Corso di Religione



EBRAISMO
Oggi. Lo Shabbat
         


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SOMMARIO




Lo Shabbat Lekhah dodì – Vieni mio caro.
(Inno per accogliere il Sabato).

Calcolatore degli orari halakhici
Vieni, mio caro, incontro alla sposa,
volgiamo a ricevere il Sabato.
L’osservanza e il ricordo, come se fossero un sol comando
ci ha fatto udire Dio che è unico.
Il Signore è uno, ed il suo Nome è uno,
per fama, per gloria, per lode.
Incontro al Sabato venite, andiamo,
esso è fonte di benedizione,
da principio, da tempo antico consacrato,
conclusione dell’opera della creazione, ma al primo posto
nel pensiero divino.
Santuario di re, città regale,
sorgi, esci dall’oscurità.
Non più giacere nella valle del pianto,
Egli avrà pietà di te.
Scuoti la polvere di dosso, sorgi,
rivesti gli abiti della tua gloria, popolo mio.
Per mezzo del figlio di Iesse di Beth Lechem,
si avvicina a me la redenzione.
Risvegliati, suvvia risvegliati,
perché è giunta la tua luce; sorgi, risplendi,
destati, suvvia, destati, intona un canto:
la gloria di Dio su di te si manifesta.
Non ti vergognare, non arrossire,
perché sei avvilita, perché sei turbata?
In te avrà fiducia il povero mio popolo,
e la città sarà ricostruita sulle sue rovine.
Saranno spogliati coloro che ti hanno depredata;
saranno allontanati tutti i tuoi persecutori.
Sarà felice di te il tuo Dio,
come è felice lo sposo con la sposa.
A destra ed a sinistra ti espanderai,
ed al Signore renderai gloria,
e per mezzo di un uomo della discendenza di Perez
gioiremo ed esulteremo.
Vieni in pace, o corona dello sposo,
ed in gioia, in canti ed allegria,
in mezzo ai fedeli del tuo popolo prediletto,
vieni o sposa.
In mezzo ai fedeli del tuo popolo prediletto,
vieni o sposa, Sabato regina.


La parola ebraica Shabbat proviene dal verbo ebraico shabat, che significa, letteralmente, smettere, inteso come smettere di compiere alcune azioni. Sebbene "Shabbat" o la sua versione anglicizzata "Sabbath" siano universalmente tradotti come "riposo" o "tempo del riposo", una traduzione più letterale sarebbe "lo smettere" con l'induzione a "smettere di lavorare".


"Ho un dono prezioso tra i miei tesori" - disse D-o a Mosè; il suo nome è « Shabbath ». Va' e dì a Israele che desidero donarglielo. (Shabbath, 10 b) I saggi chiamano lo Shabbath Yesod ha-Emunà, " il vero fondamento della nostra fede ". « Fra Me ed i figli d'Israele è un segno eterno ». (Esodo 31, 17).

Infatti lo Shabbath esprime il desiderio più recondito dell'animo ebraico e ogni suo aspetto riflette un po' dello splendore di D-o. Lo Zohar (Terumà 135a) dice che: “Il fondamento ed il segreto dello Shabbat risiede nel segreto dell’Uno.”. Ed aggiunge che “Quando entra lo Shabbat l’Assemblea di Israel (Keneset Israel) si riunisce in una maniera tale da separarsi dall’altro lato e tutti gli aspetti negativi se ne vanno da essa ed essa rimane nell’unità della Luce Sacra.”

Il precetto di osservare lo Shabbat è ripetuto più volte nella Torah; la citazione più conosciuta è nei Dieci Comandamenti (Es 20,8-11 e Deut 5,12-15) ma viene ripetuto in Es 31,12-17 e 35;2-3, Lev 19,3 e 19,30, 23,3 e 28,9-10. Viene riferito dai profeti Isaia (56,4-6) ed Ezechiele (20,22,23) e da Geremia (9,14). Tanakh (Bibbia Ebraica) e Siddur (il libro di preghiere ebraiche) descrivono lo Shabbat come memoriale della redenzione del popolo ebraico dalla schiavitù in Egitto e come memoriale della creazione dell' universo da parte di Dio: nel settimo giorno Dio terminò il proprio lavoro ed entrò nel suo " riposo" (shabbat).

Osservando lo Shabbath l'Ebreo diviene, come ebbero a dire i saggi, « domè leyotserò », simile a D-o stesso.
Similmente a D-o, egli è padrone del suo lavoro, non schiavo di esso.

L'uomo è grande solo se collabora volontariamente al piano che D-o fece per il mondo, servendosi della sua libertà per servire D-o e il suo prossimo.

Così facendo egli diviene, come affermano i Rabbini, un «collaboratore nell'opera della creazione».


La Halakha proibisce al popolo ebraico lo svolgimento di qualsiasi forma di "melachah" (lavoro plurale: melachot ) durante lo Shabbat.

Le Melachot non si riferiscono a quello che viene normalmente considerato lavoro, né coincide con la definizione di lavoro che dà la fisica. Si riferisce, invece, a 39 attività che il Talmud vieta di svolgere durante lo Shabbat agli Ebrei. Numerosi studiosi di Torah hanno osservato che queste attività hanno in comune l'aspetto creativo o l'esercizio del controllo reciproco o dell'ambiente.

Le 39 attività sono (Shabbat 7:2):
-Arare; -Seminare; -Mietere; -Formare covoni; -Trebbiare; -Ventilare; -Selezionare; -Setacciare; -Macinare; Impastare; -Cuocere; -Tosare; Lavare; -Cardare; -Tingere; Filare; -Tendere; -Costruire un setaccio; Tessere; -Dividere due fili; -Legare; -Slegare; Cucire; Strappare; -Cacciare; -Macellare; Scuoiare; Salare la carne; -Disegnare; -Lisciare; -Tagliare; -Scrivere; -Cancellare; -Costruire; -Demolire; -Spegnere un fuoco; -Accendere un fuoco; Dare l'ultima mano per terminare un lavoro; -Trasportare al di fuori della propria abitazione.

Le 39 melachot non sono tanto attività quanto categorie di attività. Ad esempio, se setacciare solitamente si riferisce alla separazione del grano dalle foglie, nell'accezione talmudica si riferisce alla separazione di qualsiasi sostanza mischiata che rende immangiabile un qualsiasi cibo. In questo senso filtrare dell'acqua per renderla potabile ricade nell'attività del setacciare, così come la pulitura di un pesce dalle spine. Quando una vita umana è in pericolo, all'ebreo non è solo consentito ma piuttosto prescritto, di violare qualsiasi regola dello shabbat per tentare di salvare la vita a rischio in quel momento.

L'osservanza dello Shabbat implica il riposo ed i Padri della Sinagoga si sono preoccupati di definire che cosa si debba intendere per lavoro, in modo che sia possibile osservare il comandamento senza alcuna ambiguità.

Essi hanno convenuto di considerare come lavoro tipo quello ritenuto fosse stato necessario per la costruzione del Tabernacolo ed hanno analizzato le varie attività richieste per arrivare a tal fine; in questo modo sono state individuate trentanove categorie di attività -melachot- dalle quali ci si deve astenere nell'osservare il Sabato.

Fra queste è compresa l'operazione di accendere il fuoco e quindi la luce.

Poiché la giornata festiva sarebbe priva di gioia se dovesse essere trascorsa nell'oscurità la luce deve essere accesa prima del Sabato.

Il giorno, secondo l'uso ebraico, inizia dalla notte che lo precede; così pure è del Sabato, ma l'importanza del giorno festivo fa sì che tutti i preparativi della festa devono essere compiuti assai prima del tramonto del Venerdì.

Infatti gli storici dell'antica Israele riferiscono che prima della distruzione del Santuario un sacerdote suonava lo shofar alcune ore prima del vespro per richiamare alle loro case coloro che lavoravano nei campi; lo shofar veniva suonato una seconda volta un po' più tardi per invitare coloro che si trovavano in città a cessare il loro lavoro ed infine veniva suonato una terza volta quando il calare del sole era già vicino ed era ora di accendere le lampade del Sabato.

L'accensione delle luci del Sabato ha acquistato un carattere rituale, anche se non vi è alcuna raccomandazione biblica a riguardo : il passaggio dai primi sei giorni della settimana, sei giorni di lavoro ed ansie, al Sabato, ad un giorno di assoluto riposo e serenità, sarebbe troppo brusco senza un minimo di preparazione che renda possibile la transizione e ciò spiega il perché del lungo periodo preliminare.

Da secoli la padrona di casa accende due candele recitando un'apposita benedizione e prepara la tavola per il Sabato.


Il quarto dei Dieci comandamenti nell' Esodo ispira lo shabbat:
- recitare il Kiddush su una coppa di vino la sera e la mattina, sottolineando la santità del giorno;
- recitare la Havdalah alla conclusione dello Shabbat (su una coppa di vino, spezie profumate ed una candela)
- consumare tre pasti completi che includano la Challah, il classico pane del sabato e carne (secondo la gran parte delle tradizioni);
- studiare la Torah.

Ogni ebreo ha il dovere di approfondirne la lettura studiando i commentatori classici o moderni.
Parashà (plurale parashòt) è la porzione settimanale del Pentateuco che gli ebrei leggono il sabato mattina (e in forma abbreviata anche il sabato pomeriggio, il lunedì e il giovedì), in modo da completare nel corso dell'anno tutta la lettura dei 5 libri.

Prima del tramonto è uso recarsi in Sinagoga.

Secondo una interpretazione dei Maestri della Cabala, alla vigilia del Sabato ad ogni credente viene concesso un supplemento d'anima o una "seconda anima" (Neshamà Yeterà) per dargli modo di apprezzare maggiormente la santità della giornata.

Era abitudine di alcuni rabbini di Safed, (dove fiorì nel '600 una rigogliosa scuola di cabalisti), di uscire in processione il Venerdì pomeriggio attraverso i campi fuori delle mura della città per andare incontro alla giornata del Sabato, paragonata ad una Sposa, che giungeva circondata dal folto stuolo delle "seconde anime"...

Questa visione mistica ha fortemente influenzato la liturgia del Venerdì sera, che contiene componimenti poetici scritti da elementi appartenenti a questo gruppo. Fa parte del rito la lettura dei Salmi 95 a 99, di contenuto messianico, e del Salmo 29.

-Dopo la preghiera serale (Arvith) è invalso sin dall'epoca del Talmud l'uso di fare in Sinagoga la cerimonia del Kiddush.

Terminata la cerimonia in Sinagoga, al ritorno in casa la famiglia si riunisce intorno alla tavola imbandita ed il Kiddush viene ripetuto, ed è seguito, dopo la Lavanda delle Mani, dalla Benedizione sul Pane che, nel rito del Sabato è recitata su due pani..

Viene tagliato da colui che recita la benedizione, il pane inferiore e costui, dopo averla pronunciata, ne prende un boccone, lo intinge nel sale e lo mangia. Procede poi a distribuirne bocconi agli altri commensali.

La cerimonia del Sabato mattino è particolarmente solenne in ogni Sinagoga. A differenza dei giorni lavorativi, dopo la lettura della Toràh viene recitata una Amidah aggiuntiva, che costituisce la Preghiera Supplementare o Mussai recitata in ricordo del culto nel Santuario di Gerusalemme del quale ne invoca la ricostruzione.

A casa , si ripete il rito del Kiddush e la Benedizione sul Pane, ma in questo caso la prima di queste benedizioni può essere detta con bevande diverse dal vino. Durante lo Shabbat le seguenti attività sono permesse ed incoraggiate:

- far visita a parenti ed amici (purché raggiungibili a piedi considerati i problemi di trasporto)
- passare lo shabbat con un proprio familiare
- assistere alla funzione in Sinagoga
- ospitare parenti ed amici
- dormire per lo Shabbat (hachnasat orchim, ospitalità) o quanto meno per uno dei pasti
- cantare brani popolari e salmi
- leggere, studiare e discutere di Torah, i commentari, il Talmud la Halakha e i Midrash secondo la Kabbalah (misticismo ebraico),
- avere rapporti sessuali tra marito e moglie.
Le seguenti attività sono in accordo con la halakha ma non sono obbligatorie:
- fare giochi da tavolo
- leggere letteratura ebraica (possibilmente non giornali o riviste)
- fare passeggiate
- passare del tempo con gli animali.Il Sabato  si impongono altre cerimonie come il Terzo Pasto o Seuda Shelishit, consumato fra la preghiera pomeridiana (Minchà) e quella serale (Arvi­th). Alcuni usano recitare un Kiddush anche per questo pasto ma la maggioranza ritiene che ciò sia superfluo. Nelle comunità sefardite, al Kiddush seguiva il Desaiuno, quasi un pasto.
Il venerdì sera, alzando il calice del Kiddush, l'Ebreo collega la creazione del mondo con la libertà umana, proclamando che la schiavitù e l'oppressione sono peccati capitali contro la legge basilare su cui poggia l'universo.

Durante la preghiera serale del Sabato, nella Amidàh viene incluso un passo che ricorda ancora una volta la differenza fra la santità del giorno di Shabbat ed il resto della settimana.

Il Sabato si conclude con la Havdalah o Separazione quando lo Shabbat si allontana ed inizia la settimana profana. Quando cessano le festività, la Sposa parte. Accolto al suo inizio con la Benedizione sul Vino, lo Shabbat è lasciato con una breve cerimonia introdotta anch'essa con la Benedizione sul Vino. A questo fa Challoth di Shabbath -Dosi per 2 pani.

1 Kg farina, 1 bustina (1 cucchiaio) di lievito di birra secco, 1 cucchiaio di zucchero, mezzo bicchiere d'olio, 2 cucchiaini piccoli di sale, 1 uovo, 2 o 3 cucchiai di semi di sesamo.seguito, poiché è ormai lecito il lavoro, la simbolica accensione di una candela con più micce o fatta a forma di torcia.

Viene quindi recitata la Benedizione sui Profumi (che, secondo la tradizione cabalista è destinata a dare sollievo al credente, nel momento in cui si separa dalla "seconda anima") e la Benedizione sulla Luce".

Si conclude con la cerimonia della ripetizione della benedizione che distingue il Sabato dai giorni lavorativi.
"

( source: torah.it)



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