Corso di Religione

         


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Il problema delle origini dell'uomo  Il problema scoppiò il secolo scorso con la teoria darwiniana dell'evoluzione , e divise subito l'opinione pubblica tra evoluzionisti e creazionisti. Evoluzionisti
I primi aderivano alle audaci tesi di Darwin, secondo cui tutte le specie viventi (7300 specie di piante e 4400 specie di animali, secondo il naturalista svedese Carlo Linneo) sono derivate da un unico antenato o comunque da pochi, attraverso un lento processo evolutivo guidato dalla selezione naturale . Al meccanismo dell'evoluzione universale non sfuggerebbe nemmeno l'uomo, il quale, secondo alcuni interpreti di Darwin non può non avere lontane ascendenze scimmiesche.
Creazionisti
Gli altri, i creazionisti o fissisti, restavano invece attaccati all'idea della creazione cosi come viene descritta dalle prime pagine della Bibbia nel "Libro delle origini", il Genesi. L'interpretazione letterale dei sei giorni della creazione dalla creazione della luce e della notte, nel primo giorno, alla creazione dell'uomo, nel sesto , giorno impediva loro di prender sul serio le ipotesi di alcuni evoluzionisti.

Su due punti gli evoluzionisti venivano accusati di essere in contraddizione con la Bibbia: sul fatto che tutte le cose, le piante, gli animali, l'uomo, vengono creati da Dio direttamente; e sul fatto della non discendenza animale dell'uomo per evoluzione da altre specie. Durò comunque quasi un secolo l'opposizione della Chiesa ufficiale alle teorie evoluzionistiche.
L'esegesi biblica ha da tempo compreso i racconti di creazione nella Bibbia come frutto di mitopoiesi : sono racconti che parlano di Dio e del suo rapporto con il popolo di Israele. Non vanno assolutamente letti come trattati scientifici .
Storia Ai tempi di Linneo tutta la sistematica zoologica e botanica era l'espressione di una concezione creazionistica del mondo: Dio aveva creato ogni specie animale e vegetale ed umana dal nulla.

Con Charles Darwin si ipotizza una nuova possibilità del mondo: ogni specie è frutto di una lunga e lenta evoluzione.

Julian Huxley, zoologo moderno , sviluppa la nuova sistematica darwiniana e parla decisamente di una nuova concezione del mondo: una concezione evoluzionistica.

Carlo Linneo (1707-1778) precisò e defini il concetto di specie inventando quel tipo di classificazione che è divenuto uno strumento essenziale ancora oggi usato dai naturalisti: « numeriamo tante specie  quante in principio furono create dall'Ente Infinito.»

L'affermazione di Linneo ha valore filosofico: spinge  a considerare le singole specie come una creazione separata da Dio che si ripete nel tempo senza subire mutamenti. ( Systema naturae : tutti  i mutamenti  nelle specie della  natura sono voluti dalla mente divina ed operati direttamente da essa)

Nella mente divina esiterebbe una idea-forma-archetipo, un modello astratto di ogni specie  che viene a concretizzarsi negli innumerevoli gatti, rane, abeti.. che si succedono e si riproducono nel tempo. Tutto il creato sarebbe la realizzazione di un mirabile disegno della mente divina, perfetto in ogni suo particolare. Il destino dell'uomo  è quello di conoscere ed interpretare la bella opera del sapiente Artefice al solo scopo di cantarne la gloria per poi accedere alla vita beata. Linneo riesce a coordinare e riassumere con chiarezza e precisione la concezione tradizionale della creazione del mondo dandole rigore scientifico e applicandola in modo particolare alla biologia.

Jean Baptiste Lamark (1744-1829) è il primo ad aver formulato una teoria evoluzionistica coerente e pienamente consapevole.Fu il primo a puntare l'attenzione sulla possibilità che i cambiamenti nel mondo inorganico e organico  siano dovuti ad una legge di natura e non ad interventi miracolosi.

" ...Sta di fatto che i diversi animali hanno ciascuno, secondo il proprio genere e la propria specie abitudini particolari e una organizzazione che è sempre perfettamente in rapporto con tali abitudini.

Da quetso fatto si puo' trarre la conclusione tradizionale di Linneo:la natura o il suo Autore creando gli animali ha previsto tutte le possibili circostanze in cui essi avrebbero dovuto vivere e ha dato ad ogni specie una organizzazione costante, nonchè una forma determinata e invariabile nelle sue parti le quali obbligano ogni specie a vivere nai luoghi e nei climi dove la si trova e conservare le abitudini che le si conoscono.

La natura -producendo successivamente tutte le specie animali e cominciando dai più imperfetti ,ha complicato gradualmente la loro organizzazione(è una forza insita negli organismi regolata dalla natura o dal suo Autore)

- e diffondendo gli animali generalmente in tutte le regioni abitabili del globo, ogni specie ha ricevuto dall'influenza delle circostanze in cui si è trovata le abitudini che le si conoscono e le modificazioni delle sue parti che l'osservazione dimostra.

(Philosophie zoologique)

La variazione degli organismi   che si osserva in natura ,secondo Lamark,è dovuta a due principi:
-la tendenza al progresso insita negli organismi è un impulso interno all'evoluzione della specie.
- l'azione che l'ambiente esercita sugli organismi. Questa azione, attraverso l'uso o il non uso di alcuni organi produce variazioni capaci di trasmettersi ereditariamente ai discendenti. E' la ereditarietà dei caratteri acquisiti.

L'evoluzionismo di Lamark è una impostazione teorica  che non si limita a descrivere e ad ordinare i fatti, ma li interpreta. Cerca di interpretare la finalità della natura negli organismi,negandole un disegno o programma prestabilito ma sottoponendola alla interazione con l'ambiente.

La palmatura dei piedi dei palmipedi compare e si sviluppa quando uccelli dai piedi non palmati hanno cominciato a posarsi sull'acqua e a nuotare col movimento dei piedi, il collo spropositato delle giraffe è il risultato di uno sforzo durato molte generzioni di brucare foglie sempre più alte..l'occhio della talpa si è ridotto per il non uso,il non-sforzo....

In definitiva Dio ha creato le specie e poi l'ambiente le ha trasformate rendendole adatte alle proprie esigenze...agendo su un impulso insito in ogni specie al mutamento evolutivo-adattativo all'ambiente.Le mutazioni  acquisite attraverso lo sforzo o il non-sforzo si fisserebbero come caratteri ereditari acquisiti.

Georges Cuvier 
(1769-1832) disotterrò e raccolse innumerevoli ossa di mammiferi fossili nella regione parigina. Fondatore della anatomia comparata e della Paleontologia.Linneano rifiuta la teoria di Lamark ed elabora, per spiegare la successione delle fsune nelle diverse età della terra, la teoria  delle catastrofi o  rivoluzioni della superficie del globo.Vari cataclismi hanno ucciso tutti o quasi gli organismi viventi di una data regione.Dopo ogni catastrofe le regioni devastate furono popolate da specie di altre regioni.L'ultima catastrofe fu il diluvio universale.

 Thomas Robert Malthus
(1766-1834) ecclesiastico e docente di storia ed economia elaborò la tesi secondo cui la crescita continua della popolazione avrebbe reso i mezzi di sussistenza sempre più scarsi..e la sorte ed il destino della umanità era  la formazione di classi sociali che avrebbero lottato fra loro per la sopravvivenza .Alla fine sarebbero prevalse le classi più organizzate per una vita di massa .

Charles Darwin ebbe dei dubbi circa l'azione diretta dell'ambiente sulla variabilità e l'erditarietà dei caratteri acquisiti e sui supposti impulsi interni alla evoluzione. Riflettendo sulle sue esperienze del viaggio con il Beagle giunse alla conclusione che
" ...«nè l'azione delle condizioni ambientali, nè la volontà degli organismi,specialmente nel caso delle piante potesse servire a spiegare tutti quegli innumerevoli casi di organismi di ogni tipo mirabilmente adattati alle condizioni di vita...come i semi ad essere disseminati per la presenza di uncini o di piume..o il picchio e la raganella adatti ad arrampicarsi sugli alberi.Questi adattamenti mi avevano sempre colpito vivamente ...e mi sembrava inutile cercare di dimostrare con prove indirette che le specie si sono modificate...»
Nella indagine sulle cause della evoluzione la parte più originale e geniale della sua opera è la selezione naturale. A questa intuizione lo spinsero da una parte l'osservazione degli effetti della selezione praticata dall'uomo sugli animali e sulle piante per produrre razze smpre più rispondenti a certi requisiti, dall'altra la lettura di Malthus circa la  lotta per l'esistenza. principi introdotti da Darwin per spiegare l'evoluzione della specie:

1) VARIETA' DEGLI INDIVIDUI DI UNA SPECIE
CHE E' INDICE DI VARIABILITA' DENTRO LA STESSA SPECIE
2) AUMENTO NUMERICO, LOTTA PER L'ESISTENZA (struggle for life)  SELEZIONE   NATURALE PER SOPRAVVIVENZA DEL PIU' ADATTO (survival of the fittest)

La teoria della selezione naturale
  era una teoria propriamente scientifica, che introduceva nel ragionamento solo fenomeni naturali osservabili escludendo forze, volontà o impulsi verso l'evoluzione insiti negli organismi così come una semplicistica e diretta azione dell'ambiente.
  Varietà , lotta per la sopravvivenza e selezione del più adatto fanno la divergenza dei caratteri e dunque l'evoluzione della specie.

Le giraffe non hanno il collo lungo, come dice Lamark ,perchè nella giraffa è insito una tendenza ad evolversi nella forma e a furia di sforzarsi ad allungare iul collo per mangiare meglio si è stabilito un carattere ereditario acquisito. La giraffa ha il collo lungo, oggi, perchè da varietà differenziate di giraffe , alcune a collo lungo altre a collo corto, la natura   ha selezionato attraverso l'ambiente giraffe con  collo lungo. Questo carattere favorito passa alle generazioni successive. Dopo molte generazioni si ha ancora una varietà di giraffe, ma generalmente a collo lungo.
Le varieta’  delle specie hanno origine dal caso, da molteplicita’ di cause che Darwin ancora non precisa.Ma Darwin (e tutti gli uomini di scienza ne sono tentati ) passò facilmente ( e indebitamente ) dalla scienza alla filosofia ed alla teologia! Secondo Darwin il Creatore ha insufflato l'alito vitale in una o più forme originarie   dalle quali si sono sviluppate tutte le altre. Il fenomeno che rende possibile l'evoluzione è la variabilità, la variabilità degli individui in una stessa specie.

Se infatti tutti gli individui della stessa specie fossero identici non vi sarebbe possibilità di evoluzione. Come l'uomo seleziona le piante e gli animali più adatti da una varietà naturale della stessa specie , così fa la natura attraverso l'ambiente.

August Weisemann
(1834-1914)  nel tentativo di spiegare l'origine della variabilità svilupperà considerazioni fondamentali sul significato della riproduzione sessuale . Costrui' una teoria sulla struttura e la proprietà del patrimonio ereditario che fu in parte confermata dalla genetica moderna. Dando grande importanza alla mescolanza di patrimoni ereditari diversi che avviene ad ogni riproduzione sessuale indica una delle cause della origine delle varietà ma non scopre la causa principale.Le differenze che si combinano nella fecondazione dovevano avere pure una origine.

Weismann sperimentò cercando di indurre variazioni (iniettò sangue di conigli colorati in conigli albini... ), così come fecero altri ricercatori ma le specie rivelavano una stabilità che nemmeno i più ottimisti potevano sospettare.

Gregor Mendel (1822-1884), boemo di Moravia, scopre che alla base dei meccanismi ereditari ci sono i  geni. Ogni individuo possiede un patrimonio ereditario costituito da geni indipendenti gli uni dagli altri che si trasmettono ereditariamente ma  si combinano  nelle  varietà  di coppie di  fecondazione secondo le leggi che Mendel stesso ha formulato. I geni si trovano localizzati in bell'ordine nei  cromosomi  delle cellule.

Si può mutare il patrimonio ereditario di un individuo di una specie,razza, varietà,togliendo, sostituendo o modificando uno o più geni.Per mutare la specie  si deve mutare il genoma di specie. Ciò non può avvenire attraverso l'acquisizione di nuovi caratteri nella interazione con l'ambiente. Le ricerche successive nel secolo scorso determinarono la  non ereditarieta’ dei caratteri acquisiti,  falsificando la teoria di Lamark.

Hugo deVries (1848-1945) scopre che in natura avvengono delle mutazioni genetiche. Sono variazioni saltuarie,, di notevole ampiezza , che compaiono all'improvviso senza alcuna apparente relazione con fattori esterni, ambientali,e subito diventano ereditarie:il nanismo,la deformazione fogliare, il bassottismo, l'albinismo etc...  Questa teoria fu chiamata  mutazionismo  e rafforzò la teoria darwiniana sulla variabilità naturale. Oggi questa teoria rimane di nome ma con il concetto notevolmente modificato.

Joseph Muller (1927) riesce sperimentalmente per mezzo dei raggi X a provocare variazioni ereditarie dei geni creando mutazioni genetiche indotte sperimentalemente.  Con le sostanze chimiche e con le radiazioni si riuscì infine a produrre mutazioni nelle specie vegetali e poi animali, ma sempre casuali,mai in direzioni prederminate.

Dalle varietà vegetali ottenuti in queste mutazioni si potevano selezionarne alcune e riprodurle come nuove razze e varietà. La variabilità  delle specie era spiegata geneticamente ... ma come avviene ciò in natura?  Come fa la natura a modificare il patrimonio genetico di un individuo?

Intanto -come aveva scoperto Weissmann- attraverso le combinazioni mendeliane nella fecondazione e poi attraverso  processi chimici, elettromagnetici o radioattivi.

Godfrey Harold Hardy

La legge di  Hardy-Weinberg riesce a stabilire con esattezza le variazioni che possono intervenire, a livello genetico nel corso di successive generazioni di una popolazione di un qualsiasi animale.

Si possono così controllare le condizioni di stabilità o evoluzione di quella specie. La massima parte dei caratteri ereditari sembra essere riconducibile ai geni localizzati nei cromosomi.Dallo studio dei cromosomi e della loro dinamica nelle popolazioni si possono ricavare utili informazioni sui meccanismi evolutivi.

La sorgente di variabilità di questo patrimonio ereditario è rappresentata dalle mutazioni di cui conosciamo vari tipi.Le mutazioni sono casuali, non orientate, cioè si producono in direzioni diverse e non prevedibili e di solito sono poco frequenti.

Tale frequenza può essere notevolmente aumentata da alcuni trattamenti speciali attraverso radiazioni o alcune sostanze chimiche. Ma nemmeno in questo caso si è finora riusciti a produrre mutazioni indirizzate in un determinato senso.

Le mutazioni rappresentano per così dire il materiale grezzo su cui agiscono i fattori di evoluzione che spingono la variazione delle specie secondo una certa direzione. Fra questi fattori indubbiamente il più efficace è la selezione . Dalle varieta’ di razza, per selezione naturale del piu’ adatto che agisce sulle mutazioni genetiche , hanno avuto origine le specie.

Alcune varieta’ attraverso mutazione e selezione naturale  ,riprodotte senza mai incrociarsi con altre varieta’ per lunghi periodi hanno raggiunto un livello di differenziazione tale per cui la loro unione con altre varieta' differenziate, l’ibrido, non da’ piu’ origine a nuove varieta’ ma rimane una unione sterile.la sterilita’ interviene come barriera perche’ una varieta’ differenziata non si disperda in nuove varieta’ ma si stabilizzi come specie. Un ulteriore isolamento genetico rendera’ impossibile anche la ibridazione naturale.

Le mutazioni sono processi saltuari, discontinui; ma è anche vero che il salto, nella maggior parte dei casi non è molto grande . Inoltre di solito un carattere è sotto il controllo di molti geni, ciascuno dei quali però può mutare indipendentemente dagli altri.

Perciò la selezione non agisce tanto su singoli geni quanto su un complesso , e solo di rado su variazioni di grande ampiezza;per lo più agisce su caratteri di piccola entità, che nel complesso, variano in modo continuo, anzichè saltuario.

Recenti ricerche di fisiologia sessuale hanno dimostrato che in molti casi certi istinti complicati che inducono uccelli, insetti, pesci e altri a eseguire mutazioni di colore, danze o riti nuziali hanno un significato fisiologico ben preciso.Spesso determinano la ovulazione  o l'orgasmo o comunque rappresentano una condizione necessaria alla efficacia della fecondazione.La selezione sessuale, come predisse Darwin è un aspetto della selezione naturale.

L'ambiente  fa sentire la propria influenza sugli organismi attraverso la selezione, lavorando sulle varietà prodotte dalle mutazioni genetiche. In una popolazione omogenea dal punto di vista del patrimonio genetico

a)  si formano razze  diverse per le differenze che insorgono per selezione a causa  dell' adat tamento  ad ambienti diversi o per forte limitazione del numero di individui della popolazione (catastrofi).

b)  queste razze possono ancora  incrociarsi fra loro rimescolando il loro patrimonio genetico... o possono intervenire fenomeni chimici, elettromagnetici o radioattivi , o altro...che ne mutano il patrimonio genetico fino a configurare un nuovo genoma in formazione..

c)  ma se queste razze -varietà mutate e selezionate rimangono isolate per lunghi periodi e il loro patrimonio genetico si riproduce tale e quale senza incrociarsi con altre varietà, le differenze insorte di razza e varietà  possono stabilizzarsi e portare all'isolamento genetico cioè alla impossibilità riproduttiva  degli ibridi. In questo caso da una razza si è originata  una nuova specie.

Le specie sono delle varieta’ selezionate e infine stabilizzate fino alla sterilita’ dell’ibridazione o alla impossibilita’ di ibridazione. In una ipotesi evoluzionista l’umanità attuale si è stabilizzata come specie, la specie umana. Ammessa la possibilità di ibridazione con una specie  molto affine di scimmia, l'ibrido non potrebbe riprodursi.

Attraverso la genetica e la scoperta del genoma (=patrimonio genetico di un individuo) , si puo' parlare di una unità biologica di ogni specie . Percio' si può parlare di una unità biologica della umanità nel genoma umano, pur nella variabilita' delle razze umane.

Le razze umane non sono tappe di una evoluzione della ominizzazione ma varietà genetica dentro uno stesso genoma. Non ci sono razze superiori o inferiori, piu' o meno evolute, ma razze piu' adatte a certi ambienti di altre che sono state selezionate dagli eventi naturali, come la sopravvivenza del piu' adatto o la sparizione di intere popolazioni su mutazioni genetiche casuali della specie.
Koko, orango femmina.

Darwin introduce, invece del Sistema Naturale di classificazione delle specie come icona interpretativa del disegno del Creatore (Linneo) un nuovo Sistema Naturale in cui le specie vengono classificate con un sistema che rispecchia le reali affinità tra gli organismi, interpretate come effetto di più o meno prossima parentela. Darwin si occupa anche della origine ed evoluzione della specie umana. 

«...nel 1837 o 38 non appena mi convinsi che le specie erano mutabili, non potei fare a meno di credere che l'uomo dovesse essere regolato dalla stessa legge...»

Darwin studia le similitudini della specie umana con i primati moderni ma non trova nessuna possibilità di  collegare evolutivamente l'uomo ai primati.

Filippo de Filippi (1814-1867) nel 1864 tiene a Torino una lezione sulle teorie Darwiniane circa l'origine e l'evoluzione nell'uomo.Tale teoria parla di grandi affinità tra l'uomo e le scimmie e di una differenza immensa tra scimmie e uomo per quanto riguarda la facoltà intellettuale, la missione speciale e soprattutto il senso religioso.

Il Creatore aveva fatto sorgere una o poche forme organiche dotandole della facoltà di generare tutte le altre per lenta e graduale evoluzione...fino agli ominidi. L'ominazione rimane per la scienza ancora un problema irrisolto.

Una applicazione irrazionale del metodo della analogia al fenomeno delle  classi sociali umane da parte di studiosi successivi,  ha prodotto una corrente di pensiero secondo cui la natura è aristocratica ed impone alla economia di tutto il cosmo e dunque anche a quella umana la disparità di condizioni come legge di progresso e di vita: la lotta per l'esistenza umana ,sarebbe secondo costoro , dunque, la legge della evoluzione sociale.

Questo  darwinismo sociale  ha prodotto una pretesa giustificazione scientifica delle classi sociali e della supremazia di alcune di esse: i piu' deboli socialmente sono dei perdenti... ed e' bene che sia cosi per l'evoluzione sociale della umanita'!!!

Il Darwinismo sociale ha prodotto come subcultura  la giustificazione scientifica della supremazia di alcune razze, o razzismo, con le tragiche conseguenze storiche che conosciamo.

Riguardo all'aspetto storico-descrittivo della evoluzione si può dire che :
- essa è accertata nei fossili. Ci sono incertezze  e lacune ma il quadro generale è convincente.
- Rispetto alle cause e al modo in cui l'evoluzione si è prodotta si può dire che le teorie Linneane non possono essere accolte come scientifiche nel senso della scienza moderna  perchè fanno ricorso a forze misteriose non  rilevabili e misurabili.
- Le ipotesi Lamarkiane sono state falsificate,
- la teoria darwiniana ha ricevuto dalla genetica moderna nuovo vigore ed insieme nuove smentite.

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1- STORIA DEL PROBLEMA DELLE ORIGINIDELL'UOMO
  

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