Piccolo Corso Biblico

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" Il problema dell'origine e della struttura dell'universo è stato affrontato per millenni da mitologie, religioni e sistemi filosofici delle diverse civiltà umane. Alberto Cappi-http://www.bo.astro.it/universo/webuniverso/cappi/cappi.html
Il mistero dell'universo , dell'uomo
e delle loro relazioni
Da sempre l'uomo si è posto il tema del rapporto tra il suo essere, mutevole, imperfetto, fragile e mortale ed il mondo celeste , immutabile, perfetto, definitivo, immortale : lo attestano le diverse cosmologie, cosmogonie ed i miti dell'antichità.
Il mondo celeste- i " Cieli" - in tutti i miti dell'antichità, è considerata la "dimora degli dèi" . Le diverse narrazioni hanno in comune alcune intuizioni   come la dualità tra Terra e Cielo, la separazione della Terra e del Cielo come due regni distinti con la Terra immaginata come un disco piatto e il Cielo come una cupola a più strati.


Maya - Mappa del Cosmo

Navajo Mappa del Cosmo
.

Bibbia-Genesi Mappa del Cosmo

Cosmo dantesco
.

Molte culture nella loro comprensione dell'universo hanno intrecciato i miti della creazione con le storie delle divinità . Queste storie spiegavano l'origine del mondo, il movimento dei corpi celesti e il ruolo degli dèi nel cosmo.

Sulla cosmologia celtica ad esempio le informazioni sono frammentarie ma  suggeriscono un focus sul tempo ciclico, con un Altromondo rispecchiato e connesso con questo nostro mondo . La natura aveva un significato profondo, con alberi come la quercia visti come pilastri sacri che collegavano i due regni. 

La cosmologia norrena ( Vichinghi) era incentrata su Yggdrasil, un albero gigante che collegava mondi diversi. Questi regni includevano Asgard (casa degli dei), Midgard (il mondo umano) e Jotunheim (terra dei giganti).

In oriente l'antica cosmologia indiana è radicata principalmente nell'induismo dove offre una visione vasta e intricata dell'universo. Il Tempo è ciclico e l 'universo subisce cicli infiniti di creazione, conservazione e distruzione, governati dal divino. Loka è il concetto di di diversi regni o piani di esistenza. L'idea più comune è il Triloka, composto da Bhuloka (Terra), Bhuvaloka (atmosfera) e Swargaloka (cielo). Altri Loka possono includere mondi sotterranei, paradisi e regni diversi.  L'universo è visto come una manifestazione del Brahman - la fonte e l'essenza di ogni cosa- e chi raggiungere l'illuminazione  ( moksha) può riconoscere questa unità.   Numerosi dei e dee, conosciuti come Deva e Devi, popolano i Loka e governano vari aspetti della realtà.  

Greci e Romani avevano eleborato cosmologie fortemente influenzate dall'astronomia mesopotamica ed avevano sviluppato un approccio più oggettivo : discutevano sulla forma della Terra (alcuni la credevano sferica) e collocavano gli dei sul Monte Olimpo, quindi non in un altromondo, in un regno separato.
La relazione uomo-cosmo :
macrocosmismi
microcosmismi
Il progresso scientifico, pur cancellando la rassicurante visione antropocentrica prevalsa per millenni, ha anche messo in luce il sottile ma profondo legame fra la nostra esistenza e le proprietà fisiche fondamentali del cosmo. L'uomo microcosmo credits : MACROCOSMISMI E MICROCOSMISMI , la TEOLOGIA - UNIROMA, Facoltà di Lettere e Filosofia Dipartimento di Storia Culture Religioni - Dottorato di ricerca in Storia Antropologia Religioni -   di Giuseppe M. Cùscito

« ll modo forse più semplice e basilare di considerare l’uomo come microcosmo è quello di considerarlo come costituito dagli stessi elementi componenti il cosmo L'idea dell'uomo  come microcosmo è presente in forma embrionale già presso   Anassimene  (VI sec. a.C.), il quale considerava l’anima umana come il fiato  che mantiene in VITA il corpo e questa stessa aria è quella che sostiene l’universo. Fiato // aria è inteso come Principio  ἀρχή - arkè di tutto.

Sarà, tuttavia   Empedocle   a sviluppare il microcosmismo: nella sua teoria, infatti, i quattro elementi che saranno poi considerati “classici”, cioè terra, acqua, aria e fuoco, e che lui definisce “radici” (ῥυζώματα), sono i componenti fondamentali di ogni cosa, quindi non solo dell’uomo, ma anche dello Sfero ( o Kosmos ) . Le quattro “radici” cosmiche -  letteralmente o metaforicamente - si rispecchiano nell' uomo- microcosmo e nel corpo umano sono rappresentate dalla carne ( terra), dai fluidi (sangue in primis, corrispondenti all’acqua), dal respiro (aria) e dal calore corporeo (fuoco). Si ritrova già abbozzata nel Timeo di  Platone una dottrina della corrispondenza dei quattro elementi con i quattro umori dell’uomo  ma è la versione elaborata da Galeno quella che sarà per lo più ripresa ed ampliata da numerosi autori medievali.

Seneca   , nelle sue Quæstiones naturales, descrive l’universo che, in seguito alla conflagrazione cosmica che avviene ciclicamente secondo alcune dottrine stoiche, è paragonato a un feto ( poiché è composto dagli stessi elementi che sono presenti nell’essere umano maturo, anche se non più (e non ancora) sviluppati . Sempre nella stessa opera, egli traccia, inoltre, dei paralleli fra fenomeni geologici ed elementi del corpo umano: ad esempio i corsi d’acqua sono paragonati alle vene , i terremoti alle ferite , e così via.

Secondo un’altra interpretazione più elaborata di questa teoria microcosmistica, quella di Aristotele, ..
... l’uomo partecipa della natura del resto del cosmo non solo per quanto riguarda gli elementi fisici, nel senso empedocleo, ma anche dal punto di vista psichico. Con il corpo, egli è partecipe della solidità dei minerali, inoltre condivide con le piante facoltà quali la nutrizione e la riproduzione, mentre con gli animali condivide i sensi, le passioni e la capacità di movimento. Ciò che lo distingue e che lo pone sopra gli altri esseri è l’attività che è a lui peculiare, vale a dire quella intellettuale.  È quanto afferma nella sua Historia Animalium. La stessa teoria è condivisa anche da   Claudiano Mamerzio 29 (m. V sec.), Giovanni Damasceno  (VII-VIII secc.),   Alano di Lilla 31 (XII - in. XIII sec.) e  Raimondo di Sabunda  (XIV-XV secc.)

Nel corso della tarda Antichità e soprattutto nell’alto medioevo, infatti, si renderà sempre più complesso un sistema di corrispondenze che porrà in relazione alle quattro “radici” empedoclee (terra, acqua, aria e fuoco) non solo i quattro umori (bile nera, flemma, sangue e bile gialla) e i temperamenti relativi (melanconico, flemmatico, sanguigno e collerico), ma anche quattro diversi abbinamenti delle qualità di caldo, freddo, secco e umido, nonché le stagioni dell’anno, le età dell’uomo , e così via . (un esempio di questa rete di corrispondenze si trova nel De temporum ratione di Beda il Venerabile.)

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Un riferimento a elementi fisici e psichici è in Onorio di Autun    (o “di Ratisbona”, fine XI - metà XII sec.), secondo cui le sette note corrisponderebbero sia ai sette pianeti, sia ai quattro elementi che compongono il corpo umano più le tre potenze dell’anima.
L ’uomo sarebbe, quindi, un microcosmo poiché contiene in sé la stessa armonia numerica e musicale dell’universo . In genere, secondo questa interpretazione, l’uomo si ritrova ad occupare la posizione centrale, quale mediatore fra cielo e terra .   >> La cosmologia di Onorio di Autun La melotesia  o «disposizione delle membra» La melotesia - che significa letteralmente «disposizione delle membra»- è un tipo particolare di microcosmismo.
Con questo termine , si intende  una rete di corrispondenze  fra i diversi elementi celesti e terrestri del cosmo.
- si parla di “melotesia zodiacale” come di una presunta corrispondenza biunivoca fra una parte del corpo umano da un lato e dall’altro una costellazione (quasi sempre dello Zodiaco,
- oppure di   “ melotesia planetaria” come di una presunta corrispondenza biunivoca fra una parte del corpo umano da un lato e dall’altro un pianeta in una sequenza che associa l’Ariete al capo, il Toro al collo, i Gemelli alle braccia e così via fino alla costellazione dei Pesci, posta in relazione con i piedi. Per “pianeti”, in generale, si intenderanno i cinque pianeti visibili ad occhio nudo dell’astronomia premoderna, nell’ordine: Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno. »


credits : MACROCOSMISMI E MICROCOSMISMI , la TEOLOGIA - UNIROMA, Facoltà di Lettere e Filosofia Dipartimento di Storia Culture Religioni - Dottorato di ricerca in Storia Antropologia Religioni -   di Giuseppe M. Cùscito


(immagine : wikipedia)
La simpatia , principio cosmico e  fisiologico    https://www.treccani.it/enciclopedia/_(Dizionario-di-filosofia
« La simpatia è la profonda comunanza e armonia di tutte le cose in quanto costituite dall’unico Principio Cosmico. « Nelle filosofie antiche
Il concetto di simpatia inteso come  azione reciproca tra le cose o loro capacità di influenzarsi a vicenda acquista cittadinanza filosofica principalmente con lo stoicismo .

Dallo stoicismo, specialmente per opera di Posidonio, il concetto passa al neoplatonismo di Plotino, che nelle Enneadi sviluppa l’idea dell’Universo come organismo animato, ogni parte del quale influisce sulle altre ed è soggetta al loro effetto non per un’azione meccanica, ma in virtù della simpatia reciproca.

Plotino
utilizzò il principio cosmico della simpatia per spiegare la possibilità della magia, dell’astrologia e delle profezie paragonandolo a  «un’unica corda tesa che quando viene toccata ad un capo trasmette anche all’altro capo il movimento»
La nozione di simpatia plotiniana di fu ripresa dal neoplatonismo e dal naturalismo del Rinascimento in Italia ( Pico, Patrizi, Cardano, Campanella), in Germania ( Paracelso , Agrippa, i due van Helmont) e in Inghilterra (F. Bacone), fino alle sue propaggini romantiche.

A questa interpretazione della simpatia come Principio Cosmico si affiancava già nell’antichità un’interpretazione di tipo fisiologico. Nello scritto di Ippocrate Sul nutrimento , il concetto di viene utilizzato per designare la cooperazione funzionale di tutte le parti del corpo.
Sorano, un medico greco del 1° sec. d.C., decredits : MACROCOSMISMI E MICROCOSMISMI , la TEOLOGIA - UNIROMA, Facoltà di Lettere e Filosofia Dipartimento di Storia Culture Religioni - Dottorato di ricerca in Storia Antropologia Religioni -   di Giuseppe M. Cùscito finiva .  "il processo per cui il danno in una parte del corpo produce un danno in un’altra sua parte". Analogamente Galeno, nel contesto della teoria degli umori mutuata da Ippocrate, definiva la simpatia come  "malattia di un organo causata dalla malattia di un altro organo".  »

La teologia 

Il LOGOS Nello stoicismo il termine Lògos Calcolo , Discorso, Ragione, Disegno, Progetto.) era talmente importante da aver ispirato una "filosofia del Logos". Cleante, richiamandosi ad Eraclito, afferma la "dottrina del Logos spermatikòs": Il Logos spermatikòs, la "Ragione seminale" è il Principio Vivente ed attivo (poioun) che si diffonde nella materia inerte animandola e portando alla vita i diversi enti.... l'anima dell'uomo dà vita, forma , alla materia di cui è composto il corpo, la stessa di cui è composto il cosmo.


Dal punto di vista fisico il Logos è identificato col fuoco, che contiene in sé le diverse "ragioni seminali" individuali.

Aristotele
afferma che ogni ente ( OGNI essente) è materia-forma : la materia non potrebbe sussistere senza una forma, [ Per potenza si intende la possibilità, da parte della materia, di assumere una determinata forma. Per atto si intende la realizzazione congiunta da tale capacità. Ad esempio, il pulcino è la gallina in potenza, come la gallina è il pulcino in atto.] e quindi senza un dio che, in quanto Atto puro ( senza Forma) , è la Causa ( prima) dello strutturarsi della materia in un certo modo.

Dio non sarebbe perfetto se la materia fosse ancora, in qualche modo, indipendente da Lui. Dio pertanto non solo produce le forme, ma rappresenta anche la materia stessa, l'elemento passivo che viene plasmato da quello Attivo .
( Dio è l'Anima della materia quindi è  l' Anima del Mondo) Ciò significa che ..il Logos non è semplice corporeità, ma è la radice di ogni corporeità (lògos spermatikòs) : è un Pensiero che, nel pensare se stesso, pensa e crea anche l'universo, in un'unità inscindibile di spirito ( forma ) e materia .
Questo spirito ( pneuma ) > aria) che è riscaldato dal   Logos ( >fuoco ) , e raffreddandosi si "condensa"  e dà  origine all' >acqua, e questa all'elemento solido , la >terra:

Fuoco  [Logos] > aria [ pneuma] > acqua e terra , sono i quattro elementi che compongono l'universo ( Platone, Timeo)
Allo stesso modo, per simpatia , l'anima dell'uomo vita, forma , alla materia di cui è composto, la stessa di cui è composto il cosmo.

Il Logos è presente in tutte le cose, dalle più grandi alle più piccole, dalle cose terrestri alle stelle garantendo così l'unità razionale dell'intero cosmo. In virtù di questo Princìpio ( Logos ) tutto l'universo risulta concepito come un unico grande organismo, regolato da intime connessioni (sympàtheiai) fra le sue parti.
Secondo Platone il mondo è una sorta di grande animale, animato da una Vitalità  ( Anima universale) che vi è infusa dal Demiurgo e che lo plasma a partire dai quattro elementi fondamentali: fuoco, terra, aria, acqua.

«... secondo una tesi probabile, occorre dire che questo mondo nacque come un Essere Vivente davvero dotato di Vita e Intelligenza (Anima universale), grazie alla provvidenza divina » (Platone, Timeo, cap. VI, 30b – 30c) 
Secondo la totalità dei miti della creazione nell'antichità :
l’uomo si intende creato per ultimo: se cosmo ed essere umano condividono la stessa struttura, è perché il secondo ( l'uomo) riassume in sé il primo ( il cosmo) . Il Cosmo è un Essere Vivente dotato di Vita e Intelligenza (Anima universale) così come l'uomo è un Essere Vivente dotato di Vita e Intelligenza (Anima particolare)
L'uomo è microcosmo  che condivide con il macrocosmo la stessa struttura : lo ricapitola in sé ed è animato da un anima ( Vita) in simpatia con l'Anima universale , la Vita, il Logos.
Per quanto non sia stata elaborata in maniera organica e sistematica è molto diffusa presso la Stoà ' l’idea secondo cui il cosmo e l’essere umano ricalcano la stessa struttura e secondo cui il rapporto fra Dio e l’universo è analogo a quello fra l’anima e il corpo umano
L'essere umano è l'unica creatura, fra tutti i viventi, nella quale il LOGOS si rispecchia perfettamente: l'uomo è pertanto un microcosmo, una totalità "in piccolo" in cui tutto l'universo (macrocosmo) è ricapitolato, riprodotto.


.Il cosmo biblico nell'ATJoseph ibn Tzaddik nel suo Sefer ha–Olam ha–katan (Il Libro del Microcosmo) espone un microcosmismo che ha un carattere cosmologico, gnoseologico e teologico, perché,   proprio in quanto il mondo è simile alla sua Causa, cioè a Dio, l’uomo, conoscendo se stesso, non solo conosce l’universo, ma anche Dio .



Joseph ibn Tzaddik insiste inoltre sulle analogie fisiche tra uomo e cosmo, valorizzando la dignità dell’uomo nella sua interezza e non solo la nobiltà della sua parte intellettuale. [..]

I 7 cieli La cosmografia tradizionalmente attribuita ad Aristotele non è opera di lui solo ma è il risultato di una graduale evoluzione, che parte, anch’essa come la cosmologia biblica, da Babilonia: furono i Babilonesi, infatti, a immaginare, probabilmente per primi, il cielo suddiviso in sette diverse sfere concentriche, ognuna dedicata a un pianeta-divinità .

La scuola pitagorica elaborò il modello babilonese e lo arricchì con speculazioni aritmetiche e musicali e successivamente lo schema dei sette cieli planetari sarà attestato presso importanti autori greci  del IV sec. quali l’astronomo Eudosso di Cnido, nonché Platone ed Aristotele.

Nel Timeo di Platone, la tripartizione fra corpo, anima e intelletto dell’uomo  corrisponde ad una analoga tripartizione a livello cosmico : Mondo, Anima del mondo e Intelletto ( Noos) . La struttura dell' anima dell'uomo, divisa in  sette circoli , rispecchia, anche nelle proporzioni numeriche, quella dell’ Anima del mondo, divisa in sette sfere  .
Per quanto l’intelletto lo renda superiore agli altri esseri viventi, l'uomo non è considerato la creatura suprema, poiché sovrastato in termini di perfezione da altri esseri di puro intelletto e privi di passioni, quali gli angeli.

 Nel medioevo 4 erano i microcosmismi più diffusi :

1-Il primo è quello che contempla la divisione teorizzata da Platone nel Timeo fra  corpo, spirito e anima: sia nel macrocosmo, come nel microcosmo
2- il secondo costituisce l’elemento spirituale ( Logos-Anima mundi) come componente vivificante e ordinatrice, sia nel cosmo, sia nel corpo umano  che ne costituisce parte integrante : "’anima, infine, è la mediatrice  , sia nel micro che nel macrocosmo fra gli altri due princìpî ( materia e spirito)

3- Oltre a quello platonico, l’altro microcosmismo in cui ci si imbatterà (anche se più raramente)- è quello di stampo aristotelico, secondo cui
"l’uomo può rendersi simile al cosmo tramite l’esercizio delle facoltà dell’intelletto, che muove il corpo nel microcosmo e le sfere celesti nel macrocosmo.
4- Infine, oltre a quello basato sulla semplice somiglianza fra elementi del corpo umano ed elementi cosmici, particolare attenzione sarà rivolta alla melotesia (zodiacale e planetaria), secondo cui agli organi e alle parti del corpo umano corrispondono luminari, pianeti e costellazioni.  
Volendo riassumere a grandi linee la storia del microcosmismo di stampo neoplatonico nel Cristianesimo medioevale , esso, dopo Origene, è attestato nei Padri cappadoci e raggiunse l’Occidente latino grazie alla traduzione delle loro opere da parte di Giovanni Scoto Eriugena  e riaffiorerà prepotentemente nel XII secolo.

In quel secolo, infatti, fu composto da s. Ildegarda il Liber divinorum operum, così come il termine “microcosmo” riapparve contemporaneamente sia nella Cosmographia di Bernardo Silvestre, sia nell’ebraico Sefer ‘Olam qatan, di Yôsef ibn Saddîq.

Intelligenze motrici delle sfere celesti in sembianze di Angeli, dal trattato Le breviari d'amor di Matfre Ermengaud di Béziers, XIV sec., ms. Royal 19 C. I, folio 50 retro, Tolosa (Francia) /Wikipedia
La teologia cristiana Proclo nel suo commento al Timeo di Platone scrive: .. se l’uomo intende conoscere il cosmo, è necessario che conosca perfettamente sé stesso, in quanto  egli stesso è un microcosmo,   un cosmo in miniatura...
Epifanio
attribuisce agli Stoici la concezione della divinità quale Intelletto ( noos) immanente nell’universo . L’interpretazione di una tale analogia strutturale può procedere, tuttavia, in due direzioni opposte, a seconda se si intenda l’uomo come un piccolo universo o, viceversa, il cosmo come un immenso organismo. Nel primo caso, cioè nell’ottica in cui si consideri l’uomo come un universo in piccolo di cui è la riproduzione,  è contemplata la possibilità, da parte dell’essere umano, di scoprire il mondo in sé stesso, dati i legami di identità o analogia presenti nella propria struttura e in quella cosmica.  .. l’uomo, tramite l’introspezione e la conoscenza di sé, può giungere alla conoscenza dell’universo stesso.

Questo può portare, come logica conseguenza, sia a derive panteistiche e fortemente deterministiche, sia, in direzione opposta, a dottrine secondo cui l’uomo può usare quelle leggi per dominare la natura,  ... e la magia non sarebbe altro che l’applicazione pratica della conoscenza del cosmo ottenuta per analogia tramite la conoscenza di sé.

Gregorio di Nissa
 
polemizza con dei non meglio specificati “filosofi pagani” , i quali affermano che l’uomo è un microcosmo composto degli stessi elementi del tutto ...e in questo modo [ dimenticando che l'uomo è anche anima cioè orientato a DIO n.d.r.] hanno voluto fare l’elogio della natura, dimenticando che in tale modo rendevano l’uomo simile ai caratteri propri della zanzara e del topo.

Fino alla riscoperta di Aristotele del XIII secolo, il discorso sulla natura del cosmo rimase dominato dal neoplatonismo: anche lo stesso Giovanni Scoto Eriugena risentì dell’influenza dell’emanazionismo neoplatonico quando elaborava la sua distinzione, nel suo De divisione naturæ, fra le diverse nature:
- quella che non è creata e crea (Dio Padre),
- quella che è creata e crea (il Logos)
- e quella che è creata e non crea (il mondo).

Dopo l’ingresso di Aristotele nel discorso filosofico dell’Europa medioevale, il cosmo biblico non fu, tuttavia, del tutto abbandonato, ma  si attuarono diversi tentativi di conciliare i due diversi modelli cosmologici, quello biblico e quello aristotelico. La dominazione araba Questa dominazione comportò la drastica riduzione del numero di attività concesse agli ebrei, provocando inoltre una migrazione in massa dagli antichi centri che non solo persero l’antico splendore, ma in molti casi scomparirono del tutto.

L’ondata migratoria ebraica si diresse in parte verso Ovest, in direzione di altre città quali, ad esempio, Damasco, nonché in parte verso Sud, a Cufa, , Basra, Mosul e presso la nuova città di Baghdad. Lì vi confluirono, insieme agli altri, molti rabbini dalle accademie, ormai in via di abbandono, di Sura e Pumbedita.

La città era sede della Casa della Sapienza (ar. Bayt ul-Hikma), un vero e proprio centro di ricerca ante litteram, fondato da Harūn al-Rashīd e fiorito a partire dal IX secolo, che riunì intellettuali e testi di ogni cultura e provenienza.

Fu in questo fertile ambiente culturale che il sapere di matrice greca, tramite un’imponente opera di traduzione, sia diretta, sia mediata dal siriaco incontrò il mondo arabo, il quale ne attinse a piene mani compiendo passi da gigante in scienze quali la medicina (con la riscoperta delle opere di Ippocrate e Galeno), l’astronomia (utile per la navigazione e la determinazione dell’orientamento verso la Mecca durante la preghiera), l’ottica, la matematica e così via.

Non furono solo le cosiddette “scienze esatte”, tuttavia, ad essere oggetto di questa translatio, ma anche le opere filosofiche quali ad esempio quelle di Platone e Aristotele, necessarie per l’elaborazione della teologia, così come non furono solo le opere greche a beneficiare dell’attività di traduzione, ma anzi prima ancora l’attenzione fu rivolta verso quei testi, filosofici e teologici in primis, composti nelle lingue persiana e siriaca .

Non solo il mondo islamico, ma anche l’ebraismo beneficiò della ricchezza culturale apportata dall’enorme lavoro di traduzione: pur essendo respinta la filosofia ellenica in quanto pagana, le scoperte in altre discipline teologicamente più neutre quali l’astronomia o la medicina furono accolte con favore e si diffusero velocemente nel mondo ebraico." A Sua  immagine e somiglianzaIl termine greco Logos venne mutuato dalla letteratura giudaica con il significato di Sapienza divina e dalla teologia cristiana latina con il significato di Verbo (// Parola di DIO) . Secondo l'ipotesi maggiormente condivisa dagli studiosi la redazione definitiva del libro Genesi è opera di autori ignoti e  viene collocata in epoca post-esilica (intorno al VI-V secolo a.C.) in Giudea, sulla base di precedenti tradizioni orali e scritte. La riflessione sapienziale narrata nel Libro risale  al tempo dell'esilio a Babilonia, esilio collocato dagli storici tra il VII e il VI secolo a.C.

Nel libro Genesi  è stabilita una corrispondenza analogica tra DIO creatore e l' uomo creatura , come "immagine " speculare.Genesi 1, 26 26Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine, // secondo la nostra somiglianza 27 E Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò.
Siracide 17, 3 Li rivestì di una Forza pari alla sua e a sua immagine li formò.


Il termine immagine  nella cultura giudaica richiamava il termine " statua" : l'uomo è la statua di DIO sulla terra; mentre il termine somiglianza richiamava un tratto comportamentale, morale.Questo teologumeno ( un parere teologico contenuto in molti scritti patristici che può essere base per un futuro dogma ) ha origini molto antiche, precedenti alla stessa Bibbia: l’idea è, infatti, molto frequente già nella letteratura assira, in cui è attestata per la prima volta nell’epopea di Tukulti-Ninurta, datata verso la fine del II millennio a.C. , anche se è riferita solo al re , che è descritto come l’immagine della divinità.

Incidentalmente, il termine utilizzato, Salm (lett. “ombra”) è omologo all’ebraico Selem ( tradotto con immagine e somiglianza) , utilizzato in Gn 1,26. Considerare l’essere umano come immagine della divinità comportò, nell’esegesi ebraica e cristiana, un rovesciamento nella prospettiva delle sue relazioni con il macrocosmo rispetto a come erano pensate nell’antichità pagana : ... mentre presso quest’ultima l’uomo era solo una delle tante parti del cosmo, per ebrei e cristiani egli ne divenne il padrone, un vicario di Dio, con cui condivideva lo Spirito ( la VITA divina, Zoe) insufflatogli al momento della sua creazione(cf.: bibbia LXX - Genesi 1 ) 
I Padri Cappadoci Anche i Padri cappadoci del IV secolo, quali   Gregorio di Nazianzio e Gregorio di Nissa , fanno riferimento all’uomo quale piccolo cosmo , ed è probabilmente ad essi a cui attinge Massimo il Confessore in una sua epistola composta nel V° secolo  : riferendosi al “piccolo cosmo” ( microcosmo) , spiega che l’espressione allude all’ essere umano .

L’autore del VI secolo noto col nome di Cosma Indicopleuste, nella sua Topographia Christiana  , in linea con i Padri cappadoci, considera  che
-   l'UOMO è creato da DIO come unione fra Cielo e terra e ne condivide lo Spirito
- .. e .. contiene affinità con il cosmo con cui è legato da vincoli di analogia
, tanto da meritare l’appellativo di piccolo cosmo " ( microcosmo)
In Cielo ci sono :

Il Logos-Verbo ," l' Increato che crea " , è divino  ( Gv 1,1ss)  e per mezzo di Lui DIO ha creato tutto, gli esseri visibili e quelli invisibili  : Col 1, 16  in Lui furono create tutte le cose nei cieli e sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potenze. Tutte le cose sono state create per mezzo di Lui e in vista di Lui.
- i serafini o ardenti , coloro che stanno presso DIO e ne  portano il FUOCO - Isaia 6, 2 Sopra di LUI stavano dei serafini; ognuno aveva sei ali: con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi e con due volava.
- le schiere di angeli

Serafini e angeli
sono le creature invisibili che con il Verbo condividono la VITA , lo Spirito.
Nel medioevo il microcosmismo più diffuso fu quello neoplatonico, che meglio degli altri si adattava al testo biblico, il quale poneva delle restrizioni a cui le filosofie dei pagani non erano soggette. Ciò che distinse il Cristianesimo dalla cultura greco-romana fu il modo di concepire la relazione fra uomo e cosmo e fra cosmo e divinità: ... mentre le cosmologie pagane ponevano  l’enfasi nella relazione fra gli dèi e il cosmo, di cui l’uomo era parte integrante, la speculazione ebraico-cristiana medioevale, invece assegnava maggiore importanza alla relazione fra DIO e  l’UOMO : il  primo UOMO, creato da DIO come essere partecipe del SUO Spirito e il suo simile, il CRISTIANO rinato dallo Spirito. "
 

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