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ALTRUISMO - disposizione a vivere e a spendersi gratuitamente per gli altri; sinonimo di generosità, benevolenza, gratuità. Non è una virtù esclusiva delle persone religiose o credenti.

ATTO MORALE
E' l'atto personale, consapevole e libero, compiuto in conformità o in trasgressione della norma morale. Tre sono dunque le condizioni necessarie della moralità di un atto: la consapevolezza, la libertà e la relazione con una data norma.

AUTORITARISMO
Abuso di autorità in politica (assolutismo), in educazione (rigorismo intransigente), in religione (dogmatismo, clericalismo). In educazione morale è un metodo che non solo afferma abusivamente il primato della legge sul soggetto, ma esercita il potere educativo in modo costrittivo, con prevedibili effetti negativi sul soggetto in educazione. Non meno perversi, all'opposto, sono gli effetti dell'affi-autornarismo o dei permissivismo (in morale, dei lassismo), intesi come abbandono intenzionale di un sistema, anche minimo, di norme di condotta.

BENI MATERIALI - Sono i beni di consumo, i beni immobili, il capitale in denaro, i beni economici in genere.
Sono detti anche "beni strumentali" perché servono come mezzi per il sostentamento e lo sviluppo della vita quotidiana.

BISOGNO- è uno stato di insoddisfazione dell'uomo dipendente da sue esigenze corporali e/o spirituali, individuali e/o collettive. Accanto ai bisogni primari (nutrirsi, ripararsi dalle intemperie ) esistono anche dei bisogni secondari ( o di civiltà ) che si presentano e si sviluppano man mano che l'uomo avanza sulla strada del progresso sociale e civile ( cultura, istruzione, viaggi, sport, comfort, ecc. ) Possiamo inoltre distinguere fra bisogni individuali ( ad esempio rinnovare il guardaroba), collettivi ( ad esempio il fatto che un condominio abbia una adeguata illuminazione ) e pubblici ( ad esempio sanità, trasporti, mantenimento dell'ordine pubblico ).

CAPITALE - nel linguaggio comune, è un termine che indica il patrimonio di un individuo o di un'azienda sotto il profilo sia finanziario sia reale. Nella pratica medievale mercantile designava una somma di denaro produttrice di interesse, cioè il credito "principale" o "capitale" (dal radicale latino "caput"), in quanto distinto dal credito derivato rappresentato dall'interesse. Il capitale è costituito dai beni utilizzati non per soddisfare immediatamente dei bisogni ma per essere impiegati nella produzione di altri beni. I beni capitali soddisfano infatti in maniera indiretta i bisogni dell'uomo permettendo la produzione di altri beni e contribuendo al soddisfacimento di bisogni futuri. La formazione del capitale si ha secondo questa sequenza: produzione, distribuzione di reddito, risparmio (astensione dal consumo), capitale . L'impiego del capitale dà luogo ad investimento produttivo: i beni prodotti per essere impiegati nel ciclo produttivo sono detti beni di investimento, cosa che rende possibile l'incremento della base produttiva.

CAPITALISMO- è un sistema economico e sociale che ha come presupposto presuppone la proprietà privata. In esso i mezzi di produzione appartengono a coloro che hanno investito i capitali e la distribuzione del surplus è congruente con tale fisionomia. L'apparizione di un sistema economico definibile come capitalismo è associata all' affermazione del ruolo determinante del capitale, intendendo con esso l' insieme dei mezzi materiali necessari a gettare le basi di un processo sostenuto e continuo di espansione produttiva caratterizzato dall'impiego di capitale fisso (macchinari ed impianti) disponibili in forma concentrata nelle mani di singoli operatori. Il capitalismo ha la sua prima attuazione in Inghilterra (seconda metà del secolo XVIII) e una piena espansione sempre in Inghilterra , modello classico di capitalismo , nella prima metà dell'Ottocento. Si parla per tale epoca di capitalismo liberistico/imprenditoriale , cui subentrano poi forme diverse , ad esempio il capitalismo caratterizzato da oligopolio/monopolio con prevalenza graduale del capitale finanziario ( seconda metà dell'Ottocento quando capitalismo e colonialismo/ imperialismo si intrecciano fortemente). Il capitalismo ha convissuto e convive con forme diverse di Stato: da quello liberale a quello protezionista a quello keynesiano-interventista a quello neoliberista .
Sistema economico capitalistico:
Le caratteristiche di esso sono due:
- i mezzi di produzione appartengono alla classe dei capitalisti
- i lavoratori, non disponendo dei mezzi di produzione, devono vendere la propria capacità lavorativa che diventa una merce, denominata forza lavoro.
Nel capitalismo i fattori di produzione (capitale, terra, lavoro) appartengono a individui formalmente liberi, che ne dispongono senza alcun vincolo giuridico, e che possono scambiare quello che possiedono in modo privatizzato.
Il mercato è il luogo in cui avviene l'incontro fra domanda e offerta dei beni e dei fattori di produzione . Quando domanda e offerta si incontrano- presupponendo un mercato di concorrenza perfetta- si formano i prezzi sia dei beni ( merci) che dei fattori di produzione (diventati anch'essi merci). La cessione dei mezzi di produzione avviene in mercati appositi ( del lavoro, della terra, del capitale) : il mercato è quindi l'altra caratteristica peculiare del sistema capitalistico.
Il capitalismo si configura perciò come un sistema di mercati e, poiché il prezzo è il risultato dell'agire della domanda e dell'offerta , esso è l'indicatore più efficace di quanto sta avvenendo in ogni mercato.
Poiché inoltre gli scambi devono essere attuabili in maniera pratica e veloce, la moneta diventa essenziale e, dato che essa aiuta la circolazione delle merci ma può anche essere risparmiata, è resa possibile un'accumulazione di ricchezza senza che vi sia un'accumulazione concreta di merci e prodotti.
L'economia capitalistica si è imposta , a partire dal Settecento e Ottocento, come sistema dominante di produzione- distribuzione-consumo. Essa ha consolidato al momento , nonostante il sorgere ( ma anche il tramontare) di modelli alternativi di economia, come quello emerso con la rivoluzione russa del 1917 e successivamente con gli stati sorti intorno al modello sovietico dopo la seconda guerra mondiale, la sua egemonia.

Capitalismo come modello standard di riferimento  
Tale espressione vuole indicare che le caratteristiche del capitalismo sono quelle indicate nell'apposita voce del presente glossario e che, tuttavia, sotto un'etichetta generale e ben individuabile, possono essere comprese differenze anche notevoli, tutte però compatibili con il sistema capitalistico o che il capitalismo ha reso compatibili con se stesso. Si può infatti distinguere fra capitalismo imprenditoriale , quello della prima rivoluzione industriale , un capitalismo manageriale, quello delle società per azioni, un capitalismo di libero mercato, un capitalismo oligopolistico o monopolistico, un capitalismo "keynesiano" , un capitalismo neoliberistico, un capitalismo delle multinazionali, ecc.

CONSUMISMO - Tendenza ad acquistare e consumare beni materiali in eccesso rispetto alle vere necessità o solo come segno di prestigio sociale; la pubblicità è spesso un forte incentivo al consumismo.

DIALOGO ECUMENICO - Insieme di tentativi (teologici, liturgici, diplomatici) per raggiungere l'unità tra le Chiese cristiane.

DIALOGO INTERRELIGIOSO - Insieme di tentativi operati da responsabili di confessioni cristiane e di religioni non cristiane per arrivare a una conoscenza e collabo razione reciproca.

DIGNITA' (della persona umana) - Qualità inerente od ogni persona, qualunque essa sia. Essa impone il rispetto della persona e proibisce contro di essa comportamenti offensivi (come la tortura). Nessun potere può togliere fa dignità a un essere umano.

DIRITTI UMANI - Bisogni essenziali della persona, che devono essere soddisfatti perché la persona possa realizzarsi dignitosamente, sia nella vita materiale (diritti economici), sia nella vita sociale (diritti sociali e politici), sia nella vita spirituale (diritti culturali e religiosi).

DISCRIMINAZIONE - differenza di trattamento tra due persone, due categorie sociali, due popolazioni: privilegiare l'una e svantoggiare l'altra. Le più frequenti sono la d. razziale, la d. sessuale, la d. religiosa.

DIVERSITA'- Ciò che distingue due o più cose tra loro, la qualità per cui una cosa è diversa dall'altra. Tale concetto, apparentemente neutro se limitato alla constatazione della diversità, si tinge di sfumature valutative (con scala di valori dal positivo al negativo e viceversa :DIVERSO=MIGLIORE<> DIVERSO=PESSIMO) a seconda dei contesti di riferimento (economico, razziale, culturale,etc.).

ETHOS
Termine greco che designa costume e carattere di un popolo o di un periodo storico. Comprende quindi il sistema di valori vissuti, le concezioni della vita, gli ideali collettivi di un gruppo. Più precisamente è l'insieme delle norme, scritte e tacite, e dei valori dominanti, che un gruppo umano storicamente situato si propone come ideale.

ETICA
Scienza che tratta dei fondamenti razionali delle norme che regolano il comportamento o il costume Individuale e sociale.Il problema centrale dell'etica è individuare qual è il senso della vita umana e indicare i mezzi per realizzarlo. Si distingue dalla morale, che studia invece le norme considerate necessarie per conseguire il senso ultimo dell'uomo.

ETICA DEONTOLOGICA-Dal greco déon = dovere. Sistema di dottrine etiche che giudica la correttezza o meno di un'azione dal fatto che corrispondano al dovere prescritto, alla norma preesistente, ai valori prescelti. Questa tendenza etica, di matrice platonico-agostiniana, difende il primato dei bene sul vero, della volontà sull'intelletto. Si oppone alla tendenza teleologica.

ETICA TELEOLOGICA-Dal greco tèlos = finalità, mèta. Sistema di dottrine etiche che valutala correttezza o falsità di un'azione dalle sue conseguenze (per es., felicità, utilità, conoscenza). Una falsa testimonianza è immorale quando danneggia un innocente, ma non sarebbe più immorale se con essa si salvasse la vita di un essere umano. Il giudizio morale dipende dunque dalla analisi della situazione effettiva, dalla valutazione dei pro e contro, e non da principi astorici assoluti.

ETICA MONDIALE - Insieme di princìpi morali accettabili da tutta l'umanità, cristiana e non cristiana, credente e non credente. II progetto inizia nel 1993 ed è tut tora allo studio di esperti.

ETNOCENTRISMO: indica la convinzione da parte di un gruppo di possedere una cultura superiore a quella di ogni altro gruppo; tale sentimento di superiorità porta ad assumere la propria cultura come parametro per giudicare le altre(eurocentrismo, usacentrismo, etc.). Questo atteggiamento è servito in larga misura a razionalizzare la politica di espansione imperialistica e coloniale delle potenze europee specie nella seconda metà dell'Ottocento quando esse hanno deciso di accaparrarsi mercati che soddisfacessero il loro bisogno di materie prime e potessero, contemporaneamente, funzionare da smaltimento per i prodotti industriali europei. L'etnocentrismo si è culturalmente anche intrecciato a teorie di tipo pseudodarwinistico (=l'etnia che ha più successo militare,economico,culturale,nella storia è superiore alle altre perchè la Natura e l'Evoluzione l'ha selezionata come tale) ed ha trovato le sue forme più esasperate nel razzismo dei secoli XIX e XX. Attualmente esso si presenta talvolta nella forma assai raffinata dell'esaltazione della differenza: mentre il razzismo tradizionale cancella la differenza, assimila a sé, accultura il diverso e ritiene che il diverso non debba permanere, il razzismo contemporaneo spesso esalta il diverso e lo segrega. Alla base di esso sta la persuasione che ognuno debba tenersi le sue differenze, con la conseguenza che però c'è un diverso migliore, destinato rimanere tale e un diverso subordinato. Una vivace reazione contro l' etnocentrismo è stata prodotta dalla scuola del relativismo culturale (M. Herskovits e R. Benedict ). Questa scuola tende a mettere in luce il significato intrinseco e incomparabile di ogni cultura, che possiede un valore in sé e può essere giudicata solo in base alle proprie categorie: questa scuola sostiene che ogni valore, ogni norma, ogni manifestazione di un bisogno e tutti i comportamenti che ne seguono, debbono e possono venire giudicati esclusivamente nel contesto di una società e della cultura entro la quale sono sorti e sono inseriti.

FANATISMO RELIGIOSO - Eccessiva considerazione del proprio credo religioso. Difesa a oltranza della propria fede. ritenuta l'unica vera, con conseguente intolleranza verso altre fedi.

GIORNATA DELLA PACE - Fu istituita dal papa Paolo VT che volle che il 1° gennaio di ogni anno fosse una "giornata mondiale per la pace"; la prima venne celebrata il 1° gennaio 1968. Ogni anno il Papa lancia un messaggio speciale per questa giornata.

GIUDIZIO MORALE
Capacità di discernere se un atto un atteggiamento è conforme o  no alla norma morale, non solo considerata in se stessa, ma tenendo conto dei moventi, delle circostanze e degli effetti dell'azione. Condizione di un giudizio morale maturo è il possesso di conoscenze chiare sull'essere e il dover essere, sui valori e sui fini, sulle motivazioni consce e inconsce e sugli ideali che spingono l'uomo all'agire.

GIUSTIZIA - Virtù per la quale si attribuisce a ciascuno ciò che gli compete per diritto.

GLOBALIZZAZIONE- con questo termine si intende la unificazione e standardizzazione di tutti i mercati mondiali rispetto ad un modello unico dominante, in cui è possibile la libera circolazione di capitali finanziari, commerciali e produttivi che si rendono in un certo modo indipendenti dai singoli governi politici. La globalizzazione, imprimendo un dinamismo senza precedenti al sistema economico, non ha però fatto diminuire le differenze fra le varie parti del mondo ma ha accentuato la funzione di predominio di un modello standard, quello capitalistico occidentale.

GRATUITA' - Carattere di una coso o di un'azione che si fa senza alcun contraccambio, senza compenso.

GUERRA DI RELIGIONE - Guerra, combattuta per motivi religiosi, tra fedeli di diversa appartenenza o tra cristiani di diversa confessione.

GUERRA GIUSTA - La teoria della "guerra giusta" è stata elaborata lungo i secoli da pensatori cristiani;essa si fondava sul diritto alla "legittima difeso".

GUERRA SANTA - In arabo "jihad", indica anzitutto lo sforzo inferiore "per percorre la strada .di Allah", indica poi l'impegno pacifico del missionario della fede, e in casi eccezionali indica la lotta militare contro gli "infedeli".

IMPERIALISMO - Politica di dominio da parte di uno Stato, che cerca di espandersi territorialmente, economicamente, culturalmente, assoggettando altri Stati o facendone degli alleati per i propri interessi.

INTEGRALISMO - Tendenza settario a conservare a oltranza la propria identità culturale o religiosa, senza accettare compromessi con altri modi legittimi di vivere la stessa identità. Tendenza a difendere unicamente i propri diritti, negando ad altri di difendere i loro. Un sinonimo corrente è "fondamentalismo".

INSEGNAMENTO DELLA CHIESA - E il pensiero dello Chiesa (Concili, papi. conferenze episcopali, sinodi) sui grandi problemi sociali e sul modo con cui i cristiani li devono affrontare.

MINORANZE (etniche, linguistiche, religiose) - Chi in uno Stato o in un territorio si distingue (o è costretto a distinguersi) dalla maggioranza. I diritti delle minoranze sono in pericolo in uno Stato di autoritarismo;sono meglio garantiti in uno Stato di democrazia (dove le minoranze vengono garantite).

MULTINAZIONALI- Il fenomeno delle imprese multinazionali comincia a nascere dopo la conclusione della seconda guerra mondiale anche a seguito degli investimenti notevoli degli USA nella ricostruzione europea e dell'internazionalizzazione del commercio. Tale fenomeno acquista però soprattutto negli ultimi dieci anni una dimensione eclatante.
Le multinazionali sono imprese oligopolistiche (cfr. nota 1) caratterizzate da grandi dimensioni : esse operano non solo all'interno del paese di origine sia per quanto riguarda le vendite, gli investimenti, il credito e l'utilizzo della mano d'opera ma potenzialmente ovunque .
Le multinazionali, inoltre, non rappresentano la pura estensione di imprese già grandi ma sono nuove istituzioni a carattere economico e con notevoli riflessi sulla politica (cfr. nel glossario stati-nazionali e crisi di essi ) che hanno cambiato i modi di produzione preesistenti.
Alla base del successo di tali imprese sta la così detta flessibilità e cioè
- riduzione del costo del lavoro ottenuta tramite la delocalizazione del lavoro dove esso costa meno
- riduzione del costo dei trasporti mediante l'installazione dell'azienda vicina al luogo di produzione delle materie prime o nel luogo in cui i prodotti vengono acquistati.
- richiesta e ottenimento di sgravi fiscali da parte degli stati che sperano generalmente in una funzione trainante delle multinazionali
- influenza sulle politiche dello stato ospitante perché rimangano stabili le condizioni sociali che possono assicurare il successo all'impresa
-spostamento al di fuori dello stato di origine delle lavorazioni inquinanti per l'alto costo che esse implicano e conseguente ricerca di territori- rappresentati in genere dai paesi poveri- che non si possono permettere legislazioni rigorose dal punto di vista ecologico
Il comportamento delle multinazionali nell'introduzione di nuovi prodotti sul mercato e nello spostamento in altre parti del mondo della produzione è caratterizzata in genere dalle seguenti fasi:
1. fase: il prodotto che necessita in genere di alta tecnologia viene lanciato sul mercato del paese sviluppato (first comer) nel quale è stato ideato . Il prodotto a causa del suo alto prezzo iniziale viene venduto ad un pubblico limitato ma rapidamente i costi di produzione vengono abbattuti grazie ad ulteriori aggiustamenti
2. fase: produzione di massa- Il prodotto oramai completamente assorbito dal mercato interno viene esportato all'estero dove è possibile ottenere anche prezzi più alti sfruttando il fattore novità
3. fase: è quella della maturità. Il mercato interno è completamente saturato e necessita di altri prodotti. L'impresa decide perciò di trasferire anche la produzione all'estero dove invece il prodotto è sempre richiesto e dove può fruire di un minor costo della forza lavoro
4. fase: può succedere che il paese di origine del prodotto diventi a sua volta importatore di esso da parte di paesi terzi dove il prodotto viene a costare meno.
Nota 1: L'oligopolio è una forma particolare di concorrenza imperfetta nella quale il mercato è dominato da poche grandi imprese. Ciascuna di esse può influire sul mercato perché copre una quota importante dell'offerta. Tale tipo di mercato è quello che caratterizza l'attuale sistema capitalistico.

MERCATO- è il luogo in cui avviene l'incontro fra la domanda e l'offerta dei beni e dei fattori di produzione.Quando la domanda e l'offerta si incontrano si formano i prezzi sia dei beni ( merci ) che dei fattori della produzione (diventati anch'essi merci ) e si stabiliscono le quantità scambiate. In economia con il termine mercato ci si riferisce esclusivamente ad un luogo astratto, ideale . Il capitalismo è un sistema di mercati. Poiché il prezzo è il risultato dell'agire della domanda e dell'offerta, esso viene ad essere l'indicatore più efficace di quanto sta avvenendo in ogni mercato e poiché gli scambi devono essere attuabili in maniera rapida e pratica, la moneta diventa essenziale in quanto per mezzo di essa si misurano i valori delle merci che devono rapidamente circolare. Si può inoltre parlare di mercati RIONALI, CITTADINI, REGIONALI, NAZIONALI, INTERNAZIONALI, oppure di mercato al MINUTO o all'INGROSSO.(<TORNA ALLA PAGINA)


MERCE- è merce ciò che è atto a soddisfare un bisogno e che può essere scambiato con qualcosa di equivalente (altra merce o denaro o "rappresentazione" del denaro stesso). Nella produzione capitalistica ogni merce ha un duplice carattere : valore d'uso e valore di scambio. Il valore di scambio presuppone sempre un qualche valore d'uso. Mentre nelle società precapitalistiche possiamo parlare di una fisionomia riconducibile a M-D-M , per la società capitalistica parliamo invece di D-M-dD, cioè di una fisionomia in cui prevale lo scopo del profitto rispetto alla soddisfazione del bisogno.(<TORNA ALLA PAGINA)

MODERNIZZAZIONE- I significati della parola possono essere vari ma, riferiti al contesto della globalizzazione, si identificano con la storia europea ed occidentale dopo la scoperta dell'America, la rivoluzione scientifica, la progressiva autonomizzazione della scienza e della tecnica, le rivoluzioni industriali (tutte, per arrivare alla rivoluzione post-industriale dell'informatica), le comunicazioni sempre più veloci e la prevalenza di una cultura ( quella occidentale, intrecciata al modello capitalistico nelle sue varie metamorfosi storiche ) rispetto alle altre(cfr. anche, fra le rubriche del sito, "La Storia")

NONVIOLENZA - Rifiuto della violenza (fisica o psicologica) come metodo di azione politica. Si traduce in resistenza passiva, disobbedienza civile, boicottaggio, e soprattutto, in azione di persuasione per "smontare" i violenti, i prepotenti, i guerrafondai...

NORDSUD - Indica il rapporto di disparità o lo squilibrio esistente tra il primo e il Terzo mondo, squilibrio che è fonte di conflitti tra paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo, e causa di flussi migratori.

OPERE DI MISERICORDIA - Gesti caritatevoli fatti per soccorrere le persone in difficoltà fisica o morale;dar da mangiare agli affamati, ospitare i pellegrini, visitare i carcerati, consolare gli afflitti...

PACIFISMO - Dottrina che rifiuta e condanna il ricorso alla guerra o ad atti violenti come mezzi per risolvere una controversia o per vendicare una aggressione subita.

POVERO - Chi è privo dei mezzi necessari per vivere e far vivere la sua famiglia. Il grado di povertà dipende anche dal contesto socio-economico in cui si vive. Si può essere poveri anche di cultura, di affetto, di relazioni sociali, di libertà...

PROSELITISMO - Azione di propaganda per attirare nuovi seguaci alla propria fede religiosa. Esistono recenti leggi civili che regolano le forme del proselitismo per difendere le persone incaute o ignoranti dalla propaganda del le sette.

RAZZISMO - E la convinzione che difende la supremazia di una razza umana su altre, fondata sul presupposto- oggi scientificamente insostenibile - che esistano razze e che alcune siano superiori a razze inferiori.

RELATIVISMO CULTURALE- Equivale in senso generale alla posizione che rifiuta ogni fondamento assoluto inteso come criterio per giudizi ed azioni e, in tale accezione, il relativismo risale alla Sofistica. Una particolare branca di Relativismo è quella evidenziatasi a seguito della scoperta dell'America : di fronte a coloro che, partendo dal parametro della cultura europea cristiana, interpretavano il diverso come selvaggio in senso negativo abbiamo la posizione di Montaigne per il quale il Relativismo diventa invece apertura al diverso. In questo caso il relativismo è l'opposto dell' etnocentrismo (cfr.) e viene assunto quale concetto chiave dell'antropologia del Novecento . Vale la pena di osservare come l'apertura al diverso talvolta sia stata anche interpretazione di per sé benevola del diverso, filtrato polemicamente in modo positivo versus il negativo costituito dalla società occidentale e idealmente ad essa contrapposto (esotismo, sauvagerie, mito del Paradiso perduto e ritrovato).

RELIGIONI MONDIALI - Religioni che hanno una diffusione geografica mondiale o che pretendono di avere una espansione mondiale; si distinguono dalle religioni tribali o etniche, diffuse a raggio locale o nazionale.

SISTEMA MORALE
Insieme coordinato e gerarchizzato di teorie valori, regole, tradizioni, che ogni società o cultura pone alla base della vita per darle un senso e un progetto da attuare.L'insieme delle norme considerate necessarie per conseguire il senso ultimo dell'uomo.

STATO - NAZIONE- A partire dal 1400 e, con maggiore nettezza dal 1500, nasce in Europa lo STATO MODERNO. Lo STATO -NAZIONE dell'Ottocento è, a sua volta, la forma politico-giuridico economica forse più significativa e perfezionata dello stato moderno il quale si presenta non solo come territorio, apparato burocratico-politico, popolazione, ma anche con una precisa fisionomia storica, culturale, linguistica ecc. per cui una certa nazione, rivendica/ribadisce la sua differenza rispetto ad altre e vuole costituirsi in stato. Non a caso l'Ottocento può essere definito come il secolo delle nazioni - di quelle già determinatesi e di quelle in divenire ( basti pensare alla Germania e all'Italia) . Lo stato-nazione , grazie all'unificazione del mercato interno, alla tutela di esso e alla capacità di avanzare verso altri mercati corrisponde efficacemente agli interessi della borghesia , classe in ascesa del secolo XIX e , con tutte le varianti del modello( basti pensare al nazionalismo, al razzismo, al colonialismo e all'imperialismo ) permane nella sua importanza almeno fino alla seconda guerra mondiale , il cui scoppio può anche essere connesso per certi aspetti all'esasperazione delle tematiche nazionalistiche e razzistiche della Germania di Hitler e dell'Italia di Mussolini alleate con il Giappone.
Il tramonto dello stato nazione avviene a partire da secondo dopoguerra, dapprima per motivi politici, a causa del determinarsi di due blocchi contrapposti e aggregati rispettivamente intorno alle superpotenze USA e all'URSS ; successivamente, dopo la caduta del muro di Berlino del 1989, subentrano invece motivi decisamente economici e riportabili alla globalizzazione. Essa infatti smantella le frontiere degli stati, esige politiche liberistiche e neoliberistiche, reclama l'abolizione di qualsivoglia forma di intervento statuale in economia rendendo obsoleto qualsiasi tipo di Welfare-State.

STATO SOCIALE -WELFARE STATE
Schema essenziale 
E' una fisionomia di Stato impensabile prima delle lotte del Novecento (cfr. organizzazioni sindacali e politiche ) e prima della grande crisi economica del 1929 (cfr. crisi del liberismo e del semplice protezionismo di Statoà rivoluzione teorica keynesiana ) . La nuova fisionomia che assume lo Stato costituisce una sorta di risposta occidentale al modello sovietico e alla sua pianificazione Si può perciò parlare, in un certo senso, di capitalismo democratico versus socialismo reale
I punti fondamentali
Economia
Premesse teoriche (cfr. J.M. Keynes)
Lo Stato interviene in economia e tende a governare , mediante un'economia mista, il ciclo economico al fine di assicurare un certo livello di occupazione.
Secondo Keynes il livello dell'occupazione è infatti determinato dalla somma degli investimenti e dei consumi ( domanda aggregata).
Gli effetti benefici dell'aumento della domanda di beni sono più che proporzionali e sono caratterizzati da MOLTIPLICAZIONE E ACCELERAZIONE.
L'economia lasciata a se stessa non ha queste capacità : da qui la necessità di un intervento statale
Oltre l'economia
Questo tipo di Stato si propone di assicurare a tutti i cittadini il soddisfacimento di bisogni primari quali l'occupazione, la casa , l'assistenza sanitaria e l'istruzione
Conseguenza: creazione di sistemi di sicurezza sociale per garantire solide basi di assistenza e previdenza , aumento dell'intervento statuale in ambito culturale-scolastico.
Lo Stato cerca di ridurre le disuguaglianze derivanti non dalle diverse capacità ma dalla nascita e dalla posizione sociale delle persone , differenze su cui le persone possono avere un controllo minimo.
Delle parole con cui si designa tale Stato quella francese è la più pregnante perché essa esprime l'idea che il fato e il destino possono essere modificati dallo Stato democratico e sociale che impersona valori umani e collettivi.
Esempi di disuguaglianze : sociali, nei vantaggi che si ricavano dai servizi pubblici , ad esempio l'istruzione, la cultura, la sicurezza, il crimine. Talvolta disuguaglianze economiche e sociali si combinano con disuguaglianze nell'accesso alla casa, alla salute, all'informazione, all'esercizio di cittadinanza , fra i sessi.
La prevenzione delle disuguaglianze può essere attuate a monte ( prima che si accumulino ) o a valle ( distribuendo reddito)
Delle parole con cui si designa tale Stato, quella francese è la più pregnante perché essa esprime l'idea che il fato e il destino possono essere modificati dallo Stato democratico e sociale il quale impersona valori umani e collettivi finalizzati a modificare le disuguaglianze sociali anche tramite i vantaggi che si ricavano dai servizi pubblici , ad esempio l'istruzione, la cultura, la sicurezza contro il crimine.
Hanno detto
".(rispetto al Welfare state) si usa distinguere il modello liberale, tipico degli Stati Uniti , da quello universalistico modellato sulle idee di lord Beveridge ,uno dei grandi architetti del welfare state da quello socialdemocratico o corporativo , caratteristico della Germania occidentale
Il welfare state liberale ha normalmente carattere residuale; esso è costruito, cioè, sul presupposto che lo Stato debba intervenire solo in condizioni estreme e nel caso in cui sia insufficiente l'azione di altre istituzioni, come la famiglia o la carità privata. La differenza principale, anche se non la sola, fra welfare state universalistico -inizialmente adottato dal sistema sanitario inglese- e corporativo si riferisce , invece, al criterio adottato per stabilire chi abbia diritto a ricevere i servizi erogati dallo stato: nel primo tutti i cittadini( tanto che si parla di diritti di cittadinanza sociale), nel secondo soltanto coloro che, in vario grado , contribuiscono a finanziarne il costo.(Maurizio Franzini in Meridiana , n.3, 1997).
"prima dell'industrializzazione gli esseri umani vivevano in comunità molto più disperse.l'industria ha raccolto sotto i suoi capannoni milioni e milioni di esseri umani,omologandoli. All'interno di quei capannoni sono maturati nuovi bisogni , richieste di identità, istanze ancora disconosciute di cittadinanza. La socialdemocrazia è stata la risposta a questi bisogni. Una risposta fatta di organizzazione ( anche burocratica) e di delega suddivisa tra sindacato e partito. Esiste, in questo, una perfetta simmetria, anche con l'organizzazione del Welfare State : i tesserati in fabbrica sono la massa salariale che paga i contributi con cui funzioneranno previdenza e sanità. Non deve perciò stupire che il mutamento nell'organizzazione economica ponga oggi in crisi, con il capannone della fabbrica tradizionale tutto ciò che con essa è nato sul piano sindacale e politico ..Ne derivano conseguenze straordinarie , nel meglio come nel rischio di devastazioni " ( G. Amato La sinistra dopo i socialisti in Micromega, gennaio 1997).

TOLLERANZA - Atteggiamento pacifico e conciliante verso ciò che è diverso da noi, ciò che è insolito, ciò che ci disturba. La tolleranza può essere Solo passiva (= rassegnazione, immobilismo), ma anche attiva (= dialogo con chi è diverso).
Tolleranza:   è un termine che designa un atteggiamento disposto a riconoscere legittimità alle idee ed ai comportamenti altrui, altresì definita come dottrina filosofico - politica che ammette la libera manifestazione di tutte le confessioni religiose e delle relative forme di culto. Il concetto moderno di tolleranza, il cui cammino è estremamente accidentato, nasce da molteplici cause e, fra esse, l' ampliarsi delle conoscenze extra europee conseguente alle crociate e alle scoperte geografiche del 1400-1500 e le guerre di religione ma ha trovato pieno riconoscimento solo con l'Illuminismo quando Tolleranza comincia a significare non solo il rispetto di fedi diverse ma, più in generale, rispetto di idee diverse e diversi punti di vista. Vale la pena di osservare come l'etimo della parola sia carico di ambiguità e implichi il riferimento al latino tolus (peso) tanto che in latino il verbo corrispondente è tipico della sopportazione della fame, del freddo, degli oneri fiscali. Quindi il tollerare si collega, come etimo, ad un qualcosa che viene ritenuto non positivo e che però viene sopportato per necessità convenienza, ecc. Solo con la piena accettazione della Tolleranza e la sua acquisizione di dignità filosofica derivante soprattutto dall'Illuminismo si è registrato un ri-orientamento semantico del termine: la tolleranza è sempre meno degnazione e sempre più obbligo corrispondente ad un diritto.

UGUAGLIANZA - Principio, di origine greco e biblica, secondo il quale ogni persona, pur differente da ogni altra, è pari ad ogni altra per dignità, diritti e destino. Ciò significa che ogni persona va sempre trattata come un fine in sé e mai come un mezzo. L'uguaglianza sta alla base della non-discriminazione.

VOLONTARIO - Chi si mette a disposizione, per sua scelta, e gratuitamente, di altre persone bisognose di cure o di accompagnamento. I volontari accorrono a portare soccorso in occasione di disastri naturali, di guerre, di epidemie, di emergenze sociali.

Welfare State / Etat- providence/ Stato sociale ( del benessere )

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