine " risurrezione" .. ma non pensa certo ad una salvezza del giusto senza corpo » In attesa del giudizio la psykè scende nello sheol .. ma Sap 3,1 Le anime dei giusti, ... sono nelle mani di Dio, nessun tormento li toccherà. 2Agli occhi degli stolti parve che morissero, la loro fine fu ritenuta una sciagura, 3la loro partenza da noi una rovina, ma essi sono nella pace. 4Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi, la loro speranza resta piena d'immortalità. [cf.: Bellia -Passaro, Il Libro della Sapienza, Roma 2004]

La Legge di vita dell'essere umano nella LVXX La legge Il popolo di Israele annunciava a tutti i popoli di aver ricevuto per rivelazione la Legge di vita che orienta l'essere umano al Bene di essere stato chiamato a viverla ed inviato ad annunciarla . Lo attesta il rabbino Paolo :
Rm 2, 17... tu ti chiami Giudeo e ti riposi sicuro sulla Legge e metti il tuo vanto in Dio, 18ne conosci la volontà e, istruito dalla Legge, sai discernere ciò che è meglio, 19e sei convinto di essere guida dei ciechi, luce di coloro che sono nelle tenebre, 20 educatore degli ignoranti, maestro dei semplici, perché nella Legge possiedi l'espressione della conoscenza e della Verità... La Legge di DIO annunciata dalla Bibbia Ebraica è l' espressione della Conoscenza e della Verità rivelata da DIO ad Israele ...rivelata perchè la praticasse ... e l'annunciasse a tutti i popoli. I giudei si vantavano di avere il segno della circoncisione perchè significava la loro appartenenza alla stirpe di Abramo dal quale così ereditavano le promesse divine . Rm 2, 25.. il fatto che tu sia circonciso ha un senso soltanto se metti in pratica la Legge; se invece non la osservi, è come se tu non avessi mai ricevuto la circoncisione. Ma appartenere al popolo eletto e non praticare la Legge rivelata li metteva - di fronte a DIO- sullo stesso piano dei pagani.
26Perché Dio considera come circonciso colui che non lo è ma che di fatto ubbidisce ai precetti della Legge. 27Per questo chi senza essere circonciso sul corpo adempie la Legge, giudicherà te che non la metti in pratica, anche se la possiedi per iscritto e sei un circonciso . Ci sono pagani che- senza saperlo - di fatto osservano la Legge di vita rivelata da DIO ad Israele : questi avranno da LUI tutti i Beni promessi ad Abramo ed alla sua discendenza . Anche i goym, i non-ebrei , i pagani ( chiamati greci  nel contesto palestinese), come era evidente a tutti, a volte praticavano la stessa Legge che DIO aveva rivelato ad Israele :
Rm 2, 14Quando i pagani, che non hanno la Legge ( rivelata da DIO ) , per natura agiscono secondo la Legge , essi, pur non avendo Legge ( rivelata da DIO ), sono Legge a se stessi. 15Essi dimostrano che quanto la Legge( rivelata da DIO ) esige è scritto nei loro cuori , come risulta dalla testimonianza della loro coscienza e dai loro stessi ragionamenti, che ora li accusano ora li difendono. La Legge di vita di' hadam è una Legge Naturale che orienta tutto l'essere al Bene. Il fatto evidente che è a volte è praticata in tutti popoli dimostra che Essa è scritta ne cuore di ogni uomo.

Essa può essere conosciuta con la sola ragione : la coscienza riflessa infatti, attraverso la ragione, può " scoprire" qual è il messaggio etico che Essa contiene, per ogni scelta nella vita . La Legge di DIO rivelata ad Israele è parte della Legge che la ragione di ogni uomo può scoprire : la LEGGE (morale) NATURALE .

Questa legge ha come suo Primo principio quello di “ ricercare e fare il Bene ed evitare il male" : il Bene cioè il Vero e il Giusto .. il Bello, il Perfetto , il Definitivo,.. l' Eterno)
Quando l'essere umano non è più trasparente a se stesso e non coglie il messaggio etico diventa preda di un senso di disorientamento che rende precarie ed incerte le sue scelte di vita e la storia stessa.

Ciò è più evidente quando il messaggio etico gli risulta incomprensibile , cioè quando si è costruito un concetto di natura non più metafisico (che vede la natura in relazione con il Creatore) , ma solamente empirico.
Il Verbo Creatore infonde in ogni essere umano concepito , la Sua " Immagine"- una scintilla divina, che è spirituale ed immortale ( pneuma) . Questa scintilla divina è - nella psykè- ciò che muove ogni hadam verso il sacro ... Giovanni 14, 6 Gesù: "Io sono la Via ( il Giusto ) , la Verità ( il Vero, il Bene ) e la VITA
( bella, piena, perfetta, definitiva, eterna)
.
Nessuno viene al Padre
 ( nessuno raggiunge la perfezione della sua umanità, l'immortalità )
se non per mezzo di Me.
.. cioè in definitiva verso DIO, Verità , Giustizia e VITA eterna : il Bene ... il Bello, il Perfetto , il Definitivo, l' Eterno. Questi sono " i Beni futuri , la realtà stessa delle cose" (Eb 10, 1 )
Sono i Beni spirituali eterni cui tende per natura ogni psykè umana .
La psykè quindi , creata da DIO , è " affine a questi Beni cui tende ", Beni che sono di ordine spirituale ed indistruttibili.
La Sapienza che viene da DIO è la pratica della vita orientata ai Beni Immortali che secondo la LVXX sono garanzia di immortalità ... ma essa è incompatibile con una vita diversamente orientata :

Sap 1, 4La sapienza non entra in un'anima che compie il male né abita in un corpo oppresso dal peccato. 5 ( γὰρ- giacchè) Il santo spirito, che ammaestra, fugge ogni inganno, si tiene lontano dai discorsi insensati e viene scacciato al sopraggiungere dell'ingiustizia. 6La sapienza è uno spirito che ama l'uomo, e tuttavia non lascia impunito il bestemmiatore per i suoi discorsi, perché Dio è testimone dei suoi sentimenti, conosce bene i suoi pensieri e ascolta ogni sua parola.
L'etica della reciprocità Il centro della Legge di vita degli ebrei rivelata da DIO ad Israele era stata riassunta da Mosè nel Decalogo; dirà Gesù ai giudei, in linea con la Tradizione rabbinica :
Mt 22, 37 "Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima ( psykè, // la vita attiva) e con tutta la tua mente ( Dt 6,5) . 38Questo è il grande e primo comandamento. 39Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso ( Lv 19,18) . 40Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti". 1 - Il Centro della Legge di vita del giudeo : "Amare DIO e il prossimo con tutto se stessi " cioè " cercare il Bene , il Vero, il Giusto etc. e praticarlo insieme a DIO ed agli altri . E disse ancora :
Matteo 7, 12 Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti. 2 - Il Centro di tutta la Legge divina per la vita dell'uomo contenuta nella Bibbia ebraica e scritta nel cuore di ogni uomo è la Regola d'Oro   Il giudizio divino della psykè-persona La Legge divina per la vita dell'uomo - visto nella sua relazione ( alleanza ) costitutiva con DIO, Legge rivelata ad Israele e scritta nel cuore di ogni uomo , narrata dalle Sacre Scritture ebraiche ed illuminata dalla LUCE di Gesù, il Verbo di DIO , è la Regola d'Oro , cioè l'etica della reciprocità , praticata in relazione ( alleanza) con DIO e con gli altri. Questa Legge Naturale di vita è il criterio di giudizio per ogni persona . Quando l'essere umano muore - indipendentemente se ebreo o pagano - è sottoposto a giudizio sulla base di questa Legge. La Bibbia ebraica LVXX conclude che - in base alla rivelazione divina- è lecito attendersi per il giusto che ha praticato questa Legge, l'immortalità della persona intera, , attraverso una risurrezione del corpo in questo mondo, per una VITA perenne nel Regno definitivo di DIO, in Palestina. Così diceva la Sapienza ebraica , riassunta da Paolo : Rm 2, 12Tutti quelli che hanno peccato senza la Legge (rivelata da DIO, i pagani ) , senza la Legge periranno; quelli invece che hanno peccato sotto la Legge (rivelata da DIO, gli ebrei), con la Legge saranno giudicati . 13Infatti, non quelli che ascoltano la Legge sono giusti davanti a Dio, ma quelli che mettono in pratica la Legge saranno giustificati. Come annunciava lo pseudo-Salomone nel Libro Sapienza ai giudei in Egitto attratti dalle filosofie e dai culti pagani , l'ebreo osservante , alla morte si presenterà a DIO- diceva la tradizione rabbinica- con un " avvocato" invicibile : le proprie opere di Bene come insegnate dalla Legge

Sapienza 2, 23 Sì, Dio ha creato l'uomo per l'incorruttibilità, lo ha fatto immagine della propria natura ( divina, incorruttibile).
6, 18 .. l'amore per lei ( la Sapienza) è osservanza delle sue leggi, il rispetto delle leggi è garanzia di incorruttibilità 19e l'incorruttibilità rende vicini a Dio.


Con quete opere " in mano" DIO non gli avrebbe potuto rimproverare l nulla ma soltanto retribuirlo secondo giustizia , cioè donadogli l'immortalità.

Sap 5, 15 I giusti vivono per sempre, la loro ricompensa è presso il Signore e di essi ha cura l'Altissimo. 16Per questo riceveranno una magnifica corona regale, un bel diadema dalle mani del Signore, perché li proteggerà con la destra, con il braccio farà loro da scudo.
Sap 5, 1 Allora il giusto starà con grande fiducia di fronte a coloro che lo hanno perseguitato e a quelli che hanno disprezzato le sue sofferenze. 2Alla sua vista saranno presi da terribile spavento, stupiti per la sua sorprendente salvezza.

E riprende Paolo:
Rm 2, 6 il giorno dell'ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio, 6che renderà a ciascuno secondo le sue opere:
- 7 la VITA eterna a coloro che, perseverando nelle opere di Bene, cercano gloria, onore, incorruttibilità;
- 8 ira e sdegno contro coloro che, per ribellione, disobbediscono alla Verità e obbediscono all'ingiustizia.
//
- 9Tribolazione e angoscia su ogni uomo che opera il male, sul Giudeo, prima, come sul Greco;
- 10gloria invece, onore e pace per chi opera il bene, per il Giudeo, prima, come per il Greco:

11Dio infatti non fa preferenza di persone.
Dicevano i giudei ellenisti in Egitto :

Sap 2, 2Siamo nati per caso e dopo saremo come se non fossimo stati: è un fumo il soffio delle nostre narici , il pensiero è una scintilla nel palpito del nostro cuore, 3spenta la quale, ... il corpo diventerà cenere e lo spirito (il pneuma nella psykè) svanirà come aria sottile. 4Il nostro nome cadrà, con il tempo, nell'oblio e nessuno ricorderà le nostre opere. La nostra vita passerà come traccia di nuvola, si dissolverà come nebbia messa in fuga dai raggi del sole e abbattuta dal suo calore. 5Passaggio di un'ombra è infatti la nostra esistenza e non c'è ritorno quando viene la nostra fine, poiché il sigillo è posto e nessuno torna indietro. 6Venite dunque e godiamo dei beni presenti, gustiamo delle creature come nel tempo della giovinezza! 7Saziamoci di vino pregiato e di profumi, non ci sfugga alcun fiore di primavera, 8coroniamoci di boccioli di rosa prima che avvizziscano; 9nessuno di noi sia escluso dalle nostre dissolutezze. Lasciamo dappertutto i segni del nostro piacere, perché questo ci spetta, questa è la nostra parte. 10Spadroneggiamo sul giusto, che è povero, non risparmiamo le vedove, né abbiamo rispetto per la canizie di un vecchio attempato. 11La nostra forza sia legge della giustizia, perché la debolezza risulta inutile. 12Tendiamo insidie al giusto, che per noi è d'incomodo e si oppone alle nostre azioni; ci rimprovera le colpe contro la legge e ci rinfaccia le trasgressioni contro l'educazione ricevuta. 13Proclama di possedere la conoscenza di Dio e chiama se stesso figlio del Signore. 14È diventato per noi una condanna dei nostri pensieri; ci è insopportabile solo al vederlo, 15perché la sua vita non è come quella degli altri, e del tutto diverse sono le sue strade. 16Siamo stati considerati da lui moneta falsa, e si tiene lontano dalle nostre vie come da cose impure. Proclama beata la sorte finale dei giusti e si vanta di avere Dio per padre.

Diceva in Egitto il giudeo sapiente :

Sap 2,1 Dicono ( queste cose ) fra loro ( ma ) sragionando
.
Quelle degli ellenisti non sono filosofie, non sono ragionamenti :
Sap 2,21 Hanno pensato così, ma si sono sbagliati; la loro malizia li ha accecati.
22Non conoscono i misteriosi segreti di Dio ,
non sperano ricompensa per la rettitudine
né credono a un premio per una vita ( ψυχῶν)  irreprensibile.
Anche Gesù ha parlato del destino del giudeo (e del pagano implicitamente) riferendosi all'etica della reciprocità, la Regola d'oro: L'epulone e Lazzaro C'è molto materiale rabbinico su ciò che accade all'anima del defunto dopo la morte, ciò che prova e dove va. Tutti gli studiosi rabbinici classici concordano sul fatto che questi concetti siano al di là della comprensione tipicamente umana . Pertanto, queste idee sono espresse in tutta la letteratura rabbinica mediante molte parabole ed analogie. La Parabola narrata da Gesù è riportata da Lc con il linguaggio e la visione cosmologica, antropologica ed escatologica ebraica del I° sec.

Lc 16, 19C'era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. 20Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, 21bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. 22Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo.

Il nome Lazzaro ( Eleazar) deriva dall'ebraico אֶלְעָזָר ('El 'azar), significa "Dio ha aiutato", o "colui che è assistito da Dio".Morì anche il ricco e fu sepolto. 23Stando negli inferi ( ebr. : sheol- regno dei morti) fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Gli inferi  dei latini corrispondono all'ade dei greci ed all sheol degli ebrei: il Regno dei morti. Gesù per indicare la condizione di coloro che sono vissuti da empi e sono morti utilizza il nome GEENNA.
Gehinom ( La Geenna..) è un termine abbastanza ben definito nella letteratura rabbinica: per gli ebrei gehinom - mentre certamente luogo o stato terribili - non è l'Inferno delle credenze cristiane. La stragrande maggioranza del pensiero rabbinico afferma che le anime non sono torturate nel gehinom per sempre; il tempo più lungo che ci si può rimanere si dice sia undici mesi, con rarissime eccezioni. Questa è la ragione per cui, anche quando in lutto per parenti stretti, gli ebrei non recitano il Kaddish del lutto per più di undici mesi. Gehinom è considerato una fucina spirituale in cui l'anima si purifica per la sua ascesa finale al Gan Eden ("Giardino dell'Eden").» [ source: Jewish-Thought ] Abramo ( padre di Israele nella fede) siede ai primi posti nel banchetto eterno insieme a DIO. [Is 25, 6Preparerà il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati. 7Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre distesa su tutte le nazioni. 8Eliminerà la morte per sempre.]

Essere " nel seno di Abramo " significava in quell'epoca ( cf: IV libro dei Maccabei - apocrifo giudaico scritto in greco I°-II sec. ) che il giusto sarebbe vissuto per sempre "accanto ad Abramo ", nella felicità dei patriarchi seduti ai primi posti nel banchetto ( eterno) di DIO . 24Allora gridando disse: "Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma" 16, 25Ma Abramo rispose: "Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali;ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. 26Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi". 27E quello replicò: "Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, 28perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento". 29Ma Abramo rispose: "Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro". 30E lui replicò: "No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno". 31Abramo rispose: "Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti"".
Se nella sua esistenza terrestre l'uomo ha rifiutato DIO ( cioè La Legge morale Naturale )  la sua anima immortale viene depositata nella Geenna , la fornace di Gerusalemme dove bruciavano i rifiuti e rimane un anelito a DIO incompiuto, incolmato che brucia . La parabola è narrata da Gesù in modo che i lettori si pongano -nel giudizio- dal punto di vista di DIO e insegna che con la morte vi è il giudizio individuale   che non sarà più modificato. Nella linea del libro Sapienza la parabola è un appello a convertirsi al Bene immortale  ( Verità e Giustizia) finché vi è tempo.
L'escatologia ebraica ( cf.: A.Maggi- studibiblici.it/ appunti non verificati dallautore )

" La morte per gli ebrei era la fine di tutto: non esiste l’aldilà : tutti, buoni e cattivi, dopo morti scendono nello "Sheol", cioè in quella che secondo la concezione mitologica della terra dell'epoca, era considerata una enorme caverna sotterranea, dove ridotti a larve, ad ombre, i morti si nutrono di polvere. Questo era tutto quel che si credeva in Israele al riguardo dell'aldilà: tutti, buoni e cattivi, quando si muore si riceve la stessa sorte: nella caverna sotterranea come spettri a mangiare polvere: Is 26,14"i morti non vivranno più, le ombre non risorgeranno" Quando l'influsso della filosofia greca iniziò a farsi sentire pure in Israele, e cominciarono a divulgarsi le dottrine sull'immortalità dell'anima ( Epicurei, Stoici) , verso il 200 a.C. un "predicatore" (è questo il significato del termine ebraico Qoèlet [ l’Ecclesiaste] che dà il titolo al suo libro), scrisse per contestare vivacemente queste idee: Qo 9, 1 Tutti sono diretti verso la medesima dimora:   tutto 2 e' venuto dalla polvere e tutto ritorna nella polvere.
Qo 3,19 Vi è una sorte unica per tutti, per il giusto e l'empio, per il puro e l'impuro, il buono e per il malvagio. Questo è il male in tutto ciò che avviene sotto il sole: una medesima sorte tocca a tutti” .
Visione pessimista che tocca il suo culmine quando proclama che: Qo 9,4-6... è meglio un cane vivo che un leone morto. I vivi sanno che moriranno, ma i morti non sanno nulla; non c'è più salario per loro, perché il loro ricordo svanisce. Il loro amore, il loro odio e la loro invidia, tutto ormai è finito” ; ... 9,10 "Tutto ciò che devi fare, fallo finché ne sei in grado, perché non ci sarà più nulla giù nello sheol, dove stai per andare" Non esistendo quindi un "al di là" , la retribuzione divina per il bene e il male compiuto avveniva su questa terra. Il bene era compensato con una lunga vita, abbondanza di figli, prosperità. Il male veniva punito con vita breve, sterilità e miseria, e la colpa dei padri veniva punita nei figli fino alla quarta generazione, secondo la teologia del libro del Deuteronomio: “Io “Yahvé tuo Dio sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione per quanti mi odiano” (Dt 5,9), poi corretta all’interno dello stesso libro: “Non si metteranno a morte i padri per una colpa dei figli, né si metteranno a morte i figli per una colpa dei padri; ognuno sarà messo a morte per il proprio peccato” (Dt 24,16)

Il profeta Ezechiele contesta questa visione della vita ed afferma che Dio retribuisce sempre e subito le azioni dell'uomo e che ognuno è responsabile del suo agire:
(Ez 18,20). “Colui che ha peccato e non altri deve morire; il figlio non sconta l'iniquità del padre, né il padre l'iniquità del figlio. Al giusto sarà accreditata la sua giustizia e al malvagio la sua malvagità

Un anonimo autore del II secolo a.C. per dare coraggio ai martiri della persecuzione religiosa del terribile Antioco Epifane introduce un nuovo, rivoluzionario elemento, quello di un ritorno alla vita , dei morti, per il giudizio finale. Resurrezione però limitata ai giusti del popolo giudaico(Dn 12,1-2) “Molti di quanti dormono nella polvere si desteranno: gli uni alla VITA ( Zoè) perenne], gli altri alla vergogna ed al disprezzo senza fine". E' la prima volta che nella Bibbia compare il termine "VITA eterna ".
[ ... nella Bibbia Ebraica :עוֹלָ֔ם לְחַיֵּי־י- lə hai   olam ( la vita che verrà) ... nella Bibbia LVXX : ζωή  αἰώνιον - Zoè aionion- ( la VITA senza età, perenne) n.d.r.]

Alla VITA eterna , cioè per sempre, l'autore contrappone una "ignominia perpetua", cioè una disfatta definitiva, irreversibile, il fallimento definitivo
[l'espressione "ignominia o sconfitta perpetua" [ebr. herpat 'olam], si trova nel salmo 78,66, senza alcun senso di sopravvivenza eterna della psykè.- n.d.r.]

Nel Secondo Libro dei Maccabei  della BIBBIA in greco, la LVXX (160 a.C.?), nel famoso racconto dell'atroce martirio della madre e dei suoi sette figli, viene espressa una fede per la resurrezione ad una "VITA nuova ed eterna" (II Mac 7,9 ) per i martiri,

[ Alla lettera:«Alla risurrezione eterna ( hapax legomenon nella Septuaginta) delle nostre VITE » . L’ipotesi principale è che ci sia qui la figura retorica dell’ipàllage ( Figura sintattica per cui si scambia il normale rapporto fra due parole: per es. Il divino del pian silenzio verde (Carducci) invece di ‘il divino silenzio del verde piano'.), per la quale l’aggettivo aionion «eterno» invece che a Zoè, viene riferito a «risurrezione» . Secondo l’autore di 2 Mac 7, la morte per la Legge garantisce al fedele una VITA perenne. Questo implica la fede nella risurrezione del corpo
perchè nella tradizione ebraica non c'era la convinzione dell'immortalità della psykè. Questa fede è chiaramente affermata più volte nelle parole che essi rivolgono al re prima di morire (7,9.11.14.23.29.36). cf.: SECONDO LIBRO DEI MACCABEI Introduzione, traduzione e commento a cura di Maria Brutti-2014] 

VITA eterna però che viene esclusa per i persecutori: "per te la risurrezione non sarà per la VITA" (II Mac 7,14): ma per la morte eterna, cioè definitiva.

Queste nuove teorie però non verranno accettate, anzi verranno condannate come eretiche e rifiutate dalla gerarchia giudaica allora al potere, il gruppo dei Sadducei in quanto non contenuta nei primi cinque libri della Bibbia. ("In quello stesso giorno vennero a lui dei sadducei, i quali affermano che non c'è resurrezione" Mt 22,23), ma se ne approprieranno i " Farisei ". Questi elaborano per primi in maniera sistematica, la dottrina della resurrezione dei giusti. Il premio o la punizione per l'uomo vengono posticipati a dopo la morte per cui "il giusto ritornerà alla vita e il malvagio rimarrà nello "Sheol".

L'idea di resurrezione dei giusti proposta dai Farisei , viene limitata ad Israele. Ne sono esclusi i pagani, i cafoni e quanti vengono seppelliti fuori della Terra Santa. Poi - riflettendo ulteriormente - questo gruppo religioso affermerà che risorgono pure i pagani, ma per essere presentati di fronte al tribunale del giudizio e chi avrà osservato la Legge di Dio verrà ammesso nel "giardino dell'Eden" (il paradiso). Il termine paradiso deriva dal medio-iranico pardez, che significa: giardino, parco. Traduce l'ebraico gan (giardino). Nella Bibbia dei LXX il termine traduce prevalentemente "giardino".

I malvagi verranno gettati nella " Geenna " (“valle del figlio di Hinnom”), è un burrone a sud di Gerusalemme, dove c'erano altari (tofet) nei quale venivano sacrificati i bambini in onore del dio Molok : “Hanno costruito l’altare di Tofet, nella valle di Ben-Hinnon, per bruciare nel fuoco i figli e le figlie” (Ger 7,31). Per stroncare questo culto, la valle venne trasformata in immondezzaio di Gerusalemme, sperando che gli ebrei, che avevano l'orrore di tutto ciò che era sporco e quindi impuro, smettessero di praticare questi sacrifici umani.

Col tempo questa valle divenne simbolo di punizione per i malvagi dopo morte, come leggiamo nel Talmud : "Il Santo -che benedetto sia- condanna i malvagi nella Geenna per 12 mesi. Prima li affligge col prurito, quindi col fuoco ed infine con la neve. Dopo 12 mesi i loro corpi sono distrutti, le loro anime sono bruciate e sparpagliate dal vento sotto le piante dei piedi dei giusti..." (Sanh.29b; Tos.Sanh.13,4-5). »
All'avvento di Gesù la Sapienza di Israele annunciava una SPERANZA TEOLOGALE ( cioè fondata sulla rivelazione divina) :

1 - ( Sapienza) DIO non ha creato la morte , ogni hadam è stato creato e destinato all'incorruttibilità , per questo e DIO retribuirà il giusto con il DONO di una VITA perenne ( retribuirà l'uomo intero , nella LVXX non c'è traccia di una fiducia nell'immortalità della psykè ) . Il libro Sapienza si limita a paragonare l'uomo immortale ad una nuova creazione reinterpretando in questo senso l'evento del passaggio del Mar Rosso.
2- ( 2Maccabei) DIO ha suscitato la fede in una resurrezione ad una VITA perenne" dopo che saremo morti per le sue leggi" (II Mac 7,9 ) . Si tratta della risurrezione del corpo unito all'anima del giusto poichè nella cultura ebraica non c'è il concetto di una possibilità di vita attiva (psykè) dell'anima separata dal corpo. 3- ( Daniele 12,1 ss) Prima dell'instaurazione del Regno Definitivo di DIO in Palestina ci sarà la risurrezione di tutti i morti perchè ci sarà un giudizio universale che darà immortalità ai giusti e ignominia eterna agli empi. Il Regno di Dio atteso - " la vita che verrà" - prevedeva nel Libro Daniele una vita perenne sulla terra, in Palestina. 4- L' apocalittica giudaica  estendeva le promesse divine oltre il presente aprendo "il Cielo" per avere la visione del procedere della storia come salvezza , compimento della creazione divina . I testi narrano di un contrasto finale cosmico-storico tra le forze del Bene e quelle del male che si svolge lungo la storia con una serie di vicende drammatiche. C'è la possibilità di una vittoria delle forze ostili a Dio e se ciò fosse significherà persecuzione, sofferenza, tribolazione, morte. Ci saranno anche dei periodi di vittoria delle forze positive: ma ciò non dovrà illudere, perché le potenze del male saranno sempre attive. Alla fine ci sarà una conclusione: le forze positive vinceranno definitivamente; quelle negative non solo saranno sconfitte, ma scompariranno del tutto, annientate da un intervento di Dio che si esprime con immagini molteplici e diverse (giudizio, sconfitta , fuoco che discende dal cielo, ecc.)
La situazione che si costiturà comporterà la risurrezione con un rinnovamento radicale dell'ambiente in cui si svolgerà la vita, che non sarà più insidiata dalle difficoltà e limitazioni della malattia, della fatica e della morte .

I giusti
già scomparsi dalla scena di questo mondo attendono la conclusione finale, sono al sicuro , sono già parzialmente premiati e collaborano con le loro preghiere, allo sviluppo positivo della storia mentre i malvagi non possono più nuocere né sfuggire al giusto giudizio di Dio .
Il grande protagonista che spingerà verso la sua conclusione positiva lo scontro tra forze positive e negative sarà un 'messia' : profeta, sacerdote Re o tutte e tre le cose o altro ancora?

Gli indizi sul messia che si trovano nella Bibbia ebraica sono raccolti e condensati nella letteratura apocalittica giudaica. Emerge nettamente la figura del messia come di un Eletto di Dio, Figlio di Dio ( nell'AT questa espressione indica generalmente un angelo ) che riassume in sé stesso tutta la Forza che Dio ha manifestato nella "guerra sacra" narrata nell' AT contro le forze del male.

Il messia saprà sconfiggere tutti i nemici del popolo di Dio, realizzando così il regno definitivo di DIO in terra, in Palestina . Nell'apocalittica giudaica serpeggia anche l'idea di un regno messianico preescatologico in cui si concretizzerebbe il premio per i giusti come partecipazione funzionale al regno definitivo (in divenire).

La riflessione del libro Sapienza aveva posto la questione : .. durante la vita terrena la psykè è sotto la dipendenza opprimente del corpo e se DIO dà immortalità alla psykè del giusto come dono per la sua giustizia è lecito attendersi anche che ad essa sia unito il corpo! «un corpo che le sia confacente ossia incorruttibile, immortale e glorioso per poter vivere in compagnia dei santi come doveva essere in principio , prima della caduta , perchè " Dio non ha creato la morte " » [Bellia-Passaro, Il libro della Sapienza, 2004] Conclusione Il sapiente ebreo nel mondo ellenistico si attendeva che alla morte l' uomo "giusto" venisse da DIO trasfigurato, come una nuova creazione : un corpoanima perfetto ed immortale. La Bibbia ebraica LVXX annunciava una speranza teologicamente fondata ma non c'erano stati eventi in cui DIO aveva rivelato o promesso per mezzo dei profeti questa SALVEZZA cioè l 'hadam giusto, umanamente compiuto, corpoanima, risorto da morte , immortale. Rileva il Magistero cattolico :
CUCC 54 “Dio,.. volendo aprire la via della salvezza celeste, fin dal principio manifestò se stesso ai progenitori” [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 3]. Li ha invitati ad una intima comunione con sé rivestendoli di uno splendore di grazia e di giustizia.

55 Questa Rivelazione non è stata interrotta dal peccato dei nostri progenitori. Dio, in realtà, “dopo la loro caduta, con la promessa della Redenzione, li risollevò nella speranza della salvezza ed ebbe costante cura del genere umano, per dare la vita eterna a tutti coloro i quali cercano la salvezza con la perseveranza nella pratica del bene” [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 3].
Rimaneva ancora una la realizzazione da parte di DIO della Nuova Allenza promessa :

Ez 36, 26vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. 27Porrò il MIO Spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo le mie leggi e vi farò osservare e mettere in pratica le mie norme.

Sarà proprio questa PROMESSA divina a realizzarsi con l'azione salvifica di Gesù

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