Corso di Religione

         


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La Storia Introduzione di Riccardo Di Segni , Rabbino Capo di Roma.
"Gli ebrei di oggi sono gli eredi e i continuatori, fisici e spirituali, di una comunità nazionale e di una esperienza religiosa che ha almeno tre millenni di storia. Parlando di millenni, l’approssimazione è d’obbligo; se da un lato il testo fondamentale dell’ebraismo, la Bibbia, cerca di dare notizie in un certo senso precise sui tempi e sui modi di sviluppo di questa esperienza, è da tener presente che esiste una tradizione critica - nata e sviluppata in particolare nel modo protestante tedesco - che mette sistematicamente in discussione la validità delle notizie che l’ebraismo dà delle sue origini, e quindi ne sposta le date e le circostanze, mettendo in dubbio anche concetti finora ritenuti per scontati.

Secondo la narrazione biblica l’ebraismo nacque in un’epoca intorno al XIV-XV secolo prima dell’era volgare con Abramo, un nomade pastore originario di Ur dei Caldei, città mesopotamica di controversa identificazione. Abramo arrivò nella terra allora detta di Canaan, dal nome del popolo che l’abitava, e che dieci secoli dopo i Greci avrebbero iniziato a chiamare Palestina, dai Filistei, il popolo che vi si era insediato dal XII secolo nelle sue regioni costiere. Per gli ebrei il nome di questa terra rimarrà a lungo quello di Canaan, per poi divenire, fino ad oggi, la terra d’Israele.

Delle origini di Abramo la Bibbia quasi tace, e da qualche traccia del testo non si può escludere una sua condizione elitaria; egli assume la qualifica di ‘ivrì , da cui in lingua italiana ebreo, che trasmetterà ai suoi discendenti. In base ad alcuni documenti archeologici oggi si sa che un nome simile, hapiru, designasse nella società dell’epoca una classe sociale instabile, costituita da fuoriusciti privi di diritti; ma secondo la Bibbia il termine può indicare il discendente di ‘Ever, o colui "che viene dall’altra parte": parte del fiume, in senso geografico, o in senso metaforico l’altra parte della società, essendo Abramo colui che ha operato una scelta che lo distingue da tutti gli altri.

La scelta di Abramo è quella di porsi al servizio fiducioso e rischioso di un unico D-o, abbandonando il culto degli idoli e tutto il suo mondo originario; in compenso D-o gli promette, con un patto vincolante, una discendenza numerosa come le stelle del cielo, il possesso della terra dove si è recato, abbandonando tutti, e una benedizione continua che da lui e dalla sua discendenza si irradierà a tutte le famiglie della terra.

La Bibbia poi racconta le vicende della famiglia di Abramo, del figlio Isacco, e del nipote Giacobbe; quindi dei dodici figli di questi, che saranno i capostipiti delle dodici tribù di Israele. Giacobbe con i suoi figli emigrò in Egitto, dove un altro figlio, Giuseppe, era divenuto ministro del Faraone, e così si chiuse l’epoca detta patriarcale. Giacobbe, lottando contro una figura angelica in un episodio pieno di simboli profondi e oscuri, si conquistò un nuovo nome, Israel, "colui che ha lottato con D-o", ed è riuscito a vincere. Da quel momento la comunità sarà definita con il nome, forse più nobile, di "figli di Israele", o semplicemente di Israele.

Sempre seguendo il racconto biblico, dopo un breve periodo di benessere egiziano, gli ebrei, che nel frattempo erano cresciuti numericamente fino a diventare un popolo, vennero sottoposti a una dura schiavitù dai Faraoni per un periodo di uno-due secoli, e quindi liberati per intervento di un grande capo, Mosè.

Questi condusse il popolo nel lungo cammino tra l’Egitto e la terra promessa, fermandosi alle falde del monte Sinai per ricevere la legge divina. Dopo quarant’anni di permanenza nel deserto Mosè morì, e il popolo entrò nella terra promessa, che riuscì a conquistare parzialmente, sotto la guida di Giosuè.

Con Giosuè inizia l’epoca detta dei Giudici, capi politici, militari e giudiziari che secondo le necessità contingenti unirono le tribù, o una parte di esse, per contrastare una minaccia esterna. All’unità nazionale si arrivò piuttosto tardivamente con la fondazione della monarchia unificata; il primo re fu Saul, a cui succedette David, di un’altra famiglia, che dette origine a una linea dinastica permanente.
Il regno di David è collocato dagli storici all’inizio del primo millennio.

La presentazione biblica della più antica storia ebraica è ampiamente e variamente contestata dai critici, che arrivano da un lato a negare qualsiasi realtà storica alle scelte religiose che la tradizione attribuisce ad Abramo e all’epoca patriarcale, dall’altra proseguono negando tutta la storia della schiavitù egiziana, dell’uscita dall’Egitto e della conquista della terra di Canaan; secondo opinioni che attualmente circolano con insistenza tra gli studiosi (e che ovviamente sia i tradizionalisti ma anche i critici meno estremistici non accettano) il popolo ebraico si sarebbe formato originariamente nella terra di Canaan, fondendo genti di varie origini, e inventandosi miticamente l’intera storia patriarcale, della schiavitù e della conquista.

L’unica storia vera e verificabile , in questo tipo di approccio, è quella che ha riscontri nei documenti archeologici e storici dei popoli vicini, e ciò è possibile solo con gli inizi del regno.


Dopo la morte del figlio di David, Salomone, il regno unito si divise in due; la parte settentrionale prese il nome di regno d’Israele e la meridionale di regno di Giuda (dal nome della tribù principale che lo costituiva; di qui Giudea, per designare la regione, e anche Giudei per indicare fino ad oggi gli ebrei come i discendenti sopravvissuti di questo regno).

Il regno di Israele finì nel 720, per opera degli Assiri, e i suoi abitanti deportati si dispersero senza lasciare probabilmente alcuna traccia; da allora solo il regno di Giuda rappresentò la continuità dell’ebraismo.

Anche questo regno viene distrutto, nel 586, dai Babilonesi; i suoi abitanti portati in esilio in Babilonia, tornarono in parte a partire dal 538, con l’editto di Ciro. A Gerusalemme venne edificato un nuovo Tempio, e la Giudea restò sotto il dominio persiano.

Tutta l’epoca dei regni, e l’inizio dell’epoca del secondo Tempio, sono contrassegnate da una intensa attività culturale e una produzione spirituale notevole, che culminò nell’azione dei profeti, che espressero al massimo le potenzialità religiose dell’ebraismo biblico. Secondo l’idea tradizionale i libri biblici sono stati scritti nell’epoca dei fatti narrati; secondo la critica sono molto più tardi, ma in ogni caso la scrittura dei libri del Pentateuco e delle opere profetiche avrebbe avuto il suo compimento all’inizio del secondo Tempio.

Nel 332 a.C. Alessandro conquistò la regione, che quindi passò sotto il dominio dei Tolomei e poi dei Seleucidi; nel 174 a.C. con la rivolta dei Maccabei la Giudea iniziò ad avere una relativa indipendenza, che avrebbe progressivamente perduto con l’arrivo dei Romani.

Nel 70 dell’era volgare il Tempio di Gerusalemme venne distrutto da Tito; nel 135 l’ultima rivolta giudaica contro i Romani fu definitivamente domata nella repressione più brutale. Da allora gli ebrei non ebbero più unità statale, e si dispersero progressivamente per il mondo.

In verità la Diaspora, la dispersione degli ebrei, era già una realtà nel primo secolo prima dell’era volgare, ma con la distruzione del Tempio e la perdita dell’indipendenza politica ebraica divenne una condizione negativa e inevitabile, senza tutela giuridica e quindi sempre più contrassegnata da discriminazioni, sofferenze e persecuzioni.

Con il trionfo politico del cristianesimo, agli inizi del quarto secolo, i rapporti di questo con l’ebraismo, tesi fin dalle origini, si tradussero nella formulazione, sempre più sistematica, di una ideologia oppositoria e quindi di sistemi giuridici di vessazione e avvilimento.

Secondo il Cristianesimo il ruolo dell’ebraismo si era esaurito con l’avvento di Gesù, il Messia annunciato dalle scritture bibliche; da allora l’ebraismo non poteva essere altro che una parvenza di sé stesso, al quale tutt'alpiù poteva essere riconosciuto il ruolo di testimone inconsapevole della verità del Cristianesimo, e come tale, almeno parzialmente, tollerato in attesa della sua conversione.

La civiltà cristiana espresse di conseguenza nei confronti dell’ebraismo una ideologia molto poco tollerante, e nei fatti ciò produsse nel corso dei secoli discriminazioni, espulsioni e massacri.

Diverso per molti aspetti fu il rapporto con la religione Islamica, che fu capace di elaborare nei confronti dell’ebraismo un sistema di relativa tolleranza, nel quale pure vi furono espulsioni e massacri, ma in misura relativamente modesta se confrontati con quelli della storia cristiana. In ogni caso la tolleranza musulmana arrivò a tollerare l’ebreo in quanto diverso, di rispettabili origini, ma pur sempre come sottomesso, mai come persona di pari dignità.

La lunga storia del rapporto difficile del mondo con gli ebrei culminò in questo secolo con la persecuzione nazista, nel corso della quale sei milioni di ebrei, pari a un terzo del popolo ebraico allora vivente, venne massacrato.

A tre anni dalla fine della guerra mondiale, nel 1948 un altro evento decisivo ribaltò la storia ebraica, con la fondazione dello Stato d’Israele, creato per volontà del movimento sionista, che proponeva in forma politica l’antico ideale della raccolta delle Diaspore. Il resto è storia recente di vivissima attualità quotidiana.

Se per la antica teorizzazione cristiana l’ebraismo aveva praticamente cessato di vivere spiritualmente con la nascita di Gesù, la realtà dei fatti è radicalmente diversa. I primi secoli dell’era volgare sono contrassegnati da una produzione culturale, che ha come protagonisti i rabbini, cioè i maestri della tradizione giuridica e spirituale di Israele, che elaborarono e sviluppano un enorme patrimonio morale e giuridico. L’ebraismo stesso cambiò aspetto, per effetto degli avvenimenti di cui era stato vittima.

Nell’anno 70 d.C.la distruzione, da parte dei Romani, del Santuario di Gerusalemme privò l’ebraismo del centro fisico della sua vita cultuale, nella quale avevano una importanza essenziale i riti sacrificali e l’osservanza di pratiche di purità, e dei quali erano protagonisti e custodi i sacerdoti: tali si è, nell’ebraismo, per nascita, discendendo dalla stirpe sacerdotale di Aron, fratello di Mosè.

Nel momento in cui l’ebraismo politico si avviava alla tragedia della sua distruzione si avvertì il rischio che questa rovina potesse trascinare con sè anche il mondo spirituale e religioso dell’ebraismo. Rabban Jochannan ben Zakkai , il capo spirituale della sua generazione, decise di assumersi la responsabilità di venire a patti con i Romani e di salvare il salvabile. Fuggì da Gerusalemme assediata con uno stratagemma: fece annunciare la sua morte e si fece portare fuori dalla città in una bara.

Riuscì quindi a parlare con Tito, e gli strappò la concessione di una zona franca nella quale poter insediare il Sinedrio, il massimo tribunale rabbinico, e continuare la trasmissione della cultura ebraica attraverso lo studio e l’insegnamento. Fu così possibile riorganizzare un mondo religioso che doveva trovare la sua nuova identità dopo che alcune sue strutture essenziali, legate al Santuario, erano venute a mancare. Fu questo l’epilogo di una lunga storia di contrapposizioni tra i due poli culturali e religiosi dell’ebraismo, quello sacerdotale e quello rabbinico.

Il rabbino, a differenza del sacerdote, non è tale per nascita, ma è un maestro della dottrina religiosa, che è arrivato a questa dignità con lo studio e con la pratica di una condotta esemplare.

Con la distruzione del Tempio, finito il ruolo del sacerdozio (in senso pratico, anche se tuttora i sacerdoti nell’ebraismo esistono, senza le funzioni di un tempo), furono i rabbini ad assumere la guida culturale e spirituale dell’ebraismo.Da questa opera grandiosa, che si compì nel quinto secolo, nacque la letteratura talmudica, che fu la base delle elaborazioni successive.

Nei secoli seguenti ogni generazione fu segnata dalla presenza di grandi personalità dello spirito che svilupparono in diversi aspetti le potenzialità religiose dell’ebraismo: dall’aspetto rituale e giuridico a quello filosofico, fino a quello del fervore religioso e all’esperienza mistica.

Quest’ultima, dopo essere stata per secoli patrimonio di pochi, nel XVIII secolo in Europa Orientale riuscì a coinvolgere, con il movimento chassidico, grandi masse in espressioni di intensa spiritualità, che ancora oggi ispirano e dirigono la vita religiosa di ampie fasce di comunità ebraiche."


VEDI ANCHE  : La storia di Israele    Le 12 tribu '
La Cronologia biblica Gli storici accettano generalmente 6 periodi per la storia biblica.1-Dalla creazione del mondo fino a Giacobbe 1800 A.E.V. (= a.C. ) Epoca probabile della partenza di Abramo da Ur in Caldea verso la terra di Canaan. 2-Periodo della permanenza in Egitto 1700 A.E.V. Inizia la cattività dei popolo ebraico in Egitto.
1250 A.E.V. Uscita dall'Egitto per opera di Mosè. Alleanza dei Sinai, dono della Torah.
3-Periodo della sedentarizzazione in Palestina 1200 A.E.V. Entrata dei popolo nella Terra Promessa.4-Periodo della Monarchia1020 A.E.V.Con Saul, primo re, inizia l'epoca dei re.
1000 A.E.V.Davide fonda la dinastia messianica e conquista Gerusalemme. Suo figlio Salomone costruisce il primo  tempio  di Gerusalemme.
930 A.E.V.Alla morte di Salomone si spezza l'unità politica e si costituiscono due regni: quello d'Israele, o dei Nord, con capitali  Sichem, Tirza e poi Samaria e quello di Giuda, o dei Sud, con capitale Gerusalemme.
721 A.E.V. Fine dei regno dei Nord, i suoi abitanti sono deportati dagli Assiri.
598 A.E.V. Caduta di Gerusalemme, distruzione dei Tempio e deportazione in Babilonia.
5-Periodo di Babilonia 586-538 A.E.V. Esilio di Babilonia. 6-Periodo postesilico 538 A.E.V. Editto di Ciro: la prima ondata di esiliati ritorna a Gerusalemme con Zorobabele che ricostruisce il Tempio.
445-398 A.E.V. Esdra e Neemia consolidano la comunità ebraica.
Con il ritorno in Palestina dopo l'esilio babilonese inizia la storia del Giudaismo. Dal II° Tempio all'era cristiana 331 A.E.V.Fine della dominazione persiana. lnstaurazione della dominazione greca.
168 A.E.V.Rivolta dei Maccabei.
143-63 A.E.V.Dinastia degli Asmonei.
63 A.E.V. Inizio della dominazione romana.
4   A.E.V. Data probabile della nascita di Gesù il Nazareno -inizio dell'era cristiana.
L'ebraismo dall'inizio dell'era cristiana67-70  E.V. (=d.C.)    Prima guerra ebraica: Tito distrugge il Tempio e la città di Gerusalemme; uccide o deporta gli abitanti.
132-135    Seconda guerra ebraica: deportazione o massacro degli ebrei della Giudea.  
200  Jehudà Ha-Nassi, capo dei Sinedrio, redige la Mishnah .
395  Codice Teodosiano: prime leggi discriminatorie dell'impero cristiano contro gli ebrei.
500    Redazione finale dei Talmud di  Babilonia .
611-732  L'islam invade l'Africa dei Nord, la Spagna, la Siria, la Persia e si infiltra nell'Asia Minore.
1096 Prima Crociata, primi massacri in massa di ebrei.
 XIII sec. Gli ebrei devono portare dei segni distintivi sui loro vestiti, sono accusati di crimini rituali, di  profanazione di ostie,  esclusi da ogni professione eccetto quella dei prestito, spesso espulsi o  massacrati, e i sacri testi dei Talmud bruciati.
 XVI sec.Con la bolla: Cum nimis absurdum, del papa Paolo IV nasce il ghetto coatto.
Nell'epoca contemporanea1880-1918 Persecuzioni e pogrom (reazioni popolari) in Russia; emigrazioni di molti ebrei in Occidente o verso la Palestina.
1897 A Basilea si tiene il primo Congresso Sionistico .
1917 Dichiarazione Balfour con la quale il governo britannico è favorevole a un centro nazionale ebraico  in Palestina.
1941-1945 Sterminio nazista di sei milioni di ebrei. 1947 Voto dell'ONU sulla divisione della Palestina in due stati : uno ebraico e uno arabo.
1948 Nascita dello Stato d'Israele e Guerra d'indipendenza.
1956 Guerra dei Sinai.
1967 Guerra dei Sei Giorni
1973 Guerra dei Kippur.
1979 Il 29 marzo tra il presidente egiziano Anwar Sadat e il premier israeliano Menachem Begin, alla presenza dei presidente degli USA Jimmy Carter, viene firmato un trattato di pace che sancisce la  fine dello stato di belligeranza fra Israele ed Egitto, e l'avvio di relazioni amichevoli e di cooperazione  fra i due stati. Israele, in cambio dell'accordo di pace, si ritira dal territorio dei Sinai occupato durante la guerra dei sei giorni.
1981 Nell'ottobre  Sadat viene assassinato da un integralista arabo che non accetta la possibilità di pace  fra arabi ed ebrei.  Il  processo di pace ha una battuta d'arresto.
1982 Guerra del Libano.
1993  13 settembre: a Washington, alla presenza dei presidente degli Stati Uniti d'America,Bill Clinton,  vengono avviate fra il premier israeliano ltzhak Rabin e Jasser Arafat, capo dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), le trattative per una pace fra israeliani e palestinesi. Dopo la firma dell'accordo, Giordania e Israele firmano un trattato di pace e danno così l'avvio a una collaborazione economica. Purtroppo, però, la strada della pace intrapresa da Rabin e Arafat incontra una forte opposizione sia da parte degli integralisti arabi, sia da parte di quelli israeliani.
1995    Il 4 novembre un integralista ebreo, Ygal Amir, uccide il premier israeliano Rabin. Il suo successore, Shimon Peres, si impegna, anche a nome della Kenesset, il Parlamento israeliano, a continuare  l'azione di pace iniziata con la stretta di mano fra Rabin e Arafat.
1996....

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