La religione "iranica" "...Lo zoroastrismo, una religione relativamente piccola quanto al numero
di aderenti, ha affascinato filosofi, pensatori, artisti ed esoteristi
soprattutto occidentali.
La
religione zoroastriana non è una religione universalista, anzi gli
zoroastriani si consideranoun popolo legato dal sangue e da un lignaggio (tanto
che i parsi in India sono ora considerati una casta degli induisti).
In Occidente sono nati movimenti neo-zoroastriani (come Mazdaznan ) in
genere con scarsi contatti con lo zoroastrismo etnico.
Gli organismi di cooperazione della diaspora parsi e zoroastriana seguono
anche le non molte famiglie di correligionari che vivono in Italia
(dove operano una Fondazione Zoroastriana e
una Zarathustrian Association in Italy a
Roma), che sono intervenuti anche presso il governo italiano per tutelare
la loro identità e i loro diritti.
In totale gli zoroastriani nel mondo sono oggi circa 125.000. " FONTE :Encilopedia delle Religioni in Italia(Elledici)
Fondazione Zoroastriana Dr. Daryush Bakhtiari - Via Monserrato, 7 00186
Roma Tel. e fax: 06-6861575
Antica
Persepoli- La Porta delle Nazioni .
Zoroastro fra i dottori.Jean Varenne -Zarathustra, storia
e leggenda di un profeta -Ediz. Convivio.pag. 98 «... La Terra era allora coperta di Maghi; e la maggior
parte degli uomini, dimenticando il Creatore del mondo, non consultavano
che i Dew.
Poroschasp, servitore di Ormusd, si era lasciato trascinare
dalla corrente ed accoppiava il culto di Dio con il rispetto per i ministri
dei Dew.
Un giorno radunò in casa sua un gruppo di Maghi fra i
più abili, come Turberatorsch e Duranferun, ed offrì
loro un grande banchetto.
Conversando con loro dopo il convivio, disse
a Turberatorsch: voi che possedete tutti i segreti della Magia, datemi
oggi una ricetta che diffonda la gioia nella mia anima.
Zoroastro sentì
ciò che il padre chiedeva, e gli disse: «
Non pro nunciate parole vane; non avete bisogno di ricette di questo
genere. Se seguirete una via diversa da quella retta, andrete all'inferno.
Camminate su quella che è chiaramente indicata dal Dio che ha
creato tutto quello che esiste. Voi stimate follemente le ricette dei
Maghi e trascurate l'opera del Dio del mondo. La fine dei Maghi sarà
l'Inferno, e la distruzione il frutto delle loro opere! ».
Turberatorsch gli rispose: « Perché non ve ne state
in silenzio, bel parlatore? Chi siete voi di fronte a me, voi e vostro
padre? Voi pretendete di rivelare il mio segreto. Mai sulla terra
qualcuno ha parlato di me in simile modo. Ebbene, vi disonorerò dappertutto.
Screditerò le vostre opere e il vostro cuore non sarà
mai nella gioia! ».
« Le tue menzogne non potranno
niente contro di me, anima di fango », gli replicò Zoroastro. « Tutto
ciò che dirò
di tè è vero. Questo braccio ti getterà nella
polvere. Per ordine di Dio Onnipotente io distruggerò le
tue opere, affliggerò
la tua anima e spezzerò il tuo corpo! ».
Quel
discorso spaventò i Maghi. Per quanto concerne
Turberatorsch, si sarebbe detto che la sua anima era
uscita dal corpo: si ritirò
nella sua casa e il dispiacere che ne ebbe gli dette
una violenta febbre.
Fu così che Zoroastro raggiunse l'età di
quindici anni, senza che una sola ora passasse priva
di motivi di timore. Egli passava i giorni e le notti
in preghiera, la testa contro la terra, mentre il suo
corpo e la sua anima erano in preda al dolore....
La rivelazione L'Ahura supremo dell' Iran viene da lui chiamato Mazda , e tutto ciò che insegna egli dice provenire da Ahura
Mazda.
La sua religione infatti è chiamata anche mazdaismo o mazdeismo dal
nome dei dio creatore Mazda da lui annunciato. Alcuni
distinguono fra zoroastrismo e mazdaismo, ritenendo plausibile l'esistenza
di un mazdaismo non zoroastriano; altri studiosi ritengono la presenza
di quest'ultimo non documentata e considerano mazdaismo e zoroastrismo
sinonimi.
Durante una meditazione in una grotta Mazda avrebbe affidato a Zarathustra
la missione di riformare la religione.
Egli non si pone mai nè come profeta nè come latore di messaggi
divini .
Predica la sua riforma ma subito si scontra con la casta sacerdotale
e con i preti ( Karpan) per quanto riguarda il monoteismo, la signoria
unica di Mazda.
Viene regolarmente cacciato dalle corti dei re (Kavi)
finchè
un giorno il principe di Battriana, Vishtaspa, lo fa improgionare.
Con
miracoli sorprendenti e con la predicazione Z. convince il principe della
genuinità ed importanza della sua missione .
Il culto nel Regno
di Vishtaspa. viene così celebrato secondo la riforma di Zarathustra.
Nasce lo Zoroastrismo che diventerà religione
di stato : secondo
testi del 200 a.C. circa la riforma venne imposta a tutti i regni con
la forza.
Non esiste una documentazione archeologica sufficiente per ricostruire
una cronistoria della diffusione dello zoroastrismo.
Secondo la tradizione sono le generazioni successive al profeta a trasformare
profondamente il suo messaggio.
Emergono due gruppi sacerdotali : -
uno in una zona più orientale, i sacerdoti
dell'Avesta (dal nome di una collezione di scritti
sacri, in parte di origine più antica, raccolti tra il
IV e il VI secolo d.C.), e
uno più
occidentale, i Magi.
Attraverso queste caste sacerdotali lo zoroastrismo diventa sincretistico
e riassorbe idee precedenti - precisamente quelle contro le quali Zarathushtra
avrebbe combattuto reintroducendo i sacrifici e l'uso dell'haoma, nonché
il culto di divinità politeistiche che sono «zoroastrizzate».
Questi sviluppi coincidono con l'impero achemenide particolarmente
nell'epoca che va da Dario I (522-486 a.C.) ad Artaserse (402-359
a.C.) - e hanno anche un significato politico: accogliendo le divinità di
vari popoli nel suo alveo, lo zoroastrismo si presenta come controparte
religiosa di un impero sovranazionale. Infatti non erano più zoroastriani
gli Achemenidi ( Ciro, Dario etc.) .
Nel 480 Serse ad Atene sull'Acropoli
offre un sacrificio all'Ahura Mazda, ma è quello di Zarathushtra?
"
Storia (?)
Platone nel Primo Alcibiade parla di una " scienza
dei Magi, scienza di Zoroastro,
figlio di Oromazès...", ma non si tratta di magìà nè di astrologìa
, bensì
della religione di Zarathustra foneticamente aberrato in greco con Zoroastro.
Dai greci fino al 18° secolo si era affermata la credenza che Zarathustra
fosse stato un profeta iraniano, filosofo, gnostico, esoterista, artefice
di miracoli. Permanenvano leggende che lo dipingevano come mago e astrologo.
In realtà evidenze filologiche ci dicono che Zarathustra fu molto
probabilmente un iraniano orientale (oggi Afghanistan) nato in una famiglia
di liturgisti di religione indoiranica e probabilmente cresciuto per
diventare un sacerdote professionista ( hotar o zaotar )
Nel 1754 lo studioso francese Anquetil Duperron si reca in India dove
sopravviveva ( e tutt'ora sopravvive) una comunità zoroastriana.Qui
apprende la storia di questa religione e riporta in Europa un manoscritto
dell' Avesta, testo sacro fondamentale,
il Libro di Zoroastro, con traduzione a fronte dall'originale
persiano e abbondanti commenti in sanscrito (la lingua ufficiale dell'India).
Nel 1771 pubblica la prima traduzione europea in francese sotto la direzione
di sacerdoti zoroastriani, i mobèd.
Nel testo dell'Avesta non sono contenuti nè magìa,
nè astrologia, nè esoterismo. La prima analisi filologica rigorosa dell'Avesta risale a Eugène
Burnouf (1801-1852) , redatta sulla base delle conoscenze storiche
sull'Iran antico .
La traduzione dell'Avesta , testo base per gli studi contemporanei è
dovuta a James Darmester (1982).
Monti
Demavand visti da Teheran
Gli iraniani erano popoli indoeuropei (Tribù Arie, come si autodefinivano)
cioè di quelle tribù che nel 5000-4000 a.C. si spostavano
come pastori e cacciatori nomadi nelle pianure che andavano dal Baltico
fino al Caucaso e che verso il 3000-2000 a.C. hanno invaso in tutte le
direzioni le aree limitrofe .
Mentre Celti, Greci, Latini , Germani e
Slavi occupano L'Europa, gli Arii si estendono nell'India del Gange e
nell'Iran. Queste tribù nei secoli divenatno popoli con culture
proprie fortemente differenziate fino a chiamarsi reciprocamente " barbari" (=termine che in latino equivale a stranieri).
I miti religiosi
Verso il 1930 lo studioso Georges Dumezil , attraverso la paleolinguistica
ricostruisce le antiche parentele di questi popoli. Egli scopre l'unità
di fondo dei loro miti religiosi .
Il mondo divino e quello umano risultano
retti da 3 pincìpi: produrre ricchezza ( i laici) esercitare
la forza (i nobili) governare
il potere del sacro (il clero).
La società divina era divisa in due classi ( Forze di
Vita e Esseri di Luce)
che si spartivano i
3 compiti in armonìa.
In India molto più tardi si ritrovano gli Asura come "rivali
degli dèi" ,"forze delle tenebre", "demoni",
mentre i Deva sono gli dèi dominanti e benigni.
Mentre la maggior parte dei popoli Arii opera una riforma
del pantheon simile a quella dell'India, in Iran -per opera del profeta Zarathustra-
viene operata una riforma diametralmente opposta:
gli Ahura sono gli
" dèi dominanti" e i Daeva sono gli "avversari",
le "forze del male", i "demoni".
Immagine
moderna di Zarathustra
Verso il 1000 a.C. in India i sacerdoti professionisti o Brahmini diventarono
una casta sociale dominante e separata portando alla moltiplicazione
delle liturgie , dei riti, la loro complessificazione e precisione quasi
maniacale.
Questa tendenza al ritualismo influenzò anche l'Iran.
Gli storici si trovano- nel periodo 650-450 a.C.- di fronte a due religioni
che trovano terreno di diffusione nello spirito critico verso il ritualismo
braminico ed iranico : il Buddhismo in India e lo Zoroastrismo in Iran.
I riti religiosi
Presso gli Arii iranici i riti religiosi erano sopratutto domestici perciò erano
compiuti per la maggior parte da laici.
I liturgisti o sacerdoti necessari
per le cerimonie pubbliche venivano reclutati per lo più presso
le famiglie che conservavano integralmente le tradizioni rituali.
In
queste famiglie alcuni maschi venivano cresciuti ed educati nella prospettiva
di esercitare il sacerdozio pubblico.
Con l'influsso brahminico probabilmente
anche in Iran si formarono caste sacerdotali. Da una famiglia che conservava
la tradizione probabilmente proviene Zarathustra e contro il diffuso
ritualismo probabilmente egli intenta una riforma religiosa.
Zarathushtra (chiamato in Occidente Zoroastro, Zarthosht in
India e Persia) visse e insegnò nell'attuale Iran secondo la datazione tradizionale intorno al 1738
a.C., datazione oggi contestata dalla maggioranza degli studiosi, ma mantenuta
dagli zoroastriani.
La vita di Zoroastro si sarebbe svolta secondo alcuni storici tra il 618 e il 541 A.C. ( Gherardo Gnol,Rodeny Stark , etc.) secondo L'Enciclopedia Cattolica tra il 650 e il 533 A.C.
Il maestro vuole riformare la religione iranica restituendole la sua
originalità.
L'Iran di Zarathustra è un paese di coltivatori stanziali che
mantiene la religione nomadica: Erodoto riferisce che i Greci , quando
andavano in Persia, trovavano un paese pacificato con grandi città
e bellissimi edifici, campagne coltivate etc. Tutto ciò contrastava
con le caratteristiche "barbare" delle loro divinità: Mithra il
guerriero Vayu l'incendiario Verethraghna che fa il temporale e la guerra.
La riforma Zoroastriana.
Zoroastro- almeno secondo l'interpretazione
tradizionale (oggi contestata da alcuni studiosi) - si pone come DUALISMO= tutto si fonda su due
principi paritetici: il Bene e il Male. Nello zoroastrismo sono due
spiriti : Ohrmazd e Ahriman.riformatore
religioso : riforma la religione"barbara " e la riporta alle
tradizioni antiche e inculturandola nel nuovo Iran.
Proclama un monoteismo corredato
da un dualismo e condanna il politeismo e il ritualismo
della religiosità circostante caratterizzata dal predominio
di un'aristocrazia militare, e da una
religiosità incentrata sul culto di divinità guerriere sul
sacrificio di animali, e
su pratiche estatiche come l'ingestione dell'haoma (parola
che a quel tempo indica probabilmente una sostanza allucinogena)
.
Gli Insegnamenti zoroastrianiR.Pettazzoni -Gli Insegnamenti di Zarathustra-Meb Editrice "
La grande epoca delle relazioni storiche, e quindi anche degli scambi
storico-religiosi, fra il mondo ebraico e l'iranico, è quella
persiana dell'impero degli Achemenidi, che s'inaugura con Ciro.
E' nota l'importanza ch'ebbe per i destini del popolo ebraico la
conquista persiana di
Babilonia
(a. 538 av. Cr.). A Babilonia gli
Ebrei erano numerosi, sin da quando vi erano stati deportati in
massa dai rè Assiri, specialmente alla caduta di Gerusalemme
(a. 586 av. Cr.).
Ciro
fu salutato come il liberatore.
Da lui,
e poi specialmente da Dario, ebbe origine il nuovo stato giudaico.
Il Giudaismo ha potuto essere considerato
come una creazione persiana: certo, della Persia rimase soggetto e vassallo
sino alla conquista greca.
Furono tempi favorevoli alla penetrazione
delle idee religiose.
I Persiani erano facilmente accessibili alle suggestioni straniere.
Chiusa era, invece, la comunità giudaica. Ma il suo stesso esclusivismo
apriva una via: l'apriva a quanti, non essendo giudei, aspiravano o
acconsentivano a divenir tali. Infatti il proselitismo fu una caratteristica
del Giudaismo.
Lo esercitarono già in Babilonia i deportati
durante la cattività, — tanto è vero che alcuni "convertiti" si
trovarono tra loro sulla via del ritorno; lo esercitò la comunità centrale
di Gerusalemme;lo esercitò la diaspora in tutti Ì tempi:
basti citare, in piena epoca persiana, la colonia militare di
Elefantine
in Egitto.
Tutto ciò non interessa che indirettamente le origini del Zoroastrismo.
II quale fu un moto religioso che nacque e si svolse nell'Iran. Non si
vede come avrebbe potuto essere suscitato da una propaganda esercitata
a Babilonia. E, in generale, i rapporti che il Giudaismo ebbe col mondo
iranico, li ebbe con i Persiani: mentre le origini del Zoroastrismo sono,
almeno questo è sicuro, extra-persiane.
Tuttavia, poiché quell'elemento
caratteristico ed essenziale ed originario del Zoroastrismo che è l'idea
monoteistica trova il suo grande riscontro nella religione del popolo
ebraico, sembra naturale che nell'indagare la genesi di quella, non si
possa astrarre dal fatto che altre concordanze effettivamente esistettero
fra Giudaismo e il Parsismo, e si debba tener conto del modo come queste
si attuarono.
Se esse meglio s'intendono come dovute a un processo storico
di trasmissione, anzi che come risultati convergenti di evoluzioni indipendenti,
vien fatto di domandarsi se questa concezione non sia da applicare anche
alla concordanza del monoteismo.
Quella tendenza al proselitismo, che fu poi propria del Giudaismo
in ogni tempo, forse si esercitò
anche fuori di Babilonia e anche prima della cattività babilonese.
Risalendo la storia d'Israele, c'imbattiamo in un altro momento in cui
sembra anticipata una situazione storica assolutamente simile a quella
che segui alla caduta di Giuda e di Gerusalemme (a. 586).
E il momento
della caduta d'Israele e di Samaria, quando Samaria, assediata già
a lungo da Salmanasar IV, dovette finalmente arrendersi (sotto Sargon
II: a. 722). Anche allora ebbe luogo, secondo il sistema dei conquistatori
assiri, una deportazione dei vinti Israeliti in paese straniero.
Allora
avvenne che degli Ebrei furono distribuiti "parte in territorio
assiro, parte nelle città dei Medi" (2 Rè XVII 6).
Alla fine delI'VIII sec. il monoteismo era abbastanza largamente professato
in Israele, se non dalla massa del popolo, certo negli ambienti che aderivano
alla predicazione dei Profeti. Non sembra impossibile che alcuni dei
deportati abbiano propagato la loro religione del dio unico nelle terre
dove presero stanza: dunque anche nella "Media".
La loro parola
potè trovare eco tra gl'indigeni Irani, o più precisamente
in un ambiente indigeno particolare, a ciò, forse, per speciali
ragioni disposto. In tale ambiente, fra un più caldo fermento
di vita religiosa suscitato da quella predicazione straniera, potè sorgere
un uomo di grande fede che seppe far suo quel verbo importato, e adattarlo
alla mente, all'anima, alla tradizione del suo popolo, imprimendovi forte
il segno dello spirito iranico:uno spirito fattivo, combattivo, energetico,
onde quel moto religioso si colorì in senso sociale, economico
e civile.
Così potè nascere la Riforma di Zarathustra: nel corso
del VII secolo a. C., in un punto dell'Iran nord occidentale. Questa,
ripetiamo, è una ipotesi. Come tale, mentre non contradice
a nessun dato positivo sicuro, e nemmeno si allontana di molto dalla
cronologia tradizionale, ci sembra la più atta a dar ragione dei
fatti storico religiosi.
Certo
è che il monoteismo jahvistico, ed esso solo in tutta la storia
religiosa dell'Oriente antico, offre un sorprendente riscontro al monoteismo
etico e spirituale di Zarathustra.
Ciò
non basta ad affermare la derivazione storica di questo da quello come
fatto accertato con piena soddisfazione di tutte le esigenze del giudizio
critico. Bensì le vicende storiche generali, e in particolare
le tendenze di quella prima forzata secolare diaspora ebraica sullo sfondo
dei grandi imperi Orientali, fanno presente per lo meno la possibilità
che l'ideale monoteistico e profetico sia stato trasmesso nel paese dei
Medi, ed ivi abbia deposto il germe onde crebbe e maturò, in pieno
ambiente iranico, la "Riforma" di Zarathustra.
Il popolo dei Medi si componeva, secondo la testimonianza di Erodoto,
di sei tribù o genti. Una di esse era quella dei Magi. Ai Magi
spettava l'esercizio del culto, e in genere delle cose concernenti
la religione.
Erano dunque i Magi, a quanto sembra, un organismo di
carattere tribale, ma con funzioni sociali specializzate, analogamente
a quel che furono, presso gli Ebrei, i Leviti. In questo ambiente sacerdotale
una religione nuova, professata da stranieri, doveva suscitare un interesse
e un'attenzione particolare.
La tradizione parsi, fa cominciare la predicazione di Zarathustra
272 anni prima della morte di Alessandro (323 a. Cr.), vale a dire circa
il 600 a. C. E' probabile che Zarathustra sia nato e cresciuto tra i Magi,
Mago egli stesso. Certo è
che nei Magi sopratutto trovò gli oppositori più fieri
della sua Riforma e i nemici più accaniti. Ed è naturale.
L'idea monoteistica bandiva, insieme con i daeva (=gli dèi) il
culto tradizionale a base di sacrifizi cruenti e di libazioni inebrianti
di haoma. Di questo culto i Magi erano i ministri e
i rappresentanti.
Al ritualismo sacrificale Zarathustra sostituiva la
preghiera, l'inno di gloria al Signore e la bontà delle opere.
Vien fatto di pensare, per analogia, all'opposizione dei Brahmani contro
Buddha. La lotta fu senza dubbio aspra fra i tradizionali su e i riformati.
Un'eco ne giunse fino a noi attraverso le Gatha.
La Riforma
Influenzato dall'ellenismo sotto i Selgiucidi [ generali
di Alessandro Magno eredi delle terre mediorientali] ,
lo zoroastrismo è «canonizzato» in
una serie di scritture nell'epoca sassanide e acquista
un tono nazionalistico, come religione ufficiale
dell'impero sassanide nel III secolo d.C.
I sassanidi affermarono che l'autentica dottrina antica di Zarathushtra
era stata fedelmente custodita dalla tribù dei Magi. Da questa affermazione
deriva la credenza che il Mazdeismo o Zoroastrismo sia la "religione
dei Magi" ripresa da Platone e dalla Bibbia.
Tuttavia, già in questo periodo, lo zoroastrismo si trova in difficoltà in
Iran di fronte all'arrivo di religioni universalistiche. Resiste con
successo al manicheismo, ma deve cedere di fronte all'avanzata del cristianesimo
.
Lo Zoroastrismo residuo era "contaminato"
da ebraismo, manicheismo e cristianesimo.
Arriva anche l'Islam nel 651 a dominare l'Iran.Tentativi di rivolta
zoroastriana contro il dominio islamico - come quello di Shiraz (979)
- falliscono, e portano a una dura repressione.
Comincia così, nel
X secolo, l'emigrazione degli zoroastriani dell'Iran verso l'India,
dove sono chiamati parsi (cioè «persiani»).
Il clero, spodestato dai musulmani continuò, tollerato, a conservare
le tradizioni.
Nasce un Mazdeismo colto chiamatoparsismo.
Con l'arrivo dei Mongoli nel 13° secolo il parsismo in Iran viene
spazzato via: vanno perduti molti libri dell'Avesta e riprende l'esodo
verso l'India dei superstiti.
Mentre in Iran la comunità zoroastriana
dei ghebri (= infedeli, così chiamati
dai musulmani, oggi ridotta a circa trentamila membri) ha sempre condotto
un'esistenza difficile , in India i parsi (oggi presenti
anche in Pakistan e Sri Lanka) hanno sempre goduto di una certa libertà
religiosa, nonché di prosperità economica e influenza sociale
(semmai aumentata durante il periodo britannico).
Le due comunità
hanno anche elaborato dottrine, usi e costumi parzialmente diversi. I parsi dell'India
si sono caratterizzati negli ultimi secoli - oltre che per un acceso
dibattito fra tradizionalisti e innovatori - per i contatti con altre
religioni e con movimenti come la
Società
Teosofica
Agli ottantamila parsi del subcontinente indiano si aggiungono oggi
le colonie presenti nell'emigrazione, particolarmente numerose e organizzate
negli Stati Uniti e in Gran Bretagna."
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