Corso di Religione

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INDUISMO
La religione
         


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I Concetti fondamentali Nella storia , all'interno della Tradizione , sono nate molte scuole religiose e tutt'oggi sono molteplici : non esiste una dottrina unica ed universale ma si possono codificare alcuni concetti fondamentali necessari comprenderne il linguaggio .

Unità nella diversità
" L’Induismo è una religione estremamente liberale, tollerante e universale :

"Vedi l’unità nella diversità, l’Uno divino appare nelle molte forme, immensa è la sua vastità, indescrivibile la sua gloria. Tutte le infinite terre, i soli e i pianeti che sono visti e quelli oltre la nostra percezione, esistono per suo comando. Accesa in varie forme, l’eterna fiamma è Una. Illuminando il mondo con i raggi dorati all’alba, dipingendo le nubi della sera con cangianti colori, il sole è uno."
(Rig Veda)

Composto da una miriade di fedi, culture e filosofie, unisce milioni di persone nel mondo attorno a grandi principi di base, rispettando le reciproche diversità e valorizzando la particolarità di ogni individuo. "


Brahman
Brahman
 ( lett. " sviluppo ") è un termine sanscrito all'origine di molteplici significati :

- nella sua accezione di nome "maschile", brahmā indica nei libri Veda un officiante del sacrificio vedico in grado di pronunciare i mantra relativi alla conoscenza ispirata ;
- nella sua accezione di nome "neutro", brāhman indica nei commentari degli inni vedici denominati  Brāhmana , il potere che ispira i cantori Rsi, deputati alla trasmissione orale del sapere cosmico .
-nella riflessione teologica e filosofica propria delle Upanishad  con il termine Brahman (nella forma "neutra") si indica l'unità cosmica da cui tutto procede;
-nel successivo Induismo con Brahman si indica anche Brahmā, il deva ( dio)  creatore.

brahman
Il mistico Arjuna, chiede al dio Khrishna : “Mio Signore, Suprema Persona, cosa è Brahman? cos'è l'Autoconoscenza ? Ti prego, spiegamelo! ” Il Signore Benedetto disse : “Brahman è l' Immortale, il Supremo, e la sua natura è chiamata Autoconoscenza. (Brahma-Gyan).

Brahman (da non confondersi con la divinità Brahma) è concepito come lo Spirito Universale , ovvero l'Essere infinito e assoluto, che è sia trascendente che immanente il tutto. E' la somma di tutto ciò che era che è e che sarà.

L'idea più elevata che si possa avere di Brahman è che esso è contemporaneamente esistenza e non-esistenza, colui che trascende e include il tempo, la causalità e lo spazio e di conseguenza non potrà mai essere conosciuto attraverso i sensi con i quali tradizionalmente "conosciamo" un dato concetto o un oggetto. Brahman è al di là sei sensi, della mente, dell'intelligenza, e di qualsiasi immaginazione.

Gli Indù considerano Brahman come Colui che pervade la consapevolezza che sta alla base di tutte le entità animate e inanimate. L'universo  è consapevolezza, e questa consapevolezza è il Brahman.

Brahman è l' Immortale, il Supremo, e la sua natura è chiamata Autoconoscenza.

Viene considerato sia come dotato di attributi personali (Saguna Brahman) sia privo di qualsiasi attributo (Nirguna Brahman) . Così ne parlano le Upanishad:

“A ciò che è invisibile e inafferrabile, senza famiglia né casta, senza occhi né orecchi, senza mani né piedi, permanente, onnipervadente, onnipresente, sottilissimo, immutabile, i saggi guardano come matrice di tutti gli elementi.”
(Muniaka Upanishad I.1.6.7)

teach
Il Brahman istruisce gli dèi.

Dal Brahman emerge l’etere, dall’etere emerge l’aria, da essa il fuoco, dal fuoco l’acqua e dall’acqua la terra. Questi sono gli elementi primordiali, che formano tutti gli aspetti materiali e gli aspetti morali dell’universo : al fondo di ogni essere si ritrova il Brahman.

Potremmo dire che se il mondo è fatto di sostanze e le sostanze di molecole e le molecole di atomi e gli atomi di particelle e le particelle di quanti e i quanti-energia di una ipotetica "energia primordiale", questa emana dal Brahman.

Ci sono degli esseri che vengono considerati veri e propri discendenti della Natura Brahmanica. La mucca è la creatura più sacra al Brahman.

cow Subito dopo vengono le pecore, le capre, i galli e le galline, le scimmie, i cavalli, gli elefanti, i cervi, i piccioni, le colombe , i passeri, i bufali, i maiali, i pavoni e tutti gli erbivori che amano la pace.

Queste creature sono estremamente senzienti ed emotive e sono considerate gli spiriti sacri al Brahman.

Le mucche per esempio incarnano lo spirito della Dea Madre Brahmanica , Gaia , (Madre Natura) e qualsiasi dànno venga loro fatto è da considerarsi come una potenziale minaccia alla Dea Madre stessa .

Murti
Nella realtà dell’esperienza quotidiana noi possiamo avere conoscenza solamente delle cose che cadono sotto il nostro sguardo, che possiedono cioè una forma (murta).

Murti ” è un termine sanscrito che indica una manifestazione dimensionale e visiva di una divinità. La loro forma sensibile.

Deva
"...Dio è Uno, ma i saggi lo chiamano con nomi diversi. L’Induismo è una religione monoteista.

"Conosce la verità chi conosce questo Dio come Uno. Né secondo, né terzo, né quarto Egli è chiamato; né quinto, né sesto, né settimo Egli è chiamato; né ottavo, né nono, né decimo Egli è chiamato; Egli sopravvive a tutto ciò che respira e non respira; egli possiede il potere supremo. Egli è Uno, Uno solo, in Lui tutti i poteri divini diventano Uno soltanto."( Atharva Veda )

L’induismo crede in un unico Dio, che si esprime in infiniti modi e forme, affinché ogni essere umano possa trovare la strada per realizzarlo."


I Veda parlano del Brahman come della Realtà Ultima di tutto che si manifesta in modo personale attraverso gli dèi, chiamati deva .

Gli dèi, o deva sono dunque murti ( forma sensibile) del Brahman.

“tri-murti”
datta L’espressione “ tri-murti ”, indica le tre espressioni formali più elevate del Brahman , cioè i deva Brahma , Vishnu e Shiva .

Nel linguaggio induista, accanto a murta c'è l'antonimo amurta, che significa " privo di forma sensibile, trascendente ", un essere che racchiude in sé tutte e due le caratteristiche, murta e amurta, esprime un paradosso, una contraddizione in termini ma questo è possibile se ci si riferisce al Brahman. Il termine Murtamurtam [murta - amurtam] significa "personale ed impersonale" ed è applicato al Brahman.

L'universo
" Secondo la scuola monista dell'induismo, la Realtà Cosmica è una unità integrale , l' Uno.

Essa non conosce separazioni di sorta , come soggettivo-oggettivo o spirito-materia o naturale-soprannaturale . Tutta la realtà è una ed la manifestazione di un principio base , il Brahman, che risulta trascendente-immanente .

Secondo la scuola dualista si ammette una trascendenza del Brahman , separato dalla realtà sensibile; quindi si ammette una differenziazione tra soggetto e oggetto, tra spirito e materia, etc.

Il tempo

Il ciclo del tempo è senza fine, tutto viene "proiettato" sul grande schermo che è "l’esistenza" dal Brahman e tutto poi viene riassorbito di nuovo nel Brahman stesso , il Sé.

Il tutto rimane allora "potenziale", puro, latente, in attesa della successiva emanazione (proiezione) in un ciclo eterno.

La realtà
Tutti gli universi, i " mondi" , sono l'" uscita da sè " del Sè, la manifestazione del Brahman .

Secondo la Tradizione : " Tutto ciò che è soggetto al cambiamento non è realtà. La realtà (il Brahman o Sé) è eterna ed immutabile. "

Questo concetto può sembrare inaccettabile in quanto potrebbe portare ad affermazioni quali: “Se tutto è uno, anche uno sciocco è il Brahman?”

" È il Brahman che si nasconde nei panni di uno sciocco, come il sole si nasconde dietro le nuvole. Tutti noi siamo “sciocchi” a differenti gradi, finché non abbiamo distrutto il velo dell’ignoranza che ci separa dalla realtà ( avidya). Siamo sciocchi finché non riconosciamo la nostra vera natura, che non ha nascita, non ha morte, che è pura, autoeffulgente, libera, ed è il Signore Supremo. "




Atman
Il Brahman è di natura divina, è senza forma, è eterno, assoluto. E’ superindividuale, superpersonale, e tuttavia possiede un aspetto  individuale, personale, l'unico , il vero Sé, l'Individualità Pura, l' Atman .

Ogni essere individuale , in quanto tale, ha in se stessò l'Atman, l'individualità pura.


«  "E, dove risiederà la radice del corpo se non nell'acqua? Analogamente se riteniamo il germoglio l'acqua, figlio mio, il calore (tejas) sarà la sua radice. Se consideriamo il calore un germoglio l'essere (sat) sarà la radice. Tutti i viventi hanno le proprie radici nell'essere (sat), si basano sull'essere, si sostengono sull'essere. Ora mio caro ti è stato detto come queste tre divinità pervenute nell'uomo siano divenute triplici. Quando un uomo muore, mio caro, la parola rientra nella mente, la sua mente rientra nel soffio vitale, il soffio vitale rientra nel calore e questi rientra nella suprema divinità. Qualunque sia questa essenza sottile, tutto l'universo è costituito di essa, essa è la realtà di tutto, essa è l' Ātman. Quello sei tu (Tat tvam Asi) o Śvetaketu!". Chāndogya Upanishad (VI,8,6-7)

Il Brahman è il Tutto giacchè è l'unica Realtà , l'Essere, che sostiene il Tutto esistente. Esso è  superpersonale, trascende il concetto ebraico-cristiano occidentale di Persona. 

Non è un Dio che parla, comunica , un essere libero capace di autodeterminarsi. E' un Principio. Esso ha un  aspetto  che si manifesta come principio di individualità.  Atman.

Perchè esistono molti individui piante, animali o persone? Perchè in essi e solo in essi si manifesta l'aspetto Individualità del Brahman, l'Atman.

« L'ātman non è soggetto alla nascita, alla decrepitezza, alla malattia ed alla morte. Esso è Realtà della più intima natura umana e d'ogni altro essere e non nasce né viene distrutto quando il corpo viene ucciso. » Sarva-Vedanta-Siddhanta-Sarasangraha: s. 459

L'atman non è persona, come l'Io immortale occidentale, ma individualità pura, a-personale. In altre parole è lo stesso atman in ogni essere individuale.

Dice l'antico Maestro induista Sankara :"Brahma Satyam Jagan Mithya Jivo Brahmaiva Na Aparah" , cioè "Solo il Brahman Assoluto è reale; questo mondo è irreale; e il Jiva o anima individuale ( Atman) non è differente dal Brahman."

L'Atman è essenza individuale consapevole ed è auto-evidente (Svatah-siddha) e non può essere dimostrato . Non è possibile negare l'Atman, poiché sarebbe la stessa essenza individuale (l'Io-atman) a negarlo.

L'atman, è la coscienza individuale che è direttamente collegata a quella Cosmica .

In corrispondenza a corpo (sharira), mente (manas), intelligenza (buddhi) e il sé (atman) individuali, esistono il Corpo (virat), la Mente (hiranyagarbha), l'Intelligenza (mahat) e il Sé (Brahman) cosmici.

Il ( atman) partecipa alla natura della Pura Coscienza (Brahman, puro ) e non ha niente a che vedere con la materia (prakriti), di cui sono invece costituiti tutti gli elementi materiali, inclusi la mente e l'intelligenza.

Secondo la filosofia del sistema Vishishta Advaita (la scuola induista di Ramanuja ), l'universo è il corpo del Brahman e il corpo e la mente umana seguono lo stesso modello: entrambi sono governati dall'anima [ 'atman ].

Ātman (devanāgarī आत्म‍ ) è un termine sanscrito di genere maschile, che indica l'"essenza" o il "soffio vitale .

L'atman è l'essenza ( o soffio vitale , // spirito) della personalità umana è il Sé che governa il corpo e la mente, pur essendo diverso da entrambi.

Lila
L' Io empirico è una realtà di cui abbiamo coscienza quando ci poniamo all'interno del mondo fenomenico. Ma anche l'Io e' un fenomeno e non solo : quelli che noi chiamiamo  fenomeni  in realtà sono una specie di  gioco di prestigio creativo- conservativo- distruttivo - creativo del Brahman : il Lila ( sanscrito : लीला=gioco).

Lila è il gioco sacro del Brahman che viene espresso nella Tradizione attraverso il deva Krishna nella sua attività burlonesca e attraverso il deva Shiva nella sua attività di danzatore.

Le bricconate di Krishna e la danza di Shiva sono la visione soprasensibile del gioco sacro del Brahman.



Tutto cio' che noi chiamiamo Mondo, e che per i nostri sensi corrisponde alla Relatà, in realtà, è finzione, gioco divino del Brahman .

Quando superiamo la sfera di questo gioco divino , quando ci mettiamo nella prospettiva di  una visione reale della verità delle cose, allora l'Io fenomenico ci appare per quello che è,  il risultato di un incantesimo prodotto dal gioco del Brahman , Lila.


Maya
Maya
è il Potere del Brahman di incantare i sensi degli esseri senzienti facendo apparire loro il Mondo Sensibile .

Maya rende percettibili le cose agli uomini così che essi possano accedere alla realtà.

Maya è la dea " illusione", l' mayaIllusione provocata dal gioco di Sostanza ed Energia che dà il senso dell'esistenza, che " lì"c'è qualcosa.

Mahamaya
è "il più grande inganno", che è l'esistenza stessa .

Secondo la tradizione indù Maya è la dea Kali da nubile, o Mahakali, la " datrice di percezione".

Avidya o Nescienza.
Il Brahman gioca ( Lila) creando l'illusione dell'esistenza ( Maya) , la conseguenza per l'atman è l'ignoranza della realtà, Avidya.

Gli uomini compiono il male , azioni contrarie all'Ordine Universale , l'adharma, a  causa della avidiya, l' ignoranza della  Realtà, della Verità, in definitiva l' ignoranza del Brahman.

" La sofferenza nasce da avidya , l’ignoranza. Seguendo il dharma e attraverso l’agire disinteressato, l’uomo supera i condizionamenti da lui stesso generati e conquista l’unica vera libertà, quella dal proprio ego."


Dice infatti una preghiera induista molto popolare :
« dall'irreale guidami al reale, dalle tenebre guidami alla luce,dalla morte guidami alla immortalità..»

Il cammino dell'Induismo, il Sanatana Dharma porta l'atman fuori dall'avidya. Le sacre scritture hanno un ruolo fondamentale nella preparazione della mente ad uscire dalla avidiya.

«... Avendo afferrato come un arco quella grande arma che è l'Upanishad (=insegnamento arcano) incocca in essa la freccia acuta della Meditazione avendolo tratto mediante lo Spirito concentrato nella meditazione dell'Essere, riconosci questo  indefettibile come bersaglio da colpire.»

Purushartha , i quattro scopi della vita
"I principi che regolano la vita dell’uomo nel suo divenire: il loro conseguimento mira alla realizzazione di un’esistenza felice, soddisfacendo i bisogni materiali e spirituali in armonia con le norme etiche e in vista dello scopo ultimo.

1-Dharma, l’ordine etico universale

Il principio che mette in armonia gli altri scopi dell’esistenza e rappresenta le leggi etiche universali che governano tutto il cosmo manifesto.

2- Artha , il benessere

La realizzazione del benessere in generale, in relazione anche alle condizioni materiali e ai mezzi necessari per mantenere un buon stato di salute e una condizione sociale soddisfacente.

3- Kama , il desiderio

Il desiderio che sostiene qualsiasi azione conforme al dharma e un’armoniosa fruizione dei piaceri sensoriali e dei beni di cui si dispone.

4- Moksha , la liberazione

E' Liberazione dal ciclo delle incarnazioni
e dalla schiavitù dell’ego, per riconoscere quello che siamo sempre stati, uno in Dio e uno con Dio.


Fine ultimo della vita e compimento di un lungo cammino evolutivo è il riconoscimento, a cui ogni essere vivente giungerà, della propria natura divina o meglio che l’unica Realtà, al di là della illusorietà del mondo, è Dio. "




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