Corso di Religione

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INDUISMO
La religione
La Rinascita, il Samsara.
         


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La Rinascita
Quando un essere agisce, nel bene e nel male, si forma una catena di effetti-cause, un karma.

Il Karma  , la Legge dell'ordine , per mezzo del suo potere di legare cause ed effetti come anelli di una catena deve far sì che quel karma si esaurisca , cioè ritorni sull'individualità che li ha causati .

Se nel frattempo l'individualità ha concluso la sua esistenza terrestre
(cioè l'essere è morto e l'individualità , l'Atman, è tornata al Brahman) il Karman deve conservare i karma ancora attivi nell' involucro karmico e costringere l'Individualità, Atman , ad una nuova esistenza ( rinascita) affinchè tutti i karma possano essere esauriti ( retribuiti ) e si ristabilisca l'Armonia Universale.

L''arco di una vita individuale non è  ordinariamente sufficiente per esaurire tutti i karma e reintegrare armonicamente la propria collocazione nel Dharma Universale . C'è quindi c'è
la Necessità cosmica delle rinascite.

Alla morte, una  corrente pranica  (il prana è l'energia cosmica originaria ) sale dal basso verso il cuore.  Così il manas , l'involucro mentale che contiene il contenitore karmico fluisce verso il cuore.

Nel cuore si forma una  entità sottile  che si distacca dal corpo  attraverso il respiro dell'agonia. A volte (a seconda del karma che contiene) puo' lasciare il corpo da altri orifizi.

Questa entità sottile, il Linga Sarira   , è ciò che rinascerà.

Il Liṅga Śarīra (Linga , impronta caratteristica, Sarira , stampo) è secondo le scuole Samkhya, Vedanta e Yoga, il veicolo della coscienza individuale ed è mosso dalle tendenze caratteristiche dell'ultima esistenza terrestre, bhavas .

Cio' che rinasce in una nuova individualità, il Linga Sarira, è qualcosa che raccoglie in sè tutte le tendenze buone e cattive, tutte le pulsioni umane dell'esistenza terrestre che si è conclusa.

Illustrazione della separazione del corpo spirituale.
Cina - Meditazione alchemiche - Manuale : Il segreto del fiore d'oro.


Esso comprende il subconscio (chitta) l'intelletto (buddhi ), la mente (manas) , l'involucro karmico ( karmashray) , 5 jinana indryia , 5 karma indryia, 5 prana, la coscienza di sè ( ahamkara) , etc...

Dopo la morte il Linga permane come un fantasma (preta) , come un sogno, per una dozzina di giorni, poi è pronto per l'inferno, i paradisi del Brahman o per la rinascita.

Se l'individuo ha raggiunto la Liberazione ( Moksa ) allora il Linga viene trasceso ed esso non puo' più formarsi, e non ci sarà più rinascita ma immortalità.


Ishwara
Secondo l'induismo, alla età di 6 giorni la mente umana diventa attiva attraverso la percezione sensoria e da quel momento essa comunica con l' Akasha , l'universo mentale. E' a questo punto che il karma residuo delle vite precedenti  entra  a far parte della individualità, l'Io.

Ogni esistenza attuale è il risultato di esistenze passate. Dal passato vengono I Karma , energie fisiche, mentali od emozionali che colpiscono l'individualità-Atman durante le sue esistenze terrestri. I ricettacoli più profondi dell' essere vivente contengono impronte di queste esistenze nel " contenitore karmico" che si riceve alla nascita , nel chakra della memoria ( muladhara ), ma queste impronte sono difficili da portare a coscienza .

- I karma di tipo sanchita sono tutte quelle energie, quei karma delle esistenze passate che ancora non hanno raggiunto la loro origine per retribuirla; sono ancora irrisolti.
-
I karma di tipo prarabdha sono quella parte di karma sanchita che vengono risolti nella esistenza presente. Sono le retribuzioni delle nostre azioni compiute nelle esistenze passate che ci raggiungono in questa esistenza per retribuirci , estinguendo tutte le conseguenze cosmiche .
- I karma di tipo Kriyamana sono i karma, le impronte karmiche che stiamo creando in questa esistenza e che si depositano nel nostro contenitore karmico.

Ogni karma residuo che esiste nell' Akasha " cerca " il nuovo nato piu' adatto in cui manifestarsi. Il karma della nuova nascita è composto di vari  semi . Prima del 6° giorno  l'involucro karmico  viene  frullato . C'è una specie di  caotizzazione  dei  semi  karmici : entrano nella nuova vita solo quelli che incontreranno condizioni ideali a giudizio di Ishwara . Gli altri rimarranno  dormienti.

Gli  astri  sovraintendono a queste scelte. Ogni volta nasce l'individuo  giusto  per quel momento e quella situazione.

L'astrologia induista, Jyotisha , descrive le relazioni tra l'essere umano, la sua vita e la geometria del sistema solare, senza mai dire di relazioni immediate di causa-effetto. L'uomo e la sua esistenza non vengono plasmate-suo malgrado- dal Cosmo e dagli astri, la sua vita non è però indipendente, slegata dalla geometria del sistema solare e del cosmo tutto ma interagisce con essa.
Le relazioni tra le orbite percorse dagli astri ed i karma depositati nella sostanza fisico-mentale dell'universo sono in correlazione tra loro: una configurazione astrale puo' attivare i karma di un individuo in modo da favorire o meno certe attitudini della sua mente.
La configurazione astrale alla nascita di una individualità puo' rivelare i suoi karma prarabdha per esempio, ed anche rivelare se l'individuo incontrerà condizioni favorevoli o meno per le sue reazioni a questi karma (kriyamana karma). Chi conosce il proprio schema karmico ereditato alla nascita puo' meglio organizzare -anche spiritualmente- la propria esistenza . Il problema dell'Induista non è quello di investigare il proprio contenitore karmico ma di forgiare i propri karma in modo da estinguere i karma sanchita che sono ancora sospesi e che sono le conseguenze dalle esistenze passate e di produrre nuovi karma Kriyamana (proiettati nel futuro) che facciano progredire nel cammino di liberazione invece di intralciarlo ( per esmpio i Nishkam Karma ). I karma passati , sanchita , possono essere trasformati in "retribuzioni" piu' leggere attraverso la vita religiosa ; una vita condotta secondo la Legge Universale rivelata, il Sanatana Dharma, l'Induismo.
" ...L'astrologia riveste un ruolo fondamentale nelle scelte dell'indù. Quando ri-nasce un nuovo individuo esso viene  composto essenzialmente dal  corpo fisico , dalla Individualità transpersonale, Atman, e dal "contenitore karmico" di una esistenza individuale passata  (piante, animali, umani, alieni, spiriti, dèi, etc.).

L'incorporazione dell'Atman e del contenitore karmico , la loro unione ad un corpo, produce  quella che noi chiamiamo  coscienza . L'individuo incorporato è  senziente,  ha una  coscienza. La coscienza è una proprietà del corpo e del mentale non dell'Atman ; la coscienza di se stessi , l'autocoscienza o coscienza del Sè, è  oscurata  dal  frutto karmico  ereditato. L'Atman rimane cosi' estraneo ad ogni atto dell'individuo, perciò estraneo ad ogni conseguenza, al Karma dell'individuo.
 
Chi  organizza  le rinascite è Ishwara. ( Īśvar). A seconda delle scuole è considerata una manifestazione del Brahman, un deva oppure una illusione mentale.

Il 6° giorno dopo la rinascita, Ishwara decide il  destino  dell'individuo, decide il  prarabha , cioè l'insieme di tendenze che l'Atman deve ereditare in questa vita. Il Prarabha puo' essere  iccha  , desiderato personalemnte nella vita precedente,  aniccha ,senza desiderio,  pariccha, dovuto a desideri altrui.

Nel  manas ( mente)   allora fluisce il karma che è di tipo 
- sanchitakarma , le  impronte  di tutte le vite precedenti, 
- prarabhakarma, quelle destinate a questa vita,
- agamikarma, quelli che l'individuo tenderà a creare ancora in questa vita e ancora in altre future,
- kryiamana, quelle che verranno liberamente create in questa vita.

Le tendenze ereditate  come  dormienti  possono destarsi se incontrano le condizioni adeguate. Frequentare ambienti  buoni  favorisce il destarsi delle tendenze  buone,  frequentare ambienti  malvagi  favorisce quelle  malvage."


La pratica della religione ( Sanatana Dharma) alleggerisce le retribuzioni ( karma) che provengono da esistenze passate e produce azioni che lasciano karma favorevoli per le esistenze future.Cio' vale per il singolo individuo come per le famiglie, i clan, i popoli, le nazioni, le razze, le religioni, l'Umanità. Ogni karma che viene a retribuire la presente esistenza è una occasione favorevole per crescere spiritualmente: questo è cio' che conta per l'induista.

Il problema dell'uomo, dal punto di vista religioso, è questo: i karma possono essere estinti solo nella coscienza terrestre, durante una esistenza terrestre. Se questo non avviene, alla morte sarà necessaria una rinascita in una nuova esistenza terrestre e così via finche ogni karma residuo di esistenze passate venga estinto e la coscienza possa essere Pura Coscienza dell'Io-Atman .In questi processi di liberazione il Brahman puo' intervenire con la sua grazia ed attenuare i karma o addirittura estinguerli.

Samsara , il ciclo delle rinascite
" ..La nascita e la morte non sono altro che momenti di mutamento nell’eterno flusso della vita.
"Come un uomo smettendo i vestiti usati, ne prende altri nuovi, così proprio l’anima incarnata, smettendo i corpi logori, viene ad assumerne altri nuovi." (Bhagavadgita)

Samsara è il cerchio della nascita, della morte, della rinascita, della nuova vita e poi ancora della morte, e così all’infinito.

La fruizione dei desideri accumulati nelle esperienze è la spinta essenziale che, fino al suo totale esaurimento, determina il fenomeno di ritornare in un altro corpo.

Dissolvendo il velo della separazione e dell’ignoranza, si realizza lo scopo unico della vita, la realizzazione del Sé immortale."

Tutti i  Karma positivi  , negativi o misti hanno un peso che trascende la vita terrena, decidono del  futuro anche remoto di ogni essere individuale: la presenza cosmica di karma individuali non estinti sfocia  necessariamente  in una rinascita .

Se poi la nuova esistenza non sarà sufficiente per estinguere tutti i karma ne sarà necessaria un'altra , e così via. Se durante le nuove esistenze l'individualità (inevitabilmente)  scatena nuovi karma, allora il ciclo delle nuove esistenze procede all'infinito.


Il ciclo di vita-morte- rinascita di ogni individualità è Samsara .

Noi ci illudiamo di essere dei soggetti separati dal mondo e di essere liberi di agire indipendentemente da esso, in realtà noi rimaniamo legati al Samsara, al gioco del Karman: ogni nostro atto ci si attacca addosso con la sua catena causa-effetti e il Karman ci fa girare nel Samsara.

L'esitenza è il ciclo del Samsara. E' il Destino.

«Karma è la Forza Creatrice che dà origine alla esistenza degli esseri» Bhagavad Gita VIII,3

Il Dolore Universale Il popolo indiano, forse perchè a contatto con una natura poco ospitale, in condizioni di vita difficili, ha  più viva d'ogni altro popolo la sensazione fisica del male dell'esistenza e ne conclude che l'essenza della vita è il dolore.

Nei testi più antichi l'anima , l'Atman, l'individualità, l'individualizzazione del Brahman, è il soffio divino, il supporto di tutte le funzioni umane, è l'io capace di intendere e di volere. L'Atman entrata in un corpo lo penetra in ogni sua parte; è considerata sostanza ed è di essenza superiore, infinita, e la sua esistenza in un corpo finito è per essa una limitazione. Unendosi alla materia infatti l'anima , che è sostanza divina individualizzata si lega al caduco, viene assoggettata ai desideri, kama, e all'azione , karma, che la incatenano alla materia, al ciclo delle esistenze, il Samsara.

Ciò che fa agire l'individuo è il desiderio : kama è una energia che risiede in ogni individuo e che spinge all'azione ( pensiero o atto). Ogni desiderio messo in atto, produce karma che per la Legge del Karman prima o poi si esauriscono sull'individuo che li ha prodotti.

Il desiderio è all'origine di tutti i karma prodotti dagli individui . Il desiderio " muove l'Universo. Desiderio e azione , kama e karma sono indissolubilmente legati; infatti, il desiderio dà luogo all'azione e questa crea nuovi desideri e ciò continua all'infinito. Il karma, rafforzando i legami tra l'anima e la materia, lega l'Individualità, l'Atman al ciclo di esistenze, il Samsara.

Considerando tutte le individualità ( vegetali, animali, umane, spirituali, divine, etc) legate al Samsara e perciò all'esistenza, si deve concludere che è la coppia kama-karma  la causa della schiavitù dell'anima e del dolore universale.

E questa la grande lezione dell'India antica che accomuna tutti gli uomini in un'immensa infelicità; è questo concetto che ha sempre calmato gli odi sociali nella convinzione che anche chi sembra apparentemente contento è in realtà infelice. Alla infelicità della vita si aggiunge l'infelicità della rinascita.
Vivere, per l'induista, è soffrire e ogni rinascita è una jattura. L'immortalità dell'anima  non è quindi vista come qualcosa di bello, ma come una condanna. Rinascere significa soffrire. Questa è la dannazione, l'infelicità: il ciclo delle rinascite.

L'anima soffre e aspira alla liberazione che le renderà la pienezza dell'essere. Vivere significa soffrire e per non soffrire non c'è altra via che non esistere. Salvarsi significa non rinascere//vivere più.  

La morte Quando un individuo muore, cessa di esistere nella sua forma vivente. Questo vale anche per l'uomo. Se noi diciamo che l'uomo è persona immortale, nell'induismo questo concetto non esiste. L'Atman è l'anima, l'individualizzazione del Brahman, l'individualità, l'Io di un essere, ma è impersonale: è uguale per tutti. La sua " personalizzazione " avviene con la nascita all'esistenza, ma alla morte , si spersonalizza.

«... se quando muore un uomo, la sua parola va al fuoco, l'alito vitale all'aria, l'occhio al sole, lo spirito (manas) alla luna, l'udito alle regioni dello spazio, il corpo alla terra, l'anima (atman) all'etere, la peluria alle piante, i capelli agli alberi, il sangue e il seme all'acqua, dimmi, che ne è dell'uomo?» Brihad-Aranyaka-Upanishad, 4, 4, 5

La morte  poi non è la liberazione dalla sofferenza : muore il corpo fisico ma non muoiono gli altri corpi sottili , tantomeno muore l'Atman che è unico e divino. Per un certo tempo il corpo eterico vive nella dimensione eterica, il corpo astrale nella dimensione astrale, il corpo mentale invece viene governato dal Karman. Il Karman conserva l'involucro karmico che possiamo considerare-semplificando-il corpo mentale, la mente dell'individuo, l'insieme delle sue tendenze e pulsioni sia verso il bene che verso il male. Il corpo animico, l'individualità, l'anima, l'Atman torna all Unità, al Brahman.
Il giudizio individuale Alla morte dell' individuo , manas che è l'aspetto mentale , parte per la Luna, ovvero per il giudizio divino , per l'eventuale nuova nascita, mentre l'Atman torna all'etere, al cosmo, vi ritorna come vi era  partito,  immutato, non senza però essere sottoposto a giudizio . Il giudizio individuale avviene attraverso un percorso in cui si passano 5 cieli ( o mondi, dimensioni, regni). Lungo questo percorso c'è un esame fatto di domande che mirano a misurare quanta conoscenza l'individuo ha acquisito nella sua esistenza.

Mundakaupanishad: "Chi si crea dei desideri con la sua mente, nasce di nuovo a cagione dei suoi stessi desideri" .

L'aldilà : Inferni Se alla morte l'Atman non passa il giudizio ricade sulla terra e  rinasce .
Secondo i testi antichi i peccatori prima di rinascere soggiornano nello Yama che sta nelle viscere della Terra .


Esso è diviso in 21 inferni dove i malvagi vengono divorati da belve e serpenti, tagliati con seghe, bruciati con fuoco , torturati in bidoni di metallo, presi a colpi di maglio, il tutto con sadismo: si soffre indicibilmente. 

Rig-Veda: «.sottoterra..è la cavità, l'abisso,l'oscurità, senza fondo; è castigo per i malvagi= coloro che ancora sono nella Irrealtà; lì ci si siede in un fiume di sangue  a mangiare capelli ..o si pende da rami, legati ai piedi di un cadavere o si bevono lacrime di falliti o le acque di lavaggio dei morti.»

I falliti  sono torturati in ogni modo dai demoni -belve mostruose- per un certo tempo. Trascorso il giusto tempo, da lì si rinasce . La qualità della nuova vita (rinascita)  è determinata dal frutto che si porta con sè. Il frutto è buono o cattivo a secondo se la vita è stata vissuta in conformità alle sue proprietà e qualità essenziali, la legge del Dharma.  Secondo questa legge nell'universo c'è una gerarchia di esseri e conseguentemente l'armonia del cosmo comprende l'armonia della natura e della società umana in una gerarchia di livelli dell'essere: si rinasce individui inferiori, persone, animali o piante!

Le caste La natura, minerale, vegetale ed animale è armonizzata da leggi proprie in ogni specie, così la società umana è organizzata in caste .

La legge del Dharma esige che ovunque l'anima con il suo frutto rinasca e segua le regole di vita del proprio stato. Nella rinascita l'Atman assumerà un altro corpo più o meno soggetto al dolore, secondo il frutto karmico che erediterà. L'anima si reincarna in un essere meno infelice se l'involucro karmico è pieno di bontà, precipita a legarsi con un corpo più infelice se l'involucro è pieno di cattiveria : l'infelicità, sia pure in diversi gradi, sempre rimane in ogni esistenza. 

Il testo dei Veda " Manavadharmashastra ", nel Libro XII , contiene 126 paragrafi in cui vengono descritti premi e castighi relativi ad una vita in relazione alle altre vissute in precedenza. Questo trattato, ancor oggi, rappresenta, per gli Indù un testo fondamentale di regole civili e religiose. Studiandone il contenuto appare chiaro come sia servito di ispirazione anche per creare la legislazione greca, quella persiana ed anche la romana.

L'aldilà : paradisi
Se si passa il giudizio, si viaggia verso il cammino solare e  si entra nello Yama del paradiso celeste: diviso in 5 cieli . 

Rig-Veda : «Il Regno dello Yama dov'è la Luce che non si estingue , mondo immortale eterno dove sono i mondi splendenti , dove è la libertà e la gioia , dove sono felicità e letizie, gaudii e piaceri di ogni sorta, dove si compiono i desideri del desiderio, lì scorrono latte burro e miele e  soma , la bevanda sacra degli immortali...»  

Ciascuno regno appartiene ad una divinità:
- Indra (musici e danzatori)
- Shiva - Visnu' (laghi e stagni  dorati sui quali galleggia il fiore dai mille petali, il loto, simbolo dell'advaita-esperienza della non-dualità o unione col tutto)
- Krishna (danzatrici e devoti )
- Brahma (ninfe celesti che servono le anime, palazzi dorati e tempestati di gemme preziose, giardini paradisiaci, musica, canti, danzatrici bellissime...)

Atharva Veda : «ricongiungiti nel più alto dei cieli con gli antenati,con Yama, mediante i tuoi sacrifici e le opere buone.la bontà di cuore,l'amore per gli dèi,la pratica della Legge divina (i rituali religiosi, la nonviolenza, l'ascesi..) »

La reincarnazioneMentre la rinascita è l'effetto dei karma residui da " scontare", è la punizione, la sofferenza, l'Inferno dell'esistenza, la reincarnazione è un obbligo dei santi del Paradiso che li introduce in un nuovo cammino di esistenza che li può portare a gradi più elevati dell'essere. Dopo un certo periodo  di Paradiso, secondo alcuni testi, le anime sono obbligate a reincarnarsi per iniziare un nuovo ciclo. 

Upanishad: «là vivrai..lavato da ogni macchia,pieno di forza,con un nuovo corpo,..libero dai dolori.e pieno di integrità e salute.tra musiche, danze, ninfe servitrici.fino alla seconda morte da cui inizia ( brahmana).»  

L'anima che dal Paradiso si reincarna ha una buona partenza per evolversi verso gradi di santità ancora più elevati .

Secondo i  testi sacri Upanishad, la ricompensa delle opere-karma avviene in tutte le fasi del Divenire Cosmico, anche in Paradiso: nessuno rinasce prima che i Karma siano estinti nei vari paradisi bassi o anche negli inferni.

Le tendenze innate
Le conseguenze (meriti e demeriti) di ogni azione-karma sono di due ordini:
- conseguenze (karma) sulla persona
- conseguenze (karma) sul cosmo.

Ogni atto di un individuo senziente produce lascia una  impronta karmica nella mente dell'individuo, ed una impronta karmica nel Registro cosmico , la dimensione dell'Akasha. Tutte le percezioni dell'Io senziente (respirare, pensare, volere, sentire) producono nell'  involucro karmico samskāras ( impronte) e vasanas ( residui ). Sono impronte subliminali che nel subconscio agiscono come tendenze, pulsioni di attrazione (samskara) o repulsione (vasana).

Contemporaneamente le percezioni producono una  impronta cosmica  nel Registro universale, una specie di memoria cosmica permanente. Tutti e due questi karma, siano essi bianchi, neri o grigi, sopravvivono alla morte e sono proprio loro a  rendere necessaria una nuova nascita individuale. Ad una nuova nascita l' Atman  eredita  l'involucro karmico e l'individuo si ritrova ad avere  quelle che noi chiamiamo  tendenze innate.

«Egli (Brahman) come Sé (Atman), risiede in tutte le forme (create)ma è velato dalla a-vidya, l'ignoranza. Alla morte Egli ( il Sé immutabile, Atman) nasce di nuovo e le circostanze della sua nuova vita sono determinate dalle azioni del passato, dalle tendenze  acquisite.» KAIVALYA UPANISHAD (PRABHAVANANDA) ,115

La libertà
Tibet, 1660 d.C. : l' uomo cosmico.

L'IO , Atman , si illude di fare azioni "libere", in realtà non fa altro che  ciò che ha ereditato in se stesso come karma dalle vite precedenti. Ciò viene sperimentato nelle pulsioni di attrazione, simpatia, e di repulsione, antipatia, e nelle esperienze di piacere e dolore.

Alla radice di tutto c'è kama , il desiderio, la passione. Possedere un oggetto, attaccarsi al suo possesso produce un kama nell'involucro mentale. Esso agisce come un desiderio dell'oggetto. Avere in mente un oggetto (pensiamo alla Pubblicità) significa  provocare  il desiderio di quell'oggetto, produrre un kama nel subconscio.

Ogni desiderio, sia esso mentale o di possesso crea un samskara nell'involucro mentale  e questo agisce come una  pulsione di desiderio. Quando invece nasce una repulsione allora viene creato un vasana. Queste  impronte  sopravvivono alla morte nell'involucro karmico, mentale.

Bhagavad Gita 8,6-7. «Ciò che uno sta pensando (oggetto mentale) al momento della morte, quello raggiunge »

Se l'oggetto mentale alla morte è il Brahman, allora si raggiunge il Brahman, la Liberazione, Moksha, altrimenti è rinascita certa.

La vita ha senso se l'oggetto mentale permamente è il Brahman, ovvero nel linguaggio occidentale, l'uomo raggiunge l'essere, l'eternità beata se l'unico desiderio della sua vita è Dio.

L'inazione Se nell'Universo tutto fluisse secondo l'armonia universale, il Dharma, nell'universo ci sarebbe felicità universale.  Ma così non è e ciò vale per ogni essere senziente.

Secondo la dottrina induista quando una persona riceve del bene questo è la retribuzione, l'effetto di un bene compiuto in passato. Così quando si riceve del male. Si comprende come l'induista stia attento a non commettere il male, a procurare ira, dolore, sofferenza, infelicità e cerchi in tutto cio' che fa di creare felicità per tutti.

Se la rinascita è dolore, ogni sforzo dovrà tendere a sfuggirla. E non vi si sfuggirà con un'azione, che anzi legherà sempre più l'anima alla materia, ma col suo contrario: la soppressione dell'attività, l'estinzione di ogni desiderio, il distacco dal mondo, l'inazione.

La conoscenza del Sè non è frutto del solo sforzo umano:  «L'Atman non lo si può raggiungere nè tramite lo studio,nè per mezzo del solo intelletto,nè col molto apprendere; l'Atman  rivela la sua identità a chi egli stesso sceglie. (concetto di grazia divina) » (Katha Upanishad, II, 23 .)
Quando con l'inazione il karma cesserà di manifestarsi, l'anima liberata dalla materia si scioglierà nell'Assoluto, libera.  Per liberarsi l'uomo deve annullare le proprie passioni, uccidere i desideri,(kama) ma soprattutto distruggere l'ignoranza (avidyia) che è fonte di ogni male.
Occorre capire che l'anima individuale, l'atman, ha la medesima natura dell'Essere Supremo, il brahman, e che fra l'una e l'altro vi è unità essenziale. La via della salvezza è  non esistere nel senso comune dell'esistere cioè essere nella dimensione del Brahman. Di più : Il  corpo animico  ovvero l'atman-cosciente-di-sè , unito al Brahaman, puo' reincarnarsi per evolversi verso gradi superiori dell' "essere-nel-brahman", verso i gradi delle " grandi anime", gli dèi.

E' necessario vivere  con distacco mentale, lasciare fluire lo scorrere degli eventi senza attaccarsi o repellere nulla. Di più, quando si è sottoposto a pulsioni (potremmo dire  tentazioni) è necessario lasciarle  estinguere : questa è l'estinzione del karma. Se invece  ci si fa prendere  da esse si produce altro karma.

Swami Muktananda 3,54: «C'è una sola forma di morte, ma il modo di morire dipende dal karma »
( Mundaka Upanishad II,II,3)

L'attaccamento dell'Io si manifesta anche nell'ascesi di certi sadhu :

Bag. XVII,5 «Sappi che gli uomini che praticano terribili forme di austerità non ordinate dalle scritture , schiavi della ipocrisia  e del senso dell'io, animati dalla forza della libidine e della passione, indebolendo tutti gli elementi del corpo...costoro sono folli...sappi che costoro nutrono propositi demoniaci.»





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