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La luce

Newgrange UK

Nell'emisfero Nord il solstizio d'Inverno è il giorno più corto ovvero la notte più lunga dell'anno [ il sole-luce si ferma (sol-stizio)] ed avviene sempre il 21 Dicembre. Segna la fine dell'anno agrario. Al Solstizio è associata la morte (d'Inverno il seme deve morire a se stesso per produrre la pianta) e la rinascita ( i frutti saranno evidenti solo al Solstizio d'Estate ).

Il Tempio è lo spazio in cui materia e spirito si incontrano, è il luogo della manifestazione del sacro. La luce del sacro illumina le profondità della terra, le viscere del cuore dell'uomo, le tenebre della sua mente.

E' la rivelazione mistica. Il mistero della vita, del mondo, degli dèi, si disvela: alla luce del sacro gli uomini soprono il senso del tutto, i significati delle cose, dell'esistenza, della vita e della morte. E fiorisce l'umanità, la civiltà.




Nel tumulo (necropoli) di Newgrange agisce il simbolo della Luce .
Dopo il Solstizio di Dicembre la luce del Sole entra nella necropoli ed illumina il regno delle tenebre, il Regno dei Morti . Nel solstizio la luce illumina le tenebre della morte in cui giace l'umanità e disvela la sua potenza : il sacro.

 

La luce vince le tenebre , lo spirito sacro vince la materia mortale, nella notte della morte si disvela l'alba di un nuovo giorno : nelle tenebre appare la vita. Lo Spirito è la Luce, la Forza, la Vita.
Si disvela il senso di ogni cosa, nasce la speranza. Vivere l'umanità, costruire la civiltà umana ha senso. Anche la morte, la tomba ha senso: anche li' arriva la Luce della Vita.

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MNAJDRA-ISOLA DI MALTA La luce entra nel tempio e illumina l'asse principale .

Dopo il solstizio la luce solare entra nel Tempio a Sud del complesso di Mnajdra, a Malta, ed illumina l'interno della costruzione. Il raggio del solstizio d'estate illumina l'angolo del megalite sulla sinistra dell'entrata della stanza. Allo stesso modo nel solstizio d'inverno il raggio arriva su un megalite gemello sulla destra dell'entrata della stanza.


L'uomo vive di simboli : il simbolo è una icona  ,l' interfaccia diremmo noi contemporanei, tra il mondo dei sensi, della materia corruttibile, mortale , senza senso, e il mondo dello spirito, dell'anima, della immortalità, della luce, della forza. Il simbolo è la porta che introduce nel senso, nei significati, nella realtà del mondo che è duale che è materia-spirito.

Cio' che nel solstizio d'inverno av-viene dal cosmo , attraverso il simbolo puo' av-venire nell'uomo.
La luce penetra nelle tenebre e la materia risorge : non piu' realtà oscura e corruttibile, forma impermanente, ma Nuova Vita, materia-luce , materia-spirito, incorruttibile, immortale.

Durante le notti seguenti quella del solstizio d'inverno si celebravano i riti che gli antichi greci chiamavano misteri. Attraverso questi riti era possibile conoscere. Conoscere la luce, lo spirito.
Nella lingua latina questi riti erano chiamati initia e coloro che ricevevano la conoscenza, initiati.
Presso i Romani il tutto avveniva nelle feste dei Saturnalia che includevano gli initia del culto a Mitra, divinità di origine persiana, dio della luce.

L'evento cosmico del solstizio d'inverno è da sempre simbolo-possibilità per gli uomini di accedere alla luce , allo spirito, alla conoscenza, al senso. E' il memoriale del trionfo della Vita sulla Morte , dello Spirito sulla Forma corruttibile, attraverso l'unione misteriosa dell spirito alla materia stessa.

La Luce divina

Nella tradizione biblica la luce è simbolo della gloria di Dio , della sua grandezza presente e attiva nella storia.

La Gloria di Dio si rivelò particolarmente nel miracolo dell'esodo dall'Egitto:

Eso 13,21 Il Signore marciava alla loro testa di giorno con una colonna di nube luminosa, per guidarli sulla via da percorrere, e di notte con una colonna di fuoco per far loro luce, così che potessero viaggiare giorno e notte.

Quella Luce era la presenza attiva di Dio in mezzo agli Ebrei . Essa si manifestava sull' arca dell' alleanza che in seguito venne  posta nel tempio di Gerusalemme. Gesù viene profetizzato come l' anatolè , l'astro che sorge dall'oriente :

Lc 1,78 grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge [ anatolè] 79 per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace».

Gesù sarebbe stata la Nuova Luce , la Nuova Presenza attiva di Dio in mezzo agli uomini e , come la Gloria aveva guidato gli ebrei nell' esodo dal potere oppressivo del Faranone d'Egitto, essa avrebbe guidato i passi del popolo di Dio nell' esodo dal potere del Maligno su questo mondo verso la Pace, la pienezza della Vita Eterna nel Regno di Dio.

Quella notte,
la notte dell'Esodo dall'Egitto...

Sap 18,1 Per i tuoi santi risplendeva una luce vivissima;.... 3 Invece delle tenebre [ che hai dato ai tuoi nemici] desti loro una colonna di fuoco, come guida in un viaggio sconosciuto e come un sole innocuo

p
er il glorioso emigrare.
[I nemici] avevan deciso di uccidere i neonati dei santi e un solo bambino fu esposto e salvato [Mosè] colui che portò il popolo a vivere insieme a Dio...in Palestina

6 Quella notte fu preannunziata ai nostri padri, perché sapendo a quali promesse avevano creduto, stessero di buon animo. 7 Il tuo popolo si attendeva la salvezza dei giusti come lo sterminio dei nemici. 8 Difatti come punisti gli avversari, così ci rendesti gloriosi, chiamandoci a te. 14 Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose, e la notte era a metà del suo corso, 15 la tua parola onnipotente dal cielo, dal tuo trono regale, si lanciò in mezzo a quella terra di sterminio, portando, come spada affilata, il tuo ordine inesorabile.

25 Di fronte a questo lo sterminatore indietreggiò, ebbe paura...

 

 

 

 



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Quella notte,
la notte della nascita di Gesù..

Mat 2,1 Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: 2 «Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo».
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Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. 10 Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. 16 Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, s'infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, corrispondenti al tempo su cui era stato informato dai Magi.
un solo bambino viene salvato : Gesù, colui che porterà il popolo a vivere insieme a Dio nel suo Regno eterno. Lu 2,1 In quei giorni ....

Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, 5 per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. 6 Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. 7 Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, ...

C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. 9 Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. .. l'angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11 oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. ... 13 E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva: 14 «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama».

Di fronte a questo lo sterminatore indietreggiò, ebbe paura.


Sal 117,27- Dio, il Signore, è nostra luce.

Luce era la Parola di Dio
per Israele
  Luce è Gesù, Parola di Dio fatta uomo,
per il mondo
Sal 118,105 Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino.
Pr6,23 poiché il comando di Dio è una lampada e l'insegnamento suo una luce .
Sal 35,10 È in te la sorgente della vita, alla tua luce vediamo la luce.
Is2,5 Casa di Giacobbe, vieni, camminiamo nella luce del Signore
Sap 7,26 La sapienza che viene da Dio ...È un riflesso della luce perenne, uno specchio senza macchia dell'attività di Dio e un'immagine della sua bontà.

 

 

 

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Mat 4,16 il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce; su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte una luce si è levata.
Giov 3,19 la luce è venuta nel mondo
Giov 1,5 la luce splende nelle tenebre
Giov 8,12  Gesù parlò loro: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita». Giov 12,35 «Ancora per poco tempo la luce è con voi. Camminate mentre avete la luce, perché non vi sorprendano le tenebre; chi cammina nelle tenebre non sa dove va. Giov 12,46 Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.

NATALE : UN DIO DAL VOLTO UMANO
A.Maggi www.studibilici.it

"... Da sempre gli uomini hanno cercato di diventare dèi, di innalzarsi sugli altri uomini, e "diventerete come Dio" è la menzogna dell’antico serpente (Gen 3,5). Gli uomini avevano collocato la divinità nel più alto dei cieli ("Non è forse Dio nell’alto dei cieli?", Gb 22,12), e in ogni tempo il sogno dei potenti è stato quello di elevarsi al di sopra di tutti ("Salirò in cielo, sulle stelle di Dio innalzerò il trono… mi farò uguale all’Altissimo", Is 14,12.14).

Raggiungere il Signore è stata anche la massima aspirazione di ogni persona religiosa: salire, spiritualizzarsi, per fondersi misticamente con il Dio invisibile. I potenti pensavano di raggiungere dio e di essere alla sua pari mediante l’accumulo del potere; le persone religiose attraverso l’accumulo delle preghiere.

Con il Natale, invece, Dio diventa uomo, abbassandosi al livello di ogni altra creatura. Solo la "follia di Dio" (1 Cor 1,25) poteva spingere l’Altissimo non solo a diventare un uomo, ma a rimanerlo: il Signore "spogliò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini" (Fil 2,7). Con la nascita di Gesù, Dio non è più lo stesso e l’uomo neanche. È cambiato completamente il rapporto tra Dio e gli uomini, e tra questi e il loro Signore.

Potenti e religiosi pensavano di raggiungere la condizione divina separandosi dagli altri uomini, i primi per dominarli, i secondi per essere loro fulgido esempio. Più il potente voleva salire e più sprofondava nelle tenebre, "nella profondità dell’abisso" (Is 14,15), perché più si allontanava dagli altri uomini più diventava disumano. Più l’uomo religioso si distaccava dagli altri per incontrare Dio e più questi pareva allontanarsi, diventare irraggiungibile, perché separandosi dagli uomini si separava dal Signore (Lc 18,14).

Con il Natale si è capito perché. Non bisogna salire per incontrare il Signore, ma scendere, perché in Gesù Dio si è fatto uomo, profondamente umano e si è messo a servizio degli uomini. Con Gesù Dio non è più da cercare, ma da accogliere ("A quanti l’hanno accolto…", Gv 1,12). Lui è il "Dio con noi" (Mt 1,23), e chiede di essere accolto e con lui, e come lui, andare verso ogni persona per inondarla del suo amore e rendere il mondo più umano.

In Gesù Dio si è rivelato attento e sensibile alle sofferenze degli uomini e alle loro necessità. Più si è umani e più si libera il divino che è già in noi. È questa la meravigliosa sorpresa del Natale del Signore..."

CUCC

 460 Il Verbo si è fatto carne perché diventassimo “partecipi della natura divina” ( 2Pt 1,4 ): “Infatti, questo è il motivo per cui il Verbo si è fatto uomo, e il Figlio di Dio, Figlio dell'uomo: perché l'uomo, entrando in comunione con il Verbo e ricevendo così la filiazione divina, diventasse figlio di Dio” [Sant'Ireneo di Lione, Adversus haereses, 3, 19, 1]. “Infatti il Figlio di Dio si è fatto uomo per farci Dio” [Sant'Atanasio di Alessandria, De Incarnatione, 54, 3: PG 25, 192B]. “Unigenitus Dei Filius, suae divinitatis volens nos esse participes, naturam nostram assumpsit, ut homines deos faceret factus homo - L'Unigenito Figlio di Dio, volendo che noi fossimo partecipi della sua divinità, assunse la nostra natura, affinché, fatto uomo, facesse gli uomini dei” [San Tommaso d'Aquino, Opusculum 57 in festo Corporis Christi, 1].

. L'Incarnazione

 461 Riprendendo l'espressione di san Giovanni (Il Verbo si fece carne”: Gv 1,14 ), la Chiesa chiama “Incarnazione” il fatto che il Figlio di Dio abbia assunto una natura umana per realizzare in essa la nostra salvezza. La Chiesa canta il Mistero dell'Incarnazione in un inno riportato da san Paolo:

 Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce ( Fil 2,5-8 ) [Cf Liturgia delle Ore, Cantico dei Vespri del sabato].

 462 Dello stesso Mistero parla la lettera agli Ebrei:

 Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice: Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: Ecco, io vengo. . . per fare la tua volontà ( Eb 10,5-7 ) [ Eb 10,5-7 cita il Sal 40,7-9 (LXX)].

 463 La fede nella reale Incarnazione del Figlio di Dio è il segno distintivo della fede cristiana: “Da questo potete riconoscere lo spirito di Dio: ogni spirito che riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio” ( 1Gv 4,2 ). E' la gioiosa convinzione della Chiesa fin dal suo inizio, allorché canta “il grande Mistero della pietà”: “Egli si manifestò nella carne” ( 1Tm 3,16 ).

Vero Dio e vero uomo

 464 L'evento unico e del tutto singolare dell'Incarnazione del Figlio di Dio non significa che Gesù Cristo sia in parte Dio e in parte uomo, né che sia il risultato di una confusa mescolanza di divino e di umano. Egli si è fatto veramente uomo rimanendo veramente Dio. Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo. La Chiesa nel corso dei primi secoli ha dovuto difendere e chiarire questa verità di fede contro eresie che la falsificavano.

 465 Le prime eresie più che la divinità di Cristo hanno negato la sua vera umanità (docetismo gnostico). Fin dall'epoca apostolica la fede cristiana ha insistito sulla vera Incarnazione del Figlio di Dio “venuto nella carne” [Cf 1Gv 4,2-3; 2Gv 1,7 ]. Ma nel terzo secolo, la Chiesa ha dovuto affermare contro Paolo di Samosata, in un Concilio riunito ad Antiochia, che Gesù Cristo è Figlio di Dio per natura e non per adozione. Il primo Concilio Ecumenico di Nicea nel 325 professò nel suo Credo che il Figlio di Dio è “generato, non creato, della stessa sostanza ["homousios"] del Padre”, e condannò Ario, il quale sosteneva che “il Figlio di Dio veniva dal nulla” [Concilio di Nicea I: Denz. -Schönm., 130] e che sarebbe “di un'altra sostanza o di un'altra essenza rispetto al Padre” [Concilio di Nicea I: Denz. -Schönm., 130].

 466 L'eresia nestoriana vedeva in Cristo una persona umana congiunta alla Persona divina del Figlio di Dio. In contrapposizione ad essa san Cirillo di Alessandria e il terzo Concilio Ecumenico riunito a Efeso nel 431 hanno confessato che “il Verbo, unendo a se stesso ipostaticamente una carne animata da un'anima razionale, si fece uomo” [Concilio di Efeso: ibid. , 250]. L'umanità di Cristo non ha altro soggetto che la Persona divina del Figlio di Dio, che l'ha assunta e fatta sua al momento del suo concepimento. Per questo il Concilio di Efeso ha proclamato nel 431 che Maria in tutta verità è divenuta Madre di Dio per il concepimento umano del Figlio di Dio nel suo seno; “Madre di Dio. . . non certo perché la natura del Verbo o la sua divinità avesse avuto origine dalla santa Vergine, ma, poiché nacque da lei il santo corpo dotato di anima razionale a cui il Verbo è unito sostanzialmente, si dice che il Verbo è nato secondo la carne” [Concilio di Efeso: ibid., 250].

 467 I monofisiti affermavano che la natura umana come tale aveva cessato di esistere in Cristo, essendo stata assunta dalla Persona divina del Figlio di Dio. Opponendosi a questa eresia, il quarto Concilio Ecumenico, a Calcedonia, nel 451, ha confessato:

 Seguendo i santi Padri, all'unanimità noi insegniamo a confessare un solo e medesimo Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo, perfetto nella sua divinità e perfetto nella sua umanità, vero Dio e vero uomo, [composto] di anima razionale e di corpo, consostanziale al Padre per la divinità, e consostanziale a noi per l'umanità, “simile in tutto a noi, fuorché nel peccato” ( Eb 4,15 ), generato dal Padre prima dei secoli secondo la divinità, e in questi ultimi tempi, per noi e per la nostra salvezza, nato da Maria Vergine e Madre di Dio, secondo l'umanità.

 Un solo e medesimo Cristo, Signore, Figlio unigenito, che noi dobbiamo riconoscere in due nature, senza confusione, senza mutamento, senza divisione, senza separazione. La differenza delle nature non è affatto negata dalla loro unione, ma piuttosto le proprietà di ciascuna sono salvaguardate e riunite in una sola persona e una sola ipostasi [Concilio di Calcedonia: Denz. -Schönm., 301-302].

 468 Dopo il Concilio di Calcedonia, alcuni fecero della natura umana di Cristo una sorta di soggetto personale. Contro costoro, il quinto Concilio Ecumenico, a Costantinopoli, nel 553, ha confessato riguardo a Cristo: vi è “una sola ipostasi [o Persona].. ., cioè il Signore nostro Gesù Cristo, Uno della Trinità ” [Concilio di Costantinopoli II: Denz. -Schönm., 424]. Tutto, quindi, nell'umanità di Cristo deve essere attribuito alla sua Persona divina come al suo soggetto proprio, [Cf già Concilio di Efeso: Denz. -Schönm., 255] non soltanto i miracoli ma anche le sofferenze [Cf Concilio di Costantinopoli II: Denz. -Schönm., 424] e così pure la morte: “Il Signore nostro Gesù Cristo, crocifisso nella sua carne, è vero Dio, Signore della gloria e Uno della Santa Trinità” [Cf Concilio di Costantinopoli II: Denz.- Schönm., 424].

 469 La Chiesa così confessa che Gesù è inscindibilmente vero Dio e vero uomo. Egli è veramente il Figlio di Dio che si è fatto uomo, nostro fratello, senza con ciò cessare d'essere Dio, nostro Signore:

 “Id quod fuit remansit et quod non fuit assumpsit - Rimase quel che era e quel che non era assunse”, canta la Liturgia romana [Liturgia delle Ore, I, Ufficio delle letture di Natale, cf San Leone Magno, Sermones, 21, 2-3: PL 54, 192A]. E la Liturgia di san Giovanni Crisostomo proclama e canta: “O Figlio Unigenito e Verbo di Dio, tu, che sei immortale, per la nostra salvezza ti sei degnato d'incarnarti nel seno della santa Madre di Dio e sempre Vergine Maria; tu, che senza mutamento sei diventato uomo e sei stato crocifisso, o Cristo Dio, tu, che con la tua morte hai sconfitto la morte, tu che sei Uno della santa Trinità, glorificato con il Padre e lo Spirito Santo, salvaci!” [Liturgia bizantina, Tropario “O Monoghenis”].

Come il Figlio di Dio è uomo

 470 Poiché nella misteriosa unione dell'Incarnazione “la natura umana è stata assunta, senza per questo venir annientata”, [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 22] la Chiesa nel corso dei secoli è stata condotta a confessare la piena realtà dell'anima umana, con le sue operazioni di intelligenza e di volontà, e del corpo umano di Cristo. Ma parallelamente ha dovuto di volta in volta ricordare che la natura umana di Cristo appartiene in proprio alla Persona divina del Figlio di Dio che l'ha assunta. Tutto ciò che egli è e ciò che egli fa in essa deriva da “Uno della Trinità”. Il Figlio di Dio, quindi, comunica alla sua umanità il suo modo personale d'esistere nella Trinità. Pertanto, nella sua anima come nel suo corpo, Cristo esprime umanamente i comportamenti divini della Trinità: [Cf Gv 14,9-10 ]

 Il Figlio di Dio. . . ha lavorato con mani d'uomo, ha pensato con mente d'uo mo, ha agito con volontà d'uomo, ha amato con cuore d'uomo. Nascendo da Maria Vergine, egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel peccato [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 22].

L'anima e la conoscenza umana di Cristo

 471 Apollinare di Laodicea sosteneva che in Cristo il Verbo aveva preso il posto dell'anima o dello spirito. Contro questo errore la Chiesa ha confessato che il Figlio eterno ha assunto anche un'anima razionale umana [ Cf Damaso I, Lettera ai vescovi orientali: Denz.- Schönm., 149].

 472 L'anima umana che il Figlio di Dio ha assunto è dotata di una vera conoscenza umana. In quanto tale, essa non poteva di per sé essere illimitata: era esercitata nelle condizioni storiche della sua esistenza nello spazio e nel tempo. Per questo il Figlio di Dio, facendosi uomo, ha potuto voler “crescere in sapienza, età e grazia” ( Lc 2,52 ) e anche doversi informare intorno a ciò che nella condizione umana non si può apprendere che attraverso l'esperienza [Cf Mc 6,38; Mc 8,27; Gv 11,34; ecc]. Questo era del tutto consono alla realtà del suo volontario umiliarsi nella “condizione di servo” ( Fil 2,7 ).

 473 Al tempo stesso, però, questa conoscenza veramente umana del Figlio di Dio esprimeva la vita divina della sua Persona [Cf San Gregorio Magno, Lettera Sicut aqua: Denz. -Schönm., 475]. “La natura umana del Fi glio di Dio, non da sé ma per la sua unione con il Verbo, conosceva e manifestava nella Persona di Cristo tutto ciò che conviene a Dio” [San Massimo il Confessore, Quaestiones et dubia, 66: PG 90, 840A]. E', innanzi tutto, il caso della conoscenza intima e immediata che il Figlio di Dio fatto uomo ha del Padre suo [Cf Mc 14,36; Mt 11,27; Gv 1,18; 473 Gv 8,55; ecc]. Il Figlio di Dio anche nella sua conoscenza umana mostrava la penetrazione divina che egli aveva dei pensieri segreti del cuore degli uomini [Cf Mc 2,8; Gv 2,25; Gv 6,61; ecc].

 474 La conoscenza umana di Cristo, per la sua unione alla Sapienza divina nella Persona del Verbo incarnato, fruiva in pienezza della scienza dei disegni eterni che egli era venuto a rivelare [Cf Mc 8,31; Mc 9,31; Mc 10,33-34; Mc 14,18-20; 474 Mc 8,26-30 ]. Ciò che in questo campo dice di ignorare, [Cf Mc 13,32 ] dichiara altrove di non avere la missione di rivelarlo [Cf At 1,7 ].

La volontà umana di Cristo

 475 Parallelamente, la Chiesa nel sesto Concilio Ecumenico [Concilio di Costantinopoli III (681)] ha dichiarato che Cristo ha due volontà e due operazioni naturali, divine e umane, non opposte, ma cooperanti, in modo che il Verbo fatto carne ha umanamente voluto, in obbedienza al Padre, tutto ciò che ha divinamente deciso con il Padre e con lo Spirito Santo per la nostra salvezza [Cf Concilio di Costantinopoli III (681): Denz. -Schönm., 556-559]. La volontà umana di Cristo “segue, senza opposizione o riluttanza, o meglio, è sottoposta alla sua volontà divina e onnipotente” [Cf Concilio di Costantinopoli III (681): Denz. -Schönm., 556-559].

Il vero Corpo di Cristo

 476 Poiché il Verbo si è fatto carne assumendo una vera umanità, il Corpo di Cristo era delimitato [Cf Concilio Lateranense (649): Denz. -Schönm., 504]. Perciò l'aspetto umano di Cristo può essere “rappresentato” ( Gal 3,1 ). Nel settimo Concilio Ecumenico la Chiesa ha riconosciuto legittimo che venga raffigurato mediante “venerande e sante immagini” [Concilio di Nicea II (787): Denz.-Schönm., 600-603].

 477 Al tempo stesso la Chiesa ha sempre riconosciuto che nel Corpo di Gesù il “Verbo invisibile apparve visibilmente nella nostra carne” [Messale Romano, Prefazio di Natale II]. In realtà, le caratteristiche individuali del Corpo di Cristo esprimono la Persona divina del Figlio di Dio. Questi ha fatto a tal punto suoi i lineamenti del suo Corpo umano che, dipinti in una santa immagine, possono essere venerati, perché il credente che venera “l'immagine, venera la realtà di chi in essa è riprodotto” [Concilio di Nicea II (787): Denz. -Schönm., 601].

Il Cuore del Verbo incarnato

 478 Gesù ci ha conosciuti e amati, tutti e ciascuno, durante la sua vita, la sua agonia e la sua passione, e per ognuno di noi si è offerto: “Il Figlio di Dio mi ha amato e ha dato se stesso per me” ( Gal 2,20 ). Ci ha amati tutti con un cuore umano. Per questo motivo, il sacro Cuore di Gesù, trafitto a causa dei nostri peccati e per la nostra salvezza, [Cf Gv 19,34 ] “praecipuus consideratur index et symbolus. . . illius amoris, quo divinus Redemptor aeternum Patrem hominesque universos continenter adamat - è considerato il segno e simbolo principale. . . di quell'infinito amore, col quale il Redentore divino incessantemente ama l'eterno Padre e tutti gli uomini” [Pio XII, Lett. enc. Haurietis aquas: Denz.-Schönm., 3924; cf Id., Lett. enc. Mystici Corporis:ibid., 3812].

Gesù, Luce della storia.

Nella storia gli uomini tutto ciò che fanno lo fanno perchè credono di costruire la felicità. Cercano la felicità . Ma ancora la storia non ha mostrato una civiltà dove gli uomini trovano una felicità stabile e duratura.

Nella ricerca della felicità gli uomini incontrano il male e la morte : ostacoli insormontabili. Lottano contro il male e la morte ma ancora questi nemici regnano nella storia. L'umanità si sente portata alla felicità, una felicità piena , duratura, definitiva ; cerca in modi diversi di costruirla ma soccombe al male ed alla morte. E' senza speranza ?



Fin dagli albori della storia sono attestati fatti straordinari che hanno dato speranza a tutti i popoli : sono i miracoli ed i prodigi operati dagli dèi, le rivelazioni. Spiriti buoni che si dimostrano alleati degli uomini vengono chiamati ad agire nella storia per mezzo delle religioni ;spiriti nemici si rivelano con malefici e inducono gli uomini al male.

La storia si predenta come una alternanza di progressi e di regressi.
Ad un certo punto della storia si rivela uno Spirito Onnipotente , Dio, che si dimostra alleato degli uomini : tutto cambia perchè ora la storia può avere una svolta definitiva.

Dio è la Novità, il 1° Vangelo della storia in quanto è Onnipotente e alleato degli uomini nella loro ricerca di una felicità definitiva ed universale. Egli compie una storia di miracoli e prodigi dalla quale si comprende che ha un progetto di felicità definitiva per tutti. E' una promessa che dà speranza a tutta l'umanità nella lotta contro il male e nella ricerca di una felicità universale.

Sconfiggerà Dio il male e la morte?

Lo fa in modo del tutto imprevedibile : Egli genera un figlio uomodio , Gesù. Gesù è il 2° Vangelo della storia : l'uomodio . Gesù viene ucciso dagli uomini , muore e risorge perfetto e felice in un Nuovo Mondo , il Paradiso e offre questa condizione gratuitamente a chiunque la chiede.

La venuta di Gesù , la sua nascita è un mistero, il mistero della Incarnazione del Verbo di Dio. Il Logos divino, la Parola di Dio, la Sapienza di Dio diventa un uomo : Gesù . Miracolo. Mistero.

Giov 1,1 In principio era il Verbo,
il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.

2 Egli era in principio presso Dio:
3 tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.

4 In lui era la Vita [ divina, eterna ]
e la Vita [ eterna ] era la Luce degli uomini;

5 la Luce splende nelle tenebre,
9 Veniva nel mondo la Luce vera,
quella che illumina ogni uomo.

Vivere nella Luce.

2 Gesù è il Re venuto per instaurare il Regno di Dio sulla Terra. Dicevano le promesse divine:

Is-51,5 La mia vittoria è vicina, si manifesterà come luce la mia salvezza; le mie braccia governeranno i popoli.
Is 60,1 Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te.2 Poiché, ecco, le tenebre ricoprono la terra, nebbia fitta avvolge le nazioni; ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te. 3 Cammineranno i popoli alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere.
Is 58,8 Allora la tua luce sorgerà come l'aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà...10 se offrirai il pane all'affamato, se sazierai chi è digiuno, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio.
Is 9,1 Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse.

Tutto si compie in Gesù:

Mt4,16 il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce; su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte una luce si è levata.
17 Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi,
perché il regno dei cieli è vicino».

Gv1,21 chi opera la verità viene alla luce,

Cosi' pregano i cristiani a Natale :

Signore,fà che portiamo frutti di vera conversione ,per accogliere il tuo Regno che è vicino. Prepara il nostro cuore la via al tuo Verbo che viene perchè si riveli in noi la sua gloria. Abbassa i monti dell'orgoglio, colma le valli della debolezza e della sfiducia. Abbatti le barriere dell'odio che dividono le nazioni, apri la strada della concordia e della pace.                  

(liturgia delle oreavvento-III settim. lodi matt.)

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