Ipogeo Naasseno degli Aureli -posteriore al 212 d.C.
Monumento della cultura gnostica ?
L’ipogeo degli Aureli (detto anche di
Aurelio Felicissimo) è
un monumento funebre privato,postosull’antica via Labicana, nell’attuale
rione Esquilino. Il cimitero venne scoperto nel 1919 all’incrocio tra
viale Manzoni e via Luzzatti, e suscitò l’ammirazione degli studiosi
per il ricco ciclo di affreschi che adorna le pareti e la cui interpretazione
resta ancora oggi un problema aperto.
Il monumento, che non è menzionato in nessuna
fonte letteraria, fu scoperto durante i lavori di costruzione di un garage.
Esso si presenta a due piani: il piano superiore, composto da una sala
che in origine era semi-ipogea e di cui oggi resta solo la parte inferiore;
e, cinque metri sotto, il piano inferiore, composto da due ambienti speculari
e completamente ipogei.
Gli ambienti sono affrescati con scene di difficile
interpretazione, ma databili intorno al 230. Con la costruzione delle
Mura aureliane e il conseguente allargamento del pomerio, il cimitero
fu abbandonato.
Il nome dell'ipogeo deriva da uno dei due ambienti
sotterranei, detto
cubicolo degli Aureli, il cui pavimento è
ricoperto da un mosaico in cui Aurelius Felicissimus dedica il sepolcro
ai fratelli Aurelius Onesimus, Aureliius Papirius e Aurelia Prima. Ad
una parete è affissa un'epigrafe marmorea in cui tale Aurelius Martinus
e la moglie Iulia Lydia ricordano la figlia defunta Aurelia Myrsina.

Nel
locale superiore troviamo raffigurati
Adamo ed Eva senza il “segno
di vergogna” con il serpente (Naas) che sale sull’albero
della Conoscenza. Il serpente (Naas) è visto come apportatore
della Conoscenza (Gnosis), quindi non vi è motivo perché l’uomo
e la donna sentano la necessità di celare le proprie vergogne
di fronte al Demiurgo.
La Conoscenza (Gnosis) apportata
da Naas è la Conoscenza del Bene
e del Male , una Conoscenza Etica ed Ontologica.
A lato della figura di Adamo ed Eva con
il Serpente (Naas) sulla destra troviamo dipinta una figura di maestro
con un rotolo in mano nell’atto di insegnare. Si tratta forse di una figura di
Maestro Gnostico, depositario dell’antica Conoscenza trasmessa
da Naas ai progenitori.
Sempre a lato della figura di Adamo ed
Eva, ma alla sua sinistra troviamo raffigurata una figura grande di
uomo con pallio con a lato una figura antropomorfica dalle dimensioni
più piccole,
che rappresenta forse il Demiurgo. La scena raffigura l’atto della
Creazione dell’Uomo ad opera del Demiurgo .

Nel
primo arcosolio, situato di fronte all’ingresso nel locale, vi
sono raffigurati i dodici apostoli e sulla volta dell’arcosolio,
in maniera un po’ nascosta e non immediatamente visibile, il
Salvatore, circondato da una specie di
corona con dei piccoli raggi.
L'insegnamento trasmesso dal
Salvatore si può attingere soltanto
guardandolo dal punto di vista degli Apostoli.
Gli apostoli sono raffigurati in atteggiamento magistrale con un
rotolo nella mano.
In un caso abbiamo addirittura un evangelista,
probabilmente Giovanni, raffigurato con la mano
contemporaneamente rivolta verso l’alto nell’atto di insegnare e verso il basso nell’atto
di stringere un rotolo.
Sul soffitto troviamo dipinta una donna velata
con due uomini ai lati, di cui uno con un bastone in mano rivolto verso
il capo della donna.
... Mentre nel Corpus Hermeticum non si fa menzione
di gruppi religiosi, la conoscenza gnostica può essere associata
anche a comunità
di credenti che continuino quelle tradizionali
o siano costituite in modo nuovo.
Le concezioni gnostiche sono così presentate spesso sotto forma
di celebrazioni cultuali del tipo di quelle delle comunità misteriche,
o assumono tratti cristiani;
sorgono così comunità miranti
a nobilitare il vangelo attraverso il mito gnostico.
Le idee gnostiche possono anche essere semplicemente
riportate in una predicazione rivolta a coloro
cui è annunciata
la conoscenza salvifica. Così gli scritti ermetici non sono rivolti
a cerchie predeterminate di persone che si radunino
per il culto, ma intende risvegliare i lettori
invitandoli a incamminarsi lungo la strada della conoscenza.
I temi fondamentali presi in considerazione nel
primo trattato vengono continuamente ripresi negli altri, ripetuti in
diverse forme. Dalla serie di questi scritti si distingue soprattutto
il tredicesimo trattato, che verte sulla
rigenerazione dell'uomo:
non nel senso di un atto sacramentale, ma solo della
conoscenza
di dio. All'inizio si afferma che nessuno può essere
salvato prima della rigenerazione ; per questo è
necessario apprenderne la dottrina, che libera
dall'inganno del cosmo.