Corso di Religione

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INDUISMO
L'etica II
         


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La via del danno minore L'etica induista non è centrata sulla giustezza morale di una azione su basi razionali, filosofiche , ma sulle conseguenze karmiche dell'azione stessa.

Di fatto in India è difficile separare cultura da religione. Molte scelte vengono fatte per preferenze culturali in evidente contrasto con le dottrine religiose , ma questo è rilevante solo agli occhi di un occidentale.

Recita la Rivelazione :

Raduniamoci , parliamo insieme siano le nostre menti in armonia
Comune sia la nostra preghiera
comune sia il nostro scopo
comune il nostro proposito
comuni le nostre scelte
Uniti siano i nostri cuori
unite le nostre intenzioni
perfetta l'unione tra noi.

Rig Veda 10 - 191:2

Ahimsa
Il principio di nonviolenza è così espresso : "Gli induisti credono che tutti i viventi sono sacri in quanto manifestazione dello stesso Supremo Essere e vanno amati e riveriti "

Aborto
L'induismo considera il concepimento il momento in cui l'Atman aggrega a sè corpo, mente e tutto l'individuo. Il feto perciò non è una persona in via di sviluppo , ma è già pienamente una persona e come tale va trattato.

Al nono mese il feto ha già raggiunto uno stato di coscienza apprezzabile . secondo il testo Garbha Upanishad l'Atman ricorda di tutte le sue vite passate durante l'ultimo mese di gravidanza; memoria che poi perde al momento del parto.

Il testo Mahabharata racconta di una feto che apprendeva dal padre mentre ancora era nel grembo della madre.

Un feto abortito avrà un ritorno karmico di grande sofferenza: è stato deprivato del suo potenziale umano


D'altra parte questo grande male non è un male " assoluto" giacchè l'Atman avrà, in altre rinascite, l'ooportunità di " recuperare".

L'etica medica induista si fonda sul principio dell'Ahimsa, la nonviolenza. Per quanto riguarda l'aborto volontario il principio base indica di scegliere sempre in danno minore.

In questa prospettiva l'aborto volontario è giustificabile solo quando è necessario per salvare la vita della madre. Tutti i testi classici sono concordi.
- l' aborto volontario è paragonabile alla uccisione di un bramino ( persona sacra)
-
è peggio che uccidere un genitore
- una donna che abortisce volontariamente perde l'appartenenza alla sua casta.

Molti induisti considerano la generazione umana un dovere pubblico non solo l'espressione di una scelta individuale . (cf.: Lipner, "The classical Hindu view on abortion and the moral status of the unborn" 1989).

Di fatto ,oggi , nelle comunità induiste è praticato l'aborto perchè prevalgono le scelte culturali su quelle religiose.

La cultura popolare dominante considera una jattura la nascita di una femmina e l'aborto viene scelto come selezione del genere. Il " feticidio delle femmine" è una piaga endemica dell'India .

Controllo delle nascite
Non è proibito in India.
Alcuni testi classici forniscono consigli agli sposi su come promuovere le nascite ma anche come prevenirle con la contraccezione.

Le scelte culturali prevalgono su quelle religiose e molte donne induiste considerano la generazione come un dovere pubblico cui è sbagliato sottrarsi.

Il controllo delle nascite è praticato in India e da molti incoraggiato per il timore di un aumento vertiginoso della popolazione.

Animali
Non è rintracciabile una dottrina univoca  sul trattamento degli animali : si possono individuare alcuni principi generali anche se poi nei fatti si riscontrano molte eccezioni.

- La maggior parte degli induisti sono vegetariani
- Nessun induista nagia carne di mucca
- La macellazione di animali è di pertinenza delle caste inferiori
- La maggior parte degli induisti ritengono che gli animali siano esseri inferiori all'uomo
- Le mucche sono animali sacri
- In alcuni templi induisti si allevano animali sacri
- Le rappresentazioni di alcune divinità induiste hanno fattezze animali ( Ganesha, Hanuman, etc)

- Sono praticati sacrifici animali

Omicidio
Uccidere un vivente significa interferire con il suo cammino verso la liberazione, la salvezza dalle rinascite.

Ogni buon induista cerca di terminare la propria esistenza assicurandosi di non lasciare nulla sospeso o intentato , in vista della rinascita successiva (sannyasin) .

Pena di morte
Il principio della nonviolenza bandisce ogni pena capitale .


Un detto popolare dice : "Occhio per occhio finisce per rendere cieco il mondo" .

Non esiste comunque una dottrina univoca sull'argomento.
In India vige la pena di morte ma la Corte Suprema la applica di fatto solo in casi estremi.

Cure palliative

La morte ideale per un induista è una morte pienamente consapevole . I trattamenti palliativi del dolore in caso di malattia terminale- per esempio- costituiscono un problema se visti dalla parte della religione.

Suicidio ed Eutanasia
Se il medico accetta di fare eutanasia ad un paziente, l'innaturale separazione dell'Atman dal corpo-mente sarà causa di cattivo karma per tutti e due.

Gli ultimi pensieri prima di morire sono importanti in vista della rinascita e il pensiero del suicidio ( se pur assistito) sarebbe devastante.

Il principio della nonviolenza richiederebbe la proibizione dell'eutanasia ma molti induisti per ragioni culturali considerano la pratica dell'eutanasia una buona azione , una azione mralmente giusta.

La cultura poi si mescola inestricabilmente con la religione e dall'esterno si possono individuare due posizioni diverse rispetto al problema dell' eutanasia:
- aiutare una persona sofferente a terminare l'esistenza è una buona azione e perciò un obbligo morale. Lo stesso vale per l' utilizzo di macchine per la sopravvivenza.
- l'eutanasia interferisce con le legge delle rinascite perciò è una cattiva azione, una proibizione morale. Lo stesso vale per l' utilizzo di macchine per la sopravvivenza. Il Digiuno totale Prayopavesa, , il digiuno fino alla morte è una forma di suicidio accetata in India. Questo perchè :
- è una forma nonviolenta
- utilizza mezzi naturali
- è utilizzato solo quando il corpo non serve più
- è un processo graduale che permette di preppararsi bene al momento della morte
- è una pratica associata ad una sentimento di serenità e pace interiore. La legislazione in India fornisce alcune norme per Prayopavesa :
- il corpo è impossibilitato alle pratiche di purificazione
- la morte è un evento vicino e le condizioni di vita sono di sofferenza grave
- la decisione deve essere dichiarata pubblicamente
- l'azione deve essere eseguita sotto il controllo delle leggi .

In realtà il Prayopavesa è possibile in queste condizioni solo per gli asceti.

Donazione di organi
Non ci sono proibizioni in questo senso.
Nelle scritture vengono citati i 10 Niyamas ovvero le 10 azioni virtuose : la terza è Daan , il dono di sè .

L'unica condizione perchè l'atto sia moralmente lecito è evidentemente quella che produca una effetto benefico  .

La Guerra  
Nell'induismo si trova sia la condanna della guerra in base al principio della nonviolenza sia la considerazione della guerra come un dovere morale per la casta dei Guerrieri .

Uccidere , nella mentalità induista è un male ma non assoluto, in quanto il corpo appartiene alla illusione mentre ciò che conta è l'Atman cosciente.

La guerra non è incompatibile con la nonviolenza e non solo in caso di legittima difesa.

I Veda forniscono alcuni principi :

" Le tue armi sia così potenti da mettere in fuga il nemico
le tue braccia così forti da immobilizzarlo
siano gloriose le tue braccia, non per aver fatto il male "

Rig Veda 1-39:2

"- non avvelenare la puinta delle tue frecce
- non attaccare chi è vecchio o malato
- non attaccare donne e bambini
- non attaccare il nemico alle spalle."

Rig Veda 6-75:15

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