Corso di Religione

FATIMA



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La Storia in breve
Fra l’aprile e l’ottobre del 1916, presso Fatima, a tre pastorelli portoghesi appare per tre volte un Angelo: due volte alla "Loca do Cabeço" e una volta al pozzo nell’orto della casa paterna. In queste apparizioni l’Angelo li invita alla preghiera e alla penitenza.

Lúcia de Jesus I tre pastorelli nel 1917. Da sinistra: Giacinta Marto, 7anni- Lucia dos Santos  10 anni - Francisco Marto 9 anni

E' la principale protagonista delle apparizioni è nata il 22 marzo del 1907 ad Aljustrel, nella parrocchia di Fatima.

Il 17 giugno 1921 entra nel Collegio di Vilar, presso Porto, diretto dalle religiose di Santa Dorotea. Passa poi a Tuy, in Spagna, dove veste l’abito religioso con il nome di Maria Lucia dell’Addolorata.

Fa la professione temporanea il 3 ottobre 1928 e il 3 ottobre 1934 quella perpetua. Il 25 marzo 1948 si traferisce a Coimbra, dove entra nel Carmelo di Santa Teresa con il nome di suor Maria Lucia del Cuore Immacolato.

Il 31 maggio 1949 fa la professione solenne. Suor Lucia è stata a Fatima diverse volte: nel maggio 1946; il 13 maggio 1967; nel 1981 per dirigere, nel Carmelo, un lavoro di pittura sulle apparizioni di Fatima; il 13 maggio 1982, il 13 maggio del 1991 e il 13 maggio 2000.

Francisco Marto
Nasce l’11 giugno 1908 ad Aljustrel. Muore santamente il 4 aprile 1919, nella casa paterna. Molto sensibile e contemplativo, orienta tutta la sua spiritualità e penitenza a "consolare il Signore". I suoi resti mortali sono rimasti tumulati nel cimitero parrocchiale fino al 13 marzo 1952, quando sono stati trasportati nella basilica della Cova da Iria, nella cappella al lato destro dell’altare maggiore.

Jacinta de Jesus Marto

Nasce ad Aljustrel l’11 marzo 1910. Muore santamente il 20 febbraio 1920 nell’ospedale D. Estefânia, a Lisbona, dopo una lunga e dolorosa malattia, offrendo tutte le sue sofferenze per la conversione dei peccatori, per la pace nel mondo e per "il Santo Padre" che "dovrà soffrire molto".

Il 12 settembre 1935 la sua salma è stata solennemente trasportata dalla tomba di famiglia del barone Alvaiázere, a Ourém, al cimitero di Fatima, vicino ai resti mortali del suo fratellino Francisco. Il 1° maggio 1951, i resti mortali di Giacinta sono stati deposti, in forma molto semplice, nella tomba preparata nella basilica della Cova da Iria, nella cappella laterale, a sinistra dell’altare maggiore.

L'Angelo
Un giorno piovigginoso di primavera (non è possibile  precisare l’anno) i tre fanciulli erano  col gregge alla Loca do Cabeço … e  Lucia racconta:

« Non posso riferire con certezza le date, perché a quel tempo io non sapevo calcolare gli anni, i mesi e persino i giorni della settimana. Mi pare nondimeno che debba essere stato in primavera quando l’Angelo ci apparve per la prima volta nella Loca do Cabeço.Salivamo su per la collina con il gregge in cerca di un riparo e, dopo aver consumato il nostro pranzo e recitate le preghiere, vedemmo, ad una certa distanza sulla cima degli alberi, sfuggente verso Est, una luce più bianca della neve, che lasciava intravvedere la figura di un giovane trasparente e più sfavillante del cristallo colpito dai raggi del sole. Quando si avvicinò di più potemmo distinguerne meglio l’aspetto. Noi fummo sorpresi e ammutolimmo per lo stupore. Essendosi avvicinato a noi disse: “Non temete. Io sono l’Angelo della pace. Pregate con me “.

E inginocchiandosi Egli chinò il volto fino a terra. Guidati dallo stesso impulso soprannaturale, noi facemmo altrettanto e ripetemmo le parole che udivamo pronunciare da Lui: ‘Mio Dio, io credo, adoro, spero in Voi e Vi amo. Chiedo perdono per quelli che non credono, non sperano, non Vi amano. Dopo aver ripetuto queste parole tre volte, egli si alzò e disse: “Pregate così. I Cuori di Gesù e di Maria sono attenti alla voce delle vostre suppliche “. Poi egli disparve. L’atmosfera soprannaturale che ci avvolgeva era così intensa che, per lungo tempo, a mala pena ci rendemmo conto della nostra stessa esistenza, rimanendo nella medesima posizione e ripetendo le stesse preghiere.

Sentivamo così intimamente e intensamente la presenza di Dio, che non tentammo neppure di parlare l’un l’altro. Il giorno seguente potemmo ancora sentire l’influenza di questa santa atmosfera, che cominciava a scomparire solo molto lentamente. Noi non raccontammo nulla di questa apparizione e neppure raccomandammo l’un l’altro di mantenerla segreta. La stessa apparizione sembrava imporci il silenzio. Essa era di una tale intima natura che non era affatto facile parlarne. Forse perché era la prima manifestazione, ci fece una più grande impressione ».


Circa due mesi più tardi forse in agosto ,mentre i tre fanciulli si trovavano presso il pozzo che sta dietro la casa di Lucia :

« La seconda apparizione deve essere avvenuta a metà estate quando, a motivo dell’eccessivo caldo, conducevamo a casa il gregge nella mattinata, ritornando nel tardo pomeriggio. Trascorrevamo le ore della siesta all’ombra degli alberi che circondavano il pozzo nel podere chiamato Arniero che apparteneva ai miei genitori. Improvvisamente ci apparve lo stesso Angelo. “Che cosa state facendo? “chiese egli. ‘Pregate! Pregate tanto! I Cuori di Gesù e di Maria hanno progetti di grazia per voi. 0ffrite preghiere e sacrifici all’Altissimo “. “In che modo possiamo fare sacrifici? “ chiesi io. “Fate sacrificio di ogni cosa che fate e offritelo come un atto di riparazione per i peccati dai quali Egli è offeso e per ottenere la conversione dei peccatori. In questo modo attirerete la pace sul vostro Paese. Io sono l’Angelo Custode, l’Angelo del Portogallo. Soprattutto accettate e sopportate con sottomissione tutte le sofferenze che nostro Signore vi manderà “.

Queste parole ci fecero una profonda impressione, come una luce che ci fa conoscere chi è Dio, come Egli ci ama e desidera essere amato, che ci rivela pure il valore del sacrificio, quanto gli sia gradito e come, in base ad esso, Egli concede la grazia della conversione dei peccatori. Per questa ragione, da quel momento, noi cominciammo ad offrire tutto ciò che ci mortificava, non cercando mai altre vie di mortificazione e di penitenza, se non rimanere per ore con la fronte a terra ripetendo la preghiera che l’Angelo ci aveva insegnato ».


Verso la fine di Settembre o ai primi di Ottobre, i tre pastorelli si trovavano ancora alla Loca do Cabeço:

« Là recitammo il Rosario e la preghiera che l’Angelo ci aveva insegnato nella prima apparizione. Mentre eravamo là, Egli apparve la terza volta, portando tra le mani un calice sormontato da un’Ostia da cui cadevano nel calice gocce di sangue. Lasciando il calice e l’Ostia sospesi nell’aria Egli si prostrò a terra e ripetè questa preghiera tre volte: “SS. Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, vi adoro profondamente, Vi offro il preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Gesù Cristo, presente in tutti i Tabernacoli del mondo, in riparazione degli oltraggi, sacrilegi e indifferenze da cui Egli è offeso. E per gli infiniti meriti del Suo Sacratissimo Cuore e del Cuore Immacolato di Maria, Vi chiedo la conversione dei poveri peccatori “. Quindi, alzatosi, l’Angelo prese il calice e l’Ostia. Diede l’Ostia a me e il contenuto del calice a Giacinta e a Francesco, dicendo nello stesso tempo: ‘Prendete e bevete il Corpo di Gesù Cristo, orribilmente oltraggiato dagli uomini ingrati. Riparate i delitti e consolate il vostro Dio “.

Ancora una volta si prostrò a terra, ripetè tre volte la preghiera della SS. Trinità e scomparve.Costretti dalla forza soprannaturale che ci circondava, imitammo tutto ciò che l’Angelo aveva fatto, prostrandoci a terra e ripetendo le preghiere da lui recitate. Sentivamo così intensamente la presenza di Dio da essere completamente sommersi e assorbiti da essa. Ci sembrò per un tempo considerevolmente lungo, di essere privi del nostro corpo e dei nostri sensi. Durante i giorni seguenti. tutta la nostra attività era compresa da quello stato soprannaturale. Internamente sentivamo una grande pace e una grande gioia, che lasciavano l’anima come immersa in Dio ».

Le apparizioni dell’Angelo sarebbero certamente rimaste sconosciute al mondo intero se ad esse non avessero fatto seguito altre ed ancor più straordinarie apparizioni, delle quali i tre fanciulli di Aljustrel furono sì i soli interlocutori, ma alle quali furono presenti folle numerose di credenti e di increduli, di dotti e di semplici .

  Maria
La Beata Vergine Maria, la Madre di Dio, apparve a tre pastorelli a Cova da Iria (Conca di Iria), vicino alla città di Fatima, Portogallo, tra il 13 maggio e il 13 ottobre 1917, per sei volte.

1^ apparizione

Era la Domenica 13 Maggio 1917. I tre cuginetti, dopo aver assistito alla S. Messa nella Chiesa parrocchiale di Fàtima, tornarono ad Aljustrel per prepararsi a condurre al pascolo il loro gregge. Il tempo era splendido e decisero di andare, questa volta, fino alla Cova da Iria, la grande radura a forma di anfiteatro delimitata verso Nord da una piccola altura.

Verso mezzogiorno, dopo aver recitato una corona del rosario, come fanno abitualmente, giocano a costruire una piccola casa con pietre raccolte sul luogo, dove oggi sorge la basilica. All’improvviso vedono una gran luce e, pensando si tratti di un lampo, decidono di andarsene, ma sopraggiunge un altro lampo che illumina lo spazio e vedono sopra un piccolo elce — dove ora si trova la Cappellina delle Apparizioni — una "Signora più splendente del sole", dalle cui mani pende un bianco rosario. Narra Lucia :

« Qui mentre giocavo con Giacinta e Francesco in cima alla collina a fare piccole mura con sassi intorno a un cespuglio di ginestra chiamato “moita “, improvvisamente vedemmo una folgore, come di lampi. “C’è una folgore di lampi, dissi io ai miei cugini, può darsi che venga il temporale, sarebbe meglio andare a casa “Sì, certo “, dissero essi.
E cominciammo a discendere la collina guidando il gregge lungo la strada. Quando arrivammo ad un grande leccio a metà strada dal pendio, la luce sfolgorò ancora. Pochi passi più avanti scorgemmo una bella Signora vestita di bianco, ritta sopra un leccio, vicino a noi. Ella era più luminosa del sole, raggiante di una luce sfolgorante...

Colpiti da stupore, ci arrestammo davanti a questa visione. Eravamo così vicini da essere immersi nella luce che irradiava dalla sua Persona, alla distanza di circa un metro. Quindi la Signora disse: “Non abbiate paura, non vi farò del male “.
“Da dove venite? “Io chiesi.
“Vengo dal Cielo “.
“Che cosa volete da me?
“Vengo per chiedervi di venire qui per sei mesi consecutivi, il giorno 13 alla stessa ora. In seguito vi dirò cosa io voglio. E ritornerò qui ancora una settima volta “.
“E io andrò in Cielo? “Sì ci andrai”. “E Giacinta? “Anch’ella ci andrà “. “E Francesco?
“Vi andrà pure lui, ma prima dovrà recitare il suo Rosario"
Mi sovvenne di chiedere di due ragazze morte recentemente. Esse erano mie amiche ed erano solite venire a casa mia ad imparare a tessere con la mia sorella maggiore. “Maria Das Neves è in Paradiso? “Sì “. (Penso ella avesse 16 anni) “E Amelia?
“Ella rimarrà in Purgatorio fino alla fine del mondo “. (Mi pare avesse 18 o 20 anni)
“Volete offrire a Dio tutte le sofferenze che Egli desidera mandarvi in riparazione dei peccati dai quali Egli è offeso, e per domandare la conversione dei peccatori? "
“Sì lo vogliamo “.
“Andate dunque, perché avrete molto da soffrire, ma la Grazia di Dio vi conforterà"

Mentre pronunciava queste ultime parole (la Grazia di Dio...), Nostra Signora aprì per la prima volta le sue mani e riversò sopra di noi una luce così intensa che penetrò nei più reconditi recessi del nostro cuore facendoci rispecchiare in Dio molto più chiaramente che se ci fossimo rispecchiati in uno specchio. Poi, spinti da un interiore impulso cademmo in ginocchio, ripetendo nei nostri cuori: “SS. Trinità, io Vi adoro! mio Dio, mio Dio, Vi amo nel SS. Sacramento! “.

Dopo alcuni momenti, Nostra Signora parlò ancora: “Dite il Rosario ogni giorno per ottenere la pace nel mondo e la fine della guerra". Incominciò quindi ad ascendere lievemente salendo verso oriente: la luce che la circondava sembrava aprire un sentiero di fronte a Lei, finché Ella alla fine scomparve nell’immensità dello spazio; ecco perché noi a volte abbiamo detto di aver visto il Cielo aprirsi ».


Durante l’apparizione solo Lucia aveva conversato con la « Signora »; Giacinta aveva sì udite le parole, ma non aveva parlato; Francesco non aveva neppure udito quello che la Signora diceva: tutti e tre però l’avevano vista, straordinariamente bella, vestita con una tunica bianca che scendeva fino ai piedi e con un lungo mantello che le copriva il capo, con la bianca corona del Rosario nella mano destra e con i piedi poggiati su una piccola nube, al di sopra del leccio...

La loro meraviglia e la loro gioia era al colmo. Giacinta, come fuori di sé, batteva le mani esclamando: « Che bella Signora! Che bella Signora! Era la Santa Vergine! ». Quel pomeriggio passò in un baleno. I tre fanciulli non sapevano staccarsi dal leccio ove la « Signora era apparsa », e solo quando il sole stava già per tramontare, fu Lucia a richiamare i cuginetti alla realtà: raccolse il gregge e, raccomandando di non dire a nessuno quanto avevano visto, riprese la strada di casa.

2^ apparizione

Il 13 di Giugno, giorno di S. Antonio, è grande festa in  tutto il Portogallo: benché morto a Padova, S. Antonio è infatti nato a Lisbona ed è patrono della Nazione portoghese. Per di più la Chiesa parrocchiale di Fatima era dedicata al Santo ed in paese, oltre le solenni funzioni religiose, c’era in quel giorno la fiera, grande attrazione per tutti i bambini.

In casa Marto si era dimenticato che quello era anche il giorno dell’appuntamento con la « Signora della Cova d’Iria », e mamma Olimpia rimase stupita quando la piccola Giacinta le chiese di poter andare alla Cova. « Ma come, non vuoi venire alla festa di S. Antonio? ».
« No, mamma, rispose seria Giacinta, Sant’Antonio non è bello.., la Madonna è molto più bella ».

Verso le ore undici di quella mattina, insieme ai tre fratelli alla Cova di Iria c’erano almeno cinquanta persone che, o per devozione o per curiosità, vollero essere presenti all’appuntamento. Racconta Lucia :

« Dopo aver recitato il Rosario con Giacinta, Francesco e le altre persone presenti — è sempre Lucia che racconta — noi vedemmo che si avvicinava ancora il riflesso della luce (che noi chiamavamo lampo) e ancora, come in Maggio, la Signora apparve sopra il piccolo leccio. “Che cosa volete da me? “ domandai. “Voglio che veniate qui il 13 del prossimo mese. Voglio che recitiate ogni giorno il Santo Rosario e impariate a leggere.’ In seguito vi dirò che cosa altro voglio" Io poi chiesi alla Signora di guarire una ammalata. “Se ella si emenderà sarà guarita quest‘anno"

Appena pronunciò queste ultime parole la Signora aprì le mani e ci comunicò, per la seconda volta, l’immensa luce che l’avvolgeva. In questa luce ci potemmo vedere immersi in Dio. Giacinta e Francesco sembravano essere nella luce che saliva verso il Cielo, mentre io ero in quella che scendeva verso la terra. Davanti al palmo della mano destra della Signora c’era un cuore circondato da spine che lo tra figgevano. Noi capimmo che si trattava del Cuore Immacolato di Maria oltraggiato dai peccati della umanità, e quindi Ella chiedeva riparazione ».« Questo è ciò che riferimmo, quando dicemmo che Nostra Signora ci aveva comunicato un segreto in giugno. La Signora non ci ordinò di mantenere questo segreto in questa occasione, ma noi ci sentivamo indotti a fare ciò da Dio ».


3^ apparizione .


Frattanto però, indipendentemente dalle decisioni di Lucia, il concorso popolare sui luogo delle apparizioni si faceva sempre più imponente. Davanti al piccolo elce fu costruito un rozzo arco di trionfo sormontato da una croce, accanto al quale parecchi pellegrini venivano tutti i giorni a pregare. La sera del 12 Luglio una gran folla di fedeli era accampata alla cova in attesa degli avvenimenti del giorno dopo. Racconta Lucia :

« Quella sera io chiamai i miei cugini e comunicai loro la mia decisione di non andare alla Cova. Allora Giacinta mi disse che avrebbe parlato lei alla Signora, ma poi si mise a piangere dicendo: “Perché non vuoi venire con noi?
“No, io non verrò! E se la Signora chiede di me dille che non sono venuta perché avevo paura che fosse il demonio... Ma il giorno dopo, avvicinandosi il momento dell’appuntamento con la Signora, mi sentii sospinta da una forza alla quale non potei resistere. Mi misi allora in cammino e passai da mio zio per vedere se Giacinta era ancora a casa: la trovai con Francesco, inginocchiata ai piedi del letto, tutta in lacrime.
“Allora voi non andate? E già ora, dissi io “Senza di te non abbiamo il coraggio. Vieni con noi... “Muovetevi allora, perché io sono già in cammino!” Il loro volto si inondò di gioia e partirono con me ». « Alcuni momenti dopo il nostro arrivo alla Cova da Iria, vicino al leccio, dove un gran numero di persone stava recitando il Rosario, abbiamo visto ancora una volta la luce lampeggiare e un minuto dopo Nostra Signora apparve sul leccio.

“Che cosa volete da me? “.
“Voglio che voi veniate qui il 13 del prossimo mese. Continuate a recitare il Rosario tutti i giorni, in onore di Nostra Signora, per ottenere la pace nel mondo e la fine della guerra, perché solo Ella la può ottenere “.


“Desidero che ci diciate chi siete voi, e che compiate un miracolo, così tutti crederanno che voi ci siete veramente apparsa “. “Continuate a venire qui ogni mese. In ottobre vi dirò chi sono e che cosa voglio e compirò un miracolo affinché tutti possano credere “.
Qui ho fatto alcune domande in favore di alcune persone che non posso ricordare. Ciò che ricordo è che la Signora disse che era necessario per quelle persone dire il Rosario per ottenere le grazie durante l’anno. E continuò:

“Sacrificatevi per i peccatori, e dite spesso, specialmente quando compite qualche sacrificio: ‘Gesù, questo è per Vostro amore, per la conversione dei peccatori e in riparazione dei peccati commessi contro il Cuore Immacolato di Maria “.

Dicendo queste ultime parole, la Signora aprì le mani, come aveva fatto durante i due mesi precedenti. La luce proveniente da esse sembrava penetrare la terra e vedemmo un mare di fuoco. Immersi in questo fuoco c’erano demoni e anime che sembravano tizzoni trasparenti, alcuni neri o bronzei, in forme umane, portate intorno dalle fiamme che uscivano da essi assieme a nuvole di fumo. Essi cadevano da tutte le parti, proprio come le scintille cadono dai grandi fuochi, leggere, oscillanti, tra grida di dolore e di disperazione, che ci atterrirono fino a farci tremare di paura. (Deve essere stata questa vista che mi fece gridare; la gente infatti dice di avermi sentita dare un grido). I demoni potevano essere distinti dalla loro somiglianza a orribili ripugnanti e sconosciuti animali, incandescenti come carboni accesi.

Atterriti e come per supplicare aiuto, alzammo gli occhi verso Nostra Signora, la quale ci disse con gentilezza, ma anche con tristezza: “Avete visto l’inferno, dove vanno le anime dei poveri peccatori. Al fine di salvarli Dio desidera di stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato ».


Fin qui la Signora aveva chiesto « preghiera e penitenza »perché gli uomini possano salvarsi dall’Inferno eterno; ma ora chiede « preghiera e penitenza » perché l’umanità possa evitare anche i giusti castighi di Dio su questa terra:
« Se farete quanto vi ho detto, molti si salveranno e ci sarà la pace. La guerra finirà, ma se gli uomini non cesseranno di offendere Dio, scoppierà un’altra e più terribile guerra durante il Pontificato di Pio XI. Quando vedrete che una notte si illuminerà di una luce sconosciuta, sappiate che quello è il segno che Dio vi dà, che punirà il mondo per i suoi crimini con la guerra, con la fame, con la persecuzione della Chiesa e del Santo Padre. Per impedire ciò, io verrò a chiedere la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato e la Comunione di riparazione nei primi sabati. Se i miei desideri saranno soddisfatti la Russia si convertirà e regnerà la pace. Se no, la Russia diffonderà i suoi errori nel mondo, causando guerre e persecuzioni alla Chiesa. Il buono sarà martirizzato, il S. Padre avrà molto da soffrire e molte nazioni saranno annientate.Ma alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà. Il S. Padre consacrerà la Russia a me ed essa si convertirà e un periodo di pace sarà concesso al mondo »
.

Alla fine la Signora raccomandò di non dire a nessuno alcune cose che evidentemente non sono qui riferite. Si tratta del cosiddetto « Segreto di Fàtima » ancora avvolto nel mistero: « Non dire questo a nessuno. Puoi dirlo a Francesco ». Qualunque sia il contenuto di questo segreto, ciò che conta per noi è non essere sordi al richiamo della Vergine di ritornare a una vita veramente cristiana, se vogliamo evitare i castighi di Dio.

Proprio per questo la Vergine aggiunse: « Quando recitate il Rosario, dopo ogni mistero dite: “Gesù mio, perdonateci, preservateci dal fuoco dell’Inferno, portate in Cielo tutte le anime, specialmente quelle più bisognose - Seguì un breve silenzio; poi chiesi: “C’è ancora qualche cosa che volete da me? “No, per oggi non voglio più nulla da te"E, come nelle precedenti apparizioni, Ella cominciò a salire in direzione dell’oriente, finché scomparve nell’immensità dello spazio ».


Durante l’ apparizione più di quattromila persone erano raccolte attorno al piccolo leccio nella Cova da Iria! I quotidiani portoghesi, non potendo più oltre ignorare il grande movimento di folle, incominciarono a riportare servizi sui fatti di Fàtima

La 4^ apparizione

Il 13 di Agosto i tre pastorelli furono impediti dal sindaco di recarsi all'appuntamento. Narra Lucia :

« Siccome è già stato detto ciò che accadde in questo giorno, non mi dilungherò qui, ma passerò all’apparizione, che, secondo me, avvenne il 15 nel pomeriggio. Siccome non sapevo ancora computare i giorni del mese, può darsi che mi sia sbagliata. Ma ritengo sia stato lo stesso giorno in cui siamo tornati da Villa Nuova de Ourém. Eravamo con le pecore in un posto chiamato Valinhos, mi accompagnavano Francesco e suo fratello lodo, quando sentimmo qualcosa di soprannaturale che si avvicinava e ci avvolgeva.

Sospettammo fosse la Signora e spiacenti perché Giacinta avrebbe perso la visione, chiedemmo a suo fratello Jodo di andare a chiamarla. Siccome si rifiutava di andare gli offrii due monete ed allora andò di corsa. Nel frattempo Francesco e io vedemmo lo sfavillio della luce, che noi chiamavamo folgore, e dopo qualche minuto dall’arrivo di Giacinta, vedemmo la Signora su un leccio. “Che cosa volete da me? “
“Voglio che continuiate ad andare alla Cova da Iria il 13 e che continuiate a recitare il Rosario ogni giorno. In Ottobre compirò un grande miracolo, così che tutti crederanno “.

“Cosa volete che si faccia dei soldi che la gente lascia alla Cova da Iria? “.
“Procurate con essi due portantine una per te e per Giacinta da portare con due altre ragazze vestite in bianco, l’altra per Francesco da trasportare con altri tre ragazzi. I soldi posti sopra la portantina saranno per la festa di Nostra Signora del Rosario, e ciò che avanzerà sarà un fondo per la costruzione di una cappella

“Vorrei chiedervi la guarigione di alcune persone malate “.
“Sì, ne guarirò alcune durante l’anno “.

Quindi con espressione rattristata disse:
“Pregate, pregate molto e fate sacrifici per i peccatori, perché molte anime vanno all’Inferno perché non hanno nessuno che preghi e faccia sacrifici per esse"
La Signora cominciò quindi a salire, come il solito, verso est . »


La 5^ apparizione


Il 13 Settembre la « Cova » era letteralmente invasa dai pellegrini: venticinque o trentamila, forse anche di più. Ed ecco il racconto di Lucia:

« Avvicinandosi l’ora mi incamminai con Giacinta e Francesco, ma a motivo della folla che ci circondava potevamo avanzare solo con difficoltà. Le vie erano affollatissime, tutti volevano vederci e parlarci. Signore e signori, come pure il semplice popolo, lottavano per aprirsi un varco tra la folla e raggiungerci, e si gettavano in ginocchio di fronte a noi supplicandoci di portare le loro petizioni alla Signora. Molti che non avevano la possibilità di avvicinarsi a noi gridavano da lontano: “Per amore di Dio, chiedete alla Signora di guarire mio figlio zoppo!” gridò uno. E un altro: “E il mio che è cieco! “. E un altro ancora: ‘E il mio che è muto! “. “Che mio figlio e mio marito ritornino dalla guerra! “. “Che Nostra Signora mi converta, perché sono peccatore! “. “Che mi guarisca dalla tubercolosi! “.

Ogni specie di afflizione umana sembrava essere là. Alcuni si arrampicavano sugli alberi o sui muri per vederci passare. Noi cercavamo di rispondere ad alcuni, e di sollevare altri che stavano inginocchiati a terra. Grazie ad alcuni uomini che ci aprivano il passaggio tra la folla, riuscimmo ad andare avanti.
Ora, quando leggo le meravigliose scene del Nuovo Testamento sul passaggio di Nostro Signore attraverso la Palestina, penso alle nostre povere strade e ai sentieri di Aljustrel, Fàtima e Cova da Iria, e ringrazio Dio, offrendogli la fede del nostro buon popolo portoghese. E penso che se essi si umiliavano così tanto di fronte a tre poveri bambini, solo perché ad essi è stata benevolmente concessa la grazia di parlare con la Madre di Dio, che cosa non avrebbero fatto se avessero visto Nostro Signore in persona davanti ad essi? Tutto ciò non ha niente a che fare con l’argomento; è stata una distrazione della mia penna che mi ha fatto deviare — un’inutile digressione. Alla fine arrivammo alla Cova da Iria, e davanti al leccio incominciammo a recitare il Rosario con il popolo. Dopo un po’ vedemmo la luce e Nostra Signora sul leccio.

‘Continuate a dire il Rosario per la fine della guerra. In ottobre S. Giuseppe apparirà con il Bambino Gesù a benedire il mondo. Il Signore si compiace dei vostri sacrifici, ma Egli non vuole che voi dormiate con la corda: cingetela solo durante il giorno"

“Mi hanno detto di chiedervi molte cose: la guarigione di alcune persone malate, di un sordomuto...”.
“Sì guarirò alcuni, ma non altri. In ottobre compirò un miracolo, così che tutti crederanno “.

Incominciò quindi a salire come il solito e scomparve . »


Il Canonico Dott. Giuseppe Galamba de Oliveira, Vicario generale della Diocesi di Leiria , allora giovane seminarista, era presente alla Cova da Iria in quel 13 di Settembre. Egli si trovava mischiato alla folla quando vide apparire nel cielo un grande globo luminoso che si spostava lento e maestoso verso occidente.

La folla era estatica e al colmo della meraviglia quando ecco piovere dal cielo una miriade di fiocchi bianchi, simili a petali di fiori o a fiocchi di neve. La gente alzava le mani o stendeva i cappelli per poterli raccogliere, ma essi svanivano a pochi metri da terra. Oltre a ciò, una nuvoletta bianca, simile ad una fumata d’incenso si innalzò dal leccio, mentre fu notata una sensibile diminuzione della luce solare. Ma questi fenomeni non furono visti da tutti i presenti.

La 6^ apparizione

Dopo questa apparizione i tre fanciulli furono visitati da parecchie persone che, spinte da devozione o dà curiosità, volevano vederli, raccomandarsi alle loro preghiere, sapere da loro qualcosa di più su quanto avevano visto e udito.

Si giunse così alla vigilia del 13 Ottobre 1917: l’attesa per il grande prodigio promesso dalla « Signora » era spasmodica. Già la mattina del 12 la Cova da Iria era invasa da gente venuta da ogni parte del Portogallo (si calcolarono essere più di 30.000 persone) che si accingeva a passare la fredda notte all’aperto, sotto un cielo coperto di nubi. Verso le 11 del mattino incominciò a piovere: la folla (che a quell’ora toccava le 70.000 persone) restò stoicamente sul posto, con i piedi nel fango, con gli abiti inzuppati, in attesa dell’arrivo dei tre pastorelli. Ancora Lucia:

« Avendo previsto un ritardo per la strada, — lasciò scritto Lucia — uscimmo di casa prima. Nonostante la pioggia torrenziale, la gente si accalcava lungo la strada. Mia madre, temendo che quello fosse l’ultimo giorno della mia vita e preoccupata dall’incertezza di ciò che poteva accadere, volle accompagnarmi. Lungo la via si ripetevano le scene del mese precedente, ma più numerose e più commoventi. Le strade fan gose non impedivano alla gente di inginocchiarsi a terra di fronte a noi nel più umile e supplichevole atteggiamento. Giunti alla pianta di leccio, nella Cova da Iria, mossa da un impulso interiore, dissi alle persone di chiudere gli ombrelli per recitare il Rosario .
Tutti obbedirono, e si recitò il Rosario. « Subito dopo vedemmo la luce e la Signora apparve sul leccio. “Che cosa volete da me? “

“Voglio dirti che desidero che si eriga qui una Cappella in mio onore, perché io sono Nostra Signora del Rosario. Continuate a recitare il Rosario ogni giorno. La guerra finirà presto e i soldati ritorneranno alle loro case"

“Ho molte cose da chiedervi: la guarigione di alcune persone ammalate, la conversione dei peccatori e altre cose...
“Alcune le esaudirò, altre no. E' necessario che si emendino, che chiedano perdono dei loro peccati “
. Quindi con espressione triste disse: “Non offendete più Dio, Nostro Signore, perché Egli è già troppo offeso!"

Furono queste le ultime parole che la Vergine pronunciò alla Cova da Iria. « A questo punto Nostra Signora, aprendo le mani, le fece riflettere sul sole e, mentre saliva, il riflesso della Sua persona era proiettato sul sole stesso. Questa è la ragione per cui io gridai forte: “Guardate il sole “. La mia intenzione non era quella di richiamare l’attenzione della gente verso il sole, perché io non ero conscia della loro presenza. Fui guidata a fare ciò da un impulso interiore.

Quando Nostra Signora scomparve nelle immense distanze del firmamento, oltre al sole vedemmo S. Giuseppe con il Bambino Gesù e Nostra Signora vestita di bianco con un manto blu. S. Giuseppe con il Bambino Gesù sembravano benedire il mondo: fecero infatti il Segno di Croce con le loro mani. Poco dopo, questa visione scomparve e vidi Nostro Signore e la Vergine sotto le apparenze di Addolorata. Nostro Signore fece l’atto di benedire il mondo, come aveva fatto S. Giuseppe. Questa apparizione scomparve e vidi ancora Nostra Signora,  questa volta sotto le apparenze di Nostra Signora del Carmelo ». 

Il prodigio del sole
Ma cosa videro le folle presenti in quell’ora alla Cova da Iria? Dapprima videro una piccola nube, come d’incenso, che a tre riprese salì dal luogo ove stavano i pastorelli. Ma al grido di Lucia: « Guardate il sole! » tutti alzarono istintivamente lo sguardo verso il cielo. Ed ecco che le nubi si squarciano, la pioggia cessa e appare il sole: il suo colore è argenteo, ed è possibile fissarlo senza restarne abbagliati. Improvvisamente il sole prende a girare vorticosamente su se stesso, emettendo in ogni direzione luci azzurre, rosse, gialle, che colorano in modo fantastico il cielo e la folla attonita.

Tre volte si ripete questo spettacolo, finchè tutti hanno la impressione che il sole precipiti su di loro. Dalla moltitudine erompe un grido di terrore! C’è chi invoca: « Dio mio, misericordia! », chi esclama: « Ave Maria », chi grida: « Mio Dio io credo in Te! », chi confessa pubblicamente i propri peccati e chi in ginocchio nel fango, recita l’atto di pentimento.

Il prodigio solare dura circa dieci minuti ed è visto contemporaneamente da settantanlila persone, da semplici contadini ed uomini colti, da credenti ed increduli, da gente venuta per vedere il prodigio annunciato dai pastorelli e gente venuta per beffarsi di loro! Tutti testimonieranno gli stessi fatti avvenuti nello stesso momento! Il prodigio è visto anche da persone che si trovavano fuori della « Cova », il che esclude definitivamente trattarsi di illusione collettiva. il caso riferito dal ragazzo Joaquin Laureno, che  vide gli stessi fenomeni mentre si trovava ad Alburitel, paese a circa 20 chilometri da Fàtima. Rileggiamone la testimonianza autografa:

« Avevo allora appena nove anni e frequentavo la scuola elementare del mio paese, che dista da Fàtima 18 o 19 km. Si era verso mezzogiorno, quando fummo sorpresi dalle grida ed esclamazioni di alcuni uomini e donne che passavano per la strada, davanti alla scuola. La maestra, donna Delfina Pereira Lopez, signora molto buona e pia, ma facilmente impressionabile ed eccessivamente timida, fu la prima a correre sulla strada senza poter impedire che noi ragazzi le corressimo dietro.

Nella strada il popolo piangeva e gridava, indicando il sole, senza dar risposta alle domande che loro faceva la nostra insegnante. Era il miracolo, il grande miracolo che si vedeva distintamente dall’alto del monte ove è posto il mio paese. Era il miracolo del sole con tutti i suoi fenomeni straordinari. Mi sento incapace di descriverlo come lo vidi e sentii allora. Io guardavo fisso il sole e mi sembrava pallido in modo da non accecare: era come un globo di neve che girava sopra se stesso. Poi improvvisamente parve abbassarsi a zigzag, minacciando di cadere sulla terra. Spaventato, corsi in mezzo alla gente.

Tutti piangevano, attendendo da un momento all’altro la fine del mondo. Vicino stava un incredulo, che aveva passato la mattinata a ridersi dei creduloni che facevano tutto quel viaggio a Fàtima per vedere una ragazza. Lo guardai. Era come paralizzato, assorto, spaventato, con gli occhi fissi al sole. Poi lo vidi tremare da capo a piedi e, levando le mani al cielo, cadere in ginocchio nel fango gridando: — Nostra Signora! Nostra Signora ».

Una copia fotostatica di una pagina della rivista Ilustração Portuguesa del 29 ottobre 1917 ritraente la folla che osserva il 'miracolo del sole'.

Un altro fatto è testimoniato da tutti i presenti: mentre prima del prodigio solare la folla aveva gli abiti letteralmente inzuppati di pioggia, dieci minuti dopo si trovò con gli abiti completamente asciutti! E gli abiti non possono andare soggetti ad allucinazioni!

Il medico è il Dott. Josè Proèna de Almeida Garret, professore all’Università di Coimbra , su richiesta del Dott. Formigao, rilasciò questa dichiarazione:

« . . . Le ore che io indicherò sono quelle legali, perché il governo aveva unificato la nostra ora con quella degli altri belligeranti ». « Io arrivai dunque verso mezzogiorno (corrispondente circa alle 10,30 dell’ora solare: N.d.A.). La pioggia cadeva fin dalla alba, sottile e persistente. Il cielo, basso ed oscuro, prometteva una pioggia ancora più abbondante ». « ... Io restai sulla strada sotto la “capote” dell’automobile, un po’ al di sopra del luogo ove si diceva che si sarebbero prodotte le apparizioni; infatti io non osavo avventurarmi nel pantano melmoso di quel campo arato di fresco ».

« ... Dopo circa un ora, i bambini ai quali la Vergine (così almeno essi dicevano) aveva indicato il luogo, il giorno e l’ora del t’apparizione, arrivarono. Si udirono dei canti intonati dalla folla che li circondava ». « A un certo momento questa massa confusa e compatta chiude gli ombrelli, scoprendosi anche il capo con un gesto che doveva essere di umiltà e di rispetto, e che mi suscitò stupore ed ammirazione. In realtà la pioggia continuava a cadere con ostinazione, bagnando le teste e inondando il suolo.

Mi dissero in seguito che tutta questa gente, mettendosi in ginocchio nel fango, aveva obbedito alla voce di una bambina! ». « Dovevano essere circa la una e mezza quando, dal luogo ove si,trovavano i bambini si alzò una colonna di fumo leggero, esile ed azzurrino. Essa salì verticalmente fino a due metri circa al di sopra delle teste e, a questa altezza, si dissipò. Questo fenomeno perfettamente visibile ad occhio nudo, durò alcuni secondi. Non avendo potuto registrare il tempo esatto della sua durata, non posso dire se durò più o meno di un minuto. Il fumo si dissipò bruscamente e, dopo qualche tempo, il fenomeno si riprodusse una seconda, e poi una terza volta.

. . .Io puntai il mio binocolo da quella parte perché ero convinto che provenisse da un incensiere nel quale si facesse bruciare dell’incenso. Più tardi, persone degne di fede mi hanno af fermato che lo stesso fenomeno si era già prodotto il 13 del mese precedente senza che nulla venisse bruciato, nè alcun fuoco acceso ».

« Mentre continuavo a guardare il luogo delle apparizioni in una aspettativa serena e fredda, e mentre la mia curiosità andava diminuendo perché il tempo passava senza che nulla di nuovo attirasse la mia attenzione, udii all’improvviso il clamore di mille voci, e vidi quella moltitudine, sparsa nel vasto campo... voltar le spalle al punto verso il quale già da tempo s’erano diretti i desideri e le ansie, e guardare il cielo dal lato opposto. Erano quasi le ore due ».

« Pochi istanti prima il sole aveva rotto la spessa cortina di nubi che lo nascondeva, per brillare chiaramente e intensamente. Io pure mi girai verso quella calamita che attirava tutti gli sguardi, e potei vederlo simile a un disco col bordo nitido e sezione viva, ma che non offendeva la vista. « Non mi sembrò esatto il paragone, che udii fare a Fatima, di un disco argenteo opaco. Era di un colore più chiaro, attivo, ricco e mutevole, sf accettato come un cristallo... Non era, come la luna, sferico; non aveva la stessa tonalità e le stesse macchie... Neppure si con fondeva col sole velato dalla nebbia (che d’altronde non c’era in quell’ora) perché non era oscurato, nè diffuso, nè velato... meraviglioso che per un tempo tanto lungo la folla potesse fissare l’astro splendente di luce e ardente di calore, senza dolore agli occhi e senza abbagliamento e offuscamento della retina ».

« Questo fenomeno dovette durare circa dieci minuti, con due brevi interruzioni nelle quali il sole lanciò dei raggi più brillanti e più splendenti, che ci obbligarono ad abbassare lo sguardo ». « Questo disco madreperlaceo aveva le vertigini del movimento. Non era solamente lo scintillio di un astro in piena vita, ma girava anche su se stesso con una velocità impressionante ». « Di nuovo si udì salire dalla folla un clamore, come un grido d’angoscia: pur conservando la prodigiosa rotazione su se stesso, il sole stava distaccandosi dal firmamento e, divenuto rosso come il sangue, si precipitava sulla terra, minacciando di schiacciarci sotto il peso della sua immensa massa infuocata. Furono momenti di terrore... » « Durante il fenomeno solare che dettagliatamente ho descritto, nell’atmosfera si alternavano vari colori... Intorno a me tutto, fino all’orizzonte, aveva preso il colore violetto dell’ametista: gli oggetti, il cielo, le nubi avevano tutti lo stesso colore.

Una grande quercia, tutta violetta, proiettava la sua ombra sulla terra ». « Dubitando di un turbamento della mia retina, cosa del resto poco probabile perchè in tal caso non avrei dovuto vedere le cose color violaceo, chiusi gli occhi appoggiandovi sopra le dita per impedire il passaggio della luce. « Ria persi allora gli occhi, ma io vidi, come prima, il paesaggio e l’aria sempre dello stesso colore violetto. « L’impressione che se ne aveva non era quella di una eclissi. Io ho assistito ad una eclissi totale di sole a Viseu: più la luna avanza davanti al disco solare più la luce diminuisce, finché tutto diventa scuro e poi nero...

A Fatima l’atmosfera, benché violetta, restò trasparente fino ai confini dell’orizzonte... » « Continuando a guardare il sole, mi accorsi che l’atmosfera era diventata più chiara. A questo punto udii un contadino che mi stava accanto esclamare spaventato: « Ma signora, voi siete tutta gialla! ». « Tutto infatti era cambiato ed aveva preso i riflessi dei vecchi damaschi gialli. Tutti sembravano ammalati d’itterizia. La mia stessa mano mi appariva illuminata di giallo.... » « Tutti questi fenomeni che ho enumerato e descritto, io li ho osservati in uno stato d’animo calmo e sereno, senza emozioni od angosce ». « Spetta ora ad altri spiegarli ed interpretarli ».


Sig. M. Avelino de Almeida, Redattore Capo del quotidiano anticlericale di Lisbona « O Seculo »

« . . .Si assiste allora ad uno spettacolo unico ed incredibile per chi non ne è stato testimone. Dall’alto della strada, intasata di carri e affollata da parecchie centinaia di persone alle quali è mancato il coraggio di scendere nei campi fangosi, si vede l’immensa folla girarsi verso il sole, ormai libero dalle nubi, in pieno mezzogiorno. L’astro ha l’aspetto di un disco d’argento pallido, ed è possibile fissarlo con gli occhi senza soffrirne la minima molestia. Esso non brucia, non acceca. La si direbbe una eclisse. Ma ecco prorompere dalla folla un clamore immenso, mentre possiamo udire le persone più vicine che gridano: “Miracolo! Miracolo! Meraviglia! Meraviglia! “. Sotto gli occhi sbalorditi di questa folla il cui atteggiamento ci trasporta ai tempi biblici, che piena di terrore, a testa scoperta, fissa il cielo, il sole ha tremato, il sole si è scosso bruscamente in un modo prima mai visto e, al di fuori di tutte le leggi cosmiche, il sole, per esprimerci con il tipico linguaggio dei contadini, “ha danzato “! ».



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