Corso di Religione

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Mondialità.

Le civiltà nella globalizzazione

         


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Le civiltà
Si può dire che una civiltà sia un insieme di popoli e culture che hanno in comune una storia, una lingua, una economia, un governo, un esercito, una religione, o altro ancora.

Possiamo pensare all'Impero Romano per l'antichità e all'Europa di oggi.

Come il mondo antico anche il mondo contemporaneo può essere considerato una " aggregazione" o " coesistenza" di civiltà
.

Le civiltà contemporanee coesistono in questo mondo cercando , ciascuna secondo presupposti e prospettive proprie, di fornire agli uomini le condizioni migliori per autorealizzarsi .

Ciascuna civiltà si pensa come la migliore possibile per un determinato contesto ambientale ed è naturale che sia cosi': ogni civiltà è il frutto di una elaborazione culturale durata secoli o millenni.

Il villaggio globale
Le popolazioni del mondo sono in crescita numerica e le nuove tecnologie permettono ai singoli come a gruppi consistenti di comunicare fra loro in tempo reale .

Il mondo è sempre più globalmente connesso, interattivo, intercreativo, interdialogante, interpensante :


-reti telematiche
-reti telefoniche
-reti cellulari
-reti televisive
-reti satellitari
-reti viarie, ferroviarie, aree, navali
-reti di socialità
-reti criminali
-reti di solidarietà

etc.

Il pianeta è pervaso di reti : è diventato un villaggio.

Il " villaggio globale".


"Questo mondo " è una espressione che non è facile da cogliere : tutti abbiamo la percezione che appena crediamo di aver costruito una idea abbastanza chiara di " questo mondo ", il mondo è già cambiato.

Il mondo glocale
Le civiltà non coesistono nel mondo come " blocchi" chiusi in se stessi : esse comunicano e si confrontano. Tanto più oggi con la Nuova Globalizzazione in atto.Tutti comunicano con tutti e tutti si spostano e vanno dappertutto .

Le civiltà si ritrovano nella loro pluralità non solo nel mondo globale ma anche localmente, nelle città piccole e grandi del pianeta.

Nel nostro mondo globale multietnico multiculturale e plurale , ogni comunita' locale tende a diventare essa stessa multietnica , multireligiosa , multiculturale , plurale .

Non cè più un mondo globale fatto di tante civiltà ed un mondo locale fatto di una sola civiltà : il mondo contemporaneo e' globale anche a livello locale , è un mondo "glocale ".

Glocalizzazione o glocalismo è un termine introdotto dal sociologo Zygmunt Bauman per adeguare il panorama della globalizzazione alle realtà locali, così da studiarne meglio le loro relazioni con gli ambienti internazionali .

Tutti hanno studiato a scuola le civiltà antiche : Egizi, Indoeuropei, Sumeri, Babilonesi, Cinesi, Indù, Slavi , poi Romani, Greci, Persiani, Mongoli, etc. Poco si studia oggi a scuola delle civiltà contemporanee.

Scuola, famiglia e istituzioni pubbliche faticano a collocarsi nel mondo contemporaneo . Eppure è a questo mondo che si devono " iniziare" le nuove generazioni.

I nonni di oggi quando erano a scuola , dovendo rappresentare il mondo in termini di civiltà avrebbero rappresentato il mondo locale con una sola civiltà, quella occidentale . La famiglia e la scuola li preparavano a vivere in quella civiltà : era sufficiente conoscere storia , geografia, lingua dell'Italia, letteratura, arte, qualcosa dell'Europa e poco del resto del mondo; era obbligatoria solo la scuola elementare.

Quando sono andati a scuola i vostri genitori il mondo era già cambiato : si parlava di Europa unita e la società era già diventata più mobile ; si rendeva necessaria una conoscenza più complessa e ci volevano almeno tra anni in più di scuola obbligatoria ( la scuola media) .

Oggi il mondo è diventato ancora più complesso e famiglia e scuola devono preparare i giovani a vivere bene in questo nuovo ambiente che è il mondo glocale, la globalità ovunque, anche a livello locale . Sono richieste nuove competenze e la famiglia e la scuola devono adeguarsi .

La scuola deve accompagnare gli studenti in nuovi percorsi che trasmettano conoscenze e abilità per attrezzarli bene per il nuovo mondo ( altrimenti rischia di prepararli per un mondo che non c'è più)

La famiglia deve orientare i figli verso nuovi modelli di vita che realizzino i valori " sicuri" della tradizione.


Modernità e tradizione
Tradizione e modernità sono due parole che spesso utilizziamo per definire culture e civiltà.

Una Cultura in antropologia corrisponde ad una struttura complessa ed interdipendente ( un sistema) di conoscenze, di codici, di rappresentazioni, di regole, formali ed informali, di modelli di comportamento, atteggiamenti, di valori, interessi, aspirazioni, credenze, etc.: un universo che si attua quotidianamente nella vita di un gruppo o di un popolo.

La cultura è nel pensare , nel giudicare, nel fare quotidiano di ogni comunità umana : usi, costumi, regole famigliari, sociali, pratiche spirituali e religiose. Uomo, natura e società , nelle loro interazioni storiche creano e trsformano la cultura.

La tradizione raccoglie i valori che vengono trasmessi di generazione in generazione in quanto considerati un riferimento sicuro per la buona riuscita della vita personale e sociale di un popolo o di una civiltà. Famiglia e scuola sono sempre stati i depositari ed i trasmettitori della tradizione.

La modernità è l'insieme dei nuovi modelli di vita attraverso cui le giovani generazioni cercano di adeguarsi ai mutamenti storici.

Modernità e Tradizione coesistono sempre in tutte le culture; esse infatti si definiscono , si costruiscono ed evolvono insieme attraverso coesistenza e  antagonismo  : la Tradizione raccoglie l'esperienza positiva del passato e la Modernità   sperimenta nuovi modelli di vita più adeguati al mondo che cambia. Tutti noi regoliamo la nostra esistenza di fronte ai mutamenti storici attingendo sia alla Modernità che alla Tradizione.

Discontinuità tra generazioni
Le nuove generazioni in genere percepiscono la Modernità come la messa in discussione della Tradizione e la Tradizione  come una resistenza alla Modernità.

Per adeguarsi ai mutamenti storici essi sperimentano modelli di vita anche contrari alla tradizione. Quando poi si trovano in difficoltà nel vivere questi modelli normalmente si rivolgono agli adulti, alla loro esperienza di vita , e questi li orientano attingendo ad essa  . In questo modo gli adulti trasmettono ai giovani la Tradizione in modo che essi possano adeguarla ai mutamenti della modernità.

Gli adulti hanno sempre trasmesso ai giovani i modelli della tradizione con cui affrontare e risolvere positivamente le sfide della modernità : questa relazione tra " padri" e "figli" di una civiltà o di una cultura ha sempre garantito la continuità e il progresso della Tradizione .

Fino a qualche decina di anni fa ogni generazione preparava la successiva  in " continuità" con la propria esperienza : i giovani venivano preparati ad essere in qualche modo simili agli adulti attraverso l'acquisizione di un bagaglio culturale , tecnico ed intellettuale sufficiente ad affrontare i problemi della vita. La Tradizione culturale appunto.

Tutto avveniva in continuità di esperienza tra le generazioni : gli adulti potevano pretendere di capire i giovani invocando la propria gioventù (" anche noi siamo stati giovani,… ci siamo passati tutti... per esperienza posso dire…" ) e fornire loro modelli di comportamento ben collaudati.

Il futuro personale e sociale veniva così" progettato" attraverso modelli culturali che sostanzialmente  lo " anticipavano" all'insegna della continuità di esperienza fra generazioni.


I mutamenti socioculturali e tecnologici intervenuti in questi ultimi anni sono stati tali , tanti e talmente veloci da produrre una frattura tra le generazioni, una " discontinuità di esperienza " . La discontinuità di esperienze ha creato  tra le generazioni,   barriere , muri, gap, fratture, fossati , etc.

Il mondo glocale cambia così velocemente che le esperienze che vivono le nuove generazioni non sono più " anticipabili" dai modelli culturali dei genitori.

I giovani di oggi non hanno più alle loro spalle adulti che sappiano più di loro sulle esperienze che stanno vivendo.

E questa è una " emergenza educativa". [ Bellino 2008 ] . Anche se ci si limita a considerare alcuni valori tradizionali fondanti le società occidentali, i cambiamenti che sono intervenuti sono epocali:

- la vita religiosa è plurale ( 130 tra religioni e movimenti religiosi in Italia) e i giovani non  hanno più la percezione di un sentimento religioso condiviso , tradizionale ,  stabile.
- i sistemi valoriali e morali sono plurali ( la Turchia in Europa significa  90 milioni di musulmani in più dei 45 già inclusi ; le immigrazioni dalla Cina e dall' India nei paesi occidentali sono in aumento … ) e la percezione di una società solida, stabile capace di affrontare i cambiamenti attingendo alla tradizione culturale è perduta. Tutto rimane più incerto e chiama tutti ad una nuova creatività,  ad una nuova capacità di affrontare
- il lavoro ha assunto forme di instabilità strutturali ed è impossibile guardare al futuro senza pensare di dover affrontare cambiamenti continui . Incertezza.
- la forma di matrimonio e di famiglia è plurale : le coppie di fatto, le unioni tra omossessuali , bisessuali, transessuali, la poligamia dei musulmani e quant'altro, le unioni civili, la convivenza libera, i matrimoni gay, etc. sono già una pluralità di forme di "convivenza" in atto nelle società occidentali ) , e questo destabilizza il progetto di famiglia tradizionale cioè  naturale e fondata sul matrimonio.
-la comunicazione mediatica alimenta l'edonismo consumista 24 ore su 24 ( giornali, TV, cinema, spot pubblicitari per strada, ovunque) e ciò destabilizza la tradizione culturale e la coesione sociale .
etc.

Ciò che si trovano a vivere i giovani ( anche gli adolescenti)  è sconosciuto agli adulti , a volte è addirittura inimmaginabile , motivo per cui l’ esperienza di vita , la gioventù , i modelli culturali tradizionali risultano a loro inutili per risolvere le sfide poste dai nuovi cambiamenti.

Emergenza educativa
Tutti parlano di " emergenza educativa " .

Che cosa è successo? I padri sono venuti meno nel loro dovere famigliare e scolastico di trasmettere ai figli i valori " sicuri" della Tradizione? Oppure sono cambiati i figli, sono diventati più deboli ribelli  e stupidi ?


Nelle culture tradizionali è primario :
- la famiglia , il gruppo, la comunità , i legami e le appartenenze
- le relazioni   tra persone : amicizia, complementarietà, solodarietà, etc. valgono più delle cose.

Tra le nuove generazioni si diffondono sempre più modelli di vita ispirati ad individualismo ed utilitarismo giacchè i valori dominanti nella modernità delle società occidentali sono diventati :
- l'individuo  : " mi devo realizzare, devo essere un vincente, tutto deve essere orientato a me." (individualismo)
- la relazione con le cose  : valgono più delle relazioni con le persone ( utilitarismo).

I nuovi modelli di vita mostrano un orientamento prevalentemente  ludico ( tutto è complicato ed io non combino niente , perciò mi chiedo se veramente c'è qualcosa da combinare nella vita!  L'importante allora è divertirsi !), possibilmente notturno , nelle città , con uso diffuso di droghe di ogni tipo, alla moda, alla apparenza, ad una estetica di massa, ad abitudini alimentari nocive ,a nuove e problematiche forme di vita sessuale famigliare e sociale ,un orientamento verso forme di in differenza verso la sofferenza, la malattia, la vecchiaia, e forme di intolleranza verso l'invecchiamento, etc.

I modelli con cui i giovani cercano di vivere i mutamenti storici della nostra contemporaneità rendono in realtà più problematica la loro vita personale , famigliare e sociale diffondendo una mentalità che pone sfiducia nella possibilità di verità e di bene, di trovare un senso alla vita e di essere felici insieme agli altri.

Scuola e famiglia oggi devono educare i giovani ad essere " spiriti forti , solidi " mentre essi si dimostrano sempre più fragili e deboli.

Secondo tutti i rilevamenti sociologici oggi “ … si è passati dalla famiglia autoritaria a quella affettiva : si deve dare affetto , non di valori,  i valori non esistono  ( come valori fondativi,  assoluti, tutto è relativo) o se li devono cercare per conto loro . [ Mons. Lambrasi vescovo di Rimini-2008] .

" Prima viene lo “star bene insieme” a scapito anche della educazione ai  valori fondativi della propria tradizione culturale quando questa educazione causasse conflitti e mettesse in crisi la buona affettività. Nella sensibilità giovanile attuale prevale l’affettivo, il relazionale, la società ristretta  ( famiglia, gruppo, etc.) :  il primato viene dato all’emozione ed alla relazione . La loro cultura rispecchia il modo di essere e di vivere  ( in famiglia, nel gruppo, nella scuola, nelle  società ristrette ). Il ragionamento non è lineare, causale, avviene a partire da una immagine, una vibrazione, una impressione, una sollecitazione dei sensi.. “  [ Orlando 2007 ].

La fatica del ragionamento e della procedura scientifica  per acquisire una conoscenza utile e socializzabile non può essere attraente, soprattutto se gli esempi pubblici di successo non riguardano né scienza né conoscenza.

" Gli adulti sono stati tradizionalmente le figure di riferimento nel percorso di emancipazione dalla minore età. Oggi invece “adulto” equivale a “ brutto “ . I modelli di vita celebrati dalla comunicazione pervasiva sono tutti “ giovanili” . Il giovanilismo intacca anche le famiglie più solide e mature : di fronte all’ anzianità sempre più coppie si separano per vivere nuove giovinezze con nuovi compagni e nuove compagne di vita.

L’adulto tradizionale è una persona che ha maturato una visione della vita stabilmente fondata su valori rispetto ai quali si assume responsabilità ( e dunque rischi ) ; l’adulto giovanile non ha valori stabili da realizzare ( rimescola continuamente la sua scala di valori in modo estemporaneo), si toglie dalla responsabilità  ( soprattutto sociale), è eticamente “ flessibile” …i suoi tratti tipici sono uno spiccato narcisismo e l’estemporaneità come libertà dal passato e dalle tradizioni ..”

[ Mons.Lambrasi vescovo di Rimini-2008] .

Questa è la percezione , il modello di adulto che hanno gli alunni oggi, fin dai più piccoli, e questo modello spesso lo vivono anche in famiglia e non è messo in discussione da nessuno.

" La scuola secondo la vulgata corrente dovrebbe essere una “ scuola neutrale”  , insegnare i saperi senza affrontare il senso di questi saperi  “[ Mons.Lambrasi vescovo di Rimini-2008]

… lasciando a ciascuno la ricerca dei significati, il “ senso” delle cose che si apprendono . Il senso richede un criterio di valore, un punto di  riferimento stabile, una  “ autorità” , cosa che è sparita nella società e dalla scuola. Dicono gli psicanalisti che le nuove generazioni sono cresciute “ senza padre ” non hanno avuto autorità e non l’hanno interiorizzata. La scuola dovrebbe insegnare  di fatto il relativismo come atteggiamento fondamentale, cioè che non c’è una verità ma più verità, e tutto è relativo e perciò estemporaneo

“ Le lotte per la liberazione individuale hanno rotto le connessioni di famiglia, di gruppo parentale, di osteria o circolo, di parrocchia, di comunità locale; …Per reagire a tale stato di cose non bastano certo i richiami al riarmo civico o valoriale… Occorre invece far maturare una cultura processuale in cui i nostri cervelli e i nostri sentimenti siano dinamici e non chiusi in se stessi. Occorre anzitutto uscire dalla tragica propensione a vivere qui e ora in un continuo presente di emozioni e responsabilità labili e cangianti….dove non c' è memoria, non c' è futuro, non c' è lo spessore temporale della vita, non c' è direzione di marcia;  [ De Rita 2008]

“Si parla perciò di una grande "emergenza educativa", confermata dagli insuccessi a cui troppo spesso vanno incontro i nostri sforzi per formare persone solide, capaci di collaborare con gli altri e di dare un senso alla propria vita. Viene spontaneo, allora, incolpare le nuove generazioni, come se i bambini che nascono oggi fossero diversi da quelli che nascevano nel passato. Si parla inoltre di una "frattura fra le generazioni", che certamente esiste e pesa, ma che è l'effetto, piuttosto che la causa, della mancata trasmissione di certezze e di valori.

…A differenza di quanto avviene in campo tecnico o economico, dove i progressi di oggi possono sommarsi a quelli del passato, nell'ambito della formazione e della crescita morale delle persone non esiste una simile possibilità di accumulazione, perché la libertà dell'uomo è sempre nuova e quindi ciascuna persona e ciascuna generazione deve prendere di nuovo, e in proprio, le sue decisioni. Anche i più grandi valori del passato non possono semplicemente essere ereditati, vanno fatti nostri e rinnovati attraverso una, spesso sofferta, scelta personale. “
[ Benedetto XVI-2008]

L’emergenza educativa non è il fallimento della tradizione culturale ma l’impossibilità riconosciuta di educare secondo una tradizione autoritativa.

L’evoluzione sociale e scientifica ( e tecnologica) infatti ha messo in crisi su più fronti la “ tradizione culturale” fino a produrre una “ emergenza educativa”. Come proporre allora  una tradizione a generazioni cresciute  nella percezione globale che non esistono più autorità, tradizioni culturali di riferimento , ma solo tradizioni diverse e tutte relativamente valide e forse nessuna utile ?

Oggi è necessario orientarsi non più su una tradizione  autoritativa da trasmettere  come un insieme di modelli culturali stabili,  ereditabili,    ( sarebbero ben presto resi inutilizzabili dai continui  cambiamenti) ma sulla formazione di  atteggiamenti e sulla scoperta di processi, a partire da un lavoro sulla tradizione culturale stessa.

Non più  trasmettere  modelli da realizzare,  ma formare atteggiamenti positivi verso la Tradizione culturale e insegnare  i processi  attraverso i quali reperire dentro la Tradizione stessa nuovi modelli culturali condivisibili ed efficaci per affrontare i mutamenti .

Un atteggiamento favorevole si forma attraverso la soddisfazione di un bisogno e diventa stabile se soddisfa più bisogni gerarchicamente importanti della persona. Percorsi che  partendo da mutamenti sociali esemplari, come quelli che riguardano la struttura della famiglia, la manipolazione della vita, e che toccano valori gerarchicamente ai primi posti nella scala degli alunni ( famiglia, vita come salute, sicurezza etc ) suscitino bisogni di informazione e formazione.

Questi bisogni , descritti, compresi e valutati nella loro importanza attraverso una riflessione collettiva orientano verso una ricerca di soluzioni attraverso l' immersione nella Tradizione culturale soprattutto attraverso la conoscenza delle sue radici religiose.

Affrontare le incertezze su famiglia e vita conseguenti ai mutamenti sociali  e culturali in atto attraverso la conoscenza della Tradizione  , scoprire che ancora si possono trarre da essa modelli culturali nuovi che umanizzano la vita , significa fare esperienza di un atteggiamento positivo verso la Tradizione , conoscere processi attraverso i quali riutilizzarla in contesti storici nuovi con esiti di umanizzazione della vita e della società.

Questo processo di rielaborazione della propria tradizione unito ad un atteggiamento di dialogo interculturale  permette  di affrontare i continui cambiamenti sociali   senza abbandonare la solidità culturale  della tradizione e nello stesso tempo  facendola interagire creativamente con altre tradizioni presenti ed emergenti nella società globalizzata.

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