Corso di Religione

Sommario




La vita ecclesiale, come la vive Papa Francesco, è tutta impostata per la missione. 

home



Dossiers-Migranti


commenta




powered by FreeFind



Si deve uscire da se stessi, andare verso la periferia non solo territoriale ma esistenziale, verso gli ultimi, i non credenti e non praticanti, ecc. source: Piero Gheddo

“Se la Chiesa si chiude in se stessa, diventa autoreferenziale e si ammala, invecchia. È vero che uscendo per strada, possono capitare degli incidenti. Però, tra una Chiesa accidentata che esce per strada, e una Chiesa ammalata di autoreferenzialità, non ho dubbi nel preferire la prima”.

Così Francesco fin dai primi giorni del suo Pontificato.   Non entro nel merito di questi “incidenti”, che suscitano” dubbi”, resistenze, contrarietà. Tutto va inquadrato in una visione storica, per capire quanto la Chiesa di Cristo è cambiata, incarnandosi nei vari tempi e culture, per portare a tutti la salvezza in Cristo Gesù.

I “Lefevriani” non accettano il Concilio Vaticano II (1962-1965) e si rifanno al Vaticano I (1869-1870)  e al Concilio di Trento (1545-1563). E perché non al Concilio di Firenze (1439) o un altro dei 21 Concili della Chiesa?  

     Gesù ha detto agli Apostoli: “Molte altre cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future” (Giov. 16, 12 segg.). Lo Spirito fa comprendere le parole di Cristo, che l’uomo non riesce mai a penetrare in modo esauriente.

Non esiste una comprensione autentica della Rivelazione al di fuori della Chiesa guidata dallo Spirito Santo, che rimarrà sempre con Pietro e i vescovi.

      Moltissime cose che oggi dobbiamo affrontare, ai tempi di Cristo non erano nemmeno pensabili. Tutti noi, credenti in Cristo, siamo impegnati, per fede,  ad amare e seguire Papa Francesco e ad accompagnarlo con la preghiera, la carità e la “tensione missionaria” verso gli ultimi, i lontani, le pecorelle smarrite.      

Francesco: “Voglio una Chiesa tutta missionaria”

 
     Nella Lettera ai Romani (Cap. I), San Paolo descrive gli uomini senza Cristo in termini radicalmente negativi e di aperta condanna; come altre Lettere degli Apostoli e gli Atti.

Duemila anni dopo, nel Decreto “Nostra Aetate” (n. 2) si legge: “La Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni. Essa considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che,   in molti punti differiscano da quanto essa stessa crede e propone, tuttavia non raramente riflettono un raggio di quella Verità che illumina tutti gli uomini”.

      Fra i 16 documenti del Vaticano II, il più breve e il più rivoluzionario è la “Nostra Aetate”: le religioni non cristiane, da nemiche di Cristo oggi sono preparazione a Cristo. 

Nel 1977 ho fatto un lungo in tutta l’India, parlando con numerosi vescovi. Sul dialogo con l’Induismo, dicevano che il Papa crede ai missiologi e teologi e in genere erano contrari o fortemente dubbiosi. Oggi la Chiesa dell’India ha accettato questa novità e ne sperimenta il valore.

     In due millenni, la Chiesa ha compreso sempre più profondamente il Vangelo ed è cambiata radicalmente. Ad esempio, l’Inquisizione portava a violenze contro l’uomo: condanne a morte, torture, carcere duro per gli eretici. Prevaleva il principio che la fede va difesa con tutti i mezzi. Poi la storia e la riflessione biblico-teologica hanno fatto capire il valore assoluto della persona umana e che il Vangelo condanna ogni violenza contro l’uomo.

      Il Decreto del Vaticano II “Dignitatis humanae” riconosce ad ogni persona il diritto di non subire alcuna coercizione nel professare un credo religioso. Con il “Sillabo” del 1864, il Beato Pio IX condannava la tesi sulla libertà religiosa dell’uomo. Un secolo dopo,  il Vaticano II la ritiene giusta, cioè secondo l’insegnamento di Gesù.

Per questo il cristianesimo è una religione dinamica, che si adatta ai tempi, pur rimanendo ben ferme e immutabili le verità di fede, perché la Chiesa è guidata dallo Spirito Santo, anche con Papa Francesco! Che non convoca alcun Concilio, sta riformando la Chiesa col suo esempio e i suoi discorsi e scritti, specialmente con l’Esortazione apostolica “Evangelii Gaudium” , La gioia del Vangelo (24 novembre 2013), definita “il manifesto programmatico del suo Pontificato” o anche “il manifesto missionario di Francesco”.

Il primo Capitolo chiede “La trasformazione missionaria della Chiesa”, come dice il titolo. Ecco il n. 27: «Sogno una scelta missionaria, capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l'evangelizzazione del mondo attuale, più che per l'autopreservazione.

La riforma delle strutture, che esige la conversione pastorale, si può intendere solo in questo senso: fare in modo che esse diventino tutte più missionarie, che la pastorale ordinaria in tutte le sue istanze sia più espansiva e aperta, che ponga gli agenti pastorali in costante atteggiamento di "uscita" e favorisca così la risposta positiva di tutti coloro ai quali Gesù offre la sua amicizia”.

     Papa Francesco parla spesso dei poveri e degli ultimi, ma prima viene la fede. Nella Evangelii Gaudium scrive: “L’evangelizzazione è la proclamazione del Vangelo a coloro che non conoscono Gesù Cristo o lo hanno rifiutato. Molti di loro cercano Dio segretamente, mossi dalla nostalgia del suo volto, anche in paesi di antica tradizione cristiana.


Tutti hanno il diritto di ricevere il Vangelo. I cristiani hanno il dovere di annunciarlo senza escludere nessuno, non come chi impone un nuovo obbligo, bensì come chi condivide una gioia, segnala un orizzonte bello, offre un banchetto desiderabile.

La Chiesa non cresce per proselitismo ma « per attrazione» (n.  14). E afferma: “Bisogna non perdere la tensione per l’annunzio a coloro che stanno lontani da Cristo, perché questo è il compito primo della Chiesa. L’attività missionaria rappresenta, ancor oggi, la massima sfida per la Chiesa… L’azione missionaria è il paradigma di ogni opera della Chiesa” (n. 15).

      Parole molto forti e contro corrente rispetto alla cultura dominante nella Chiesa oggi. Il giovane parroco di Calenzano (Firenze), don Paolo Cioni, mi diceva (nel 2014): “Le nostre parrocchie sono diventate delle Ong impegnate nel sociale, che lanciano appelli per aiuti ai poveri, ai perseguitati, ai disoccupati e impegnano i fedeli in queste opere e aiuti. Tutto bene, ma si dimentica spesso che il compito primo di noi preti e della Chiesa è di natura religiosa: portare Dio agli uomini e gli uomini a Dio, attraverso la fede, la preghiera, i Sacramenti, la lotta contro il peccato personale, ecc.

Se seguiamo tutte le emergenze, le povertà, le ingiustizie umane, non diciamo più con chiarezza e forza che l’uomo e la società umana hanno bisogno anzitutto di Dio, di Gesù Cristo”.

      Se non si legge la “Evangelii Gaudium”, non si capisce Papa Francesco.

L’ultimo documento missionario della Chiesa è la Redemptoris Missio. 15 anni dopo l’Ad Gentes del Vaticano II (1965-1990), San Giovanni Paolo II ha riscritto il Decreto conciliare aggiornandolo alle nuove situazioni del mondo non cristiano. La Evangelii Gaudium non è un testo di insegnamento sistematico dell’Ad Gentes, ma un inno, un’esplosione di gioia per i messaggeri del Vangelo.

      Francesco è animato dalla passione missionaria, vuole convertire il mondo a Cristo: inizia l’Anno giubilare della Misericordia di Dio, apre migliaia di porte delle chiese in ogni continente, invita tutti ad entrarvi, per gustare la dolcezza e la tenerezza del Padre nostro che sta nei Cieli e del Figlio suo Gesù Cristo, morto in Croce e risorto per salvare tutti gli uomini.

All’inizio del terzo millennio, il Vescovo di Roma si preoccupa giustamente di riformare la Chiesa richiamando lo scopo primario che Cristo le ha affidato: evangelizzare e ri-evangelizzare tutti gli uomini, cioè trasmettere anzitutto la fede.

      Perchè non parla dei “valori irrinunziabili” della fede? Non li afferma e non li nega. Ma prima viene la fede, poi seguirà la morale!

San Francesco di Sales, nel suo Teotimo (o Trattato dell’Amore di Dio), nel tempo dei Giansenisti (rigoristi, il 1600) scriveva la famosa frase: “Si prendono più mosche con una goccia di miele, che con un barile di aceto”.       
Papa Francesco non si mette mai contro chi si oppone al cristianesimo, alla Chiesa. Stimola i fedeli ad essere “tutti missionari” (a volte in termini un po’ rudi, lui che parla a braccio! “Dovete dare tutto per Gesù e il Vangelo, voi non date tutto!”); denunzia le persecuzioni, ma non giudica i persecutori, non vuole “guerre di religione”!

Per combattere il terrorismo di matrice islamica non ci vuole la guerra, ma “ il Dialogo ”. Ma questo in un altro blog.




Top





Sommario

DISCLAIMER. Si ricorda - ai sensi della Legge 7 marzo 2001, n. 62 - che questo sito non ha scopi di lucro, è di sola lettura e non è un "prodotto editoriale diffuso al pubblico con periodicità regolare" : gli aggiornamenti sono effettuati senza scadenze predeterminate. Non può essere in alcun modo ritenuto un periodico ai sensi delle leggi vigenti né una "pubblicazione"  strictu sensu. Alcuni testi e immagini sono reperiti dalla rete : preghiamo gli autori di comunicarci eventuali inesattezze nella citazione delle fonti o irregolarità nel loro  uso.Il contenuto del sito è sotto licenza Creative Commons Attribution 2.5 eccetto dove altrimenti dichiarato.