Corso di Religione


INDICE

ORDINE MONDIALE RADICAL-LIBERALE- PAG. 1
CONTROLLO DELLA VITA UMANA          - PAG. 2
IDEOLOGIE GENDER                                 - PAG. 3
IDEOLOGIA DELL'OMOSESSUALITA'      - PAG. 4
NEOSCIENTISMO E NEOEVOLUZ .          - PAG. 5
NEODARWINISMI .                                    - PAG. 6
DISTOPIA ( DAVIDE CASALEGGIO )         - PAG. 7

IL POLITICAMENTE CORRETTO


Le Nuove Ideologie.
Il Nuovo Ordine Mondiale, radical-liberale.
         


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Nascita delle ideologie Quando affermiamo che il gruppo sociale in cui viviamo realizza la nostra esistenza in modo pieno noi  ri-conosciamo  im-mediatamente in quel gruppo un senso unitario della vita, percepiamo che la comunità sociale  riconosce e realizza le nostre aspettative, i nostri valori, ci riconosce persone..

Il reciproco riconoscimento ci permette di percepirci come Identità culturale e di sentirci appartenenti a una comunità umana significativa.


-I valori  sono tutto ciò che i soggetti sociali percepiscono come veicolo del reciproco riconoscimento con la società .

Senso e valori si producono nella dialettica sociale tra gruppi sociali e soggetti sociali.

La famiglia, la salute, l'educazione, la sicurezza etc. sono i valori che ritroviamo in tutte le società e che veicolano i reciproco riconoscimento tra esse ed i loro soggetti sociali.

Quando in una società c'è piena percezione di senso da parte di tutti, piena reciprocità // riconoscimento reciproco allora la società diventa una società sempre più  solidale.

La solidarietà sociale nasce e cresce sulla base del reciproco riconoscimento sociale.

Quando questo riconoscimento cade sotto certi livelli, la società entra in crisi e tende a dissolversi il senso sociale, il senso di appartenenza, la solidarietà sociale. Puo' nascere un senso di rifiuto o di rigetto della appartenenza sociale.


Quando nella società ci sono forti diversità e differenze di riconoscimento nel campo dei valori, dei sistemi etici, allora nascono le ideologie.


Quando lo scarto tra il senso del vivere e la vita reale nella società diventata intollerabile allora nasce l'ideologia che tende a riportare le due cose a unità.

L'ideologia afferma che « ha senso vivere in questa società a patto di abolire , introdurre, riformare, cambiare, rivoluzionare....».


Funzione positiva
Le ideologie possono svolgere una funzione positiva :  riportare la società ad unità di senso, al reciproco riconoscimento.

Funzione negativa

Purtroppo nella storia sono nate ideologie universaliste, che hanno avuto la pretesa di essere perfette ricette universali di vita.

Quando hanno conquistato il potere politico hanno costituito tirannie disastrose, come tutti sappiamo.

La Nuova Ideologia Universalista
Cadute le ideologie totalitarie, ( simbolicamente, per noi europei, caduto il Muro di Berlino) nelle grandi e complesse società occidentali è riemerso un  pensiero naturalista   che ha assunto la funzione unificante delle ideologie: produrre un  senso unitario della vita.

Questo pensiero ha trovato nel neoliberismo la base per diventare la Nuova Ideologia Universalista.

Questa ideologia ha  polverizzato  il senso di un Bene Comune Sociale in una miriade di Beni Individuali.

Per cui :

- diventa sempre più difficile nelle società neoliberiste percepire un senso   unitario della vita, 
- diventa sempre più difficile condividere con gli altri un "campo di valori"
- Di fronte alla teologia liberista tutti i "centri etici" diventano periferie,    sub- culture, compresa la Chiesa.
- Nessuna etica riesce ad emergere come etica condivisibile da tutti.
- Sono società con tante etiche e con nessuna Etica. 
- Il  senso del vivere , il senso immediato del giusto vivere, sfugge.
-  c'è una perdita diffusa di identità e di senso di appartenenza
- Nessun soggetto si sente pienamente riconosciuto dalla società

Quale sarà il riferimento etico per i popoli e le nazioni del Nuovo Mondo Globalizzato?

L'ideologia illuminista del Progresso
Fin dagli inizi l’ illuminismo (XVIII sec.) ha messo da parte l’escatologia cristiana  cioè il compimento dell'uomo come Uomo definitivo ad opera di Gesù per sostituirla completamente con l' ideologia // fede nel progresso permanente della materia.


La percezione che questa ideologia ha prodotto nelle società occidentali è quella di una promessa di felicità non piú legata ad una azione divina ( quindi al rapporto con Dio ) , ma alla materia ed all'idea di un continuo ed inarrestabile progresso ( scientifico, tecnologico, culturale, sociale, etc) della stessa ad opera dell'uomo.

Nel XIX secolo, la fede nel progresso era ancora un generico ottimismo che si aspettava dalla marcia trionfale delle scienze e delle tecnologie un progressivo miglioramento della condizione del mondo e l’approssimarsi, sempre piú incalzante, di una specie di paradiso terrestre.

Nel XX secolo, questa stessa fede ha assunto una connotazione politica.

Da una parte, ci sono stati i sistemi di orientamento marxista che promettevano all’uomo di raggiungere il regno desiderato tramite la politica proposta dalla loro ideologia-un tentativo che è fallito in maniera clamorosa- dall’altra i tentativi di costruire il futuro attingendo, in maniera piú o meno profonda, alle fonti delle tradizioni liberali .

L'Uomo Nuovo e il l Nuovo Ordine Mondiale In ambito liberale la nuova configurazione va sotto il nome di "Nuovo ordine mondiale". Che nulla ha a che vedere con il complottismo .

Trovano espressione sempre piú evidente nell’ONU e nelle sue conferenze internazionali, in particolare quelle del Cairo e di Pechino, che, nelle loro proposte di vie per arrivare a condizioni di vita diverse, lasciano trasparire una vera e propria filosofia dell’uomo nuovo e del mondo nuovo.

-Una filosofia di questo tipo non ha piú la carica utopica che caratterizzava il sogno marxista; essa è al contrario molto realistica:

la nuova ideologia liberale fissa i limiti del benessere, ricercato a partire dai limiti dei mezzi disponibili per raggiungerlo e raccomanda, di non preoccuparsi della cura di coloro che non sono piú produttivi o che non possono piú sperare in una determinata qualità della vita.

Questa filosofia, inoltre, non si aspetta piú che gli uomini, abituatisi ormai alla ricchezza e al benessere, siano pronti a fare i sacrifici necessari per raggiungere un benessere generale, bensí propone delle strategie per ridurre il numero dei commensali alla tavola dell’umanità, affinché non venga intaccata la pretesa felicità che taluni hanno raggiunto.

Si sta stabilendo un sistema rigido e inattaccabile per governare lo sviluppo del mondo.

Organismi internazionali dall’indiscutibile autorità (Organizzazione Mondiale della Sanità, Banca Mondiale, Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, UNICEF e altri)

hanno messo a punto un nuovo paradigma che misura il valore delle persone in anni di aspettativa di vita, invalidità, morbilità , al fine di valutare le priorità e mettere in atto (o non attuare) in tutto il mondo i piani di aiuto
.

Applicando questi "nuovi criteri" si scopre che tutto diventa uno questione di costo-rischio-beneficio.

Perciò, chi è povero e malato riceverà meno aiuti economici e sanitari mentre chi è ricco e sano avrà una maggiore aspettativa di vita e riceverà maggiore sostegno economico e avrà più cure sanitarie.


La protesta dei cristiani per un diverso ordine globale  Da una presentazione del Cardinale Joseph Ratzinger al volume di Michel Schooyans: " Nuovo disordine mondiale ", (Collana Problemi e dibattiti 48), Ed. San Paolo, Cinisello Balsamo 2000.

...Per questo motivo, a questo punto dello sviluppo della nuova immagine di un mondo nuovo, il cristiano - non solo lui, ma comunque lui prima di altri - ha il dovere di protestare e di denunciare coraggiosamente la “grande trappola” per i poveri del mondo e la nuova schiavitú al servizio degli imperativi della mondializzazione e della globalizzazione .

La concezio ne dei diritti dell’uomo che caratterizza l’epoca moderna, e che è cosí importante e cosí positiva sotto numerosi aspetti, risente sin dalla sua nascita del fatto di essere fondata unicamente sull’uomo e di conseguenza sulla sua capacità e volontà di far sí che questi diritti vengano universalmente riconosciuti.

All’inizio, il riflesso della luminosa immagine cristiana dell’uomo ha protetto l’universalità dei diritti; ora, man mano che questa immagine viene meno, nascono nuovi interrogativi.
Come possono essere rispettati e promossi i diritti dei piú poveri quando il nostro concetto di uomo si fonda cosí spesso, come dice l’autore, «sulla gelosia, l’angoscia, la paura e persino l’odio»?

Come può un’ideologia lugubre, che raccomanda la sterilizzazione, l’aborto, la contraccezione sistematica e persino l’eutanasia come prezzo di un pansessualismo sfrenato, restituire agli uomini la gioia di vivere e la gioia di amare ?

È a questo punto che deve emergere chiaramente ciò che di positivo il cristiano può offrire nella lotta per la storia futura. Non è infatti sufficiente che egli opponga l’escatologia all’ideologia che è alla base delle costruzioni «postmoderne» dell’avvenire.

È ovvio che deve fare anche questo, e deve farlo in maniera risoluta: a questo riguardo, infatti, la voce dei cristiani si è fatta negli ultimi decenni sicuramente troppo debole e troppo timida.

L’uomo, nella sua vita terrena, è «una canna al vento» che rimane priva di significato se distoglie lo sguardo dalla vita eterna. Lo stesso vale per la storia nel complesso. In questo senso, il richiamo alla vita eterna, se fatto in maniera corretta, non si presenta mai come una fuga. Esso dà semplicemente all’esistenza terrena la sua responsabilità, la sua grandezza e la sua dignità.

Tuttavia, queste ripercussioni sul «significato della vita terrena» devono essere articolate. È chiaro che la storia non deve mai essere semplicemente ridotta al silenzio: non è possibile, non è permesso ridurre al silenzio la libertà, è l’illusione delle utopie. Non si possono imporre al domani modelli di oggi, che domani saranno i modelli di ieri.

È tuttavia necessario gettare le basi di un cammino verso il futuro, di un superamento comune delle nuove sfide lanciate dalla storia, sulla base di un contenuto concreto, politicamente realistico e realizzabile, all’idea, cosí spesso espressa dal Papa, di una «civiltà dell’amore».




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